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Autore: imaginnarry    08/03/2013    4 recensioni
Sophie lavora come cameriera nel ristorante in cui George è solito portare i suoi primi appuntamenti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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First Date.


La vita di una studentessa universitaria era tra le cose più difficili di sempre. Insomma, le lezioni la mattina, lo studio in preparazione agli esami e in più il lavoro, per chi, come la sottoscritta, non avesse dei genitori che potevano provvedere al mantenimento in una città come Brighton.
Entrai nel ristorante quasi di corsa, come al mio solito in ritardo, e con un cenno salutai i miei colleghi, prima di correre a cambiarmi per il servizio che sarebbe iniziato in poco tempo.
-Ci sarà un giorno in cui arriverai puntuale, Sophie?- mi riprese Jaymi con il suo solito tono serio. Roteai gli occhi, iniziando ad apparecchiare i miei tavoli.
-Quando il mio professore di economia deciderà di non prolungarsi oltre la fine della lezione, permettendomi di prendere l’autobus prima.- gli feci una linguaccia.
Jaymi, oltre ad essere il mio collega di lavoro, era anche il mio coinquilino da quando mi ero trasferita due anni fa, era un po’ come un fratello maggiore per me e sapevo che la nota di rimprovero nella sua voce non era un qualcosa da prendere seriamente, ma solo il suo lato responsabile che aveva sempre la meglio su di lui.

-Sophie, ti occupi tu di loro?- mi chiese Alex, indicando con un cenno, una coppia che aveva appena fatto il suo ingresso e che si guardava attorno disorientata, nel tentativo di capire a chi avrebbero dovuto rivolgersi. Mi avvicinai per dargli il benvenuto e farli accomodate in un tavolo.
-Sei sempre la più fortunata,- iniziò Jaymi, scoccando un’occhiata al tavolo appena arrivato –lui è proprio carino.- continuò poi, facendomi ridere.
-Già, peccato credo tu sia il suo genere.- commentai divertita, osservando i due che avevano tutta l’aria di essere ad un primo appuntamento. Effettivamente Jaymi aveva ragione, il ragazzo era davvero carino.
-Oh beh, pazienza.- scrollò le spalle, prima di tornare al lavoro.
La serata era passata piuttosto velocemente e non era stata nemmeno una delle peggiori, il che rendeva tutti felici e di buon umore.
L’ultimo tavolo rimasto era quello della coppia, nel bel mezzo di una discussione su chi avrebbe dovuto pagare.  
-Sai, credo mi vedrai qui spesso…- iniziò il ragazzo dai capelli castani, mentre cercava con lo sguardo il cartellino del mio nome, che ero solita non indossare.
-Sophie.- completai sorridente.
-Sophie,- ripeté –avete tra i tiramisù più buoni che abbia mai mangiato.- concluse soddisfatto, con un grande sorriso sulle labbra. Risi divertita.
-Mi fa piacere che sia stato di vostro gradimento.- replicai solenne –Vi auguro un buon proseguimento di serata.- li congedai, per poi tornare dietro al bancone, dove Jaymi mi osservava con un sorriso soddisfatto, che non prometteva nulla di buono.
-George Shelley.- disse semplicemente, guadagnandosi un’occhiata confusa dalla sottoscritta, che lo fece proseguire –Il nome del ragazzo, Sophie.-
-Come fai a saperlo?- domandai innocentemente, non mi sembrava di averlo visto parlare con lui durante la serata e anche fosse successo, non era un qualcosa di probabile andare da un cliente per chiedere il suo nome, sarebbe stato maleducato.
-Ho controllato il suo documento quando ha pagato.- spiegò come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Forza 007, andiamo a casa, che per oggi voglio solo dormire.- roteai gli occhi e lo trascinai verso casa, che fortunatamente non era poi molto lontana dal ristorante.
-Niente ricerche su facebook, quindi?- indagò.
-No.- replicai secca.
-Ma…-
-Jaymi, no.- tagliai corto, mentre lui sbuffava contrariato.

