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Autore: Tea and Charcoal    13/03/2013    3 recensioni
La nascita di una nuova famiglia e i sorrisi e le lacrime che si incontrano durante il percorso. A volte, basta riuscire a comprendersi perché ogni cosa sia giusta e perfettamente come dovrebbe essere. [SnowBunny nei capitoli a venire]
Genere: Commedia, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: E. Aster Bunnymund, Jack Frost, Nicholas St. North, Pitch
Note: Traduzione | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
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Disclaimer: I personaggi descritti in questa storia non mi appartengono, ma sono proprietà di William Joyce e della Dreamworks Animation Studios.
La fan fiction originale la potete trovare a questo indirizzo http://www.fanfiction.net/s/8980236/1/ Tutto il merito va a Jettara1 che mi ha permesso di tradurla, spero l’apprezzerete quanto me. Buona lettura!
 

Finding Understanding

 

Capitolo I.

 

“Lo stai lasciando fare che cosa?!” Urlò Bunnymund. Non capitava spesso che visitasse Santoff Claussen, preferendo di gran lunga la solitudine della sua Tana, ma da quando il Guardiano più giovane si era unito a loro e trasferito da Nord era diventata una questione di principio venire più spesso lì. La sua scusa era il timore che Nord non sarebbe riuscito a gestire lo Spirito dell’Inverno: era imprevedibile, caotico e -visto e considerato che Jack era pressoché un bambino, un teenager in piena fase ormonale guidato dalle emozioni- un pericolo per le festività. Naturalmente, quando Nord era in missione non c’era modo di fermarlo.
 
“E’ tutto a posto, Bunny.” Disse l’uomo paffuto, non alzando lo sguardo dalla scultura su cui stava lavorando. “Sta soltanto personalizzando la sua camera. Non è più un ospite, questa è casa sua.”
 
Bunnymund si passò una zampa sulla fronte. Come poteva una persona tanto brillante essere così ottusa? “Ma dipingere? Lo stai lasciando dipingere la sua stanza? Senza supervisione?”
 
“Da, perché no?”
 
“Non ha mai dipinto una camera in vita sua, tanto per cominciare.” Disse Bunnymund esasperato, alzando le braccia al cielo. “Gli hai dato qualche istruzione? Coperto i mobili? Qualsiasi cosa?”
 
Nord scrollò le spalle. “Starà bene, Bunny. Smettila di preoccuparti così tanto.” Si tolse gli occhiali e si strofinò il naso. “Abbi più fiducia in quel ragazzo, Aster. Ce la sta mettendo tutta per adattarsi.”
 
Bunnymund sbuffò e si appoggiò al muro più vicino. “Devo forse ricordarti di quello che ha fatto alla mia Tana la scorsa settimana?”
 
“Me l’ha detto.”
 
Questo fece alzare a Bunnymund un sopracciglio. “Oh.”
 
“E’ stato un incidente.”
 
“Un incidente.” Il Pooka sbuffò di nuovo, incrociando le braccia al petto. “Congelare il fiume non è stato un incidente. Ha deciso di farsi una maledetta nuotata e-“ I suoi occhi si spalancarono e si staccò dal muro alla vista dello sguardo furioso che gli stava rivolgendo il suo amico. “Cosa? Il ragazzino-“
 
“Non sa nuotare! “Gridò Nord, sbattendo una mano sul tavolo mentre si alzava in piedi. La forza del gesto fece traballare la scultura, rischiando di farla cadere. “E’ terrorizzato dall’acqua. Non nuoterebbe mai nel fiume per congelarlo. Perché credi sia corso subito qui? Era spaventato e il tuo urlargli dietro di certo non sarebbe stato d’aiuto!”
 
“Io … Io … Mi dispiace, Nord. Non ne avevo idea.” Le sue orecchie premettero contro la sua testa, non era abituato a ricevere la rabbia di Nord.
 
“Forse dovresti provare a conoscerlo.” Disse Nord, la sua voce era tornata al suo solito timbro gentile. Tornò a sedersi e guardò dritto negli occhi il Pooka. “Vuole solo che siate amici, Aster. E’ così sbagliato?”
 
