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Autore: Sirene Chan    07/10/2007    2 recensioni
Il Wutai è sotto assedio: i Turks l'hanno invaso per rendere i ninja loro sottoposti. Due di loro però, non sono d'accordo. Cercheranno allora tra la popolazione qualcuno con cui unirsi per salvare il paese: riusciranno i due a liberare Wutai, con l'aiuto di una famosa ninja?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reno, Rude, Yuffie Kisaragi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Ha intenzione di invadere Wutai? - strepitò Reno, facendo cadere il bicchiere che teneva in mano.
Rude annuì, mentre il vetro si rompeva, disperdendo il liquido ambrato che c’era all’interno.
- E come mai? - chiese il rosso, ritrovando un po’ la calma.
- Perché Wutai è assortito di ninja, e Tseng crede che saranno degli ottimi sottoposti. - spiegò l’uomo calvo all’amico.
- Ottimi schiavi… - mormorò allora il ragazzo, ordinando un altro bicchiere di bibita.
Rude concordò silenziosamente con l’amico, bevendo un sorso.
- Non mi va che Tseng faccia certe cose. - disse Reno, stringendo i denti.
Rude annuì nuovamente, senza spiccare parola.
- Dobbiamo fare in modo che gli abitanti si ribellino. - decise il rosso, stringendo il pugno.
L’amico acconsentì, come sempre pronto ad aiutarlo nelle sue scorribande.

Una ragazza era appena giunta a Wutai, sua città natale. Sorrise, nel vedere tutto uguale a come se lo ricordava. Non era uno bello spettacolo, ma lei si era impegnata per trovare i soldi per rimettere a nuovo il suo paese.
Si avviò subito verso casa. Mancava da lì da qualche anno, e la famiglia le mancava terribilmente.
Prima però di arrivare alla sua abitazione, incontrò una donna che conosceva.
- Kyoko! - strillò, riconoscendo la sorella.
- Yuffie! - la riconobbe questa.
Si abbracciarono, quasi commosse.
- Finalmente sei tornata - le disse la sorella, guardandola in viso per ricordarne ogni particolare.
Yuffie disse di si, ridendo allegra.
- Dov’è papà? - chiese allora.
Ma la ragazza rimase zitta, eliminando ogni traccia di allegria dal proprio viso. Yuffie lo notò, e chiese spiegazioni.
- Da un po’ di tempo, c’è qualche problema a Wutai. - disse, pacata.
- Quale? - insistette Yuffie, allarmata.
Kyoko allungò di nuovo le braccia, e tenne stretta a se la sorella.
- I Turks ci hanno invaso. - mormorò.
Yuffie capì che quell’abbraccio era un modo per tenerla unita. Perché lei, in quel momento, si sentiva a pezzi.
Non riusciva a spiccare parola. Cosa volevano i Turks da Wutai? Cosa nascondeva quel paese che potesse essere minimamente interessante per quella banda?
- Vogliono noi. - bisbigliò Kyoko, leggendole nel pensiero. - Vogliono i ninja. -
Bruscamente, Yuffie scostò la sorella.
- Dove sono? - chiese, inferocita.
Lei non rispose, e cercò di tranquillizzare la ragazza. Ma non ci riuscì, e dovette dirle dove si trovasse la sede centrale.
Yuffie si mise a correre verso quella direzione, non era molto lontano da dove si trovasse in quel momento.
Ma dopo aver fatto qualche metro, si fermò, per girarsi nuovamente verso la sorella?
- Cosa centra papà con i Turks? - le chiese, ricordando che Kyoko le aveva parlato di loro subito dopo che lei le aveva chiesto di loro padre.
- E’ loro prigioniero… - mormorò sconvolta la ragazza.
La rabbia in Yuffie aumentò a dismisura, e riprese subito la corsa verso la centrale.
Dopo aver percorso circa un chilometro, la ragazza si poté finalmente fermare.
Il palazzo era uguale a quando non era occupato, e non recava danni della loro presenza.
Senza pensarci un attimo, provò ad aprire la porta. Ma essa era chiusa a chiave, come presumibile.
Provò con qualche spallata, ma dato che neanche questo funzionava si mise a strillare di aprirle e di andarsene da Wutai. Ma non riceveva nessuna risposta, perciò continuò ad urlare.
- Non me ne andrò finche qualcuno…-

- …non mi aprirà! -
La voce di una ragazza si sentiva piuttosto forte dentro, ma tutti facevano finta di non sentirla.
Tutti tranne due persone.
- L’abbiamo trovata! - disse Reno a Rude, sorridendo.

