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Autore: NatsuVIII    22/03/2013    0 recensioni
Serie di mini-fic su Yu-Gi-Oh, con varie coppie, dipenderà
dall'ispirazione del momento.
Cap.42= Sei flash, sei personaggi, sei gusti! Ho voglia di gelatooo!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GELATO

Gianduia - Rashid - Ossessione
Era così … bello!
Le sfumature bronzee, la calda tonalità autunnale, l‘avvicendarsi sinuoso delle forme …
Gli era completamente devoto.
Era un tipo fedele l’egiziano.
Quando dava la sua parola, quando si metteva in testa qualcosa, quella era; indipendentemente dalle situazioni, dalle circostanze e dagli altri.
Eppure era anche in conflitto con se stesso. Perché? Semplice, si sentiva in colpa.
Era consapevole delle proprie decisioni, aveva fatto le proprie scelte e le avrebbe portate fino alle estreme conseguenze, ma ...
Ma c’era sempre quella sensazione, quella di non star facendo la cosa giusta; di stare, in qualche modo, smarrendo la strada.
Decise comunque d’andare avanti per la sua strada, e sarà quel che sarà.
E così Rashid sopportò stoicamente le occhiate di biasimo del suo padroncino che, al di là di un cono frutti di bosco e cookies, lo osservava scettico affondare il cucchiaino nella sua semplice coppa al gianduia.


Eucalipto - Bakura - Pucci power
Bakura osservò, mezzo disgustato mezzo scocciato, la ragazza guardarlo come se gli fossero spuntate le zanne da squalo e delle graziose cornine ricurve.
Non ci poteva credere, queste ragazze d’oggi erano davvero stupide: ai suoi tempi, se una serva non si fosse sbrigata ad eseguire l’ordine, sarebbe stata scuoiata viva.
Ahhh, gran bei tempi, quelli!
Purtroppo aveva bisogno anche di questi umani limitati per portare avanti i suoi piani. Come si suol dire la frequentazione di certi soggetti era una necessità spiacevole ma nondimeno necessaria.
E quindi era qui, alle cinque di un giovedì pomeriggio qualsiasi, ad aspettare che quella stupida ragazzina si svegliasse.
Che poi neanche gli avesse chiesto la luna, o le stelle, od il puzzle del millennio (che, detto fra noi, era anche il più difficile dei tre da reperire al momento! Il faraone si era attaccato peggio della cozza allo scoglio a Yuugi-kun, il maniaco, ed ora per staccarlo ci voleva la fiamma ossidrica)!
A voler essere totalmente sincero il piano geniale non era proprio tutta farina del suo sacco, era più che altro l’attento studio sociologico di quella fetta di umanità che erano le conoscenze del suo alter ego e le conseguenze che ne aveva tratto (ed al tombarolo, povero, non era passato neanche per l’anticamera del cervello che la masnada di pazzi furiosi, criminali incalliti e geni del male mascherati da innocue/i ragazzine/i con cui l’altro sé soleva girare, non poteva essere considerato significativo non dico ai fini di un’analisi statistica, ma neanche per farsi un‘idea di come si comportavano degli esseri umani sani).
Ora, checché se ne dicesse in giro, era evidente che i veri leader del gruppo fossero Yuugi-kun, Mokuba-kun e Shizuka-chan!
Era incontestabile che quei tre facessero ballare sul palmo della mano tutti gli altri idioti che si portavano dietro. E come facevano? Ma con la loro carineria.
Eh sì, aveva riscontrato più volte come bastava che uno dei tre sbattesse le ciglia con i loro immensi occhioni, assumendo la faccina più kawaii del loro esteso repertorio, perché qualunque povero decelerato/a, esemplare alfa, maschile o femminile, si trasformasse in un miscuglio di cuoricini, fiorellini e sììì, farò tutto quello che vuoi! Esisto per servirti!
Bakura era arrivato a pensare che fosse una sorta di ipnosi collettiva. Di sicuro quei tre ne sarebbero stati capacissimi!
Doveva tenerli d’occhio, rivali pericolosi!
E così, riflettendoci, era arrivato alla conclusione che se bastava essere pucci per raggirare quella masnada di deficienti (gioventù bruciata! Ahh, ma ai suoi tempi …) allora lui lo sarebbe diventato!
E cosa c’era di più pucci di una bestiolina piccola, morbida, pelosa, vegetariana ed assolutamente innocua? Di un koala, insomma (che, come a voler confermare la sua teoria, era l‘ultimo peluches che l‘ospite del faraone si stava spupazzando quattro tavoli più in là, fra i dubbi versi estatici della banda di casi umani)?
Ed era così che, in base al principio “a seconda di cosa mangi diventi ciò che sei” (o qualcosa di simile, doveva ammettere di non esser stato proprio attentissimo durante la predica che la nonna del suo ospite gli aveva fatto un paio di cene fa) ora stava aspettando che quella stupida ragazzina si decidesse finalmente a servigli il suo maledettissimo gelato all’eucalipto!


