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Autore: MadAka    08/03/2013    2 recensioni
[Queens of the Stone Age]
"Mi volto verso Josh, lancia lontano il mozzicone della sigaretta e rimane fermo in piedi a guardare gli ultimi preparativi per la sua esibizione. Alcuni sostengono che sia un drogato, francamente non ci credo, non mi ha mai dato questa impressione, semplicemente non ha il carattere più amichevole del mondo…"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo Giugno mite, qui in Germania.  La folla di migliaia di persona continua ad urlare e ad accalcarsi sotto il sole di Nürburgring, davanti al palco del Rock am Ring Festival. Sono le 15:45, a breve saliranno sul palco i Queens of the Stone Age. Non sono la band più attesa della giornata e la loro presenza è stata dubbia fino a ieri sera, per via delle condizioni fisiche del cantante: Josh Homme. Mi volto verso di lui e lo osservo, come possono fare tutte le persone che hanno la possibilità di ritrovarsi nel backstage insieme a lui e alla sua band. È seduto su un grande cassone, uno di quelli che fino a ore prima conteneva una cassa usata come spia sul palcoscenico, tiene la gamba destra distesa per non sentire dolore: è fratturata. È il motivo per cui non avrebbe dovuto esibirsi con la sua band oggi, ma, in qualche modo, è riuscito a spuntarla sia contro il dolore che contro chi voleva che rimanesse fermo a riposare, è un uomo testardo, per quel poco che lo conosco. Infondo io non sono nessuno. Sono solo la sorella di uno dei roadie che si portano appresso durante le tour in giro per il mondo, hanno accettato di prendere anche me e allungarmi qualche soldo che servirà poi a pagarmi il college, naturalmente tutto in nero, ma alla fine il mio compito consiste nel passare al gruppo gli asciugamani, qualche plettro e le bevande, proprio come la bottiglia di Vodka che Josh sta stringendo nella mano sinistra. Finirà col berla durante il concerto e probabilmente nel dopo serata lui e Nick si ritroveranno sbronzi a bazzicare per le quinte del festival combinando casini, come capita spesso. Allora non sarà un mio problema, spetterà a gli uomini più grandi di me fermarli, cercare di farli ragionare e poi metterli a dormire.
Sento Homme pronunciare il nome di uno degli assistenti, quello lo raggiunge e il cantante gli dice di lasciare la sua bottiglia e la scaletta del concerto, che teneva nella mano destra fino a pochi secondi prima, vicino alla batteria. Usa poche e semplici parole:
-Mettili sul palco- e niente di più. Pronuncia quella frase con un tono serio e un po’ distratto, servendosi di quella sua voce calda che mi aveva sorpresa quando me lo avevano presentato e lui aveva semplicemente pronunciato il suo nome sorridendomi. Ma ora non sorride, è stressato, nervoso. Ha voglia di suonare a questo concerto ma sembra che il mondo non glielo voglia permettere, primo fra tutti Robert, il manager dei Queens of the Stone Age.
Finalmente Josh si alza, appoggiandosi di peso ad una delle stampelle che gli hanno dato, mi avvicino per aiutarlo ma lui mi fa cenno di lasciar stare. Mi si affianca. È così alto, trovandomi accanto a lui non posso fare a meno di provare uno strano senso di protezione. Sì, mi fa sentire protetta. Forse per la sua statura, forse per il fatto che è un tipo serio, forse per il fatto che è risaputo che non si fa problemi a buttarsi in una rissa se necessario. Provo ad alzare i miei occhi verso di lui ma vengo interrotta dalla voce di Robert, che si fa largo nel backstage chiaramente irritata:
-Dov’è Homme?- lo sentiamo urlare.
Josh si gira, è pronto per riceverlo. L’altro uomo lo vede e si avvicina a grandi passi. È più basso del cantante, ma non lo teme e nei suoi occhi si legge aria di sfida:
-Ne avevamo già discusso l’altra sera, Josh! Sai come la penso su questo concerto!- lo aggredisce.
Sì, ne avevano già discusso un paio di notti precedenti. Io ero presente, ma nessuno se n’era accorto.