Maledicendosi per le sue supposizioni e sentendosi come un bambino monello di fronte a Babbo Natale, Bunnymund guardò il compagno sforzandosi di capire perché fosse così protettivo nei confronti di Jack. Certo, il ragazzo li aveva salvati da Pitch –aveva salvato tutto il mondo, in effetti- e sì, gli piaceva parecchio, ma lui era il dannato Jack Frost! Quante cose doveva distruggere o abbattere prima che Nord si rendesse conto che non si trattava di una specie di angelo … “Aspetta, che significa che è terrorizzato? Si getta dal cielo a velocità assurde quando fa cadere la neve, perché diavolo l’acqua dovrebbe spaventarlo? Il moccioso è un Elementare, acqua e neve vanno a braccetto!”
 
L'uomo si passò una mano tra i capelli, non sapendo cosa dire all’altro Guardiano. Non spettava a lui raccontare questa storia. L’unico motivo per cui Jack si era confidato con Nord era perché l’aveva sentito piangere mentre dormiva e, temendo fosse un attacco di Pitch, era piombato nella stanza vedendo il bambino agitarsi nel sonno. Dopo averlo svegliato, Nord aveva stretto Jack al suo petto e lui si era sfogato, rivelandogli quello che aveva scoperto nei suoi ricordi. Era da mesi che soffriva di flashback, da quando aveva aperto la scatola contenente i suoi denti.
 
“Bunny, Jack ti ha detto come è diventato uno spirito?” Si decise infine a chiedere.
 
Il Pooka scrollò le spalle. “Non parliamo poi tanto. Lui viene a trovarmi, congela le mie uova o fa altri scherzi e poi se ne va. A volte mi fa un paio di domande o ruba del cioccolato, ma non abbiamo mai avuto una vera e propria conversazione.”
 
Sospirando, Nord annuì. “Non l’avrebbe detto neanche a me se non l’avessi sorpreso ad avere un incubo.”
 
“Un incubo?”
 
Nord gli fece cenno di stare tranquillo. “Un ricordo, a dire il vero.” Si accarezzò pensoso la barba. “Jack non è come gli altri Elementari, non è nato così. Tooth lo sapeva, era a conoscenza sin da subito della sua identità nella sua vita precedente. Io avevo un sospetto, ma non ne sono stato sicuro finché non me ne ha parlato. Jack Frost una volta era conosciuto come Jack Overland.”
 
Bunnymund scrollò le spalle, quel nome non gli diceva nulla. Lui consegnava le uova in tutto il mondo, ma non aveva mai tenuto una lista dei bambini come facevano Nord e Tooth. “Okay, quindi aveva un nome diverso tanto tempo fa. Qual è il problema?”
 
“Era un bambino umano che è annegato per salvare sua sorella.” Lasciò che l’altro recepisse appieno l’informazione prima di continuare. “Aveva una vita, una famiglia, prima che Manny lo cambiasse. E’ caduto in un lago per colpa del ghiaccio troppo sottile, dopo che aveva messo al sicuro la sua sorellina. Ogni volta che è vicino all’acqua tutto quello che riesce a ricordare è lo shock e la sensazione di gelo che ha provato ed entra nel panico. Non ha congelato il tuo fiume di proposito, Bunny, era davvero spaventato.”

Per la maggior parte del racconto, Bunnymund era rimasto senza parole. Abbassò lo sguardo sulle sue zampe, vergognandosi di non aver trovato il tempo per conoscere quel ragazzino. Jack era un Guardiano solo da pochi mesi e lui si era dovuto occupare dei suoi problemi –durante la stagione degli amori cercava di isolarsi il più possibile dai suoi amici fino a che non finiva, in più doveva prepararsi perché Pasqua era alle porte. Non si era affatto curato della salute di Jack o del suo stato mentale. Non era stato un buon amico e neppure un buon Guardiano.
 
“Rimedierò.” Mormorò infine. “Ai bambini piacciono i dolci. Gli porterò alcuni tra i miei ovetti di cioccolato più buoni, lo farò stare meglio.”
 
