Avvertimenti generali: (tanta) demenza, largo uso di crack!pairings, e
tante altre cosette divertenti; se c’è qualche problema poi non venite a
prendervela con me…
What the hell?!
Era una calda mattina d’ottobre e Shikamaru Nara camminava
bel bello per le strade di Konoha, senza alcun pensiero per la testa o
scocciatura a rovinargli la mattinata. Come non capitava da molto, non aveva
nulla da fare, nessuno lo stava importunando, e di lì a poco avrebbe visto
Temari e avrebbero passato tutta la giornata a far niente, possibilmente
collassati su un prato a guardare le nuvole.
Decisamente, una bella giornata.
*
Visto che quel giorno si era svegliato molto presto, e non
era ancora nemmeno mezzogiorno, il nostro prode Shikamaru vagava senza meta per
gli ameni vicoletti di Konoha, indeciso se andare a trovare Chouji o fare un
salto da Asuma per stracciarlo un po’ a shogi, quando sentì delle voci
conosciute urlare il suo nome. Si diede svogliatamente un’occhiata alle spalle
e vide Naruto che si sbracciava correndogli incontro, mentre Sasuke e Sakura lo
salutavano poco più indietro.
Naruto lo raggiunse e gli chiese allegramente se volesse
andare a mangiare qualcosa (ramen) con loro, dato che era una così bella
giornata e gli uccellini cinguettavano e il ramen in ottobre previene il
raffreddore et cetera et cetera. Il giovane Nara accettò di buon grado appena
udì qualcosa di vagamente simile a “Sasuke ha detto che ci offre…”, e in
qualche minuto erano già seduti al bancone dell’Ichiraku Ramen.
«Anche Kakashi-sensei è in missione?» chiese Shikamaru
agli altri tre tanto per fare un po’ di sane chiacchiere inutili mentre
prendeva la scodella che gli porgeva il padrone del negozio e lo ringraziava
con un cenno del capo.
«Nonna Tsunade ha passato un’ora ad urlargli contro, così
per una volta abbiamo la giornata libera!! Tanto continuerà fino a notte
fonda!!» gioì Naruto, riuscendo a fare un casino incredibile anche con la bocca
piena di brodo bollente. “Troppo entusiasmo…” pensò Shikamaru assordato dall’urlo
euforico, distogliendo lo sguardo dall’amico. E in quel momento notò qualcosa
che non andava.
Sasuke e Naruto si stavano tenendo per mano?
Abbastanza stupito, sbatté le palpebre un paio di volte.
Facendo finta di niente, e notando che Sakura sembrava assolutamente tranquilla
e non stava sbraitando contro i due quindi
non doveva esserci alcun problema, prese un sorso d’acqua.
«Sasu-chan! Su, fai ‘aaaaaah’!!»
A Shikamaru uscì l’acqua dal naso, mentre il viso di
Sasuke si copriva di pudico rossore nel tentativo di dissuadere Naruto e Sakura
continuava a comportarsi come se fosse tutto normale. Shikamaru si tamponò il naso con un tovagliolo ignorando
stoicamente i due seduti alla sua destra. «Sakura, senti,» disse, cercando di
trovare una motivazione plausibile per quella situazione assurda «Cosa. È
successo. Qui?»
Sakura fece per aprir bocca e svelare l’arcano quando
comparvero Ino e Chouji.
«Ehi, Shikamaru! Che fai, vai in giro per ristoranti e non
ci dici niente?» disse Chouji, che, stranamente, stava mangiando.
«Naruto, non offrirai mica tu?» domandò sarcastica Ino a
mo’ di saluto, per notare subito dopo estasiata l’amore della sua vita seduto
accanto all’Uzumaki. «Ciao tesoro!»
E si abbassò a baciare Sakura. Oh be’, almeno stavolta non
stava bevendo.
