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Autore: haev    12/03/2013    17 recensioni
-Niall os.
«Se li conoscessi veramente per i cinque ragazzi normali che sono, non perderesti la tua dignità lanciando sul palco il reggiseno, ma avresti cantato, urlato e pianto semplicemente ascoltandoli, se li conoscessi veramente non lo avresti fatto.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole sono in grado di colpire più di un coltello.
 
Nice to meet you
 

Misi il cellulare nella borsa e chiusi gli occhi, ovviamente come mi aspettavo iniziai ad avere delle impressioni di svenimento, così fui costretta a riaprirli.
Era naturale, stavo per incontrare i miei idoli, poteva benissimo succedermi qualsiasi cosa, ovviamente se svenivo non li avrei incontrati, quindi quel qualsiasi cosa doveva essere ridotto ad un campo più ristretto.
Mi alzai in punta di piedi e vidi i ricci di Harry muoversi, mi prese un colpo al cuore. Avevo sempre desiderato affondare le mani nei suoi ricci e tastarne la morbidezza, era un sogno che avevo fin da quando li avevo iniziati a seguire, per ognuno di loro avevo una cosa che mi sarebbe piaciuta fare.
Nel caso di Harry era toccare i suoi capelli, che sembravano così morbidi ogni qualvolta si passava le mani per sistemarli, anche se erano perfetti; credevo che Harry avesse quell’ossessione di mettersi a posto i capelli perché fosse sempre nervoso oppure si trovava fuori luogo, in effetti era comprensibile. Immaginavo fosse difficile mantenere la calma davanti a migliaia di ragazze sbavanti, quindi era comprensibile che Styles si attaccasse ai suoi capelli.
Mentre pensavo ai capelli di Harry, la fila delle ragazze che avevano vinto il biglietto per il Meet&Great procedeva tranquillamente e potei vedere, tra una testa e l’altra, il sorriso meraviglioso di Zayn. Zayn era quello che mi aveva lasciato più perplessa riguardo ai cinque, non sapevo mai cosa pensare di lui, era bellissimo con quei suoi occhi color ambra e la pelle scura, ma non lo capivo. Alcuni giorni lo vedevo triste ed altri faceva sorrisi che potevano spaccare i muri, era un po’ strano quel ragazzo.
«Che palle, ma quanto ci mettono? E’ solo un cazzo di autografo.» sentii alle mie spalle, mi voltai per far finta di vedere quante ragazze rimanevano e trovai dietro di me una ragazza alta, con una bella terza messa in evidenza da un’accentuata scollatura e delle belle gambe, la classica ragazza americana. Gettando un’occhiata alla scollatura notai che non indossava il reggiseno, e pensai che probabilmente l’aveva lanciato sul palco insieme ad altre diecimila ragazze durante Little Things, rovinando la bellezza e l’emozione di quella canzone.
Mi voltai e mi si aprii uno squarcio di teste, dove venni accecata dalla bellezza degli occhi di Tomlinson.
Dio, mio. Quanto amavo quegli occhi color ghiaccio che esprimevano l’essenza di quel ragazzo.
Louis poteva sembrare il tipo più stupido esistente sulla terra, ma non la pensavo affatto così, anzi: ero dell’idea che poteva essere uno dei più intelligenti al mondo, perché il fatto di saper ridere e saper far riflettere con una battuta o una parola messa alla caso in una frase, era un talento di pochi.
Fatto ‘sta che Louis era sempre quel ragazzo che beveva il thè con i sottaceti e quindi dava l’impressione di essere il più stupido.
«Cazzo.»
La ragazza dietro mi riportò di nuovo alla realtà, stavo cercando di distrarmi pensando ai pregi dei ragazzi per non svenire, ma lei con le sue imprecazioni faceva in modo che rimanessi attaccata alla realtà sempre e comunque.
Mi voltai e con estrema calma, le chiesi: «Se hai fretta puoi passarmi davanti, io posso aspettare.» magari l’idea che potesse passarmi davanti e quindi essere più vicina ai suoi idoli la rasserenava.
«Non sarà di certo il tuo posto a farmi avvicinare a loro.» rispose stizzita, la guardai seria e poi dissi: «Volevo solo aiutarti.» e stavo per aggiungere altro, ma non dissi nulla, non ne valeva la pena.
Scorsi Liam e sorrisi, lui sì che era un ragazzo stupido e serio, anche intelligente, ma soprattutto stupido e serio, era in grado di essere serio nella sua stupidità infantile.
Adoravo Liam, mi trasmetteva dolcezza e calma, era forse quello che sembrava essere il più maturo della band, ma anche ognuno aveva le sue pecche e quindi era giusto che si potesse divertire.
«Sai che ti dico? Potrei passare davanti, sempre se vuoi.»
Mi voltai e trovai la ragazza a fissarmi con un sorriso spavaldo in viso, il che mi diede un grandissimo nervoso, perché forse mi considerava una povera illusa e disperata che aveva paura di incontrare cinque ragazzi, i quali erano i suoi idoli. Ma era qui che si sbagliava, perché era lei quella disperata. Io ero andata solo a quel concerto per urlare e vedere le mie ragioni di vita, che avevano fatto cambiare me stessa e mi avevano aiutato meglio delle persone con cui vivo tutti i giorni, non di certo per buttare un reggiseno sul palco e lamentarmi quando altre ragazze stavano realizzando il mio stesso sogno.