**

Prima dell’inizio del turno di lavoro ero solita fumare una sigaretta fuori dal ristorante, non mi definivo una fumatrice incallita, ma c’era un qualcosa in quell’azione ormai diventata quotidiana che mi tranquillizzava.
Imprecai poco finemente contro il vento che mi impediva di riuscire ad accendere la mia sigaretta.
Sentii una leggera risata spensierata alle mie spalle, alla quale non prestai attenzione.
-Non dovresti fumare, Sophie, ti fa male.- mi girai velocemente e notai la figura del ragazzo di pochi giorni prima che si avvicinava, mi limitai a scrollare le spalle.
-È l’unica che fumo al giorno.- replicai, anche se in realtà avrei voluto chiedergli come facesse a ricordarsi il mio nome. –Suppongo che avrei dovuto prenderti sulla parola quando hai detto che saresti tornato presto…- lasciai cadere la frase, ricordandomi che non mi aveva mai detto il suo nome e che non lo ricordavo nemmeno, nonostante Jaymi avesse ritenuto fosse importante che lo sapessi.
-George.- completò, porgendomi una mano che strinsi, mentre con l’altra avvicinavo la sigaretta alla bocca.
-Come ricordi il mio nome?- domandai alla fine non riuscendo a trattenermi, lui mi rivolse un sorriso scrollando le spalle distrattamente.
-Ho pensato fosse rilevante, suppongo.- aprii la bocca per rispondere, ma mi resi conto che in realtà non c’era nulla che potessi dire che avesse senso, visto che ero sicura di cosa volesse significare.
Restammo in silenzio per qualche momento, il tempo necessario affinché finissi la sigaretta e la spensi con il piede.
-Io dovrei tornare dentro…sta per iniziare il servizio.- spiegai velocemente, indicando la porta del locale che vidi aprirsi mostrando Jaymi.
-Oh si, certo. Non volevo trattenerti. A dopo.- mi rivolse un ultimo dei suoi sorrisi, che ricambiai per poi tornare dentro, dove sapevo il mio collega mi avrebbe riempito di domande.

-Allora?- chiese emozionato Jaymi, con uno di quei sorrisi così larghi che coinvolgono tutto il viso. Roteai gli occhi.
-Nulla, Jaymi. Mi ha solo fatto notare come non dovrei fumare.- replicai pacata, aggirandomi per la sala per controllare che tutto fosse in ordine, mentre il mio amico non voleva smetterla di seguirmi.
-Potrebbe essere un segno! Dovresti farti avanti e chiedergli di uscire.- buttò lì, quasi casualmente, ricevendo un’occhiata sconcertata.
Jaymi aveva sempre questa idea delle fiabe in mente, credeva nell’amore e nelle lunghe storie durature, era convinto che ci si dovesse buttare perché da ogni situazione poteva spuntare fuori la persona che sarebbe stata l’amore della vita. Io, che invece ero decisamente più cinica, la pensavo diversamente. Solo perché qualcuno era carino e gentile non significava che dovessi innamorarmene o qualunque altra cosa.
-Non chiederò di uscire ad un ragazzo che ho visto 2 volte, solo perché si è mostrato gentile. E poi, penso tu abbia dimenticato che lui viene qui per i suoi appuntamenti.- precisai, nella speranza che questa conversazione finisse il prima possibile. Iniziavo a pensare che il mio coinquilino volesse liberarsi di me.
Fortunatamente il discorso si concluse lì, probabilmente perché proprio in quel momento George ed una ragazza mora, completamente l’opposto di quella di due giorni prima, fecero il loro ingresso.

-Di questo passo, inizierò ad instaurare un criterio di valutazione alle ragazze che porti qui, George.- commentai divertita, quando la ragazza aveva abbandonato il tavolo per recarsi al bagno.
-Oh si, sono proprio curioso di avere la tua opinione.- mi sorrise, incitandomi ad andare avanti.
-La ragazza di due giorni fa sembrava più simpatica.- scrollai le spalle, continuando a mettere in ordine i vari pezzi della fornitura.
-Rachel? Si, adorabile, non è andata bene.- si limitò a spiegare, -Avevamo aspettative diverse. Siamo amici però.- risi divertita dalla sua spiegazione, annuendo davanti alla sua ingenuità.
Quando la mora fu di ritorno, lo congedai con un cenno, per poi andare a cambiarmi e tornare a casa.

