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Autore: Chel_esque    29/03/2013    0 recensioni
Mentre Rinoa continua a seguire il suo sogno, Squall continua ad allontanare l'unico sole che lo proteggeva dalle ombre.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

FADING SUNLIGHT
scritta da Chel-esque, tradotta da Alessia Heartilly
I

"Sarai il sole che mi proteggerà dalle ombre."

Una diciannovenne guardava il tramonto, un insieme meraviglioso di rosso e giallo. I capelli neri svolazzarono dolcemente al vento quando si voltò verso il suo compagno, ridendo quando vide lo sguardo meravigliato nei suoi occhi. Ignorando il broncio che rimpiazzò l'espressione gentile, lo abbracciò sussurrandogli qualcosa all'orecchio.

Squall? Intendevi davvero le cose che hai detto anni fa?

Gli occhi poi gli brillarono di divertimento quando le baciò la testa. Rimasero abbracciati, con la luce del sole che li avvolgeva di calore. Abbassandosi, lui sussurrò qualcosa in risposta. Qualcosa che non avrebbe dimenticato con tanta facilità.

Era tutto solo una facciata? Tutto quello che avevamo era... solo un gioco per te?

Lei sorrise mentre entrambi si sporgevano per un bacio tenero. Da soli sulla collina, guardando il tramonto, era il momento perfetto. Sia la ragazza che il ragazzo erano presi dagli spasimi dell'amore, desiderando in eterno di poter stare insieme per sempre.

Ero davvero un fardello così grande?

Per il ragazzo, il momento era proprio come quello di una favola, qualcosa in cui rifiutava di credere. Ma era l'unica cosa a cui poteva paragonarlo. Per la ragazza, era perfetto ogni momento con l'uomo che la stringeva tra le braccia, sussurrando le parole che rendevano questo istante particolarmente speciale.

"Ti proteggerò per sempre, Rinoa."

"Rinoa."

La ragazza, ormai ventiduenne, si accigliò, un'espressione che marchiò il suo bellissimo viso, dato che non era la voce dell'uomo del suo sogno. Anzi, il suo sogno era svanito nell'oscurità. Non c'era nessuna collina erbosa. Non c'era nessun bellissimo tramonto.

Non c'era nessuno Squall.

"Rinoa!"

Rinoa aprì gli occhi di scatto quando si accorse di essersi persa nei suoi pensieri nell'ufficio della sua manager. Arrossì, cercando di ricordare cosa stesse cercando di dirle la sua manager.

"Sì, Garnet? Dicevi?"

L'altra donna sospirò, rendendosi conto che la sua cantante non l'aveva ascoltata affatto. Onestamente iniziava a preoccuparsi per Rinoa: si perdeva nel suo piccolo mondo più spesso, ultimamente.

"Dicevo che dovremo riprogrammare gli incontri della settimana prossima, dato che dovremo andare al Garden per quello spettacolo."

Il Garden. La parola le fece fare una smorfia, al ricordo della persona che le aveva detto quelle parole dolorose. Dopo due anni di completa felicità con lui, il suo mondo era crollato in una notte sola.

Le favole non esistono. Ecco cos'aveva imparato. Ecco cosa le aveva insegnato lui.

"Ah, ok allora."

Garnet corrugò la fronte. Rinoa la preoccupava sempre di più, man mano che si avvicinava il giorno del Ballo di Promozione SeeD.

"Rinoa?" Garnet cercò di ignorare il modo in cui la sua amica sembrava trasalire per lo shock mentre tentava di concentrarsi ancora.

"C'è qualcosa che non va?"

"Non c'è niente che non va."

Garnet sapeva che era una bugia. Tutto quello che faceva Rinoa mostrava quanto fosse ansiosa. Ma per adesso avrebbe lasciato perdere. Chiederglielo ancora l'avrebbe pressata a rispondere, e non voleva forzarla ad aprirsi. Le si sarebbe rivoltato contro, alla fine.

"Va bene," iniziò a dire. "Giusto perché tu lo sappia, dobbiamo andare al The Night Star adesso, per la cena delle sei."

"Bene."

L'unica parola di risposta di Rinoa fece preoccupare ancora di più la ventisettenne manager; di tutte le volte che aveva visto Rinoa, non l'aveva mai vista così depressa.

*~*~*~*~*

La preoccupazione in Garnet si decuplicò quando il viaggio in macchina al The Night Star fu silenzioso, con le luci di Deling City che sbiadivano mentre oltrepassavano veloci gli edifici. Garnet non smise mai di guardarla nel riflesso del finestrino; il mondo esterno evitava che lo sguardo di Rinoa finisse altrove. Rinoa, d'altra parte, cercava di calmare il chiasso ribelle dentro di lei mentre pensava senza volerlo al ragazzo con gli occhi tempestosi.

Le due arrivarono infine nel ristorante d'alta classe, adatto solo alle persone ricche e famose. E ad aspettarle come sempre c'era la massa di giornalisti; avevano in qualche modo scoperto che sarebbe arrivata.