Si era fatta ormai sera, e nessuno le aveva ancora aperto.
Aveva urlato per un po’, ma dopo la voce aveva iniziato a scarseggiare, perciò non si era più potuta permettere di strillare.
La sorella le era venuta incontro varie volte, per portarla con se a casa, ma Yuffie aveva detto di no, restando seduta a gambe incrociate davanti alla porta.
Era l’ora di cena, e lo stomaco della ragazza reclamava cibo, che però non gli veniva dato.
- Prima o poi uscirete da quella porta! E quando succederà… - lasciò la frase in sospeso, per lasciar intendere i guai che avrebbero passato.
Ma Yuffie aveva torto. Nessuno uscì da quella porta, e lei rimase lì fino a notte fonda ad aspettare inutilmente.
Stava ormai albeggiando quando prese sonno. Crollò sdraiata su un fianco, chiudendo gli occhi ed iniziando a dormire contro il suo volere.
Aveva continuato a gridare anche di notte, ricevendo qualche sgridata dagli abitanti.
- Sto cercando di liberarvi, dovreste essermi grati! - continuava a strillare alle persone che la criticavano.
Ma dopo ore e ore non ce l’aveva fatta, e aveva lasciato che il sonno si impadronisse di lei.
Pochi minuti dopo che fu addormentata, due persone uscirono furtive dalla porta sul retro, costruita appositamente per scappare da eventuali persone che, come Yuffie, non avevano gradito il loro arrivo a Wutai.
Si avvicinarono alla ragazza, che dormiva pacificamente. Uno di loro la prese tra le braccia, per poi portarla lontano da quel palazzo.

