Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Pillowofwind    27/03/2013    0 recensioni
Sullo sfondo di una vicenda con molti punti oscuri, nasce l'intensa amicizia tra un ragazzo pieno di segreti ed un investigatore privato alle prese con il suo primo incarico.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mio fedele pick up ci stava riportando verso Casteltorrio, Elis era torvo, contrariamente al solito non mi guardava mai negli occhi.

Era chiaro che la conversazione tra me e sua madre lo aveva turbato, così tentai di affrontare l’argomento trasversalmente;

“Secondo te come sta tua madre? Voglio dire, credi che sia completamente instabile?”

“Faresti prima a chiedermi se quanto ti ha detto è vero, dato che questo vuoi sapere.”

Sembrava tornato all’indifferenza dei primi giorni, con l’aggiunta di un’inedita nota di spregio nei miei confronti. Stavo sbagliando a prendere così alla larga un discorso tanto delicato, forse è vero, ma potevo fare altro? Il racconto di sua madre mi aveva lasciato dapprima perplesso e poi inorridito. Avrei dovuto mostrare ad Elis tutto il mio sgomento senza lasciare neppure uno spiraglio alla possibilità che si trattasse dell’invenzione di una povera donna fuori di senno?

“E’ così, è andata esattamente così.”

Come da un soffio lontano.

Ho insistito per fermarci sul bordo della strada e scendere dall’auto per una boccata d’aria; stavo per dare i numeri anch’io e non era prudente guidare in quello stato. Lui non si è voluto muovere, ha abbassato il finestrino seguendomi furtivamente con lo sguardo mentre mi appoggiavo alla portiera, dal suo lato.

Benché gli stessi di spalle, o magari proprio per questo, ha sentenziato con ironica mestizia;

“Non si salva nessuno, da queste parti. Al posto tuo farei i bagagli e tanti saluti all’onorario.”

Ho acceso la prima sigaretta dopo mesi di virtuosa astinenza e mi sono sistemato più comodamente contro la portiera per avvicinarmi al finestrino da cui proveniva il suo respiro calmo, impassibile.

“Faresti prima a dirmi… che vorresti non avermi più intorno!”

Speravo di farlo sorridere con la parodia della sua sprezzante esortazione di prima e invece giocherellava distratto con la mia piastrina militare appesa allo specchietto retrovisore.

“Non ti ci vedo in una caserma.”

“E infatti eccomi qui.”

“Cos’hai combinato, esattamente?”

“E’ una lunga storia, diciamo che non faceva per me, con buona pace della mia famiglia.”

“Suppongo che entrambi possiamo vantarci di averli delusi con successo”.

Ho sorriso con levità. Forse anche lui.

Finita la sigaretta siamo ripartiti con un cielo minaccioso che incombeva alle nostre spalle.

Non so cosa mi abbia fatto più male, scoprire il passato di Elis o ripensare al mio. Al nostro. Sai meglio di me che la scelta di spedirmi in Accademia non fu esclusivamente una questione di tradizioni da rispettare e se non riesco a perdonare io, mi chiedo in che modo possa riuscirci Elis.

Tradito dalle persone che dovrebbero amarti più di ogni altra cosa al mondo.

Posso dirlo di me, come di lui. Probabilmente ci siamo riconosciuti da questo lugubre marchio che ci contrassegna come bestie scampate al macello.

Non biasimarmi per non averti ancora raccontato ciò mi ha detto la madre di Elis, ho dovuto lavorarci su, mitigare la rabbia e sostituire la frustrazione con la razionalità necessaria per proseguire la mia indagine. Adesso che mi accingo a parlartene, mi rendo conto che non mi è più possibile mantenere la distanza di sicurezza tra me e questi eventi, queste persone, e soprattutto da Elis, ovviamente:

Una sera d’estate come tante altre, il Commendator Vezzali fece un discorso ai genitori di Elis: mancava poco per concludere l’accordo con Donna Amaranta Aquileja, questione di giorni, puntualizzò, e sarebbe diventato il nuovo proprietario del Palazzo di Guardia. Per una cifra irrisoria sulla quale i genitori di Elis preferirono non interrogarsi.

