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Autore: _Effy    12/03/2013    0 recensioni
Mila e Piper dopo una maratona di film horror decidono di chiamare la famosa Bloody Mary che si dimostrerà al quanto confusa su quello che deve fare e sul perchè si ritrova intrappolata in uno specchio.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo schiamazzo che quella sera aveva risvegliato la vecchia casa degli Hale era cessato non appena Mia, la maggiore fra le due sorelle, aveva acceso una delle tante candele dall’aroma di vaniglia che creava ombre nel bagno lasciato fino a poco prima nell’oscurità.
Era passato da qualche minuti mezzanotte e Piper aveva imbrattato lo specchio del rossetto della madre.
<< Avanti Mia >> Borbottò tremante Piper aspettando che la sorella finisse di accendere anche l’ultima candale.
<< Zitta Pippi o lo faccio fare a te >> L’ammutolì la sorella. Mia Hale prese un grosso respiro, sebbene lei non credesse in queste cose sentiva i brividi impadronirsi della sua pelle, ma non tremava come la sorella.
<< Bloody Mary. Bloody Mary. Bloody Mary. >>
 
                                             ***
 
Sfiorare. Mary non poteva fare altro che sfiorare il mondo dei vivi. Sfiorava i visi delle persone che conosceva, gli oggetti di cui si ricordava il nome e l’uso.
Sfiorava tutto quello che poteva così da riuscire a rimanere ancorata alla ragione, alla sua umanità.
Alle volte vedeva passare un altro fantasma legato a un oggetto in qualche borsa. Osservava i loro modi e non si riconosceva, sperava di non riconoscersi in loro. Non voleva bruciare nell'odio e nel desiderio di vendetta così si chiudeva nel suo mondo fatto di ricordi accartocciati e riguardava scene vissute.
Non avrebbe saputo dire da quanto fosse morta. Il tempo non le apparteneva più. Scorreva sul suo spirito e la trapassava rendendola estranea alle regole del mondo.
A volte però si rendeva conto se era giorno o notte ma questo solamente se lasciavano aperte le tende. Se lo facevano si incollava alla finestra e osservava la strada su cui si affacciava. Tentava di immaginarsi una vita dietro i passanti che camminavano velocemente presi dalla strana frenesia che animava la vita odierna. Li invidiava. Un tempo avrebbe desiderato un po’ di pace da quella corsa frenetica e ora che era solo circondata da tempo piatto privo di significato si trovava annoiata e vuota.
Era stata spezzata troppo presto , troppo in fretta era diventata un bocciolo calpestato. Era sempre stata un esile fiore che si lasciava trascinare dalla brezza ma non aveva mai immaginato che dietro di essa potessero esistere forze che credeva vivere solo nella mente vivace di qualche scrittore.
A volte perdeva la conoscenza di se stessa. Perdeva i ricordi, dimenticava persino il suo nome e si trasformava in un fantasma senza volto.  Restava così per qualche giorno prima di svegliarsi da quello strano stato comatoso. Più il tempo passava e più rischiava di perdersi. Le sembrava di galleggiare in quei giorni.
 
                                                                   ***
Strappata da quell’inferno privo di forma Mary posò la sua mano sullo specchio osservando le due figure all’esterno. Sembravano due volpi con quei capelli rossi e ricci e l’espressione tutt’altro che innocente.
Chi erano? E chi era lei? Una sembrava scrutare qualcosa nello specchio, sembrava cercarla come se fosse stata lei a chiamarla mentre l’altra, quella dal corpo più gracile e che si nascondeva dietro alla prima guardava lo specchio ad occhi spaventati come se aspettasse qualcosa.
<< Ti avevo detto che non sarebbe successo nulla >> Dichiarò Mia scrollando le spalle.
Come si aspettava nessuna Mary uscì dallo specchio a ucciderla o a tentare di farlo come diceva la leggenda. Era soltanto una storiella da ragazzine che non avrebbe fatto specchiare Piper per qualche giorno.
Se ne andò velocemente, non le importava di guardare il suo riflesso e quello della sorella minore allo specchio preferiva sdraiarsi sul divano e ricominciare la maratona di film horror ma Piper non la seguì. Rimase nel bagno lasciando che i suoi occhi scorressero dalla porta allo specchio.
Le labbra dischiuse, gli occhi spaventati.
Lentamente Piper camminò verso allo specchio e alla figura che sembrava intrappolata in esso. Sembrava spezzata da qualcosa, da un dilemma. Non aveva un espressione meschina o spaventosa ma il viso era soltanto malinconico, pensieroso.
<< Bloody Mary? >> Chiese Piper. La ragazza non rispose, la fissò soltanto come se avesse catturato il suo interesse.
Mary si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare, senza identità ne via d’uscita.
<< Sei Mary giusto? >> Chiese insistendo.
Mary. Quel nome non le sembrava affatto estraneo eppure non riusciva a intersecato a immagine ne a sentirlo suo.
<< Non lo so >> Sussurrò il fantasma riportando la testa dritta.
“ Uccidila” un lieve mormorio nella sua testa, una voce che sembrava conoscere ma che le proponeva qualcosa di strano. Uccidere, perché gli sembrava così sbagliato farlo? Eppure nella sua mente danzavano altri episodi come quello che le sembravano così distaccati come le scene di un film privo di significato. La lasciavano impassibile sebbene i volti privi di vita si dipingevano di quello della ragazza che si trovava di fronte.
Piper appoggiò una mano sul vetro e Mary la imitò. Non riuscivano a sentire le loro essenze eppure quella ragazza umana, viva la guardava con una strana luce, come se sapesse qualcosa di così terribile da provare compassione.
<< Ti chiami Mary Stewart e mi sorella ti ha invocata. Sai sei il terrore di tutti qui >> Dichiarò Piper staccando la mano dalla superficie gelida per ravvivarsi i capelli.
<< Mary Stewart >> Mormorò lentamente Mary cercando di capire se quella ragazza le stava dicendo il vero.
 

