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Autore: xxstrawberryfields    09/03/2013    3 recensioni
Da un po’ di tempo la polizia cercava di risolvere i casi del famoso assassino chiamato dai giornali “l’Autore”.
La polizia lo disegnava come un assassino abile, l’uomo invisibile, forse anche uno stalker, a volte. Infatti i suoi omicidi avvenivano sempre in un modo molto strano, inspiegabile. Ci vorrà il giovane detective Arisson per fare luce a questo strano e pericoloso rompicapo
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Da un po’ di tempo la polizia cercava di risolvere i casi del famoso assassino chiamato dai giornali “l’Autore”.
La polizia lo disegnava come un assassino abile, l’uomo invisibile, forse anche uno stalker, a volte. Infatti i suoi omicidi avvenivano sempre in un modo molto strano, inspiegabile. L’assassino, l’Autore, chiamato così per via di come lui ogni volta abbandonava la scena del crimine. Non c’erano dubbi, ogni volta che l’artefice era lui lo si capiva subito: il suo era infatti l’unico modus operandi di quel genere.


La vittima veniva trovata in bagno, nella vasca, le mani ai bordi e il viso in bella mostra. Appesi al collo della vittima c’erano tre piccoli flaconcini con dentro del sangue, e un biglietto con una strana firma. Al collo della prima vittima, Anja Svenisson, la trovarono una cosa davvero strana, e la polizia ipotizzava si trattasse semplicemente di un pazzo che aveva dissanguato la vittima, o magari di un conoscente particolarmente geloso. Allora l’Autore non aveva ancora preso forma né colore.
 
Dopo altre due vittime si stabilì che il sangue trovato nel flacone della vittima precedente era il verdetto di morte per la persona successiva. Era una cosa diabolica, e nessuno riusciva a spiegarselo. Nei tre flaconcini appesi al corpo inerme delle vittime c’era del sangue di persone qualunque, persone che non conoscevano la vittima ne le assomigliavano in particolar modo, tra loro non c’era nessun legame, neanche si conoscevano. Furono fatti degli esami del sangue, per cercare di capire quale sarebbe stata la vittima successiva, ma era impossibile capire in anticipo chi fosse, era decisamente impraticabile fare gli esami del sangue a tutta la popolazione e confrontarli con quelli trovati appesi alle vittime.
 
Le forze dell’ordine si occupavano sempre di più di questo caso, alcuni ipotizzavano si trattasse di un pazzo avido di attenzioni, altri parlavano di scherzi di cattivo gusto, alcuni dicevano del diavolo e trovavano che il tutto assomigliasse troppo a un horror fatto male che si vede la sere in televisione. Tutto ciò però, non aiutava minimamente gli incaricati a svolgere le indagini, che ci capivano sempre meno ogni giorno che passava.
Poi successe un fatto. La polizia accattonò il caso come “risolto” nella categoria malattia mentale, l’omicida sarebbe stata infatti una donna sulla cinquantina con alcuna vita sociale, la donna si sarebbe suicidata nel suo appartamento al quinto piano con un coltello da cucina. Marie Larsson, così si chiamava la segretaria di uno studio di avvocati, che ne denunciò la scomparsa quando questa non si presentò dopo alcuni giorni al lavoro. Sarebbe stata quindi lei la colpevole di tutti quei morti, infatti la signora non aveva rapporti di nessun genere con nessuno, all’infuori dei colleghi di lavoro che vedeva solo durante la giornata. Sul comodino accanto al letto furono trovati dei flaconi con alcune gocce die sangue che riportavano alla prima vittima del noto Autore.
La stampa e i cittadini si ritrovarono a festeggiare e lodare la polizia che aveva risolto il caso, portando così via un grosso fardello che li aveva terrorizzati sempre di più, giorno dopo giorno.
 
Due giorni dopo il ritrovamento di Marie fu constatato il decesso di un noto finanziere, Karl Millerson, trovato dai propri bambini nella vasca da bagno.

Cinquantasette giorni dopo l’omicidio della prima vittima Anja Svenisson,  l’insegnante di scuola elementare Michael Störm era stato trovato nella vasca da bagno, le mani fuori, capo in vista, tre flaconi appesi al collo e una firma.


Ormai era chiaro a tutti che l’assassino non era quella donna, né che era scomparso o moto. Nacque cosi l’Autore, chiamato così per la prima volta da un giornalista che scrisse un articolo intitolato La polizia trema, l’Autore delle firme gli farà fuori tutti.
 Successe veramente. Morirono una ragazza, un uomo anziano e una madre di famiglia. La polizia, così si può dire, brancolava nel buio. In un grande paese come la Svezia, non si poteva controllare il sangue di tutte qulle persone. Sarebbe stato stupido, troppi costoso, e ci sarebbe voluto troppo tempo. Passarono altri centocinquantanove giorni e  in tutto diciassette erano le vittime dell’Autore.  L’Autore era preciso, troppo, infatti era tutto sempre uguale, i flaconi sulla vittima, nessuna traccia o indizio, nessun collegamento, la firma strana, e nessuna traccia davvero utile. La città intera avvertiva la paura delle forze dell’ordine e ne soffriva lei stessa. E così la polizia duplicò i turni di  guardia e anche la sapö si dava da fare. Ma l’Autore colpiva sempre preciso, preciso e come un fantasma.

  
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