All’entusiastico preambolo del Vezzali seguì la proposta di entrare in società con lui per la trasformazione del Palazzo in residenza di lusso; i profitti non avrebbero tardato a soddisfare i più rosei pronostici grazie alle sue frequentazione altolocate. L’attrattiva dell’operazione era innegabile, ai genitori di Elis brillavano gli occhi dall’emozione.

Tuttavia erano pronti a metterci subito una pietra sopra; i loro risparmi non sarebbero mai stati sufficienti per acquisire la loro quota, per quanto il Commendatore avesse voluto agevolarli, avevano pur sempre solamente i frutti del modesto rendimento che garantiva il piccolo albergo. A meno che… Corsero dritti col pensiero al matrimonio del secolo, quello di cui tutti in paese già parlavano da una vita. Certo, i ragazzi erano molto giovani, minorenni addirittura, ma chissà che con le illustri conoscenze del Commendatore non si sarebbe potuto ovviare a quel fastidioso intralcio giuridico.

E invece…..Quella sera d’estate, uguale a tutte le altre, con i tavoli all’aperto e le gare di pesca notturna, la proposta del Vezzali tuonò nella quiete della normalità in tutta la sua oscena essenza.

Egli voleva Elis. Non per sua figlia, per se stesso.

Quell’attrazione inconfessabile era maturata nel silenzio dei lunghi soggiorni, anno dopo anno, nutrita dalle poche parole scambiate durante una gita in battello o una passeggiata nei boschi. Si trasformò poi in malata ossessione quando diventò evidente che Elis ed Almaluce si sarebbero apprestati a condividere ben più d’una semplice simpatia adolescenziale. Infine divampò in tutta la sua turpitudine quando ci fu l’opportunità di offrire ai genitori di Elis una merce di scambio per appagare quell’indegna perversione. Il Vezzali era certo che, soprattutto per il padre, non sarebbe stato un vero sacrificio barattare l’innocenza del figlio sul quale erano sempre piovute tutte quelle insinuazioni tra i compaesani, con il prestigio di un’elevata posizione sociale. Ed era altrettanto sicuro della totale arrendevolezza della madre al volere di suo marito.

Nessuno può neppure immaginare cosa possa aver provato Elis quando i suoi genitori gli hanno riferito di aver accettato quella vergognosa proposta.

Ma forse io, noi, possiamo averne un’idea, sia pure lontana, non trovi?

Adesso non posso fare a meno di pensare che Elis sia in qualche modo coinvolto nella morte di colui che stava per diventare il suo aguzzino, tuttavia mi chiedo se sarò capace di denunciarlo nel caso in cui riuscissi ad averne le prove.

Ho deciso di andare a parlarne con Pagus; stando a quello che mi ha detto Marta, lui ed Elis sono buoni amici.

Non esiterò ad aggiornarti presto.
 
Casteltorrio, 20 marzo

L’incontro ha preso una piega imprevista: il vecchio ed Elis stavano preparando la legna per la comitiva di ospiti che arriverà in occasione del solstizio di primavera. Mi hanno accolto prendendo in giro il mio tempismo ed hanno iniziato ad interrogarmi per decretare chi tra loro fosse il più abile con l’ascia, salvo poi concordare sghignazzando che la mia valutazione non contasse un granché.

Complice il buon vino che Pagus mi ha offerto, si è aperta una breccia nel muro che avevo eretto per impedire ai fatti di collegarsi tra loro e connotarsi di una logica che mi avrebbe costretto a prendere una posizione definitiva in questa  vicenda.

A vederli insieme, erano l’immagine della consolidata ed inattaccabile fiducia reciproca che unisce i fratelli, anzi, i veri amici. No, nemmeno: i complici.

Ho aspettato che Elis andasse via, ho ingollato l’ultimo bicchiere ed ho guardato Pagus dritto negli occhi:

“Devi dirmi cosa ricordi veramente di quella notte. Sono convinto che Elis c’entri qualcosa ma non ho nessuna intenzione di mettere a rischio la nostra amicizia per un semplice sospetto, aiutami a fare chiarezza, te ne prego.”

Volgendo altrove lo sguardo, forse per chieder consiglio all’orizzonte, mi ha concesso un solenne:  “so tutto, io c’ero”.

