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Autore: Rota    26/03/2013    1 recensioni
[Accenno ShibaxYatsuomi]
Bocciolo, in primavera: il ricordo del primo vagito diventa un'eco, nella testa, che rimbalza in ogni dove e in ogni secondo, quando il moltiplicarsi delle forme che la vita assume si materializza sempre in un nuovo inizio, nel principio di tutto. È con la nascita che siete allacciati nel primissimo legame, e lui ti guarda come se non solo nella presenza ma nella sostanza fossi vicino a lui, concreto e materiale come il resto che lo circonda, e tu lo guardi col sorriso tipico di chi sa amare, anche se tiepidamente, sia con le espressioni sia col cuore.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: Rota

*Titolo: Quattro stagioni

*Fandom: Countdown Seven Days

*Personaggi: Yatsuomi Karasuma, Shiba
*Generi: Malinconico, Sentimentale

*Avvertimenti: Missing moment, Shonen ai, Flash fic

*Rating: Giallo

*Note autore: Niente di particolare, volevo dedicare semplicemente questa cosetta a MattieLeland che ho scoperto ultimamente conoscere questo manga. Spero ti possa piacere :)

 

 

 

 

Bocciolo, in primavera: il ricordo del primo vagito diventa un'eco, nella testa, che rimbalza in ogni dove e in ogni secondo, quando il moltiplicarsi delle forme che la vita assume si materializza sempre in un nuovo inizio, nel principio di tutto. È con la nascita che siete allacciati nel primissimo legame, e lui ti guarda come se non solo nella presenza ma nella sostanza fossi vicino a lui, concreto e materiale come il resto che lo circonda, e tu lo guardi col sorriso tipico di chi sa amare, anche se tiepidamente, sia con le espressioni sia col cuore.

Foglia, in estate: le braccia e le gambe che si allungano ormai avvicinano dita in grado di toccarti, quasi, o di mimare un contatto efficace non solo nell'intento, e la coscienza che rende consapevoli i sentimenti che vi uniscono, non più istinto ma volontà, si esplica in parole gentili su labbra giovanissime. Nella crescita, ci sono i primi esperimenti di mondo, come il correre a perdifiato su un prato verdissimo per inseguire qualche lepre poco scaltra, ma anche gli sguardi cattivi della gente, che non capisce né vuole capire a chi sono rivolti gesti senza senso – se ad un angelo o ad un demonio, che nell'ignoranza di esseri attenti solo al tangibile sono uguali.

Giallo, in autunno: i capelli ormai raggiungono la massima elevazione da terra, e senza più difficoltà gli occhi chiari, così grandi ed espressivi da apparire quasi infantili all'occhiata distratta, si volgono a guardarti e ti colgono, in alto, come una nuvola bianca e luminosa, sempre presente. Perché Shiba sa ancora sorriderti, nonostante l'occhio sia gonfio di dolore e di pianto e il labbro spaccato a metà da quella carezza troppo pensante che gli è stata rivolta, prima che scappasse di casa ignorando le grida rabbiose di qualcuno e affogando i sentimenti cattivi, malati, terribili, da qualche parte nel suo grandissimo cuore. Fa quasi più male la parola gentile che gli rivolgi, nell'insieme dei lividi che ha dentro, ma non accenna mai a staccarsi da te e non osa neppure allontanarsi di un passo, perché l'ombra non l'ha totalmente sedotto. Inizia a tremare, quando lo tocchi sulla pelle, e ti ringrazia nei sospiri.

Fango, in inverno: non c'è legame oltre al tuo che renda umane quelle membra, ferme quelle parole, rilassati quei muscoli. Crolla ogni cosa, a terra, e diventa non altro che decomposizione, nei sentimenti e nel corpo tutto, in un miscuglio che diventa solo poltiglia appiccicata ai piedi che appesantisce e sconvolte, ingloba sempre più. Diventa quindi rosso, sulle dita e sulle labbra, nel sangue che scorre in una morte cruenta e inesorabile, nel bacio che mai ti ha potuto dare e non per riconoscenza vile ma per amore talmente totale da essere anche assoluto – per lui, tu sei sempre stato tutto.

 

Ricopri quella forma ancora una volta, con le foglie di mille stagioni passate.

Ora sembra dormire, non ha fatica nell'espressione e le braccia sono distese lungo i fianchi. La collina che ha conosciuto in ogni angolo, da bambino, lo conserverà fino ad una nuova nascita.

E i tuoi occhi si chiudono assieme ai suoi, non solo dietro le palpebre ma in una morte che ti tocca dentro, nella tua essenza incorporea. La morte vi riallaccia, concludendo un altro ciclo di dolore.

L'attesa, forse, alimenta la speranza, ma senti che manca ormai quel battito caldo che ha reso belli i primi incontri, qualche vita fa. Nei suoi giorni, c'è anche lo scorrere del tuo tempo, e lo senti aggiungersi a troppi tasselli. Forse, è per vigliaccheria che attendi quella crepa capace di far crollare tutto e di portare, dalla luce, alla pazzia più pura – forse solo un sogno infranto, che lascia nella malinconia la voglia stupida di ricominciare. E quando Shiba aprirà gli occhi, di nuovo, sai perfettamente che sorriderai, ancora e ancora. Come un illuso.

Yatsuomi, ora ai tuoi piedi c'è solo un cumulo silenzioso di colori spenti.

 

   
 
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