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Autore: myricae_    09/03/2013    35 recensioni
[REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 20 E CAPITOLO 41] [REVISIONE IN CORSO]
Estate.
La stagione delle lunghe notti punteggiate di stelle e delle risate spontanee.
La stagione perfetta per dimenticare una relazione difficile e andare avanti.
La stagione perfetta per incontrare una persona speciale, magari innamorarsi e rimanere segnati per il resto della vita.
O, almeno, così è stato per Marco e Alisea.
Ma cosa possono saperne due giovani cuori dell'amore?
Della distanza?
Della morte?
E di un passato che è deciso a ritornare, forse, separandoli per sempre?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Marco la notò subito. Dapprima di sfuggita, come se fosse un cambiamento d’aria, ma Marco era attento ai dettagli e la notò.
Era seduta sulla spiaggia, con la schiena appoggiata agli scogli e il piccolo libro tra le mani. Non alzava mai lo sguardo e voltava lentamente le pagine, quasi accarezzandole. Indossava dei pantaloncini di jeans e un costume azzurro. I capelli erano raccolti in una treccia, qualche ciocca ribelle le sfiorava il viso e il collo. Non riusciva a vederle il viso, china com’era su quel libro, come se volesse essere risucchiata da quelle pagine.
 
«Marco!» il suo amico Davide lo chiamò.
 «Cos…?» cercò di dire mentre riceveva la palla da Giulia.
 
«Tocca a te battere!» gli urlò. Marco annuì e si mise in posizione. Prima di colpire la palla diede un’ultima occhiata alla ragazza… così sola.
 
«Ti muovi?!» gli urlarono in coro i suoi compagni di squadra. Stava per battere, quando lasciò cadere la palla dicendo: «Devo fare una cosa» e si allontanò dal campo.
 
«Ma dove va?» chiese Giulia osservandolo allontanarsi e avvicinarsi a una ragazza seduta vicino agli scogli.
 
«Qualcuno ha fatto conquiste!» scherzò Davide. Tutta la combriccola prese a sghignazzare, tranne Giulia che fece una smorfia di disapprovazione.

 

Alis era immersa nella lettura e ne avrebbe avuto ancora per molto. Il rumore delle onde che si infrangevano dolcemente sulle rocce la calmava, la melodia perfetta per leggere. Una melodia lontana, quasi irreale che…
 
«Ciao!» esclamò qualcuno al suo fianco.
Alis sussultò impercettibilmente, poi alzò lo sguardo verso la voce che l’aveva interrotta, imponendo a se stessa di essere gentile.
 
«Ciao» rispose lei senza entusiasmo, osservandolo brevemente. Nella testa le riecheggiavano le ultime parole che aveva letto.
 
«Ti ho vista qua da sola e mi sono chiesto se volessi venire a giocare» disse, indicando il campo da beach volley.
Alis guardò prima il campo poi di nuovo lui, questa volta più a lungo. Naso troppo grande, decretò. «E non ti sei chiesto che magari voglio stare da sola?» rispose lei, senza sforzarsi di nascondere una punta di acidità nel tono controllato.
Lui si passò una mano tra i capelli castani, schiariti dal sole. «Io…volevo solo essere gentile».
 
«Ecco, allora potresti essere così gentile da andartene?» disse. Pensando di essere stata troppo dura, aggiunse un debole sorriso.
Il ragazzo stava per andarsene quando notò il libro che lei teneva in mano. «Nicholas Sparks» sussurrò.
Lei lo guardò, curiosa e sorpresa che un ragazzo conoscesse un autore simile. Lui capì la sua domanda inespressa. «Mia madre. Lei adorava i libri di Sparks».
 
«E piacciono anche a te?».
 
«Sinceramente, non ne ho letto nemmeno uno».
 «I tuoi amici ti stanno aspettando». Alis indicò il campo dove i suoi amici guardavano incuriositi nella loro direzione. Lui fece loro un cenno che fece capire che non aveva più intenzione di giocare, poi ritornò con lo sguardo verso la ragazza. «Ora non più» disse, sorridendo.
Alis si ritrovò a fissare quel sorriso. Non aveva nulla di speciale, niente fossette, niente linee perfette. Eppure su di lui stava bene.
 
«E non lascio perdere nulla» aggiunse il ragazzo.
Una qualsiasi ragazza si sarebbe sentita lusingata, avrebbe chiuso il libro con un gesto secco e ricambiato il sorriso.
 
«Hai appena lasciato perdere la partita» osservò  invece Alis, in tono neutro.
 
«Mi correggo: non lascio perdere nulla di interessante» disse lentamente, piegandosi sulle ginocchia guardandola dritto negli occhi.
Non sono interessante, rispose una vocina nella testa di Alis lasciando una scia di amarezza. Si stampò un sorriso e, ostentando sicurezza, rispose: «Bene, signor Non-Lascio-Perdere-Nulla, visto che non hai intenzione di andartene preparati alla conversazione più noiosa della tua vita».
 
«Non vedo l’ora. Però preferirei che mi chiamassi Marco» disse, porgendole la mano.
Alis la strinse con forza. «Alisea».
 
«Davvero un bel nome» commentò, sorridendo e sedendosi accanto a lei quel tanto che bastava per riuscire a sentire il suo profumo delicato. 



Lo so, lo so, lo so. Il capitolo è corto e i due personaggi, in questo primo capitolo, non sono ben caratterizzati. Ne sono consapevole, è una cosa voluta. Le loro rispettive personalità

- e caratteristiche fisiche -

verranno svelate nel corso della vicenda. Volevo scrivere un primo capitolo un po' innovativo. 
Ah, un'altra cosa: lo so, Alis in questo capitolo è un po' acida, ma... personalmente, se qualcuno mi interrompe mentre leggo anch'io sarei acida. 
Carissimi lettori, 
grazier di cuore per aver aperto la mia storia. 
Ho scritto un'infinità di racconti e fanfiction che non sono riuscita a portare a termine. E poi, all'improvviso, ecco l'ispirazione per questa storia. Così ho eliminato tutte le fanfiction che avevo pubblicato su questo sito per concentrarmi unicamente su È sempre estate sotto il mare.
Questa storia nasce il 25 febbraio 2013. Non sono solita a ricordare la data esatta dei miei scritti, ma È sempre estate sotto il mare occupa un posto speciale nel mio cuore. Spero che lo occuperà anche nei vostri.
Insomma, ora sono nelle vostre mani: non vedo l’ora di ricevere vostre recensioni, commenti, messaggi (sulla pagina FB, ASK o TUMBLR).
A presto.
   
 
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