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Autore: watereyes    24/03/2013    6 recensioni
Se c'è una cosa che odio, ancora più della gente che non si lava in autobus, è andare a scuola. E non perchè detesti studiare o altro, per carità. Voglio dire, non è che studiare mi faccia impazzire, ma imparo volentieri le cose.
Il punto però è che.. avete presente quelli squallidi film americani da quattro soldi? Dove fanno vedere quelle scuole divise in rigide gerarchie, i giocatori di football, le cheerleader, i secchioni e blablabla?
Ecco, uno pensa che queste cose esistano solo nei film, invece no. Se volete l'eccezione alla regola, il nos plus ultra delle scuole, allora la Seiyo Accademy fa per voi.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi, Tadase Hotori, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 1

IL GIORNO PRIMA

 

La giornata era cominciata nello stesso identico modo, precisa alla precedente come un biscotto è uguale a un altro biscotto: la sveglia (Highway to Hell, degli AC/DC, perchè sono una tipa a cui piace cominciare la giornata in modo energico) ha suonato e io, come al solito, non l'avevo sentita. Lo so, la cosa ha dell'incredibile, dato che i decibel al limite dell'inquinamento acustico finiscono per svegliare mezzo quartiere, ma io non la sento, ho il sonno più pesante di un mammut dopo il cenone di Natale. Mio padre ha proposto più volte di offrirmi come oggetto di studio per casi anomali in qualche università o ospedale. Che gran cosa, l'amore paterno.

Niente paura però, io dispongo della mia personalissima e infallibile sveglia: più puntuale di un esattore delle tasse svizzero, più implacabile e spietata di una donna alle prese con la spesa al supermercato l'ultimo mercoledì del mese: mia madre si presenta davanti alla mia porta tutte le sante mattine alle sette in punto, non importa che sia primavera o autunno, che ci sia l'anno bisestile o una coincidenza fra Giove e Saturno, lei arriverà e mi strapperà dalle braccia di Morfeo senza il minimo rimorso. Nel corso degli anni, ha sviluppato le tecniche più svariate, dal classico spalancamento delle finestre e strappazione delle coperte ai colpi di padella, dall'acqua gelida al -il peggiore- alitarmi in faccia formaggio Camembert.

Sopo vari strilli e ardue lotte per il possesso del bagno (“Amu, sei lì dentro da quindici minuti, hai intenzione di trasferirti?”) esco di casa, imprecando contro i fili dell'ipod che ovviamente sono attorcigliati fra loro. Non so come diavolo possa succedere, ma le cuffiette sono e saranno sempre irrimediabilmente ingarbugliate fra loro. Sono certa che se stendessi i due fili perfettamente allineati l'uno accanto all'altro e mi voltassi per un momento, questi se ne approfitterebbero per azzuffarsi di nuovo.

Comunque, riprendo un aspetto umano solo dopo aver ascoltato un po' di sana musica. Arrivata alla fermata dell'autobus, sono dieci minuti fino alla mia scuola, luogo dove tutto ha avuto inizio.

Avvisto la figura snella di Rima e le balzo addosso di spalle, spaventandola:

“Buh!” strillo, come una perfetta bambina demente.

“Amu! Che ti prende, alle otto di mattina!” sbuffa lei, dando un ultimo tocco di fondotinta alle guance rosee.

Rima è praticamente la ragazza perfetta, che tutti i genitori vorrebbero come figlia e ragazzi come fidanzata: di bell'aspetto, educata, una media scolastica impeccabile, gentile, altruista, simpatica.. è la mia migliore amica. E poi ci sono io, la pazza squilibrata con una media disastrosa che mangia acido muriatico come se fossero caramelle al miele, che trova solo imbecilli come ragazzi.

“Hey Hinamori, come butta?”

Ecco, appunto. Non stavo parlando di imbecilli? Josh, il mio ex, sta appoggiato al mio armadietto, i capelli biondi scompigliati e il sorriso sornione.

