Fanfic su artisti musicali > EXO
Ricorda la storia  |      
Autore: MaggieMary    28/03/2013    4 recensioni
"Baekhyun ha freddo. Ha sempre freddo.
Le sue mani sono ghiacciate e porta sempre due sciarpe al collo, non conta la stagione.
Adesso è inverno e per Baek sono guai."
[BaekYeol ♥] ≈
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NdA: Salve a tutti ≈♥ Avremo il piacere di parlare sotto(?). Ora sono solo qui per consigliarvi di ascoltare questa canzone durante la lettura: http://www.youtube.com/watch?v=BsLaG8g_ymg ♥  La adoro e credo ci stia piuttosto bene con la storia Cià ≈♥  
 




Baekhyun ha freddo.
Ha sempre freddo.Le sue mani sono ghiacciate e porta sempre due sciarpe al collo, non conta la stagione.
Adesso è inverno e per Baek sono guai.
Si deve preparare ad affrontare mesi e mesi di guance ghiacciate e nasi gocciolanti. Di paesaggi bianchi e nuvolette di caldi respiri. Di piedi congelati, mentre aspetta l’arrivo del suo autobus. Di notti passate sono un’alta montagna di coperte, solo per trovare un angolo caldo dove non possa sentire quelle temperature sotto zero.
Ma Baekhyun ha ancora freddo. Ancora, e nulla lo riscalda.
La mattina è il momento più infernale, nel quale deve sgusciare fuori dal suo caldo nido e trascinarsi fino all’università.
Quando, finalmente, a tardo pomeriggio torna a casa, la prima cosa che fa è buttarsi a terra, su quel pavimento riscaldato, e raggomitolarmi su se stesso, finché il suo corpo non raggiunge una temperatura meno fredda.
Ma Baekhyun ancora trema.
Soffia sulle sue mani, nel vano tentativo di scaldarle, ma sembra che anche il suo fiato si sia ormai raffreddato.
E questa sua freddezza non si ferma solo a questo, ma si manifesta anche nei suoi dipinti.
Baekhyun continua a tracciare infiniti segni dai colori freddi.
Nei suoi disegni non c’è nulla di caldo.
Solo volti tristi e paesaggi innevati.
Anche il più semplice e sereno dei fiori diventa una macchia azzurra.
E Baekhyun questo non se lo sa spiegare.
Non sa quale sia stato il momento esatto in cui le punte delle sue dita si sono ghiacciate. Non sa il motivo di questo suo freddo comportamento.
 
Da quanto non usciva con qualcuno? Anche solo con un semplice amico …     
Baek non se lo ricordava.
È schivo e distante con tutti, e questa sua distanza ha creato una barriera tra lui e il mondo caldo, fatto di emozioni e sorrisi.
Questo suo muro si è creato negli anni, senza il suo controllo.
Probabilmente tutto dipende dalla sua infanzia.
Era cresciuto in una famiglia normale, come tante altre.
Solo che i suoi genitori non avevano mai riservato particolari attenzioni nei suoi confronti, e lui aveva fatto lo stesso, di rimando. Semplice, no?
 
Quando va in università cerca di avere meno contatti possibili con i suoi compagni di corso.
Non parla quasi mai e se apre bocca lo fa solo per un saluto di riguardo.
L’unica forma di contatto con gli altri ce l’ha quando deve consegnare un qualche compito ai professori.
Un ennesimo dei suoi dipinti freddi.
 