Quando lei si risvegliò, si trovava in quello che lei credeva un appartamento. Guardandosi intorno, non notò nulla di particolare. Era adagiata su un letto, sopra alle coperte, e alla sua sinistra si trovava una finestra.
Si alzò, ancora insonnolita, e guardò fuori dai vetri. Non era mai stata in quel posto, perciò non seppe bene calcolare la sua posizione. Si avvicinò alla porta che la chiudeva in quella stanza, e la trovò aperta.
“Finalmente una porta aperta!” esultò, ricordandosi l’entrata di fronte a cui era rimasta varie ore.
Aprendola, scoprì un corridoio buio e stretto. Sbirciando, non vide nessuno, perciò si avventurò alla ricerca di informazioni.
Percorse pochi metri, poi trovò alla sua destra un'altra porta. La socchiuse, e guardò dentro.
C’era un tavolo, imbandito con piatti colmi di cibarie e tre bicchieri. Ma non c’era nessuno dentro a quella che sembrava la sala da pranzo.
- Buon giorno! - esclamò una voce maschile alle sue spalle.
Sussultando, la ragazza si voltò pronta alla lotta. Doveva solo trovare il suo Shuriken e non l’avrebbe battuta nessuno.
Girandosi, si trovo davanti agli occhi un uomo calvo. Indossava dei vestiti che riconobbe: una camicia bianca con cravatta, giacca e pantaloni neri. Era l’uniforme dei Turks.
- Sei uno dei Turks!? - strillò lei, allarmata.
Lui annuì, non sentendosela di mentire.
- Perché sono qui? Mi avete fatto prigioniera? - chiese urlando, non potendo stare calma trovandosi faccia a faccia col nemico.
Lui scosse la testa, allungando un braccio verso di lei. Con terrore, Yuffie si scansò per non essere toccata dall’uomo. Ma scoprì che la mano non era diretta su di lei, ma verso la porta alle sua spalle. La aprì, mostrando la tavola.
- E’ ora di pranzo. - disse semplicemente l’uomo.
Confusa, la ragazza decise di non dare retta alla sua parte che le diceva di fidarsi di quel tipo.
Con uno scatto, si lanciò nel corridoio, verso quella che sembrava la porta d’uscita. Afferrò con velocità la maniglia, sotto lo sguardo attonito dell’uomo, e provò ad aprire la porta. Ma non ci riuscì, scoprendo con rabbia che anch’essa era chiusa.
- Ma perché tutte le porte di voi Turks sono chiuse a chiave? Maledizione! - gli gridò, correndo velocemente accanto a lui, che non mosse un dito per afferrarla.
Yuffie entrò velocemente nella camera in cui aveva riposato, e aprì la finestra, decisa ad uscire da li. Ma appena ebbe posato un piede sul poggiolo, per farsi leva e scavalcarlo, un mano la bloccò.
- Ehi, ehi, ehi… disse una persona. - Dove pensi di andare? - le chiese, con voce divertita.
La ragazza si girò, per vedere la faccia di quest’altro uomo, e vide che il proprietario della mano che la teneva bloccata era un ragazzo.
- Sto fuggendo! - disse lei, sapendo benissimo che quello che stava facendo era evidente.
Lui fece una risatina, e alle sue spalle comparve l’uomo che poco prima l’aveva invitata a pranzare.
- Noi ci sforziamo di trattarti bene e tu cerchi di tradirci? - le chiese quello che la teneva bloccata.
Lei indossò l’espressione più ostile che aveva.
- Lasciatemi andare! - gridò. - Vi caccerò da questo paese, Turks, questa è una promessa! -
- Ed è proprio per questo che sei qui. - disse lui, allungando un braccio per chiudere la via d’uscita. - Rude! - disse, chiamando l’amico. - Mi sa che dovremmo incatenare anche la finestra… - mormorò, guardando beffardo Yuffie.
Lei strinse i denti, poi tirò un pugno al ragazzo.
Lui, sorpreso dalla reazione della ragazza, non fece in tempo a schivarlo e se lo prese dritto in volto.
- Così impari! - rise Yuffie.
Lui la guardò male. Poi le mollò il braccio, massaggiandosi la guancia.
Mormorò “Maledetta ragazzina…”, e si allontanò.
In quella stanza, rimasero solo Rude e Yuffie.
- Non dovresti trattarlo male… - disse lui. - sta cercando di aiutarti.-
Lei rimase confusa da quella frase.
- Aiutarmi? È un Turks! Siete Turks! E di conseguenza, miei nemici - strepitò lei.
- Noi pensiamo che il nostro capo abbia sbagliato, ad invadere questo paese. - disse lui. - Ti abbiamo presa perché sei l’unica abitante che sembra non accettare la nostra… supremazia. - spiegò.
Lei tacque, non sapendo che dire. Erano nemici, si, ma se dicevano di aiutarla, perché non accettare? Ormai, non aveva più niente da perdere.
- Dov’è mio padre? - chiese.
- E’ prigioniero. Ma tranquilla, lo trattano bene. - disse.- Ora andiamo a pranzare, avrai fame. - disse, premuroso.
Lei annuì, non potendo trattenere un sorriso. Quell’uomo era davvero simpatico. A differenza dell’altro spaccone!
Raggiunsero la sala da pranzo, dove vi trovarono l’altro ragazzo, che li guardava truce.
L’uomo calvo fece accomodare Yuffie in modo galante, per poi sedersi di fronte a lei, vicino all’amico.
- Spero che ti sia calmata… - borbottò il ragazzo.
Lei annuì, seria.
- Io sono Reno…- si presentò di malavoglia. - Lui Rude, e tu sei…? -
- Yuffie. - rispose la ragazza.
- Bene, Yuffie. - disse allora il rosso. - Ti chiederai come mai sei qui. - iniziò.
- Lo so già. - disse lei. Lui sorpreso, guardò l’amico.
- Glielo hai detto tu? - gli chiese, e Rude annuì. Reno sorrise, tornando a guardare la ragazza. - Allora è tutto più semplice. -





Salve, ecco a voi la mia prima fic su Final fantasy VII. Non sarà molto lunga, addirittura era nata come una one shot. Ma ho preferito dividerla in capitoli per rendere più facile la lettura! Spero che vi sia piaciuta! Continua al prossimo aggiornamento!
Baci, Sirene Chan
  
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