Rinunciando definitivamente ad un pranzo normale Shikamaru
si voltò lentamente verso Chouji, chiedendogli - o meglio, ordinandogli - chiarificazioni di qualsiasi genere, dal “è una
missione sotto copertura” al “in realtà nel tuo ramen c’era un potente
allucinogeno”. Chouji lo fissò con compassione, come se fosse stato una povera
anima innocente che si era ritrovata per caso in uno dei peggiori bar di Sodoma
(cosa che lui, sotto un certo punto di vista, era), e si limitò a dargli una
solidale pacca sulla spalla. Senza spiegargli nulla, ovviamente.
Shikamaru alzò gli occhi al cielo e tornò a fronteggiare
le due allucinanti coppiette che si stavano rumorosamente scambiando effusioni
di vario genere. Lanciò un’occhiata affranta alla sua fumante porzione di
ramen, che ormai non sarebbe più riuscito a mangiare, e si fece mentalmente
forza prima di rivolgersi a Sasuke (che nonostante tutto sembrava il più
normale del gruppo). «Allora, c’è… uh, ci sono… novità, Sasuke?»
Sasuke lo guardò con espressione assente e rispose in tono
blando, che mostrava quanto considerasse triviale e scontata quella domanda,
«No, che dovrebbe essere successo?» Il fatto che Naruto stesse ancora tentando
di imboccarlo, standogli oltretutto seduto in gambe, non rendeva certo la
situazione più sensata.
Annuendo con palpabile disconcerto Shikamaru tentò con
Ino, che dopotutto era sempre un’amica d’infanzia e una compagna di squadra, e
non avrebbe mai potuto negargli spiegazioni vedendolo supplicare senza pudore.
«Ino, è da tanto che non ci racconti come va coi tuoi spasimanti…»
Ma Shikamaru non avrebbe mai supplicato senza pudore,
quindi Ino reagì come una qualunque persona a cui chiediate perché mai stia
ostentando il suo orgoglio gay quando fino al giorno prima era innegabilmente
etero: in breve, lo squadrò come se fosse impazzito. «Shika, ma che vai
blaterando? Lo sanno tutti che io e Sakura ci amiamo da sempre! Vero?»
Tutti i presenti annuirono con aria saccente, persino il
padrone dell’Ichiraku, sua figlia, e una simpatica vecchietta mai vista prima
che attraversava la strada in quel momento. Shikamaru aprì la bocca come per
dire qualcosa, ma essendo notoriamente molto intelligente e propenso
all’evitare guai la richiuse all’istante. Qualcosa non andava, pensò
acutamente, e lui poteva fare solo due cose: usare le sue straordinarie facoltà
mentali per scoprire quale epidemia avesse colpito Konoha o starsene lontano da
qualsiasi potenziale rogna e nascondersi fino al risolversi della situazione.
Qualcuno si stupirebbe se gli dicessi che Shikamaru era
già partito da un pezzo mentre stavo formulando la frase precedente? No? Bravi.
In compagnia di Chouji si trovava ad attraversare una
delle vie principali di Konoha, nei pressi dell’Accademia, quando sentì un
chiasso crescente avvicinarsi ad ore sette. Il povero ragazzo non poté
trattenersi dal pensare -mai tanto giustamente come in questa fiction- che
qualcuno doveva avercela davvero con lui per continuare a rovinargli
sistematicamente la giornata più bella degli ultimi tre mesi.
«Ti prego, non è come credi!» gridò qualcuno dal centro
della bolgia che si faceva velocemente sempre più vicina; seguirono una serie
di uggiolii ed imprecazioni varie che convinsero Shikamaru e Chouji a levarsi
dal mezzo della strada ed aspettare che il peggio passasse.
«Smettila di scappare!» strillò isterica la voce di poco
prima. Che sembrava Kiba, nonostante il tono piagnucoloso e incredibilmente
acuto con cui si esprimeva. E se quello era Kiba…
Un turbine di insetti sfrecciò davanti ai due
scompigliando loro i capelli, seguito a ruota da un paio di saette uggiolanti
che per poco non travolsero un gruppo di dolci bambini che non avevano fatto
niente di male, a parte cercare di attraversare la strada. I disturbatori della
quiete pubblica sparirono all’orizzonte lasciandosi dietro solo un, «Non ci ho
mai provato con Hinata, sai benissimo che è cotta di TenTen! Shino, fermo! Argh!»