“Non me ne frega un cazzo di quello che pensi!” aveva sentenziato Josh quando il manager gli aveva detto che avrebbe preferito annullare il concerto. “Ragiona una buona volta, hai una gamba rotta!” “Non uso le gambe per suonare! Faremo quel concerto, io e gli altri siamo d’accordo” “Siete degli irresponsabili, mi preoccupo per te, lo vuoi capire?” “Io non credo proprio!” aveva esclamato il cantante e si era poi allontanato zoppicando. La conversazione si era conclusa così, ma li avevo sentiti battibeccare più volte sull’argomento, senza mai capire esattamente come erano finite le cose. Aveva vinto Homme, anche se ora Robert vuole la rivincita.
-Lo so come la pensi, ma ti ho già detto che a me non interessa! Non lo annulleremo, cosa vuoi fare adesso? Stanno già montando la nostra roba!-  è la risposta del cantante.
-Non servirebbe a niente farvelo annullare adesso, non sono deficiente! Ma almeno evita di fare il fenomeno, ho detto di portarti uno sgabello sul palco, non suonerai in piedi!-
-Spero che tu stia scherzando!-
-No, non sto scherzando! Stavolta facciamo come dico io, che ti vada bene o no!-
Josh non ribatte. Gli esce un verso di scherno che però fa capire che stavolta ha perso lui. Il manager si allontana, non l’ho mai visto tanto nervoso. In verità io sono dalla parte dei Queens, apprezzo molto il fatto che non abbiano avuto intenzione di annullare il concerto, so quanto a loro piaccia suonare dal vivo.
Homme si allontana da me e si avvicina di più all’ingresso del palco, sono nuovamente senza protezione.
Si accende una sigaretta con fare infastidito e inizia ad aspirare ed espirare fumo sollevando nubi argentate e nervose.  Tiene la sigaretta fra le labbra e si passa la mano libera fra i suoi capelli rossi, che oggi non hanno voglia di essere selvaggi. Sono schiacciati sulla sua testa, paiono quasi annoiati.
Sento la voce di Robert chiamarmi:
-Vieni qua…- dice facendomi un cenno.
Mi avvicino e mi passa un piccolo vasetto in vetro. Leggo l’etichetta: antidolorifici.
-Dalli a Josh, ma solo due, non di più- detto questo se ne va. È intrattabile oggi, lo sono un po’ tutti.
Mi volto verso Josh, lancia lontano il mozzicone della sigaretta e rimane fermo in piedi a guardare gli ultimi preparativi per la sua esibizione. Alcuni sostengono che sia un drogato, francamente non ci credo, non mi ha mai dato questa impressione, semplicemente non ha il carattere più amichevole del mondo…
Mi faccio scivolare due pillole sul palmo della mano e respiro profondamente prima di raggiungerlo. Non ho paura di lui, solo mi affascina. Non ho mai avuto il coraggio di guardarlo negli occhi, in quei suoi occhi che so essere verdi, con riflessi indomabili come l’oceano.
Mi avvicino e non lo chiamo neanche:
-Tieni…- dico solo, con un filo di voce.
-Cosa sarebbero?- mi chiede. Non è seccato, pare quasi curioso.
-Antidolorifici…-
Li metto sulla sua mano e lui li ingoia senza pretese. Ferma Nick, che gli sta passando accanto, e prende un sorso dalla birra di lui, per poi restituirgliela e lasciarlo andare.
-Ne hai altri?- mi chiede.
Io stringo il vasetto, che avevo nascosto prima nella tasca della felpa, ripensando alle parole del manager “…solo due, non di più”. Josh aspetta una risposta. Sono solo antidolorifici… gli allungo il vasetto.
Ne prende altri due e li ingerisce in fretta, senza bere. Mi restituisce il contenitore  dicendo:
-Ringrazia Robert…- c’è una sorta di sfida nella sua voce.
Ha sicuramente in testa un modo per vendicarsi del manager, e per farlo non deve sentire dolore: credo di aver capito.
Nick, Brendon e Gene ci superano e salgono sul palco, sono le 16:13, tocca ai Queens of the Stone Age. Josh si gira verso lo stage a guardare i suoi amici, poi con tono sincero mi dice:
-Vuoi sapere una cosa? Sento che questo concerto sarà una vera merda!-
Detto questo, si avvia.

 
 
Mi piacerebbe ci fosse una sezione proprio per le FF sui Queens, sarei curiosa di leggerne…
Cooomunque, salve a tutti, vi ringrazio per essere arrivati a leggere fin qua.
Non so che dire se devo essere sincera, ho semplicemente scritto questa storia dopo aver visto il video del suddetto concerto su YouTube…
Spero sia piaciuta.
A presto!
MadAka
  
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