Lampone - Maximilian Pegasus - Tutta una questione d’immagine
Maximilian osservò sorridendo divertito i monitor.
Tante, piccole, patetiche formichine.
Li osservò affannarsi per riunirsi ai loro amici, in un patetico tentativo di racimolare le stelle all‘ultimo minuto.
Si arrischiò persino a ridacchiare, incurante dell’ospite al suo fianco.
- La vuoi piantare Pegasus? Sono venuto qui per un motivo preciso, e gradirei non perdere tempo!
- Ma Kaiba boy … non capisco di cosa parli!
Il creatore di Magic&Wizard sorrise al ringhio esasperato del giovane presidente, mentre sorseggiava dal solito calice la solita sostanza rubinea.
- Mio fratello! E già che ci sei gradirei anche che tenessi le tue manacce lontane dalla mia azienda!
- Ma Kaiba-boy, come sei noioso! Se facessi co … ehy!
Pegasus dovette schivare al volo la tartina al fois grass che l’altro gli lanciò dietro, che per inciso concluse la sua triste sorte spiccicata contro il muro. Che spreco di cibo!
E l’altro non sembrava aver finito.
- Ora basta! Sii serio se ti riesce, pagliaccio! Ora tu vieni con me e … e … ma che diam …
- E va bene Kaiba boy, andiamo.
Pegasus si riappropriò del calice, che l’altro gli aveva sottratto nella foga del momento ed ora guardava sbalordito, per poi girarsi e iniziare a scendere.
Destinazione: arena dei duelli.
E il possessore dell’occhio sapeva che l’altro ragazzo non sarebbe uscito integro dal duello.
Ma del resto non era neanche colpa sua.
Se il ragazzo avesse tenuto le mani a posto avrebbe anche potuto prendere in considerazione l’ipotesi di ridargli il fratellino e rispedirlo a casa, ma così ne andava della sua immagine!
Non poteva permettere che si venisse a sapere che il creatore di Magic&Wizard, il ricchissimo uomo di mondo Maximilian J. Pegasus …
In quel calice raffinato invece di pregiato vino (che non reggeva assolutamente, gli bastava mezzo dito per partire completamente di testa; perché, sul serio, pensavate che una persona SOBRIA potesse inventasi qualcosa come la serie toon?!?) sorbiva litri e litri di gelato semisciolto al lampone.


