18/03/2013
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Quelle semplici note contengono quel giorno.
“Me lo dici si o no?” Chiese curioso.
“No, non ci penso proprio.” Risposte divertita, sentendo il tono del ragazzo.
“Se non me lo dici ti prendo e ti farò il solletico.” Minacciò con un sorriso minaccioso, sapendo che lei soffre terribilmente il solletico.
Stando al gioco, disse divertita “Dovrai prima prendermi perché correrò il più lontano possibile.”
“E’ una sfida questa?” Chiese.
“Chi lo sa.”
“Allora ti conviene correre mia piccola figliuola.”
Urla di gioia, urla di loro.
“Presa. Ora me lo vuoi dire si o no?” Aveva il fiatone ma alla fine è riuscita a prenderla.
“Devo proprio?” Chiese ansimando.
“Non mi piace stare sulle spine, pungono.”
“Ehi non vale rubare le mie battute” disse imbronciandosi, continuando poi per sviare il discorso “Hai dei fili d’erba nei capelli”
“Colpa tua che hai cercato di divincolarti dalla mia presa e per questo siamo caduti”
“Tentativo fallito purtroppo”
“Non cambiare discorso però, io mi aspetto ancora una tua risposta. Dai su racconta al tuo dolce padre i tuoi peccati figliuola”
Il loro gioco, fare gli scemi la loro specialità che riusciva cosi al naturale, quanto le piaceva.
“Oh padre, non posso sono troppi e mi vergogno, non posso dirteli”
Rise, una risata dolce e soave “Dai su, parla”
“Perché sei cosi dannatamente dolce e stronzo?”
“Non credo di aver capito”
“E’ quello che volevi sapere, sei un po' scemetto sai? e ora vorrei io una risposta oh mio padre.”
Come poteva dirgli quello che aveva dentro da tanto ormai? Che parole usare?
“Ti ricordi quella melodia che hai suonato quel giorno?”
“Si, ma che centra ora?”
“Ti ricordi le ultime note? Come sono?”
“Si”
“Ora prova a ricordarti la melodia, quelle piccole note”
“Non riesco ancora a capire”
“Tu fallo”
La, sol, la sol, la, si do, do, re, mi, re, do si, la
“Ciao figiluolo”
Bacio dolce, bacio a fior di labbra, bacio d’addio.
“Me lo dici si o no?” Chiese curioso.
“No, non ci penso proprio.” Risposte divertita, sentendo il tono del ragazzo.
“Se non me lo dici ti prendo e ti farò il solletico.” Minacciò con un sorriso minaccioso, sapendo che lei soffre terribilmente il solletico.
Stando al gioco, disse divertita “Dovrai prima prendermi perché correrò il più lontano possibile.”
“E’ una sfida questa?” Chiese.
“Chi lo sa.”
“Allora ti conviene correre mia piccola figliuola.”
Urla di gioia, urla di loro.
“Presa. Ora me lo vuoi dire si o no?” Aveva il fiatone ma alla fine è riuscita a prenderla.
“Devo proprio?” Chiese ansimando.
“Non mi piace stare sulle spine, pungono.”
“Ehi non vale rubare le mie battute” disse imbronciandosi, continuando poi per sviare il discorso “Hai dei fili d’erba nei capelli”
“Colpa tua che hai cercato di divincolarti dalla mia presa e per questo siamo caduti”
“Tentativo fallito purtroppo”
“Non cambiare discorso però, io mi aspetto ancora una tua risposta. Dai su racconta al tuo dolce padre i tuoi peccati figliuola”
Il loro gioco, fare gli scemi la loro specialità che riusciva cosi al naturale, quanto le piaceva.
“Oh padre, non posso sono troppi e mi vergogno, non posso dirteli”
Rise, una risata dolce e soave “Dai su, parla”
“Perché sei cosi dannatamente dolce e stronzo?”
“Non credo di aver capito”
“E’ quello che volevi sapere, sei un po' scemetto sai? e ora vorrei io una risposta oh mio padre.”
Come poteva dirgli quello che aveva dentro da tanto ormai? Che parole usare?
“Ti ricordi quella melodia che hai suonato quel giorno?”
“Si, ma che centra ora?”
“Ti ricordi le ultime note? Come sono?”
“Si”
“Ora prova a ricordarti la melodia, quelle piccole note”
“Non riesco ancora a capire”
“Tu fallo”
La, sol, la sol, la, si do, do, re, mi, re, do si, la
“Ciao figiluolo”
Bacio dolce, bacio a fior di labbra, bacio d’addio.