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Autore: Ahel_chan    15/03/2013    2 recensioni
Mi chiamo Dimitrij Cheslock.
Bel nome, lo so.
Molti di voi non sanno nemmeno chi sia, ma a me poco importa. Voglio scrivere, liberarmi, e in un certo senso far si che più gente mi comprenda.
Ma chi voglio prendere in giro? Sono uno studente della Casa Viola, io.
--Un ragazzo, all'epoca vittoriana, che frequenta il dormitorio più strambo, che si trucca gli occhi, che ha i piercing all'orecchio e la cresta stinta. Secondo voi come può essere la sua vita nel college e al di fuori? Fan fiction tratta da un personaggio secondario di Kuroshitsuji, dal 14° volume del manga in poi ;)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kuroshituji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO


Mi chiamo Dimitrij Cheslock.
Bel nome, lo so.
Molti di voi non sanno nemmeno chi sia, ma a me poco importa. Voglio scrivere, liberarmi, e in un certo senso far si che più gente mi comprenda.
Sono nato in Inghilterra, ma la mia famiglia ha origini slovene –ecco perché il mio nome-, mio padre è un visconte, di conseguenza sono ben piazzato.
I miei genitori decisero di mandarmi al Weston College, una delle scuole più prestigiose per giovani Lord. Forse speravano sarei cambiato.
Non ho mai avuto un bel rapporto con i miei.  Sono quello che chiamano “strano” o “diverso”.  Da piccolo passavo le ore a scarabocchiare sui muri, fare dispetti, giocare con le polveri del trucco di mia madre, stare da solo. Ero un casinista (e lo sono ancora).
Ma i miei genitori non mi capivano mai.
Quando magari facevo un bel disegno facevano la faccia torva, come per dire “Dimitrij, dovresti passare il tuo tempo in attività da Lord, come il cricket, o la conversazione, non a fare cose da femminucce.” Lo stesso valeva per un ricamo che facevo con la nonna, o un dipinto, o qualche oggettino fatto da me.
L’unica cosa di cui i miei genitori erano fieri era il mio talento per la musica. Sin da piccolo non ho mai avuto difficoltà a saper suonare qualsiasi strumento, ovviamente con opportune lezioni, non sono un mago.
Così, considerato un bambino “particolare”, all’età di 13 anni mi mandarono al Weston College, istituto per giovani Lord,  sperando che sarei diventato più disciplinato.
Più ci penso, più mi viene da ridere.
Non avevano idea che ci fossero quattro case differenti, ognuna con le sue caratteristiche. O almeno, magari ne erano al corrente, ma speravano finissi nella casa Rossa, o in quella Blu. Ma non avevano preso in considerazione la casa Viola.
In effetti, con le dicerie che si sentono, credo che nessun genitore mirerebbe a far entrare il proprio figlio nella casa Viola.
“E’ un dormitorio stano quello del Violet Wolf, c’è un mucchio di gente stramba. Pensa che vanno in giro incappucciati, e a quanto pare si truccano addirittura!” cose del genere.
Volete proprio saperlo? E’ tutto vero. Gente stramba ce n’è, me tra i presenti. Mi trucco, e anche pesantemente. Ho la cresta, i piercing all’orecchio e vado in giro con una mantella nera.
La prima volta che mi trascinarono in quel College ero furioso, menavo calci ovunque, volevo tornare a casa, non frequentare una scuola per cervelloni.
Poi apparve Violet.
Si accucciò davanti a me, mi guardò negli occhi, mi diede il suo blocco e una matita.
-Disegna.-
Furono le uniche parole che mi rivolse. Scarabocchiai un volto, un po’ stizzito da quella richiesta improvvisa.
Lui riprese il blocco da disegno, lo guardò e non disse altro. Se ne andò così come era comparso.
“Che tipo strano”, fu la prima cosa che pensai.
Aveva i capelli neri, lunghi e una ciocca schiarita, occhi viola chiarissimo, quasi fossero acquerelli sciolti su un foglio, truccati con un nero spesso. Insolito per l’epoca vittoriana, vi pare?
Il giorno dopo mi dissero che ero nella casa Viola.
Non avevo idea di come fossero suddivise le case, ma quando mi condussero a fare il giuramento, davanti ai quattro prefetti, quello della casa Blu e della casa Verde mi stavano già sulle scatole.
Il dormitorio della Violet Wolf era per tutti i ragazzi dotati alle arti, dal disegno alla musica, dalla danza al ricamo.
Per quanto fosse un edificio lugubre, era “casa”. Molti di voi non capiranno, posso solo dirvi che quel dormitorio, per quanto bizzarro, era come “adattabile” a ogni membro. I locali sembravano tanti puzzle di diverse personalità messe assieme. Ognuno, in oltre, poteva personalizzare la propria parte di camera.
Quei bambini, ragazzi, adolescenti, che trovai lì divennero la mia famiglia. Lì ognuno era quel che voleva essere, senza freni, senza giudizi. Volevi essere strambo e ribelle? Potevi. Volevi essere una persona semplice e ben educata? Potevi.
La casa viola era l’unica in cui potevo essere ciò che ero.
La mia vera casa, era quella.
Me ne resi conto sin dal principio.

---Angolo autrice---
Questa mia ff tratta di un personaggio secondario, ma presente nel manga, ovvero Cheslock *^* 
Mi ha incuriosito dal principio, così strano e particolare...che ho voluto farci una storia. "Come sarebbe la sua vita, lui che è praticamente un punk dei giorni nostri, metre la storia è ambientata all'epoca vittoriana?" è stata questa la spinta che mi ha dato l'idea. Cheslock in realtà non ha un nome, nel senso che ne manga non è detto, per cui ho scelto Dimitrij (pr. dimitri XD) perchè il cognome, ho letto, è di origine slovena, e il nome non mi dispiaceva. Questa fic non tratterà la trama di Kuroshitsuji,quindi anche chi non ha letto i capitoli successivi, può seguire questa storia, in quanto incentrata solo sul punto di vista di questo pg.
Recensite e fatemi sapere che ve ne pare ^^
In tanto vi lascio questo mio schizzo di come immagino Cheslock da bambino ^^
  
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