Ananas - Raphael - Si stava meglio quando si stava peggio
Ok, era un’isola deserta.
Ok, era solo come un cane e la sua analista aveva probabilmente ragione quando gli ripeteva che il cuore delle carte era una scemenza e che i mostri di Magic&Wizard erano … bè, disegni, e quindi inanimati; indi quelli che gli avevano fatto compagnia erano solo il prodotto dei diversi traumi accumulatisi.
Ed ok, era stato felice di andarsene perché, sul serio, Sole e mare cristallino e spiaggia bianca e tutto, ma dopo un po’ sempre lo stesso panorama stanca.
Però, maledizione, questo era troppo!
Mentre osservava Almeda fare una bambolina woodo di Seto Kaiba, e Valon farne una per non voleva sapere cosa di una biondina tutta curve, si chiese se quella volta avesse fatto la scelta giusta ad andarsene.
Arraffò il suo bicchiere di gelato all’ananas - sì, aveva nostalgia di casa, problemi? - e si decise a muoversi per cercarsi un altro posto prima di fare una carneficina.
Peccato che aprendo la porta ebbe una visione del suo capo che parlava da solo, con tanto di risata da pazzo, davanti all‘altarino costruito per la carta del Leviatan.
Richiuse la porta e tornò al freezer per versarsi una doppia razione di gelato all’ananas.
Chissà se da qualche parte trovava una compagnia di crociere specializzata in naufragi …?


Torrone - Dartz - Fraintendimento
Dartz osservò soddisfatto il suo bottino.
Finalmente! Finalmente tutti i suoi sforzi sarebbero stati premiati, tutti i sacrifici ripagati e le ricompense promesse finalmente accordate.
A pensarci bene non doveva sembrare proprio sano di mente ad osservare in quel modo un semplice contenitore rettangolare, ma lì dentro era rinchiuso lo scopo della sua esistenza.
Era bianco, spumoso, con riflessi opalescenti che fluttuavano qua e là; probabilmente i desideri più profondi e le paure più radicate.
Con quel miscuglio di speranze, sogni, delusioni e desideri avrebbe nutrito il suo signore, avrebbe stuzzicato il suo appetito e fatto crescere fino al risveglio promesso.
E poi … e poi il mondo sarebbe stato suo!
Certo, c’era ancora da sistemare quella faccenduola delle anime del faraone e del sacerdote, ma aveva sguinzagliato i suoi perfidi sger … ehr, fidati assistenti, ed era fiducioso. Ormai era solo una questione di tempo!
+++
Da dietro la porta tre loschi figuri osservavano perplessi la scena: che il loro beneamato leader iniziasse a soffrire di demenza senile era ormai cosa risaputa (e diciamocelo, dopo MILLENNI a fluttuare nell’etere senza uno straccio di corpo fisico, la cosa diventava anche comprensibile), ma ora si stava decisamente esagerando.
- Raphy, glielo vai a dire tu che la vaschetta che contempla da mezz’ora non è la pappa del Leviatan ma la vaschetta di gelato al torrone che ieri sera ci siamo dimenticati di rimettere nel freezer?


Ovolat - Mokuba - Ovvero errare è umano, perseverare è diabolico!
Mokuba aveva da sempre avuto una passione per le uova, quelle con la sorpresa.
Che diamine, ci aveva persino costruito sopra un gioco!
Ed ora si vedeva fare questa carognata proprio dalla persona di cui si fidava di più! Non se lo sarebbe mai aspettato dal suo fratellone.
Questi sono i traumi che ti segnano la crescita!
- Mokuba, smetti di brontolare! Ti ho già detto che in estate niente uova la cioccolato, che poi ti viene quella orribile e dolorosa eruzione cutanea. Ci siamo capiti?
- Sì, nii-sama.
++++++
Il piccolo ghignò malefico al gelataio mentre arraffava il cono.
In fondo suo fratello non gli aveva proibito di mangiarsi un gelato, no?
Non era colpa sua se si era dimenticato di specificare che era bandito anche il gelato all’ovolat, oltre ai semplici ovetti.
++++++
Due giorni più tardi, mentre costretto a letto si doveva sorbire la ramanzina chilometrica del fratellone, pensò che magari la prossima volta avrebbe scelto un altro gusto …
Magari cioccolato e panna?
  
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