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Autore: Hebi_Grin    27/03/2013    3 recensioni
[HashiMada]
Cade il sasso, lentamente. Emette un suono sordo, affondando nell’acqua.
Plof.
Cadi tu, velocemente, dal dirupo, e sussurri un nome – il suo nome – nella mente. Ad occhi chiusi, con un lieve e nostalgico sorriso.
“Hashirama”.
Cadi, sempre più giù, dal dirupo nella tua mente, scivolando nel suo ricordo.
“Hashirama”.
Ma lui non c’è più, eppure è così vivo, nella tua memoria.
Cadi, nell’oscurità che ti è amica; sprofondi nell’odio, tuo fedele alleato.
Poi vedi in fondo la luce, e la sua figura che vi si staglia contro, più luminoso della luce stessa, ai tuoi occhi, ancora chiusi.
“Hashirama”.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hashirama Senju, Madara Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio
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Salve! Allora, innanzitutto, io sono Grin e sono nuova nel Fandom (sembra la riunione dell'Alcolisti Anonimi, UGH). 

La storia è un'HashiMada. Era da qualche tempo che pensavo di scriverne una, ma l'ispirazione non bussava alla mia porta. E questo pomeriggio, inaspettatamente, è giunta(?). E nulla, l'ho scritta di getto, senza nemmeno sapere dove stessi andando a parare. Spero che sia soddisfacente comunque e di aver reso giustizia al pairing, che è anche il mio OTP (da prima del flashback, li shippo da quando ho visto il viso di Hashirama sul petto di Madara. <-- Ci tiene sempre a dirlo.)

Eee, nulla. Buona lettura! Fatemi pure sapere se secondo voi devo aggiungere qualche avvertimento o nota, se trovate qualche errore... Qualunque cosa!




Ossessiva illusione

 

 


Cade il sasso, lentamente. Emette un suono sordo, affondando nell’acqua.

Plof.

Cadi tu, velocemente, dal dirupo, e sussurri un nome – il suo nome – nella mente. Ad occhi chiusi, con un lieve e nostalgico sorriso.

Hashirama”.

Cadi, sempre più giù, dal dirupo nella tua mente, scivolando nel suo ricordo.

Hashirama”.

Ma lui non c’è più, eppure è così vivo, nella tua memoria.

Cadi, nell’oscurità che ti è amica; sprofondi nell’odio, tuo fedele alleato.

Poi vedi in fondo la luce, e la sua figura che vi si staglia contro, più luminoso della luce stessa, ai tuoi occhi, ancora chiusi.

Hashirama”.

Ricordi di te e di lui, rimembri di voi.

Le tue mani rugose, un tempo giovani e ferme, tremano appena. Non hanno perso completamente la loro forza giovanile, eppure son così diverse da quelle con cui avevi sfiorato il suo torace nudo, più volte, e l’avevi stretto a te.

Chissà cosa direbbe lui, se ti vedesse così.

Lui è stato l’unica costante nella tua vita, e la persona che ti ha conosciuto meglio, la persona che conoscevi meglio. Strano a dirsi, che chi più di ogni altro abbia conosciuto l’odio conosca così a fondo l’amore.

Lui era la tua luce che contrastava la tua ombra.

Tu fosti perdente, perché lui fu vincente.

Tu lo odiasti, per amore.

No, ossessione.

Lui ti aveva chiamato “fratello”.

È un sogno, tutto va come vorresti. Puoi persino riportarlo in vita, quindi.

Lo ricordi bene, e ricrei col ricordo il suo corpo nella tua mente, in ogni singolo dettaglio. Lo conoscevi troppo bene quel corpo, ed era troppo scolpito nella tua mente, per potertene dimenticare un particolare, per quanto insignificante potesse essere.

Cosa penserebbe, nel sapere che lo ricordi così bene?

Fai scivolare le mani sulle sue braccia – ora le vedi di nuovo giovani come un tempo, ora che sogni sei di nuovo giovane come un tempo. In un sogno, tutto è possibile. Puoi resuscitare i morti, puoi tornare all’aspetto che avevi quando ti chiamava “fratello” – e ti avvicini a lui. Non ti reggevi a lui, eppure avresti potuto. Qualcosa, nella tua natura, ti impediva di fidarti e affidarti completamente, nonostante tutto. Ma se l’avessi fatto, non ti avrebbe tradito.

Lui, silenzioso, ti aveva imprigionato nella sua cella di legno. Quella cella che ti aveva impedito di sfuggire completamente a lui, la stessa che ora ti impediva di schiantarti al suolo, imprigionandoti nel suo ricordo, piantando i semi del suo ricordo nella tua memoria, devastandola, facendoti pensare a lui continuamente.

Era la tua ossessione, lo era sempre stata.

Era colpa sua, non sarebbe mai potuta essere tua. Non avresti mai potuto ammetterlo, almeno.

Il tuo viso si avvicina ora al suo, senza tenerezza, senza cura. Gli afferri i capelli lunghi alla base della nuca con le mani grandi e forti e, dopo aver scrutato il nero dei suoi occhi coi tuoi e lo osservi. Con lui ti basta questo, lo Sharingan non  è necessario, lo conosci troppo bene, e sai quando attaccherà. Sarai tu a baciarlo per primo, non puoi dargli quella soddisfazione. Hai dimenticato che è un sogno, che quella che vedi è unicamente la tua immaginazione.

«Hashirama…» sussurri sulle sue labbra, prima di mordere. Il sapore del suo sangue ti arriva alla bocca e lui non geme, mentre ritiri i denti e gli afferri il labbro sanguinante tra le tue, prendendo ogni goccia del liquido uscito da esso. Non dà segni di dolore o di insofferenza per il gesto, lo sapevi già, così come lui sapeva che quel gesto sarebbe venuto da te, prima del vero bacio, subito dopo.

Forte, irruento, passionale, devastante. Ossessivo.

Ed era un bisogno che non avresti ammesso nemmeno a te stesso, eppure così forte e importante.

Tanto importante da spingerti a creare esseri usando il suo DNA, ma comunque non lui.

Le tue mani scorrono ora sul suo corpo, e le sue sul tuo, sempre più desiderose l’uno dell’altro.

Un altro morso, poi nulla.

Plof.

Una goccia caduta da un’infiltrazione nella tua caverna sotterranea ti risveglia, provocando lo stesso rumore sordo dei sassi che lanciavate sul fiume da bambini, risvegliandoti, eppure illudendoti di ritrovarti di nuovo lì, bambino, con lui.

Riapri gli occhi, all’improvviso, seduto sul tuo scranno e ci metti qualche attimo prima di realizzare che quello era solo un sogno, un’illusione, una speranza. Ma in fondo, un ricordo, perché era successo tante volte.

Hashirama”.

Tu avevi rinunciato a lui, e lui a te. Eppure, nel profondo dei vostri cuori, sapevate che non era così.

Ma ora è tutto inutile, tu saresti morto senza lui, eri lontano quando era morto lui, e non sareste più potuti tornare in quel Mondo assieme o giovani come allora.

O almeno, così credevi.

 

 


   
 
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