 
Era domenica mattina e Baekhyun se ne stava ancora sepolto sotto la sua torre di coperte azzurre.
Nel piccolo appartamento, dove viveva da solo, regnava il silenzio più assoluto. Solo il lieve russare del ragazzo metteva fine a questa calma piatta.
Il cellulare, appoggiato sul comodino di legno chiaro, trillò, svegliando così il giovane.
Faticosamente, una mano si fece strada tra quel mucchio di coperte, fino a raggiungere l’aggeggio che ancora faceva confusione.
Mise fine a quel trambusto con una sonora manata sullo schermo dell’infortunato cellulare nero.
Mentre riportava la sua manoraffreddata sotto quel caldo nido, si maledisse per essersi scordato – di nuovo - di spegnere la sveglia in quel giorno di pausa.
Sbuffò rumorosamente, con la testa ancora sotto le coperte, e si rigirò nel letto, alla ricerca di quel sonno perduto.
Scocciato e non riuscendo più a riaddormentarsi, si issò a sedere, con ancora gli occhi semi chiusi e i suoi riccioli mori che andavano da tutte le parti, in modo disordinato.
Erano le prime luci del mattino. Probabilmente erano le 6.
Baekhyun di solito metteva la sveglia a quell’ora perché gli era difficile alzarsi. E in quel modo non rischiava di arrivare tardi in università, nonostante stesse a pochi chilometri di distanza.
Un brivido gli percorse la schiena, mentre fissava un punto indefinito nella stanza, come alla ricerca di qualcosa.
Solitamente Baekhyun si svegliava tardi la domenica mattina e passava il resto della giornata sopra i libri o a tracciare segni freddi sopra qualche tela.
Sospirò, indeciso su cosa fare. Se alzarsi e cercare qualcosa di meglio da fare, o rimanere ancora steso in quel letto.
Ma il sonno ormai se ne era andato.
Spostò lo sguardo assonnato verso la grande finestra della camera e fissò il paesaggio al di là di quella lastra di vetro.
La sera prima era nevicato e ora tutto quel vedeva era un solo colore: bianco.
Strinse appena gli occhi, infastidito da quel colore accecante e si trascinò verso il bagno, portandosi dietro due coperte, appoggiate sulle spalle.
Baekhyun aveva trovato qualcosa da fare.
 

 
Baekhyun odiava la neve più di ogni altra cosa.
Non sopportava vedere cadere dal cielo infiniti punti bianchi, che gli pungevano il viso quando venivano a contatto con la sua pelle.
Non sopportava di dover spalare il vialetto del suo condominio, per ore e ore al freddo, perché era l’unico di quel palazzo sotto la sessantina e in grado di tenere una pala in mano senza cadere a terra.
Non sopportava che quella fredda cosa accecante ricoprisse tutto ciò che lo circondava, lui compreso.
Ma la cosa che più non sopportava era un’altra.
Odiava essere così attratto dalla neve.
Per quanto lo infastidisse, Baekhyun ne era profondamente attirato.
Forse perché era l’unica cosa più fredda di lui.
 

 
Dopo essersi infilato un pesante cappotto ed essersi arrotolato ben tre sciarpe intorno al collo sottile, era uscito di casa.
Aveva portato con sé un suo album degli schizzi e gli acquerelli: tutto quello di cui aveva bisogno.
Si faceva strada faticosamente tra i cumuli di bianca neve, mentre già sentiva i suoi piedi intorpidirsi, a contatto con quella superficie gelida.
Le nuvolette biancastre del suo fiato gli uscivano dalla bocca, fino ad arrivare in alto in cielo e fondersi insieme ai respiri delle poche persone che riempivano quelle strade.
Baekhyun notò una panchina libera in un parco poco distante.  Spostò un po’ di neve che si era depositata lì e si sedé.
Al contatto con quel legno gelato, il suo fondoschiena congelò, ma poco importava.
Il suo corpo era già freddo.
Buttò fuori un altro soffio di fiato e osservò il paesaggio davanti ai suoi occhi.
Velocemente aprì l’album, appoggiato sulle sue gambe, e la scatola degli acquerelli affianco a lui.
Si poteva subito vedere quali fossero i colori che Baekhyun prediligiva.
Bagnò il pennello nel il mucchietto di neve sull’altro lato della panchina, e lo intense in uno dei colori più usati.
Azzurro pastello.
Cominciò a lasciare delicate strisce sul quel foglio bianco, in modo che non si inzuppassero anche gli altri, per poi cambiare colore.
Il silenzio lo circondava anche in quel posto.
A volte alzava gli occhi, come alla ricerca di uno spunto in quell’uniforme paesaggio bianco.
E ancora ricominciava a tracciare linee immaginarie su quel foglio.
 