“Penso che preferirebbe che tu passassi più tempo con lui” Gli occhi del Guardiano della Meraviglia si indurirono quando il Pooka non si disse subito d’accordo.
 
“Va bene, va bene.” Sbuffò, ergendosi impettito. “Starò con lui, ma se ha finito col demolire la sua stanza tornerò qui e ti riderò in faccia, amico.”
 
Nord proruppe in una grossa risata, spingendolo via per poi tornare a dedicarsi alla sua scultura. Bunnymund scosse la testa, raggiungendo l’ascensore che l’avrebbe portato al piano di sotto, dove si trovavano le camere da letto. La stanza di Jack era in fondo al corridoio, una volta era stata l’osservatorio, fino a quando Nord non aveva deciso di ampliare l’edificio e costruire la Stanza del Globo, dove ora si trovava l’osservatorio attuale. Musica ad alto volume –se la si poteva definire musica- proveniva dalla camera e Bunnymund non si preoccupò di bussare, non che il ragazzo avrebbe potuto sentirlo con tutto quel rumore. Lanciò un’occhiataccia al lettore cd e subito lo andò a spegnere. Le sue povere orecchie sembrava dovessero esplodere per tutto quel chiasso, ma non c’era paragone con lo spirito svolazzante nell’aria che stava cantando a pieni polmoni. Non pareva essersi accorto che la musica era stata spenta e neanche che non era solo.
 
Bunnymund si premette le orecchie alla testa, cercando di scacciare tutto quel maledetto frastuono e concentrandosi piuttosto sul casino sottoforma di pittura che si aspettava di trovare. Tuttavia, non c’era alcun disastro. Vecchi teli bianchi coprivano quasi tutti i mobili e il pavimento, le finestre erano aperte e le uniche cose in giro per la stanza erano due secchi di vernice, il lettore cd e lo Spirito dell’Inverno. Jack indossava un grembiule macchiato, un berretto per proteggere i suoi capelli e attaccata all’estremità del bastone che impugnava nella mano sinistra ciondolava un secchiello pieno di pittura. I muri erano colorati di un blu pastello, con intricati disegni di fiocchi di neve che Bunnymund non era sicuro se fossero reali o dipinti, erano così dettagliati … La camera sembrava un paradiso invernale e la luce del lampadario la faceva brillare. Era alquanto impressionante. Forse si sbagliava, forse Nord aveva fatto bene a lasciargli dipingere la stanza per conto suo.
 
“Niente male.” Disse ad alta voce, ispezionando un groviglio di fiocchi di neve che si estendeva per tutta la lunghezza del muro.
 
Sopra di lui provenne un gridolino di sorpresa e Bunnymund avrebbe riso del fatto che era riuscito a spaventare il ragazzino se il secchiello di pittura che Jack stava maneggiando non fosse finito sulla sua testa, ricoprendolo di blu e schizzando sulla parete, rovinando così il duro lavoro di Jack. Per un attimo, Bunnymund fu sul punto di esplodere, pensando che lo Spirtio dell’Inverno avesse rovesciato la pittura di proposito, ma si calmò quando sentì il grido di paura dell’altro, non perché il suo lavoro si era rovinato, ma perché temeva di aver ferito il Pooka.
 
“Oh, mio Dio!” Gridò Jack, atterrando davanti a Bunnymund e gettando il suo bastone sul letto. Si inginocchiò accanto al Guardiano che era caduto per terra e gentilmente gli tolse il secchiello dalla testa. Ebbe un sussulto quando altra pittura blu si riversò su quel pelo grigio. “Mi dispiace, mi dispiace davvero.” Continuò a ripetere, usando le mani per cercare di rimuovere un po’ di vernice. Questa non fece altro che espandersi e macchiare ancora di più il pelo. “Non ti ho sentito entrare. Perché non hai bussato?”
 