«Ma certo, vai pure.» acconsentii mandandola a quel paese nella mia testa, poteva essere la loro fan più sfegatata, ma era di un’irritabilità incredibile.
Le guardai la schiena e notai ancora che non aveva il reggiseno, mi scoppiò da ridere al pensiero che i ragazzi al posto di fissarla in viso le guardavano quelle due palle da Bowling che si ritrovava e magari uno di loro avrebbe lasciato il suo numero dietro il CD, così per passare una bella serata. Sentii l’invidia salire pensando che quella potesse anche solo sfiorare con un dito i ricci di Harry, o la guancia di Louis, o il petto di Liam, o la barba di Zayn o le labbra di Niall.
Mi fece sentire indesiderata e anche soddisfatta, sapevo che i ragazzi erano normali ed era pur logico che si divertissero con una ragazza del genere.
Man mano che pensavo, sentivo i miei polmoni chiedere più aria, il mio cuore battere forte e la mia schiena imperlata di un sudore caldo e gelido allo stesso tempo, le gambe tremavano e vedevo le mie nocche bianche strette sul CD che tra poco avrebbe avuto i loro nomi impressi. I miei occhi si inumidirono non appena udirono un piccolo accenno delle loro voci e quando i miei occhi incontrarono quelli mare di Niall, mi sentii svenire.
Niall, il mio irlandese, era sempre stato quello che mi aveva colpito di più. Era un angelo caduto dal cielo, il quale con la sua innocenza e la sua spontaneità mi aveva salvato mille volte. Lui con i suoi salti mi aveva fatto vibrare il cuore e dato la forza per andare avanti, con il suo accento irlandese mi aveva insegnato a farmi accettare e con la sua meravigliosa risata aveva illuminato le mie giornate di un nuovo colore.
Sentii i muscoli cedermi e per non cadere, mi aggrappai alla cosa più stupida che potessi fare.
«Non hai il reggiseno?» chiesi alla ragazza davanti a me.
«Come, scusa?» domandò voltandosi con un sopracciglio alzato.
«Non hai il reggiseno?» ripetei, pentendomi subito di quello che avevo detto.
Ormai eravamo vicini, potevo quasi sentire il loro profumo, il primo era Niall, costatati che se sarei riuscita a parlare con lui, con gli altri quattro sarebbe andato tutto bene.
«Ohw, no. L’ho lanciato durante il concerto.» rispose e diede il CD al biondo, che sedeva al primo posto.
Mi avvicinai e con mani tremanti posai il disco sul tavolo, poi feci un respiro profondo e risposi: «Se li conoscessi veramente per i cinque ragazzi normali che sono, non perderesti la tua dignità lanciando sul palco il reggiseno, ma avresti cantato, urlato e pianto semplicemente ascoltandoli, se li conoscessi veramente non lo avresti fatto.»
La ragazza mi guardò basita e colpita, scorsi nei suoi occhi azzurri un accenno di rabbia e delusione, poi di ribrezzo, forse nei miei confronti oppure nei suoi, per essersi resa conto di quello che aveva fatto.
Ritornai alla realtà e venni accecata completamente dalla bellezza del viso di Niall, un viso perfetto, candido e dolce; su quel volto comparve un sorriso fantastico e pieno di significato, che mandò le mie farfalle in frantumi.
Sorrisi come una stupida, mentre sentivo il suo accento entrare nelle mie orecchie: «Non avrei saputo dirlo meglio.»
Rimasi pietrificata, non avevo calcolato che mi avrebbe potuto sentire, non ne avevo la minima idea eppure, aspettatequello era un complimento? Oppure significava che dovevo dirlo diversamente? Andai in panico e biascicai: «Io, c’è…io…non…»
Niall sorrise risoluto e chiese: «Come ti chiami?»
Devi dirgli il tuo nome, il tuo nome. Suggerì la mia coscienza.
«Sono Amber.» risposi.
«Piacere di conoscerti.» e firmò con la mano sinistra il CD.
«Il piacere è tutto mio, credimi.» riuscii a rispondere.
Niall mi porse il disco e mi fece l’occhiolino, lo guardai con un sorriso da ebete e poi passai il disco a Zayn, il quale gli stava da parte.
Passai i quattro ragazzi, dove battei il cinque ad Harry, il quale era l’ultimo e una volta uscita, mi rigirai il disco tra le mani e infondo, vidi un piccolo cuore con accanto una piccola scritta, portai il CD vicino agli occhi e lessi: ‘Tu sei una di quelle persone che difficilmente perderà la sua dignità.’ e una piccola, indecifrabile ‘N’ a completare la frase.
Sorrisi e una piccola lacrima mi scese sulla guancia, era stata la giornata più bella della mia vita.

 




Angolo autore

Buon pomeriggio!

Questa è la mia prima OS e mi dispiace se è banale oppure fa schifo, è un semplice incontro di una Directioner con una ragazza qualunque, che anche se non l'ho scritto, vuole portarsi a letto uno dei ragazzi.

Ovviamente, non ho mai incontrato i miei idoli, quindi l'idea di scrivere come ci si sente è difficile, però ho pensato che lei per non svenire facesse ciò, ossia pensasse ai ragazzi e poi ci fosse la ragazza a rompergli i coglioni dietro.

Non ci sono scambi di numeri di telefono e niente, solo una scambio di parole e una piccola dedica di Niall.
Avete visto quanto è bello Niall nella gif lì sopra? sdfghj. Lovely.

Spero che vi sia piaciuta!

Grazie per aver letto,
grazie se lasciate una recensione,
grazie per essere giunti fino a qui.


Alla prossima, bellessimi,
Giada.

  
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