 
I minuti passavano e Baekhyun aveva quasi ultimato il suo schizzo, ormai completamente asciutto.
Alzò l’album all’altezza dei suoi occhi e osservò il disegno fatto di linee concentriche dai colori chiari.
Mancava ancora qualcosa.
Inumidì il pennello ormai sporco nella neve, per poi intingerlo in un color blu scuro, e così ricominciò.
Nuove forme si crearono su quel foglio, troppo piccolo per contenere tutta l’arte di Baekhyun.
Troppo preso dal suo lavoro, non si accorse del rumore di alcuni passi, che si stavano lentamente avvicinando.
Nemmeno quando il proprietario di quei passi arrivò alla sue spalle, Baek si mosse.
Bagnava, intingeva e colorava. Quello era un ciclo continuo. Un moto perpetuo.
La persona alle sue spalle era rimasta affascinata dai suoi rapidi movimenti, mentre i suoi occhi si perdevano alla ricerca di una fine in quelle linee arrotondate.
Baekhyun ormai si era accorto di una presenza alle sue spalle, ma aveva preferito ignorarla.
Non voleva cominciare un discorso, mentre era impegnato a lavorare con quel vecchio pennello.
Fu la persona alle sue spalle ad aprir bocca.
-Cosa stai disegnando?
Baekhyun sobbalzò nell’udire quella voce inspiegabilmente profonda, e allo stesso tempo giovanile, ma rimase immobile e in silenzio. Ignorandolo.
-Uhm, ma non ti sembra di esagerare con tutte quelle linee? – continuò la voce alle sue spalle, insistendo.
Il ragazzo dai riccioli mori aveva molto autocontrollo.
-E non hai usato colori un po’ troppi colori freddi?
Ma quel ragazzo alle sue spalle glielo stava sbriciolando, una parola alla volta.
-Va bene che qui è tutto bianco . . . ma non hai pensato di aggiungerci qualche tocco di rosso?
Baekhyun si bloccò, strabuzzando appena gli occhi scuri.
Quel colore gli rimbombò per la testa, forte. Rosso.
Il suo corpo quasi si scaldò al suono di quella parola. E questa cosa a Baekhyun non piaceva.
Si girò di scatto, pronto ad affrontare quel ragazzo sfrontato alle sue spalle, e a liquidarlo velocemente.
Ma la sua bocca sembrò essersi immobilizzata, dopo aver incontrato lo sguardo del giovane.
Quelle ciocche scure che gli ricadevano sul volto sorridente e quei grandi occhi dolci lo bloccarono.
Come poteva appartenere a lui quella voce così profonda?
Che non fosse la sua?
Ma la risposta arrivò poco dopo, quando il giovane riaprì bocca.
-Ecco … - disse il ragazzo leccandosi due dita, per poi intingerle nel colore rosso della tavolozza di Baekhyun. Velocemente le portò al foglio pieno di righe fredde e le premette forte.
-Ecco, - ripeté soddisfatto, una volta che ebbe staccato l’indice e il medio dal foglio – Così va molto meglio.
E detto questo, lo sconosciuto se ne andò, sorridendo.
Lasciando Baekhyun senza parole, ad osservare quei due punti rossi sul suo schizzo.
Lentamente, tutti i fogli bianchi di quell’album si inzupparono di quel caldo.
 

 
Rossi. Erano due semplici punti rossi.
E allora perché Baekhyun non riusciva a smettere di guardarli?
Da quando era ritornato a casa, un’ora e mezza prima, non aveva fatto altro che fissare quei due segni rossi, sopra la sua tela dalle linee fredde.
Quando li osservava, strane emozioni facevano capolino e Baekhyun non lo sopportava.
Eppure non poteva far altro che rimanerne attratto. Proprio come la neve.
In un certo senso, erano proprio l’esatto posto. Quei fiocchi banchi congelavo tutto, mentre quei due punti rossi riscaldavano.
Calore e gelo.
Baekhyun chiuse di scatto l’album degli schizzi, e appoggiò rumorosamente la testa contro il basso tavolino del salotto.
Senza nemmeno accorgersene, afferrò la coperta di lana che aveva abbandonato poco prima affianco a lui, e se la mise a dosso.
Aveva sentito un improvviso freddo. Quasi come un’improvvisa mancanza. Inaspettata.
Baek appoggiò i gomiti sul tavolino e appoggiò il mento sopra una mano.
Accarezzò la pelle scura della copertina dell’album, chiuso sul tavolino, e piegò la testa di lato.
Quasi d’impulso, riaprì il quaderno su una pagina precisa e di nuovo comparve quel groviglio di sensazioni.
Si scansò la coperta di dosso, non sentendo più il bisogno di tenerla a dosso.
Com’era possibile tutto questo?
Come potevano, quei due semplici puntini rossi, provocare tutto questo a Baekhyun?
Tastò la superficie dei due segni caldi.
La pittura si era asciugata male, schiacciata tra le pagine di quell’album, eppure era stranamente confortevole al tatto.
Si concentrò prima su uno dei due segni e poi passò all’altro.
La distanza tra i due era minima. Probabilmente di pochi millimetri.
Eppure a Baekhyun parevano così lontani tra di loro.
Quel colore rosso gli riportò alla mente il volto di quel ragazzo.
I ricordi dei suoi ciuffi scuri si mischiarono a quelli dei suoi occhi, della sua voce profonda e della sua lingua, che velocemente aveva bagnato le sue dita e aveva permesso di imprimere quei due puntini sul foglio. In modo indelebile.
A quel ricordo, le guance di Baek si colorarono di rosso.
Si portò le mani al viso e quasi si scottò.
Com’era possibile che, tutto quello che riguardava quello sconosciuto, potesse donargli calore?
Baekhyun cominciava a non sopportare più quella situazione.
Richiuse di nuovo l’album e corse in bagno a farsi una doccia gelata.
 

