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Autore: ReikoChan    17/03/2013    3 recensioni
Partecipante al contest "Le sfumature del dolore" di poenix_esmeralda
È notte, e un a ragazza cammina velocemente per le strade della periferia di New York, ma qualcuno, insieme al suo demone macchiato di sangue, la segue...
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick: Kirame27
Titolo: Paralizzata dal terrore
Prompt: terrore
Generi:  Angst, Drammatico
Rating: Arancione 
Avvertimenti: nessuno
Note: il rating è arancione per via delle parole un po’ volgari e per le scene abbastanza violente.  

 

Paralizzata dal terrore

 

 

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Sì, sono una di quelle fottutissime ragazze che se ne vanno in giro pensando che da un momento all’altro una mente perversa le attacchi violentandole.

Il fatto è che questa vita non è altro che uno scherzo di chi, lassù, anziché pensare a renderci questa vita migliore, se ne sta imbambolato a prenderci per il culo mentre noi sgobbiamo per darci da mangiare e da vivere.

E una notte di Novembre, avendo lavorato tutto il giorno, torno sfinita a casa mia.

Come al solito, mi guardo intorno sperando di essere da sola, e oggi mi sento ancora più impaurita del normale.

D’un tratto sento dei passi cadenzati che risuonano come un orologio quando si è in ansia.

Ritmici, lievi ma che alle mie orecchie risuonano come una minaccia.

Aumento il passo, so quanto queste strade di periferia di New York siano frequentate da individui poco “consoni”.

Eppure è come se fosse dietro di me di solo due falcate, il che mi fa venire la pelle d’oca al solo pensiero.

E ironia della sorte, ecco arrivarmi un soffio gelido sul collo, al che mi volto e scopro quel che temevo.

Un uomo, forse sulla trentina, capelli corti, viso quasi demoniaco.

E non il solito cattivo con lo sguardo spento, ma quello sguardo vitale e quel ghigno sadico da pazzo.

Ma la cosa che attrae di più la mia attenzione è una piccola goccia di sangue che cola da qualcosa che tiene in mano.

Dio, no… un… un pugnale intriso di sangue!

I miei timori svaniscono e non ragiono più, mi butto sulla strada e inizio a “correre”, impedita dalle maledette scarpe col tacco.

Non riesco neanche a capire che non mi sto muovendo, ma sono trattenuta da una mano forte.

Mi volto terrorizzata.

“Che ci fa una così bella ragazzina da sola a quest’ora della notte?” Ride, per poi fare quel dannato versetto che si fa ai bambini piccoli.

“Stammi lontano, brutto porco!” Rispondo, accecata da quella visione che pulsa nella mia testa.

Mi dimeno indemoniata, ma sembra che lui non se ne accorga neanche, è tanto preso dal guardare il suo pugnale sporco di sangue.

“Ehi mocciosa, non dimenarti, tanto non serve. Fra un oretta o due sarai all’Inferno, te lo garantisco.” Ride sadicamente e si rigira quel suo aggeggio infernale fra le mani.

 

Lo guardo tremolante e cerco di assestargli un pugno, che lui blocca in un secondo.

Poi prende il coltello e lo pianta nella mia carne, rigirandolo.

Urlo di dolore.

Lo estrae con violenza e non ci vedo più, il braccio non risponde, e, quando lo lascia, mi ricade pesantemente contro il busto.                                                                            

Le gambe tremano, sento che sto per morire dal dolore che sento al braccio, e cado al suolo con un tonfo.

La testa pulsa.

E, per poco tempo, sento il dolore passare, la mente svuotarsi e gli occhi chiudersi.

Sto per svenire, e la mia giovane vita è nelle sue sporche mani, ma almeno non sentirò quando affonderà il coltello nel mio cuore.

 

Sento che questo è il mio ultimo battito.

Sento che questo è il mio ultimo attimo.

Sento che questa luce è l’ultima.

Sento che questa mia vita è ormai al termine.

 

 

 

Ma vengo risvegliata dal trans con un colpo, alzo la testa ma ricado subito a terra.

Poi, anziché essere lasciata lì in fin di vita, sento una mano afferrarmi per i capelli.

Lui.

Il suo pugnale stretto fra le mani, i suoi occhi tradiscono la sua intenzione di voler “giocare” un po’ col mio corpo.

Fottuto Bastardo.

“Che ne dici di giocare un po’?” Chiede.

“Fott… fottuto ba… bastardo…” Riesco a sibilare con le poche energie che mi rimangono.

“Ehi mocciosetta, non ti starai spingendo troppo in là?” Dice un po’ alterato.

Quel suo maledetto coltello mi viene piantato nella coscia.

Urlo, urlo come non ho mai fatto, urlo come mai prima.

Oramai, credo, il dolore passerà in fretta, perché non ho mai sentito una sensazione così, un dolore lancinante che continua a pulsare nel corpo.

“Ragazzina, cerca di resistere ancora un po’, non ho ancora finito con te.” Ride disgustoso, per fortuna sento tutto ovattato.

Estrae quel demone dal mio corpo, e un rivolo rosso scende caldo sulla mia gamba.

Ne raccoglie una goccia col dito e la lecca, quasi provasse piacere nel vedere che sapore ha il dolore.

Alza lo sguardo, gli sorrido beffarda –per quanto ci possa riuscire-, finalmente posso andarmene, posso volare via senza dolore e senza peso, finalmente posso morire.

Il mio cuore non batte più, ha smesso di faticare.

La mia testa ha bisogno di riposarsi, lo potrà fare per l’eternità.

Se ne va correndo, dopo aver visto che sono morta, per non essere preso dagli sbirri.

L’ultima cosa che riesco a vedere è un cappotto nero, un uomo giovane e muscoloso che si china su di me e poi… più niente.

 

L’uomo scuote la testa, è arrabbiato, si china sul corpo della ragazza, frustrato.

Ma che si può fare, d’altronde…

Non puoi salvare tutti Liam, non puoi.

 

 

Note dell'autrice:

Ciao a tutti,

questa storia partecipa ad un contest in cui bisognava scegliere una sfumatura del dolore e utilizzarla nella propria storia.

La mia è terrore.

Allora, alla fine la ragazza è morta, ed il nostro eroe non ha potuto salvarla.

Spero che vi sia piaciuta,

Kirame

  
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