"Mamma mia, questi giornalisti proprio non sanno quando smettere," disse Garnet, irritata dai problemi che avrebbero causato cercando di avere informazioni sui vip nel ristorante. Poi rivolse loro solo uno sguardo tagliente, nella speranza di far ridere Rinoa, come faceva sempre quando Garnet si lamentava di ciò che la irritava.

Non lo fece.

Anzi, sembrava che non l'avesse affatto sentita.

Garnet sospirò. Odiava disturbare Rinoa in momenti come quello, ma c'era del lavoro da fare. Presto, pensò, le farò fare una vacanza.

"Rinoa, siamo arrivate."

La ragazza, intontita, annuì e aprì la portiera, mettendosi sulla faccia il sorriso che indossava così a lungo per chi la adorava come Rinoa Heartilly, la cantante. Mai come la persona che era davvero.

Seguendo la sua famosa cantante, Garnet la accompagnò all'ingresso, cercando per tutto il tempo di evitare i giornalisti a caccia di risposte.

"Signorina Heartilly, quando uscirà il suo prossimo album?"

"Rinoa, che piani ha per il futuro?"

"Signorina Heartilly, per favore, una foto per il Daily Deling!"

Le domande la bombardavano da entrambi i lati, eppure Rinoa continuò a camminare avanti, sorridendo lo stesso sorriso finto dell'ultimo anno. I giornalisti continuarono a farle domande, senza notare che il suo sorriso non le arrivava agli occhi.

Una domanda, però, fece fermare momentaneamente Rinoa, perché la scioccò.

"Signorina Heartilly, il pubblico ha notato che non ha avuto legami amorosi durante la sua carriera. C'è qualcuno di speciale nella sua vita adesso?"

C'era.

Lampi di ricordi invasero la mente di Rinoa mentre cercava disperatamente di spingerli fuori dalla sua testa. Un paio di tempestosi occhi azzurri, il calore del suo abbraccio, il bellissimo sorriso che mostrava solo a lei. Nel mezzo di tutti quei ricordi bellissimi, uno in particolare risaltava.

"Vattene e basta! È quello che volevo, alla fine!"

Occhi azzurri e furiosi fissi su di lei. Il dolore delle parole che le aveva detto quel giorno. Ricordò tutto in quel secondo che seguì alla domanda.

"Non sei nient'altro che un fardello, Rinoa. Nient'altro che un fardello per questi due anni!"

Eppure, in mezzo al caos della sua mente delirante, il sorriso incollato alla sua faccia non vacillò, mentre continuava a camminare tra la folla di giornalisti. Garnet la spinse con fare rassicurante tra le porte del The Night Star, con un sospiro pesante mentre si lasciavano alle spalle l'enorme prigione di corpi.

"Sbuff! Pensavo che non ce ne saremmo mai liberate!" disse Garnet.

Rinoa continuò semplicemente a sorridere, annuendo.

"Beh, andiamo al tavolo, ok?" Garnet le rivolse un sorriso rassicurante. Gesto che non ottenne la risposta che desiderava.

"Tu va' pure avanti. Io devo andare al bagno un attimo."

"Stai bene?"

Rinoa voleva disperatamente dirle la verità; che non stava bene, che aveva un folle, folle pasticcio dentro.

"Sto bene." Rinoa continuò semplicemente a sorridere il suo sorriso falso mentre si dirigeva al bagno. Garnet continuò a preoccuparsi, ma annuì e la lasciò andare a rinfrescarsi.

Rinoa andò al bagno, accelerando ad ogni secondo, ma senza mai correre. Avrebbe attirato troppa attenzione, se l'avesse fatto. Annuiva alle persone che la guardavano con rispetto, ma non appena fu al sicuro tra le mura del bagnò, smise immediatamente di sorridere, e quello che provava davvero si rivelò.

E proprio come qualche minuto prima, lampi di ricordi la attaccarono, dando inizio a un uragano di emozioni nella sua mente. Solo che stavolta, senza alcuna distrazione a intercettarli, erano più vividi.

La rabbia che aveva mostrato verso di lei, il dolore delle sue parole, l'incertezza che sentiva. Ricordava tutto come se lo stesse rivivendo. E in un certo senso, era letteralmente così. Persino i ricordi l'avevano portata quasi alla follia. Boccheggiò mentre le lacrime le riempivano gli occhi, ed emise quei silenziosissimi singhiozzi, seduta sul pavimento di marmo del bagno.

*~*~*~*~*

Garnet si guardò intorno preoccupata, alla ricerca di Rinoa. Dov'è andata? È via già da quindici minuti. Era successo qualcosa? Si guardò intorno alla ricerca di una testa di capelli neri.

Passarono altri cinque minuti. Ancora nessuna traccia di Rinoa.

La manager si scusò con le persone al tavolo e andò a cercare la sua collega, con la colpa che le pesava sulle spalle per tutto il tempo. