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Autore: ELLEcrz    28/03/2013    7 recensioni
[Klaroline] Klaus e Caroline nella loro ultima scena dell'episodio 4x17
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aspettando la 4x18, un po' di Klaroline ** perchè LI AMO TROPPO!! 
Anche se in realtà li odio. Li odio perchè devono sempre litigare, devono sempre insultarsi, se non è uno è l'altra.
Detta questa cosa inutile.. Buona lettura KLAROLINERS :)
PS: Una recensione è sempre MOLTO gradita!!

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CAROLINE

 

Il sole stava sorgendo e non potevo non pensare a coloro che, quel sole, non l'avrebbero più visto. Quelle 12 persone che quella notte avevo ucciso, ora stavano tornando alla terra.

 

Il tempo trascorreva in modo incredibilmente lento ora, dopo che avevo avuto solo un decimo di secondo per scegliere di salvare la mia migliore amica e condannare le altre streghe. Avevo già ucciso prima ed ero riuscita a superarlo, in parte, ma come avrei mai potuto convivere con questo?

Mantenevo lo sguardo fisso nel vuoto mentre Klaus, ad uno ad uno, seppelliva i corpi. Mi concentravo sul suono ritmico dei colpi della sua pala, come se questo potesse aiutarmi a mantenere vuota la mente. Ascoltavo quei colpi cercando di annullarmi.

Klaus non disse nulla, gli ero grata per questo ma sapevo che nel profondo serbava un commento, uno dei suoi soliti, però non avevo la forza per concentrarmi su questo ora.

Andammo avanti per alcune ore così, nel silenzio più assoluto, con i colpi di pala a scandire il tempo, finchè questi non cessarono.

Klaus conficco la pala nel terreno ed ogni rumore che prima avevo trascurato, ogni pensiero che prima avevo nascosto, tornarono a galla.

«Ecco. 12 tombe per 12 streghe. Come se non fosse mai successo.»

È successo invece e non potrò mai dimenticarlo.

«Solo che è successo e ora Silas ha tutto ciò che gli occorre per aprire le porte e scatenare l'inferno sulla Terra.»

Alzai lo sguardo crucciato su Klaus mentre lui mi rivolgeva il suo.

Avevo salvato Bonnie, questo è quello importava. Silas. Non potevo pensare a lui nè a nessun altro, non ero in grado di pensare razionalmente, c'era in gioco la vita della mia migliore amica come potevo riflettere sulle conseguenze e non a salvarla?

«Stavi per lasciar morire Bonnie.»

«So che l'aritmetica non è un tuo punto di forza ma 1 è comunque meno di 12»

Più parlava e più il groppo in gola si faceva sentire.

«Si, ma quell'uno è la mia migliore amica» Urlavo a lui quelle parole, ma in realtà erano rivolte a me. Se l'avessi detto ad alta voce il mio gesto sarebbe apparso meno mostruoso di quanto fosse.

«Dì a te stessa qualsiasi cosa tu abbia bisogno per poter dormire la notte» Il groppo in gola mi soffocava.

Era esattamente quello che stavo facendo. Stavo cercando delle scuse per giustificare quello che avevo fatto, per poter tenere a freno la coscienza.

Non potevo ribattere a quelle parole.

Lo guardai negli occhi ma non potevo sostenere nemmeno il suo sguardo, perciò distolsi il mio. Tornai a fissare il vuoto, non potevo, però, nascondermi di nuovo nel silenzio e non pensare a cos'era successo.


«Ho appena ucciso 12 persone»
 

Sussurrai incredula mentre quel sorriso beffardo abbandonava le sue labbra. ''Ho appena ucciso 12 persone'' mi ripetei. Dovevo fare i conti con questo.

Il mio respiro accelerò, era come se stessi soffocando, era come se stessi per perdere il controllo. Passai lo sguardo da un punto indistinto ad un altro, irrazionalmente. La mente affollata con mille pensieri, uno peggiore dell'altro.

«Ehi.» sussurrò Klaus poggiandomi una mano sul braccio. Il mio sguardo si bloccò di nuovo su di lui. «Ehi.» Ripeté provando a tranquillizzarmi. Cercai di riprendere il controllo del respiro, invano.

Sentivo che non sarei riuscita a trattenere a lungo le lacrime, avevo bisogno di sfogarmi, avevo bisogno di..

«Sembra che tu abbia bisogno di essere consolata»

Conforto. Sì. Avevo bisogno che qualcuno mi consolasse, che riuscisse a capirmi ed aiutarmi a superare questo momento, che mi dicesse che sarebbe andato tutto bene. Avevo bisogno di aiuto.

Allora non hai mai sentito il brivido che si prova quando qualcuno capace di azioni terribili, per qualche motivo, si preoccupa solo per te?''

Quelle parole che Klaus mi rivolse solo poche ore prima mi tornarono alla mente. Si quel brivido lo sentivo, più di quanto fosse lecito.

Lui aveva commesso azioni terribili, azioni terribili come quella che avevo commesso io quella notte. Lui mi avrebbe capita, lui sarebbe stato in grado di consolarmi come già aveva fatto in passato perchè lui, come nessuno, sapeva chi ero. Mi conosceva meglio di chiunque altro al mondo. Come aveva detto lui, siamo uguali, e dopo stanotte, più che mai.

 

Non ero in grado di rispondergli a parole perchè il groppo in gola era troppo forte, perciò annuii semplicemente guardandolo dritto negli occhi ed aspettando che la preoccupazione che provava per me, e me soltanto, lo spingessero ad aiutarmi, che mi confortasse, che le sue braccia mi stringessero.

Ma quello sguardo preoccupato che avevo percepito poco prima sparì, non appena mi mostrai il più debole possibile, e quel sorriso beffardo ricomparve.

«Perchè non trovi qualcuno di meno terribile con cui identificarti?»

Il mio respiro si arrestò, rimasi a bocca socchiusa a fissarlo mentre ogni speranza di ricevere il suo aiuto si sgretolava. Rimasi comunque ad osservare ogni angolo del suo viso desiderando che le sue parole fossero state diverse.

Ma così non era.

Gli voltai le spalle e scappai via, via da quell'essere mostruoso per cui un'altra volta avevo abbassato le difese, di cui un'altra volta mi ero fidata, via da quella foresta che mi aveva trasformata di nuovo in un assassina. Non mi sarei mai pentita della scelta che avevo fatto, ma dal senso di colpa, che non se ne sarebbe mai andato, non potevo scappare via.

  
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