Bunnymund gli prese il polso, schizzandolo con la pittura. “Calmati, Ghiacciolo. Sto bene.” Gli disse in un tono sommesso. “Ho sentito che stavi dipingendo, amico, così ho pensato di darti una zampa.” Si passò una zampa su un’orecchia e gettò un po’ di vernice sul telo. “O forse è meglio dire una testa.”
 
Un sorrisetto si fece strada sulle labbra di Jack. “Beh, sai com’è: una testa è sempre meglio di una zampa.” Quando Bunnymund non fece un commento sarcastico il suo sorriso divenne genuino. Era il primo da quando aveva fatto giuramento di essere un Guardiano. “Grazie, ma penso di avere tutto sotto controllo.”
 
“Ho notato.” Il Pooka sogghignò. Il suo sguardo vagò per la stanza. Tutto aveva sfumature di blu e bianco, anche il soffitto era di un pallido azzurro-grigio che ricordava il cielo invernale dopo una nevicata. “E’ fantastico, Fiocco di Neve.”
 
“Fiocco di Neve?” Domandò Jack, le sopracciglia inarcate fino a toccare la frangia di capelli bianchi.
 
“Hm?”
 
“Mi hai appena chiamato Fiocco di Neve invece di Ghiacciolo.”
 
“Oh.” Bunnymund indicò i muri dipinti. “Ci sono un sacco di fiocchi di neve.”
 
“Okay…” Jack era convinto che il secchiello lo avesse colpito più forte di quanto sembrasse all’apparenza. Forse aveva una commozione cerebrale. Avrebbe dovuto chiamare Nord, lui avrebbe saputo cosa fare, ma Bunnymund gli stava ancora stringendo il polso. “Ti senti bene?” Gli chiese, guardandolo dritto negli occhi. Non sapeva dire come, ma i suoi occhi sembravano più grandi del solito e sorrideva un po’ troppo, come se Jack l’avesse colpito con uno dei suoi fiocchi di neve della felicità. “Dovrei chiamare Nord.”
 
“Tranquillo, ragazzino, sono solo stupito.”
 
Eppure, i suoi occhi continuavano ad avere qualcosa che non andava secondo Jack. “D’accordo … Ho bisogno di prendere qualcosa per pulire prima che la pittura si asciughi. Sarà una seccatura togliertela dal pelo dopo.” Fece scivolare via il polso dalla stretta di Bunnymund e prese il suo bastone correndo fuori dalla camera con uno sguardo al limite della preoccupazione. Bunnymund inarcò un sopracciglio per lo strano comportamento dell’altro:  nessun commento spiritoso e nessuna battuta sul fatto che era ricoperto di vernice blu, solo paura e panico e …
 
“Nord!”
 
Bunnymund sussultò nell’udire quello strillo acuto. Cavoli, quel ragazzo aveva proprio un bel paio di polmoni. Accigliandosi, si alzò in piedi, sentendosi leggermente confuso a causa della botta ricevuta. Forse era davvero più ferito di quanto lasciasse a intendere. Si rimise seduto per terra, aspettando il ritorno del folletto insieme a Papà Nord. Appoggiandosi sui gomiti, osservò il soffitto e le nuvole dipinte nel cielo blu. Sorrise. Ognuna di esse aveva la forma di uno dei Guardiani. C’erano Tooth, Sandy e Nord, oh ed ecco lì anche lui, ogni Guardiano si trovava a una perfetta angolazione, come fossero stati disegnati con un compasso. Davvero stupefacente.
 
“Vedi!” La voce di Jack lo fece riemergere dai suoi pensieri. Si sdraiò sulla pancia, vedendo Jack rientrare volando nella stanza, Nord lo seguiva a ruota. “Ho accidentalmente fatto cadere il secchiello sulla sua testa e ora penso abbia una commozione cerebrale. Parla in modo buffo e-“
 
“Calmati, Jack.” Disse Nord, poggiando una mano sulla sua spalla per poi inginocchiarsi di fronte al Pooka. “Stai bene, Bunny?”
 
“E’ soltanto un bernoccolo, amico.” Gli assicurò lui, rimettendosi seduto. “Jack, riempi la vasca di acqua calda, dobbiamo togliere la vernice prima che asciughi.”
 
