Fanfic su artisti musicali > Gotye
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Autore: Tennant_is_a_puppy    22/03/2013    2 recensioni
EMA 2012. Francoforte. Volevo andare a vedere Carly Rae Jepsen. Non immaginavo nulla di tutto questo. Si faceva chiamare Gotye. Era straordinario.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai in tribunale a testa alta.
Anche se dentro di me ero rannicchiata con le ginocchia al petto e piangevo, non avrei dato la soddisfazione a nessuno di vedermi distrutta o cose simili.
Non sembrava lo stesso proposito di Wouter.
Stava seduto al suo posto e probabilmente aveva pianto tutta la notte
“Fatemi andare da lui. Fatemelo consolare” Mi sedetti e attesi.
Una signorina si avvicinò al giudice. Mi fece un cenno di saluto, poi prese un foglio e attese.
Qualcuno disse in inglese -Lei è Freddy, la tua traduttrice..-e qualcosa che aveva a che fare col fatto che era stata richiesta dalla mia famiglia solo ieri.
Il giudice parlava e poi cominciava lei
-In sede tribunale ecc. ecc., caso n°1265...- mi poggiai al banco annoiata.
-In vigore della legge n°67 del codice penale bis della tutela sui minori, l’imputato è condannato a due mesi di detenzione e all’allontanamento della signorina Rita fino al compimento di maggiore età della stessa...-
girai il viso di scatto verso di Wouter, che già stava venendo portato via
Cercai di avvicinarmi ma ben in due mi fecero sedere -Rita..- mi ammonì mia madre
-Mamma, porca troia, chiudi quella bocca!- mi divincolai e mi avvicinai alle guardie di corsa
-Si allontani- mi ammanettarono
-Ho detto lasciatemi!- urlai
-Rita ferma!- gridò Wouter
-Wouter!- gli gridai –Ti faranno male-mi disse lui
-Lei deve uscire-ringhiò una guardia -Mi lasci in pace lei!Fee, smettila, ti prego-fece con le lacrime agli occhi gridai e strattonai per farmi togliere le manette
-Rita!- mi gridò lui prima di scomparire dietro la porta.
No. Non è giusto.
-Andiamo via, tra un’ora parte il nostro aereo- disse mia madre
. Non mi sentii mai così sconsolata in vita mia.
Finalmente mi avevano scagionato, stavo per tornare in Italia ma non mi interessava nulla. Non potevo vedere più Wouter. Non lo avrei mai più avuto accanto a me.
Non potevo sentirlo parlare in olandese e non potevo urlargli di smetterla anche se in realtà volevo continuasse.
Non avremmo più scherzato.
Né litigato.
Né fatto pace.
Non gli avrei più rubato i vestiti.
Non gli avrei mai restituito il maglione.
Entrammo in una macchina, chiusi gli occhi e mi sforzai di non piangere.
Sentii un clacson echeggiarmi addosso e poi un calore mi pervase il corpo. Un dolore lancinante mi attraversò le membra, e poi una sensazione di gelo mi avvolse.
Poi, buio.
  
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