 
Baekhyun aveva odiato il modo sfrontato con cui lo sconosciuto aveva rovinato il suo schizzo dai colori freddi.
Aveva odiato quando quei due puntini rossi si erano impressi indelebilmente sul quel foglio, mandando a quel paese tutto il tempo che aveva impiegato a dipingere.
Aveva odiato quella strana sensazione di calore che quei due segni gli avevano provocato.
E allora perché quel foglio ora era di nuovo tra le mani di Baekhyun?
Era notte fonda e il ragazzo era sotterrato dalla montagna di coperte, ma le braccia spuntavano fuori, mentre tenevano quel foglio particolare in mano.
Baek lo continuava ad osservare.
Nella sua giovane vita da pittore, ne aveva visti di dipinti. Eppure quello era diverso.
Non era un’opera d’arte, anzi, era tutt’altro. Solo due punti rossi dipinti malamente da uno sconosciuto.
Eppure Baekhyun li trovava così belli.
Così belli e fastidiosi allo stesso tempo.
Come quegli idol che tanto andavano di moda in quel periodo. Così belli, ma allo stesso fastidiosi per la loro perfezione.
Però non potevi far altro che fissarli, invidioso.
Ecco, Baekhyun era invidioso.
Invidioso di due punti rossi.
Come potevano quei due segni essere causa di così tante emozioni?
Come potevano esseri così caldi?
Baek li fissava. Ancora e ancora.
Chiuse gli occhi e cominciò ad accarezzare quei due segni rossi.
E riecco che il volto dello sconosciuto si fece spazio tra i suoi pensieri. Di nuovo.
E ancora Baekhyun arrossii, inconsapevolmente.
 


-Come vedete la vostra anima? Rappresentatela. – la voce del baffuto professore risuonava per la classe, mentre gli occhi di tutti gli alunni erano rivolti verso di lui, attenti.
Baekhyun se ne stava seduto nel suo solito banco in penultima fila, e rifletteva.
Come vedeva la sua anima, il suo io più interiore?
Fino a pochi giorni prima, si sarebbe già messo all’opera in un ennesimo dei suoi dipinti freddi.
Eppure oggi Baekhyun non aveva freddo.
Le punte delle sue dita era ancora ghiacciate, e due pesanti sciarpe ancora avvolgevano forte il suo collo, ma qualcosa in lui si stava scaldando.
E ora non vedeva più la sua anima uniformemente azzurra, ma un punto rosso metteva fine a quella monotonia di colore, o forse due punti.
Un caldo colore fece la comparsa tra i suoi pensieri.
Odiava e amavaquell’improvviso calore provocatogli dal rosso.
Non capiva come potesse, un simile colore, scaldarlo più di una montagna di coperte pesanti. Non lo credeva possibile.
Ma forse perché non era il colore stesso a provocargli una simile reazione, ma qualcosa che andava ben al di là di ciò.
Una dolce faccia, che sarebbe potuta appartenere a un elfo per quelle grandi orecchie, ricomparve nei suoi occhi. Di nuovo.
Scosse fortemente la testa, come a voler cancellare quella visione improvvisa.
Non avrebbe sopportato di veder comparire nuovamente quel bel volto.
Quello sconosciuto era stato così sfrontato e maleducato, per certi versi, con lui. E allora perché non riusciva a toglierselo dalla testa?
La campanella suonò, annunciando così la fine delle lezione per quel giorno.
 E le gambe di Baekhyun lo stavano già portando verso un punto ben preciso.
 