Shikamaru continuò a fissare a lungo il punto in cui erano
scomparsi i due esagitati mentre il polverone sollevato dalla corsa sfrenata
tornava a posarsi delicatamente sul terreno, poi si voltò verso Chouji
apparentemente inebetito.
«Ho voluto insistere a fingere che fosse tutto normale, ma
qui c’è qualcosa che non va. Che non va affatto.
Va contro tutti i miei principi, ma dobbiamo capire cosa diamine è preso a
tutti quanti, oggi.» Chouji annuì, un po’ per curiosità personale e un po’
perché gli sembrava che a Shikamaru servisse del supporto morale. Si
affrettarono quindi verso l’unico posto dove avrebbero potuto trovare
informazioni, o quantomeno qualcuno che potesse darne a loro: la torre ANBU.
Il caso volle che proprio all’entrata venissero a
schiantarsi contro maestro Iruka, il caro, comprensivo, sano di mente maestro
Iruka. Shikamaru aspettò qualche secondo per riprendere fiato e commuoversi per
l’inaspettata botta di fortuna prima di formulare il problema in maniera
succinta ma esaudiente.
«Iruka-sensei, c’è un problema.»
Iruka guardò con preoccupazione prima lui poi Chouji che
era piegato in due col fiatone. «Cos’è successo ragazzi? Qualcuno si è sentito
male? Un attacco? Ci sono dei feriti?!»
«Sì… si può dire che qualcuno sta male… ma la situazione è
più complicata. Perché ha i capelli sciolti?»
Ed effettivamente il chunin aveva i capelli sciolti.
Arrossendo senza motivo, iniziò a cincischiare col colletto della divisa e a
balbettare una risposta disarticolata.
«E cos’è quel livido?» aggiunse Chouji, indicando il collo
dell’uomo su cui faceva sfrontatamente mostra di sé un bel segno rosso.
Shikamaru impallidì mentre il colorito di Iruka si aggravava rapidamente, come
l’incoerenza del suo borbottio. Ma con una nuvoletta di fumo grigio, ecco
giungere qualcuno, un prode eroe, a salvare dall’imbarazzo e dal pubblico
ludibrio il povero maestro Iruka… Kakashi!
Okay, come non detto: cancellate la parte sull’eroe.
«Toh, Iruka, che sorpresa trovarti qui. Genma ha detto di
ricordarti di portare l’alcool stasera, perché lui e Raidou avranno “da fare”
per tutto il pomeriggio. E mi è appena venuto in mente che devo portarti il
rapporto sulla missione del giugno scorso, quindi anche noi avremo “da fare”
per tutto il pomeriggio!» si avvicinò a bisbigliare qualcosa all’orecchio di
Iruka, che non divenne ancora più rosso solo perché più rosso di così sarebbe stato infarto coronarico. Kakashi si
allontanò ridacchiando sommessamente e solo a quel punto si accorse di una
cosa. «Oh, salve ragazzi. Devo andare, buona giornata a tutti.»
Sparì con un’altra voluta di fumo premurandosi prima di lanciare
con la manina un bacino ad Iruka. Shikamaru iniziò a riscontrare il principio
di un tic nervoso all’occhio sinistro e non calcolò minimamente il maestro che
si defilava pietosamente, biascicando qualcosa su Tsunade ed una riunione già
iniziata da mezz’ora.
Tutto questo non ha
senso, pensò il
ragazzo appoggiandosi a peso morto contro una parete.
«Shikamaru, tutto bene?»
L’interpellato si voltò, commosso nel sentire la voce di
forse l’unica persona che poteva ormai portare chiarezza nella sua mente confusa:
Kurenai, splendente di bianca luce e circondata da candidi fiori, percorreva il
corridoio accompagnata da un coro angelico di limpide voci bianche. O forse era
tutto frutto del delirio di Shikamaru, chissà.
