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Autore: Vianne1013    11/03/2013    4 recensioni
E sono tornataaaa! E non mi fermo mai lo so, questa fic nasce da un vecchissimo fumetto che non ho mai finito di disegnare e che ora vi ripropongo come fic, chissà se questa cosa mi aiuterà a finirlo. Non si sa mai…comunque buona lettura! La fic presenterà grandi sorprese. Ciauuu!
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Miki, Ryo Saeba/Hunter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Era notte fonda, intorno c’era solo silenzio, ad eccezione del rumore delle sirene del porto.
Un uomo correva nella notte, era molto veloce, tanto da non ricordare il passo di un essere umano.
Nella notte buia, oltre a lui si riuscivano a scorgere altri passi di altri uomini che non riuscivano a stargli dietro, quell’essere era troppo veloce.
Uno degli inseguitori si fermò, puntò l’arma e urlò: “Fermati! Fermati o ti sparo!”.
Nulla! La belva inferocita non accennava a fermarsi e continuava la sua folle corsa attraverso i grandi desolati capannoni senza preoccuparsi delle ombre che aveva dietro.
“Fermati! Fermati maledetto bastardo!” urlò un altro.
Ancora niente, l’essere continuava ad avanzare senza voler ridurre la sua velocità.
“Non mi lasci altra scelta! Fermati o sparo!” e dopo l’urlo un colpo, una fiammata rapida e un tonfo.
L’energumeno cadde in avanti, colpito in pieno dal proiettile e ora giaceva a terra come se fosse morto.
Gli altri uomini avanzarono fino a raggiungere il piccolo lume che si trovava vicino a loro e che l’illuminò completamente rivelando delle divise blu e dei distintivi.
Erano tutti poliziotti, agenti semplici in divisa che evidentemente stavano dando la caccia ad un fuggitivo e che ora si apprestavano a dare la notizia alla centrale.
Uno dei cinque prese la radio e disse: “Centrale, qui agente Gatheridge, il fuggitivo dopo aver ignorato i nostri avvertimenti è fuggito al porto e dopo avergli ripetutamente ordinato di fermarsi, ho sparato e l’ho colpito ora sembra essere morto, mandate qui il furgone dell’obitorio che si preparino a portar via un vero e proprio bestione di due metri. Passo e chiudo.”
“Che brutta storia! Ma chi era questo pazzo?” chiese un giovane agente a Gatheridge.
“Non saprei, l’abbiamo beccato che guidava come un pazzo sulla strada centrale e siamo partiti all’inseguimento, ha proseguito per un paio d’isolati, poi ha abbandonato la macchina ed è arrivato qui e alla fine ha iniziato a correre come un pazzo attraverso i capannoni e alla fine ho dovuto sparargli!”.
“Beh almeno adesso è innocuo e non può più fare del male!” disse il ragazzo ma non ebbe il tempo di rallegrarsi della cosa che dietro di loro si sentì un lamento.
“Cos’è stato?” chiese un altro agente.
“Non lo so proveniva da quel corpo…..forse è ancora vivo.”
“Impossibile l’ho colpito e si è accasciato a terra, quando ci siamo avvicinati non respirava nemmeno.”
“Potrebbe averlo solo tramortito signore.”
“Ma è impossibile! “urlò mentre l’energumeno si alzava da terra puntando lo sguardo feroce verso di loro.
Gli agenti sconvolti da tanta ferocia iniziarono a sparare a raffica e nonostante i proiettili s’infilassero nella carne dell’uomo, questo continuava imperterrito ad avanzare.
Una pioggia di proiettili iniziò a colpirlo incessantemente ma l’uomo sembrava non accorgersene affatto e continuava a muoversi verso gli agenti.
“Sparate, continuate a sparare per l’amor del cielo! “ urlò disperato Gatheridge ai suoi colleghi, i quali seguirono alla lettera l’ordine continuando a sparare incessantemente contro quella creatura immonda.
Nonostante la scarica di proiettili che lo stava investendo, l’essere continuò ad avanzare senza fermarsi e in poco tempo comparve in tutta la sua maestosità di fronte agli agenti.
“Scappate! Non sprecate le pallottole! Quest’essere non è umano! Scappate se volete salvarvi! Scappate!” urlò l’agente che dopo aver pronunciato quelle parole, decise di fuggire nel tentativo di salvarsi da quell’essere immondo.
La tensione si tagliava con il coltello, gli uomini cercarono di salvare la loro vita dalla furia di quel diavolo che sembrava essere uscito fuori dal fuoco degli Inferi e che intendesse punirli per chissà quali peccati commessi.
Nonostante la loro velocità, la fuga degli agenti durò poco, l’essere li fece letteralmente a pezzi, ad uno ad uno e sembrava deciso a sterminarli tutti.
Gatheridge, l’unico rimasto in vita dei suoi, corse fino a perdere il fiato e alla fine si ritrovò di fronte ad una strada senza uscita.
I suoi sensi di poliziotto, sviluppati in anni e anni di proficua carriera gli comunicavano la stretta vicinanza con l’energumeno, ma questo non tolse all’uomo il suo coraggio, per il quale era famoso nel corpo delle forze dell’ordine, lungo la sua storia come agente di polizia infatti, aveva preso parte alle operazioni più pericolose in assoluto e salvato molte vite, di certo un povero drogato che si sentiva superman non bastava a farlo capitolare.
L’energumeno si fermò all’inizio della strada ed osservò il poliziotto.
“Allora bastardo siamo alla resa dei conti, o te o io!” disse l’agente stringendo con forza la pistola d’ordinanza e armandola con foga.
Il gigante l’osservò attentamente e dopo aver espresso le sue intenzioni con un ghigno malefico, iniziò ad avanzare pericolosamente.
L’agente Gatheridge sorrise e puntandogli la pistola contro disse “ Non ti aspetterai che muoia senza combattere vero?”
E detto questo iniziò a sparargli in corpo tutte le pallottole che aveva senza mai riuscire ad arrestare la sua avanzata.
Il mostro non accennava a fermarsi mentre l’agente stava via via terminando tutte le pallottole presenti nel caricatore.
In poco tempo il mostro si piantò davanti all’uomo che nel frattempo aveva ormai finito tutte le pallottole e che guardava la bestia in piedi di fronte a lui.
“Tanti anni di amata carriera per poi perdere la vita in questo modo.” Pensò Gatheridge chinando lo sguardo e poi volgendolo verso il suo aguzzino continuò dicendo “Hai vinto figlio di puttana, ma per favore fai in fretta non voglio darti ulteriori soddisfazioni!”
Fu in un attimo, una moltitudine di urla squarciò il buio e prese il sopravvento sulle sirene del porto e poi sempre in un soffio ci fu silenzio e nessuno seppe più nulla.


Continua…..
   
 
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