 
Perché era finito proprio lì?
Baekhyun riprese fiato. Non si era nemmeno accorto di aver corso fino a quel momento.
Le sue gambe si erano mosse d’istinto, portandolo in un posto preciso, che fino a pochi giorni prima nemmeno ne conosceva l’esistenza.
Non sapeva cosa l’avesse spinto a tornare in quel parco, dove la domenica prima aveva avuto quello strano incontro con lo sconosciuto.
Il fatto di non avere più un minimo di autocontrollo sul suo corpo, ma soprattutto sui suoi pensieri, lo infastidiva. Terribilmente.
Che fine aveva fatto quel Baekhyun sempre serio e distaccato?
Sbuffò, scocciato da quei pensieri inutili, e tirò un calcio a un mucchio di neve, che subito inzuppò la sua scarpa di tela.
Splendido. Mancava proprio un po’ di freddo.
Baek alzò gli occhi al cielo, sempre più arrabbiato, e andò a sedersi nella  panchina di legno di quel parco. Proprio quella in cui si era seduto quella domenica mattina.
Il moro lasciò andare la testa all’indietro e osservò quel timido sole illuminargli il volto.
Sapeva quello che stava per succedere.
Le sue mani cominciarono a formicolare e si maledisse per non aver lasciato a casa la sua inseparabile tavolozza di colori.
Poteva mai, Baekhyun, passare più di 10 minuti senza dipingere?
No, a quanto pare gli era impossibile.
Tirò fuori un semplice blocco di appunti, dalle pagine spiegazzate, e una scatola piena di matite.
Afferrò il primo colore freddo che gli capitò tra le mani, ma subito venne attirato da un’altra matita. Una matita di un colore non più estraneo a lui.
-Tsk. – fece Baekhyun, ritirando la mano con la quale aveva quasi afferrato quel color rosso – Cosa sto facendo?!
Smise di parlottare tra sé e sé, e lasciò che fosse quel foglio a parlare per lui.
Una riga dopo l’altra, il bianco in quella pagina scomparve, lasciando spazio a un cielo azzurro.
Quel foglio, di medie dimensioni, era pieno di sfumature di colori freddi e di qualche spazio ancora da colorare. Lentamente.
E colorava, ancora una volta estraniato dal mondo stesso.
-Vedo che non hai ascoltato il mio consiglio.
Baekhyun, sobbalzò, e la sua mano smise di tracciare linee infinite.
Sapeva a chi apparteneva quella voce. Lo sapeva bene. E questa sua nuova conoscenza lo spaventava.
Il moro alzò la testa verso la voce, ritrovandosi così un ragazzo di fronte a lui, a sorridergli.
Le sue ciocche scure venivano leggermente mosse da quel venticello fresco e i suoi grandi occhi trafiggevano il giovane, ancora seduto su quella panchina.
Baekhyun boccheggiò. E per la seconda volta si ritrovò senza parole.
Senza dire nulla, ricominciò a colorare quel foglio d’azzurro, e continuò a ignorare quell’alto ragazzo anche quando si sedé affianco a lui.
Baek fece per tracciare un cerchio con una matita scura, quando una profonda voce lo bloccò.
-Non vorrai certo dipingere il sole di viola, non è vero?
La punta della matita si sbeccò, lasciando un segnaccio sopra quel foglio.
Disegnare un sole viola? Pff.
Era esattamente quello che avrebbe voluto fare.
Baekhyun osservò lo sconosciuto affianco a lui, con aria interrogativa e, allo stesso tempo, sorpresa.
Il semi elfo gli sorrise.
-Non vedi? – disse poi indicando un punto ben preciso nel cielo – Il sole non è viola. È di tante sfumature. Rosso, arancione e giallo. Il sole non è viola, … ècaldo.
Baekhyun non capiva. Lui non era scemo. Anche lui sapeva che il sole non era di quel colore!
Ma saperlo e disegnarlo erano due cose ben differenti.
-Perché non provi a fare quel sole arancione? – propose l’alto, con ancora quel sorriso dipinto in volto.
Le parole del ragazzo erano semplici. Semplici ed elementari.
Ma a Baekhyun stavano provocando una gran confusione.
Disegnare un sole arancione? Pff.
Avrebbe voluto. Voleva ma non poteva.
-Allora? – continuò con voce dolce l’alto ragazzo, seduto al suo fianco – Che ne dici?
-Non posso. – disse con un filo di voce Baekhyun.
Il volume era stato così basso, che il giovane pensava che l’altro non l’avesse nemmeno sentito.
Ma il semi elfo l’aveva sentito. Eccome.
Quella semplice frase gli era sembrata così sconnessa e priva di senso, che forse l’alto ragazzo non aveva nemmeno capito cosa volesse dire.
Ma per lui non c’erano mai state parole più chiare.
Con un rapido gesto, afferrò la mano di Baekhyun e la condusse fino a quella scatola di matite, verso un colore ben preciso.
Baek aveva paura che, se avesse fatto come gli indicava lo sconosciuto, si sarebbe scottato. E infatti ritrasse la mano.
Ma l’alto non mollò la presa e dolcemente gli fece afferrare quella matita arancione.
Lentamente la condusse fino a quel foglio dipinto d’azzurro e cominciò a tracciare una semplice spirale.
Baekhyun non si muoveva. Forse nemmeno respirava.
Si lasciava condurre da quella forte mano, mentre su quel foglio compariva un sole accennato.
Era un disegno. Semplicemente infantile.
Una spirale e dei brevi trattini intorno. Era tutto qui.
Eppure, per la seconda volta, a Baekhyun sembrava un capolavoro.
Lo sconosciuto non era un pittore, anzi, probabilmente non sapeva nemmeno disegnare bene visto il risultato.
Eppure Baekhyun lo guardava con ammirazione. Come avrebbe guardato un famoso e rinomato artista.
Baekhyun era freddo. Non sarebbe mai riuscito a dipingere un sole arancione.
Eppure l’aveva appena fatto, guidato da una dolce stretta.
Lo sconosciuto gli lasciò la mano, per poi cominciare a fissarlo.
-Non lo trovi più bello così? – chiese il ragazzo dai corti capelli neri, con un volto sorridente.
-È perfetto. – rispose semplicemente l’altro.
E in quel momento, lo sconosciuto rise. Rise con la sua voce profonda, che fece rabbrividire Baekhyun.
Ma questa volta il freddo non ne era il colpevole.
-Comunque, piacere. – continuò a parlare il giovane seduto affianco a lui – Mi chiamo Chanyeol, Park Chanyeol.
-Baekhyun. – si presentò a sua volta – Byun Baekhyun.
 