“Sono troppo vecchio per portarmi ancora dietro questo segreto, il secondo segreto di Elis di cui mi sono fatto carico. Presto morirò e, se il Dio di padre Stelvio non mente, mi ricongiungerò al mio povero figliolo. Vorrei però essere sicuro che qualcuno resterà vicino ad Elis, ne ha bisogno, tu mi sei subito sembrato la persona giusta. E spero proprio di non sbagliarmi.”

“Non ti sbagli, vecchio.”

La mia ebbra fermezza deve averlo convinto perché ha proseguito il racconto come se stesse redigendo il suo testamento:

“ L’appuntamento era sul ponte, il Commendator Vezzali avrebbe riscosso il dovuto nella vecchia baracca di legno, approfittando della mia assenza; come al solito a quell’ora sarei stato accasciato su qualche sgabello del bar, lo sapeva bene.
Quello che non poteva sapere era che, prima di andare ad ubriacarmi, avevo scrupolosamente provveduto a segare un pezzo della balaustra dove Elis si sarebbe fatto trovare fingendo di esservi appoggiato.

Non fosse stato per il quarto di luna crescente riflesso sul lago, il buio sarebbe stato assoluto.

Al primo approccio famelico del Vezzali, Elis si scostò docilmente dalla balaustra e lasciò che lo slancio del Commendatore facesse il resto. La balaustra cedette e con essa quel corpo pesante pieno di colpe. Elis si sporse a contemplare lo spettacolo della disperata battaglia del Vezzali contro l’abisso che inesorabilmente lo ingoiava. Il suo sospiro orgoglioso deve aver riecheggiato in quella notte scura e in tutte le altre trascorse a rivivere con la memoria quel momento.

Incamminandosi con estrema calma verso casa, si deliziava al pensiero della delusione che avrebbe procurato ai suoi genitori.
Poi si convinse che non era il caso di raccontare loro la verità e recitò la parte che meglio sarebbe stata accolta; lo aveva atteso a lungo, ma il Vezzali non si era presentato, forse perché preda di repentini sensi di colpa. Rinunciò a rivendicare le sue ragioni sulle espressioni afflitte dei suoi genitori ed andò a dormire tranquillo.

Poco prima dell’alba, tornando dal bar, rimpiazzai il pezzo di balaustra mancante con uno di quelli abbandonati da secoli nel deposito comunale e andai anch’io a dormire tranquillo.”

E’ stata una rivelazione ma soprattutto una liberazione. Per me e per Pagus che da tanti anni custodiva fedelmente questo segreto come pegno per la sincera amicizia di Elis. L’ho ringraziato per avermi considerato adatto a prenderne parte e sono uscito dalla baracca di legno rafforzato dalla consapevolezza della verità, finalmente spogliata di ogni peso.

E’ dunque questo che mi ha avvicinato ad Elis fin dall’inizio. Aver provato sulla nostra pelle la paura senza nome di chi è costretto a fare i conti con qualcosa di più grande delle proprie forze, che ci mette alla prova. Facendoci crescere in un solo istante, sbalzandoci a mille miglia di distanza dalla nostra condizione di innocenti.

Non è successo lo stesso a me quando ho accettato, sopportato, l’arruolamento?

Quando mi sono procurato l’espulsione non ho forse gettato il mio Vezzali dalla mia balaustra?

Mi dispiace per Almaluce ma non sarà da me che scoprirà la verità su suo padre.

Sono tornato in albergo ed ho attraversato l’atrio alla ricerca di Elis.

L’ho trovato impegnato nella preparazione delle camere e, senza dargli il tempo di voltarsi, stringendolo per un braccio, l’ho costretto a guardarmi negli occhi come aveva smesso di fare dal giorno in cui avevo parlato con sua madre; quando ha ceduto alla mia presa ho allentato la stretta ed ho chiamato a raccolta tutte le mie energie per fargli capire cosa provavo, senza doverlo sottoporre allo strazio delle parole. Si è abbandonato su una sedia e con uno sguardo ardente di fiducia mi ha chiesto cosa avessi intenzione di fare.

Ci ho pensato un po’, ma davvero poco e gli ho risposto:

“Ti aiuto con gli ospiti”.

Il primo, lieve, sorriso che abbia mai visto sul suo volto ci ha illuminato entrambi. Ed abbiamo continuato a sistemare le stanze, insieme.  
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Pillowofwind