“Evapora, Josh” cerco di liquidarlo.

“Ehi, calma piccola! Come mai così scontrosa?”

“Sei praticamente spalmato sul mio armadietto, scollati, devo prendere il libro di.. uhm, letteratura” dico, sparando una materia a caso.

“Ma adesso non hai matematica?”

“Sì, quello che è” ribatto velocemente, cercando di spostarlo con il braccio e scansando il suo tentativo di intrappolarmi fra le sue braccia.

Grazie a Dio, la campanella giunge in mio soccorso, dandomi la scusa perfetta per darmela a gambe.

Arrivata a matematica, mi rendo conto di aver portato il libro di biologia: beh poco importa, una materia vale l'altra, no?

Mentre la Stenfield blatera qualcosa a proposito di funzioni, la mia mente vaga distratta: sabato c'è una festa a casa di quella riccona di Caroline Flick, e ho un assoluto bisogno di un nuovo vestito. Devo solo trovare il mondo di convincere quel tirchio di mio padre a scucirmi la grana, poi trascinerò Rima con me.

Finita l'ora, ritorno al mio armadietto: ecco, ci siamo, è proprio questo il momento dove tutto è iniziato, dove il mio istinto da paladina si è risvegliato e mi ha costretto a farmi i fatti altrui.

Non so perchè non posso essere una persona che si fa i fatti propri, mi sarei risparmiata e mi risparmierei tutt'ora un sacco di guai.

“Ehi sfigato, dammi una stizza!”

Grasse risate attirano la mia attenzione: eccoli lì, ovviamente tutti ammassati a ridere come polli, capeggiati dal loro capitano Ikuto Tsukiyomi, capo della squadra di calcio e puttaniere di prim'ordine.

Quest'ultimo afferra un ragazzino per il bavero della giacca e lo sbatte contro l'armadietto più vicino:

“Allora, sei stato tu o no?”

“N-no, te lo giuro, non so nemmeno come sia la tua felpa..” balbetta, terrorizzato.

A quel punto, il mio istinto da eroina si è fatto sentire e -mollando Rima a metà discorso- mi dirigo a passo di marcia verso di loro. Picchietto sulla spalla di Tsukiyomi, che si volta con aria scocciata che si trasforma in interessata dopo avermi vista:

“Aspetta dolcezza, adesso non posso. Ma dopo ci vediamo” mi strizza l'occhio.

O Cristo, ma chi è questo tizio!

“Senti bello, non mi frega niente di uscire con te e i tuoi tic facciali. Solo lascia in pace quel ragazzo, non t'ha fatto niente!”

Un silenzio attonito scende su di noi dopo le mie parole, mentre Tsukiyomi mi gusrda sorpreso, prima di scoppiare a ridire:
“E tu chi caspita sei? Lady Oscar moderna? Ehi Cenerentola, hai un principe che ti vuole salvare!” esclama rivolto al ragazzo, che si fa sempre più pallido e tremante.

In quel momento la campana -le sarò sempre riconoscente, lo giuro- suona, lasciando la sfida inconclusa.

“Ci vediamo, pivello. A presto anche a te, paladina della giustizia” grida Tsukiyomi, allontanandosi con la sua banda al seguito.

Ritorno da Rima, subendo le sue ire a causa del mio gesto sconsiderato per il resto della mattinata.

Allora non immaginavo quanto avesse ragione e quanto quel folle gesto avrebbe cambiato la mia vita.

 

 

 

 

Ssssssalve salvino!!!! (?)

Come butta? E' l'una di notte e io sto crollando di sonno, ma non volevo far passare troppo tempo dal prologo, che in effetti era già un po' misero, quindi ho scritto il capitolo di getto.

Che ve ne pare? Spero vi piaccia :)

Ora vado, ho sonnissimo!!

Un bacio, a presto

E.  

   
 
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