 

 I suoi occhi sbatterono. Sentiva l’aria viziata come se fosse chiusa in uno spazio troppo piccolo per riuscire a farla sopravvivere a lungo. Non entrava nemmeno un raggio di luce ed era scomoda come quando si sdraiava sul pavimento per guardare il soffitto ammuffito di camera sua.
La ragazza deglutì sbattendo più volte le ciglia lunghe che molti ragazzi avevano paragonato ad ali di farfalla. Eleganti e aggraziate che racchiudevano un grande zaffiro che brillava di un vigore che negli ultimi mesi gli era mancato.
Alzò le mani e non trovò l’aria ma una superficie rigida, ruvida. Mary urlò sentendo la poca aria che le rimaneva uscire dai suoi polmoni mentre cercava di aprirsi un varco.
 

L’anima di Mary vibrò. Un piccolo tremolio che la portò alla realtà. Ora ricordava chi era, ricordava come si chiamava. Ricordava il suo omicidio, la sensazione di essere intrappola mentre urlava a pieni polmoni riducendo così il poco tempo che gli era rimasto. Ricordava i placidi giorni passati ad accompagnare sua madre a leggere il diario della sua coinquilina, sperando quasi di poter vivere attraverso le parole di questa mentre cercava un passaggio per tornare alla vita.
“ Uccidila “ Gridò spazientita quella voce seccante.
Mary non voleva uccidere quella ragazza che ora le sorrideva. Non voleva uccidere proprio nessuno.
<< Io dovrei ucciderti? >> Chiese con la sua voce infantile, come se non sapesse riconoscere il giusto e l’errore e avesse bisogno di una conferma.
Il viso di Piper perse colore mentre i suoi muscoli s’irrigidirono.
<< La leg..gen..da di..ce cos..così >> Balbettò la ragazza. Non voleva morire eppure non riusciva a mentire davanti a quegli occhi blu elettrico che la fissavano facendole credere di immergersi nel più profondo degli oceani e perdersi fra acque calme.
<< Leggenda? >> Ripeté non capendo.
<< Sì, sai bisogna accendere candele, scrivere l’ave Maria al contrario e dire tre volte Bloody Mary e tu arrivi e l’ammazzi >> Sbottò Piper non capendo se Mary fosse stupida o semplicemente ignara di quello che solitamente faceva.
“ Visto? Devi ucciderla se vuoi tornate da Jessica e uscire da questo specchio “ La voce insisteva come una cicala in estate che non smette di cantare e crea una melodia irritante.
<< Hai fatto mai qualcosa di male? >> Chiese Mary.
<< A parte infastidire mia sorella no >> Ed era la verità. Piper in fondo non aveva mai fatto del male a nessuno, solo innocenti scherzi che si risolvevano sempre con una bella risata.
<< Va bene allora >> Affermò sorridendo il fantasma. Non le importava dover rimanere per sempre intrappolata in uno stupido specchio. Preferiva non sporcarsi le mani.
“ L’hai fatto talmente tante volte “ Borbottò quella voce non appena sparì dalla vista di Piper.
<< Chi sei? >> Chiese la fanciulla non vedendo altro che una tenue luce grigia che le ricordava la nebbia.
“ Io sono te. O almeno la parte di te che non ha accettato la morte e ti tiene ancorata al mondo “ Rispose sbuffando come se fosse qualcosa di ovvio.
<< Perché non mi lasci andare? >> Mormorò. Sul suo stesso viso si posò un ghigno, Mary sentiva il suo corpo lontano, assente.
<< Perché io sono Bloody Mary >> Disse qualcuno con la sua stessa voce.
La figura della ragazza ricomparve nello specchio e rise allo sguardo spaventato di Mia che nel frattempo aveva dato il cambio a Piper che se ne era andata sconvolta.
Mary inclinò ancora una volta il capo. Questa volta non aveva un espressione malinconica ma solo un ghigno che le colorava il viso mentre i ricordi della fine di ogni invocazione le danzavano davanti facendole pregustare l’odore del sangue.
Un solo pensiero riecheggiava nella sua mente: Ucciderla.
  
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