E in quella fredda giornata d’inverno, nel ragazzo dai riccioli mori qualcosa era cambiato.
Era avvenuto un cambiamento importante.
Baekhyun aveva finalmente trovato il suo colore caldo e quel colore si chiamava Chanyeol.

 

 

Note dell’autrice ~

Annyeong! Qui è Maggie ~♥
Non sono nuova nel sito, ma è la prima volta che mi cimento in una storia sugli EXO.
L’ho scritta un po’ di tempo fa, ma solo ora mi sono decisa a pubblicarla. Anche se consapevole che non ha né capo né coda questa storia TwT.
Grazie a voi lettori per aver letto questa mia semplice fan fiction ♥ Sono davvero felice che qualcuno l’abbia davvero letta! ♥
Adoro la Baekyeol, quindi era destino che prima o poi scrivessi una fan fiction su di loro ~
Se vi è piaciuta o vi ha fatto schifo u.u  mi piacerebbe che me lo diceste con una recensione ≈♥ Le aspetto, eh ♥ lol
Ah, piccola precisazione per quanto riguarda il colore dei capelli! Le pettinature sono basate sulla foto ad inizio capitolo, e lo so, ora Bacon non è moro ma biondo a quanto pare. Sorvolate, ok? :D
Grassie grassie ancora ≈♥
Spero di tornare ancora in questa categoria ~
 
Tantissimi chu ≈♥
Maggie  

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: MaggieMary