«Ciao Chouji!» disse sorridendo all’altro, per poi tornare
a guardare preoccupata il giovane Nara. «Shikamaru, non mi sembri molto in te…»
Shikamaru avanzò come in trance e si buttò ai piedi della
donna, stringendole le mani con inesprimibile gioia. «Kurenai-sensei… sono tutti
impazziti… c’è rimasta solo lei…»
Kurenai lo guardò spaventata e lo tirò su di peso per
poterci parlare meglio. «Ragazzo, cos’è successo?»
«Sono tutti… è appena passato Kakashi… molestando Iruka…»
«E quindi?» chiese Kurenai in apprensione.
«Quindi cosa?» ribatté flebilmente Shikamaru.
«Quindi cos’è successo?!»
Shikamaru smise all’istante di stringerle convulsamente le
mani, e guardò Kurenai orripilato. «È successo quello, ecco cosa!»
Kurenai sembrava continuare a non capire. «Ma, Shikamaru,
dov’è la novità? Se il problema è solo questo puoi chiedere direttamente a
loro! E ora scusami che devo andare, ho un appuntamento importante…»
«Ma- Ma Asuma-sensei è in missione…»
«E chi ha mai nominato Asuma?» chiese la donna, seriamente
preoccupata per le cose ridicole che andava dicendo quel ragazzo. Poverino,
probabilmente era rimasto traumatizzato da qualche missione troppo pericolosa o
chissà cos’altro.
«Ma lei stava con Asuma…?» tentò in tono sofferente.
«Mio caro, quello è stato secoli fa! Io ed Asuma ci siamo
lasciati perché non avrebbe mai potuto funzionare, e lui si è da tempo rifatto
una vita propria! Io d’altronde sono finalmente riuscita a chiarire con Anko…»
Ma Shikamaru non stava più ascoltando. In effetti, era
fuggito.
“Non è successo niente,
io non ho appena avuto nessuna conversazione sconvolgente con Kurenai… ah!
Quale conversazione? Quale Kurenai?” si ripeteva Shikamaru, correndo a perdi fiato sui tetti
di Konoha, convinto che se avesse ribadito il concetto un numero sufficiente di
volte ci avrebbe creduto persino lui. Non si accorse di essere arrivato, nella
sua corsa disperata, alle porte della città.
«Shikamaru, sei impazzito o cosa? Che diamine ti corri
lassù?!»
“Dio, non sono mai
stato così felice di sentire le sue urla insensate!”
«Oh Temari!» gridò lanciandosi malamente giù dal balcone
sul quale si era appollaiato. Non si curò del pessimo atterraggio che fece ma
si lanciò disperato al collo della ragazza. «Temari! Sei l’unica che può
salvarmi!»
Temari riuscì a trascinarlo su una panchina e cominciò a
dargli delle piccole pacche su una spalla, mentre l’altro si lasciava andare ad
un monologo incoerente su alcune persone che sembravano impazzite
all’improvviso. «Su su, Shikamaru, tranquillo. Adesso mi racconti tutto, va
bene?» propose con un sorriso preoccupato.
«Temari, non c’è tempo, dobbiamo andare a nasconderci da
qualche parte prima che qualcuno si renda conto di amarmi da sempre e tenti di
concupirmi! Io non voglio flirtare con
Chouji!»
Temari, da donna di polso qual era, trovò un solo sistema
utile per far rinsavire il suo ragazzo: schiaffeggiarlo vigorosamente.
«Respira, ok?» gli ordinò sgranchendosi le dita dopo
avergli ridotto le guance a pezzi; in compenso Shikamaru sembrava un po’ più calmo
-e un filino più irritato- di com’era prima. «Adesso va meglio?» L’altro annuì
massaggiandosi la faccia.
«Temari, mi farebbe piacere se tu venissi a casa mia dove
potrei spiegarti tutto al sicuro. Okay? A proposito, perché sei da sola?»
Temari agitò una mano con noncuranza. «Non ti preoccupare.
Gaara è dovuto correre da Lee, quel tipo aveva insistito fino allo stremo per
fargli provare la sua tuta, diceva che con lo spandex Gaara sarebbe stato più
sexy…»
Temari si accorse solo in un secondo momento che Shikamaru
era svenuto sul posto.