**

Nell’unico giorno libero della settimana, in cui non avevo lezioni e turni estenuanti di lavoro, la sola cosa che avrei voluto fare era dormire e magari sfruttare qualche ora per fare una passeggiata sulla spiaggia. Bisticciare con Jaymi e Jamie per andare alla festa organizzata da Josh era l’ultimo dei pensieri che attraversava la mia testa, quel sabato mattina.
Ogni volta che avevo un piano su come trascorrere la mia giornata, loro lo distruggevano per trascinarmi ad un qualsiasi evento, alla quale non ero interessata. E la parte peggiore era che per quanto cercassi di oppormi, alla fine vincevano sempre loro.
-Sei pronta, Sophie?- chiamò Jamie dal corridoio –Non vorrai mica tardare come il tuo solito?- sbuffai sonoramente, anche se ero certa che non potesse sentirmi.
-Non ve lo hanno mai detto che le persone più importanti sono sempre quelle che arrivato tardi alle feste?- replicai, raggiungendoli alla porta.
-Già, peccato che se tardiamo un altro po’ la festa finirà.- mi rimbeccò Jaymi con un sorriso ironico, che mi fece roteare gli occhi.
-Dettagli.-

Josh era un compagno di corso di Jaymi e JJ e per un motivo che mi risultava ignoto tutti consideravano le sue feste le migliori, quelle a cui non si poteva mancare, se volevi essere socialmente integrato nella vita mondana universitaria. Non ero mai stata quella che viene definita l’anima della festa, infatti se non fosse stato per il mio coinquilino, i miei fine settimana sarebbero stati sempre monotoni e poco entusiasmanti, ma la verità era che la mia pigrizia mi impediva di fare qualsiasi cosa.
Quando facemmo il nostro ingresso, la casa era già affollata. Ci facemmo largo tra la gente ammassata che si dimenava nel salotto adibito a sala da ballo, per raggiungere la cucina.
-Jaymi, JJ, Sophie, siete arrivati finalmente!- ci accolse il proprietario della casa con un bicchiere di birra in mano. –Vi presento George, lavora al negozio di musica con me.- indicò il ragazzo appoggiato al bancone della cucina, che ci rivolse un sorriso.
-Oh ciao Sophie, è un piacere rivederti.- salutò, per poi rivolgersi ai miei amici e porgergli la mano cordiale. Immediatamente capii il motivo dell’insistenza di Jaymi sulla mia presenza a quella festa, sapeva ci sarebbe stato anche George e poteva stare certo che me l’avrebbe pagata cara.
-Come vi conoscete?- domandò Josh, mentre ci porgeva della birra, che iniziai a sorseggiare per evitare la domanda.
-Sophie è stata la cameriera dei miei due ultimi appuntamenti, ha iniziato a valutare le varie ragazze che porto a cena.- spiegò rivolgendomi uno sguardo complice. Stiracchiai un sorriso e mi resi conto che sarebbe stata una serata molto lunga e per poterla affrontare avevo bisogno di ben più che una semplice birra.

-Non ti starai nascondendo?- mi domandò George prendendo posto accanto a me nel giardino sul retro, dove mi ero rifugiata per trovare un po’ di pace dal frastuono interno.
-Può darsi.- scrollai le spalle.
-Da chi? Non da me, spero.-
-Nessuno in particolare.- lo tranquillizzai.
-Bene, perché ero venuto a cercarti e sarebbe terribilmente imbarazzante se tu mi stessi evitando.- scoppiai a ridere, davanti alla sua espressione seria e quasi preoccupata.
-Ti mancava la mia irresistibile compagnia?- chiesi ironicamente.
-Decisamente, sì.- commentò. Mi soffermai ad osservarlo un momento e mi resi conto che forse gli aggettivi che avevo usato per descriverlo non gli rendevano giustizia. Non c’era nulla nel suo viso che non fosse perfetto.
Ci fu un momento di silenzio, ma non di quelli imbarazzanti, era come se entrambi stessimo riflettendo su qualcosa. A interromperlo fu proprio George.
-Sophie, cosa ne dici di uscire insieme?- buttò fuori tutto d’un fiato, così veloce che quasi non capii una parola di quelle che aveva pronunciato.
-Accetto solo se non mi porterai a cena nel ristorante dove lavoro.-
-Credo si possa fare.- accettò, ridendo divertito di tutta la situazione. –Avrai un criterio di giudizio anche per te?- chiese poi. Lo osservai inclinando leggermente la testa e con il sorriso stampato sulle labbra.
-Assolutamente si.-


***Jingle***
Buonasera :)
allora questa è una OS assolutamente insensata, che ho scritto qualche settimana fa e che avrei voluto postare prima di partire, ma non l'ho fatto perché essenzialmente non riesco mai a fare le cose che mi prefisso. Nonostante non sia nulla di che l'ho voluta postare e non ne so il motivo, ma spero vi piaccia comunque.
Come sempre qualsiasi feedback è ben accetto,
a presto.
Love,
-n.

  
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