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Autore: Virginia Of Asgard    08/03/2013    1 recensioni
Cheyenne camminava ancora più velocemente, quando il suo cammino venne interrotto da qualcosa che aveva fatto rovinosamente, cadere a terra, procurando pure una ferita al labbro inferiore, come la più stupida di tutte le creature del creato.
“Hey!” si lamentò l’uomo a terra; Cheyenne si affrettò ad aiutare l’uomo. “Mi scusi!” esclamò al quanto disperata, mentre aiutava l’uomo dai grandi occhi azzurri a rialzarsi.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti, Ringo Starr
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Psycho Virgin
Titolo: Over The Hills and far away.

Genere: Romantico/Drammatico/Generale
Personaggi: Ringo Starr; Cheyenne Hayes

 Breve introduzione: Cheyenne camminava ancora più velocemente, quando il suo cammino venne interrotto da qualcosa che aveva fatto rovinosamente, cadere a terra, procurando pure una ferita al labbro inferiore, come la più stupida di tutte le creature del creato.
“Hey!” si lamentò l’uomo a terra; Cheyenne si affrettò ad aiutare l’uomo. “Mi scusi!” esclamò al quanto disperata, mentre aiutava l’uomo dai grandi occhi azzurri a rialzarsi.

Eventuali note dell'autore: Ringo Starr aka Richard Starkey NON MI APPARTIENE.



Over the Hills and far away.




"Cheyenne, mi dispiace tanto, ma le sue opere non sono pertinenti alla galleria. Avevamo chiesto "nature morte", non pittogrammi indiani!" Sid tentò di rendere meno spiacevole, la delusione di quella ragazza, che tanto sperava che le sue opere venissero accettate, ed esposte. Sid Moise era capo di una delle più grandi e famose gallerie d'arte contemporanea di tutto il mondo, che si trovava a Liverpool, in centro.
La galleria era famosa perché pubblicava opere di artisti sconosciuti, lanciandoli così nel mondo delle belle arti. Ma Cheyenne non ci era riuscita.
Nessuno le aveva detto di dipingere "nature morte"!
Ora tutta la sua vita non aveva più alcun senso - pensò; - ora era sola, in mezzo ad una strada, con un braccio una moltitudine di tele ad olio, e schizzi grafico pittorici, ed un futuro buttato al venti, frastagliato in piccoli atomi di consapevolezza del più grande fallimento di una vita per nulla mondana.
Cheyenne voleva piangere!
Guardava a terra, e con passo al quanto frettoloso si stava dirigendo da qualche parte, da dove potesse raggiungere l'aeroporto, e tornarsene in America, il suo paese natale - nonosante lei non fosse Americana, bensì asiatica.
I lunghissimi capelli neri, e ricci, combattevano contro il vento ed il passo frettoloso della ragazza, disturbata anche dalla lunga gonna di lino.
Le lacrime stavano già uscendo da gli occhi – è per il freddo, si disse – e detto ciò, si asciugò le lacrime con prepotenza.
Se non fosse riuscita a raggiungere l’aeroporto? E se non le fossero bastati i soldi per tornare a casa? Quella notte avrebbe dovuto vagare tutta sola, in una grande città come Liverpool; Avrebbe sicuramente perso il volo, il suo sesto senso l’aveva avvertita di non andare a Liverpool. E lei? Non lo aveva ascoltato! Ed ora si trovava tutto il karma negativo possibile immaginabile, contro di lei.
Contro una semplice ventunenne inesperta, che fino all’altro ieri non aveva mai messo piede su di un mezzo di trasporto che non fosse una barchetta, oppure una bici.
Cheyenne camminava ancora più velocemente, quando il suo cammino venne interrotto da qualcosa che aveva fatto rovinosamente, cadere a terra, procurando pure una ferita al labbro inferiore, come la più stupida di tutte le creature del creato.
“Hey!” si lamentò l’uomo a terra; Cheyenne si affrettò ad aiutare l’uomo. “Mi scusi!” esclamò al quanto disperata, mentre aiutava l’uomo dai grandi occhi azzurri a rialzarsi. “Mi dispiace tanto!” esclamò con voce rotta e spezzata, e ben presto anche le lacrime, cominciarono a defluire dai suoi grandi occhi a mandorla blu, come il cielo stellato.­
“Hey, hey! Non piangere, sto bene!” tentò di rimediare il ragazzo, sentendosi in colpa per le lacrime della ragazza dai lunghissimi capelli neri, legati da una cordicella che passava attraverso la fronte.
Aveva una maglia dai mille colori che spaziavano dal verde al giallo al blu, ed all’azzurro, che metteva in evidenza l’abbondante seno. Ringo si soffermò ad osservarlo – osservarla – per un attimo, imperterrito. La maglia era legata da una cordicina di pelle ad una gonna lunghissima, ed ai piedi indossava unicamente delle scarpe beige con simboli indiani e frange. Aveva anche un gillet che richiamava le scarpe, con ghirigori di tribù sconosciute, e frange molto in stile western.
La ragazza piangeva disperata, davanti a gli occhi di Ringo, mormorando uno “scusi” o un “mi dispiace tanto”, tra un singhiozzo e l’altro.
“Non fa niente, sto bene!” esclamò lui, con lo sguardo addolcito da quella visione.
2Tu, pittosto, mi sa che non stai tanto bene!” disse, iniziando ad aiutarla nel raccogliere una serie di tele e dipinti che raffiguravano lupi, donne indiane, acchiappasogni, cieli stellati e altri dipinti mistici ed profondamente pattriottisti.
Infatti Cheyenne era indiana, ma un’indiana americana, dai capelli neri e ricci degli asiatici, e gli occhi blu dei nordici. Il volto era affusolato, e di una carnagione piuttosto scura. Non c’era che dire, mai in vita sua, Ringo aveva mai visto una donna simile.
“Coraggio, adesso ti calmi, entriamo in un bar, e ti bevi un bel caffè forte!” la invitò Ringo, porgendole un braccio, ed allargando le labbra ferite, in un gran sorriso che, a dir di Cheyenne, era il più bello e solare che avesse mai visto.
Al collo Cheyenne indossavava un acchiappasogni, e portava una sciarpa-velo, come le ragazze degli streep-club, portavano i loro boa di piume; Le braccia dal color giallo-ebano, erano piene di bracciali di pelle, e borchie. Ringo si fermò ad osservare ogni particolare di quella donna. Non si sarebbe stupito, se avesse avuto degli trisci neri sugli zigomi, a forma di freccia!
Cheyenne annuì all’invito del ragazzo, di cui non conosceva ancora il nome.
“Io sono Ringo, comunque!” esclamò il ragzzo, sorridendole nuovamente; “Ma tu puoi chiamarmi Richard, se ti va!” disse, continuando a sorridere.
“Mi dispiace tanto, per prima, signor Richard!” mormorò la ragazza, con un forte accento asiatico marcato, misto ad un accento nord-americano.
“Suvvia, non ti preoccupare!” sorrise nuovamente, porgendo un fazzoletto alla ragazza, affinché si asciugasse le lacrime.
La ragazza tirò su col naso, soffiandosi pesantemente quest’ultimo, stropicciando tutto il fazzoletto di Ringo.
“Io sono Cheyenne” aggiunse poi, sorridendo.-
 

 
   
 
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