*
«Cry-baby? Ehi, Shikamaru!»
Si svegliò quando uno schiaffo (che aveva come il sospetto
non fosse proprio il primo) lo colpì
in pieno viso. Scattò a sedere con una rapidità non sua, urlando cose insensate
ad una Temari piuttosto perplessa.
«Temari… tuo fratello, Lee -spandex! Devi aiutarmi -tutti! Sono tutti gay…»
Temari aspettò pazientemente che il ragazzo finisse la
tirata e il fiato, annuendo ogni tanto con aria contrita giusto per fargli
capire che aveva tutta la sua attenzione. Approfittando di una pausa più lunga
delle altre riuscì a chiedere, «Shikamaru, piccolo… cosa vai blaterando?»
«Non capisci?!» Riprese subito con rinnovato vigore, «C’è un’epidemia
a Konoha! Non credevo che si potesse trasmettere da persona a persona ma
evidentemente sì perché-»
Temari gli piazzò una mano sulla spalla, e Shikamaru si
zittì. «Posso assicurarti che Naruto che tanta di rubare la biancheria a Sakura
non è gay.»
«M-ma…» Shikamaru si guardò intorno, spaesato. A ben
vedere, non erano ai cancelli della città: solo un prato deserto, tante
confortanti nuvolette in cielo, e Temari che lo guardava perplessa. Niente
panchine, niente conoscenti che si rincorrevano, niente proclami d’eterno amore
strombazzati ai quattro venti.
…oh.
«Dov’è Gaara?» chiese d’un tratto.
«Con l’Hokage, a parlare di accordi e cose del genere. E
posso assicurarti che non c’è spandex di mezzo.»
«Asuma e Kurenai stanno insieme, vero?»
Temari alzò gli occhi al cielo. «Dio, Shikamaru, quei due
sono praticamente sposati. Non ci si
diverte nemmeno a spettegolare su di loro, sono troppo ovvi.» Lo guardò
preoccupata, passandogli una mano sulla fronte per sentire se avesse la febbre.
«Sicuro di stare bene? Ho cercato di svegliarti per dieci minuti buoni prima
che aprissi gli occhi, ti stavi agitando come un matto…»
Shikamaru non disse nulla; semplicemente, si buttò addosso
a Temari ridendo senza ritegno, e la abbracciò con tale slancio da farla cadere
sull’erba. Temari tentò di liberarsi, per nulla rincuorata da questi
schizofrenici cambi d’umore, ma dopo qualche fiacco tentativo si arrese ed
iniziò a ridacchiare anche lei della reazione del ragazzo. Pian piano le risate
scemarono, e rimasero a sonnecchiare insieme sul prato per un po’, finché il
sole non stava ormai tramontando.
«Oh, mi sono ricordata di una cosa.» disse Temari,
accoccolandosi meglio contro il braccio di Shikamaru. «Kankuro si è fidanzato!»
«M-mh…?» mormorò sonnacchioso l’altro, che non aveva
chiaramente ascoltato una parola.
«Sembra felice con quel Maito Gai.»
Quattro secondi, poi Shikamaru sbarrò gli occhi.
«ARGH!»
---
Oh, come mi sono divertita a scrivere questa fic. :3
Chiariamo, io ammo lo yaoi e buona parte delle coppie
citate, e questa è quella che noi chiamiamo presa per il culo ironia!
Auto-ironia anzi, cosa c’è di più bello al mondo?
Sono costernata per alcuni assenti illustri quali i membri
dell’Akatsuki, ma vabe’. Credo che il delirio sia sufficiente così com’è.
Poi. Questa è una delle mie storiche birthday!fic, e
stavolta a fare gli auguri al festeggiato si uniscono anche Kate91, PurpleSky,
Jackie e Menel91:
Tanti auguri a te,
tanti auguri a te
tanti auguri a Niki
tanti auguri a teh!
Ti vogliamo tanto bene! :D E la fic ti è interamente
dedicata…vedi tu perché. XD
Will