Jack si precipitò in bagno e un momento dopo il suono dell’acqua che scorre invase la stanza.
 
Bunnymund allontanò da sé Nord. “Sto bene. Il ragazzino sta esagerando.”
 
Nord annuì. “Ha detto che stavi sorridendo e che ti comportavi in modo strano.”
 
“Non è vero.”
 
Nord lo fulminò con lo sguardo. “Allora perché è così spaventato?”
 
Bunnymund indicò il soffitto e per la prima volta Nord diede un’occhiata alla camera del ragazzo. Disse qualcosa in russo, facendo un lungo fischio. “Non l’avrei mai immaginato quando gli ho dato la pittura.”
 
“Nemmeno io.” Concordò Bunnymund. “Chi l’avrebbe detto che il nostro piccolo fiocco di neve avesse così tanto talento?”
 
“La vasca è pronta!” Jack li chiamò precipitosamente.
 
“Avanti, vediamo di toglierti questa vernice di dosso.” Disse Nord, aiutando Bunnymund ad alzarsi e guidandolo dentro il bagno, verso la grande vasca a zampe di leone dove Jack si stava agitando. “Forza, entra. Io e Jack ti daremo una mano.”
 
Il Pooka avrebbe protestato, ma lo sguardo preoccupato che Jack continuava a rivolgergli lo fece desistere. Sospirando, si immerse nell’acqua, un pochino tiepida per i suoi gusti, ma probabilmente era bollente per lo Spirito dell’Inverno. All’inizio non gli piacque per niente l’idea che qualcuno gli strigliasse il pelo. Le grandi mani di Nord si posarono sulla sua testa, cercando di lavare via la pittura, mentre Jack sfregava esitante il suo collo, evitando il petto e la faccia, come se avesse avuto paura di ferirlo. Stava lavorando sodo per togliere le macchie, la sua attenzione era la stessa di quando stava dipingendo ed era piacevole sentire le sue dita fini che lo accarezzavano piano, eliminando tutta la tensione dal suo corpo. Dopo qualche secondo, Bunnymund si rilassò sotto quelle carezze decise ma gentili e in un batter d’occhio tutta la pittura era stata rimossa.
 
L’acqua sporca fu fatta prosciugare e se ne fece scorrere di nuova per eliminare gli ultimi rimasugli di vernice rimasti. Nord fece una sonora risata quando Jack tirò fuori dagli armadietti tutti gli asciugamani esistenti e iniziò ad asciugare Bunnymund. Il Pooka continuava a indietreggiare, dicendo che poteva benissimo asciugarsi da solo e, appena riuscì ad allontanarsi da Jack, poggiò il peso su tutte e quattro le zampe e cominciò a scuotersi di dosso l’acqua, schizzandola da tutte le parti e bagnando gli altri due Guardiani. Jack rise, tentando di farsi scudo dietro a un asciugamano, mentre Nord imprecò.
 
“Aster!” Gridò, lanciandogli contro una salvietta, ma mancando il bersaglio.
 
Jack, per nulla timoroso di bagnarsi un po’ se non si trattava di pozze d’acqua molto grosse, saltò sulla schiena di Bunnymund con un grande asciugamano, legandolo attorno al Pooka e rimanendovi aggrappato come se da ciò dipendesse la sua vita. Rise come un bambino che si dondola su un cavallino e Bunnymund rise con lui. Niente scherzi o stupidi commenti –non che non ci sarebbero più stati, ovvio, ma per la prima volta erano riusciti a comprendersi. Nonostante fosse vecchio di secoli, Jack era ancora un bambino e un bambino aveva bisogno di un protettore.  Bunnymund sentì l’improvviso impulso di essere quel protettore. Nord era suo padre, che se ne fossero accorti o meno, e lui sarebbe stato il fratello maggiore, quello che gli avrebbe insegnato tutto e che lo avrebbe difeso e che sarebbe stato anche il rivale di cui Jack aveva bisogno. E qualche volta, solo qualche volta, avrebbe giocato con lui e si sarebbe divertito. 
 
 

  
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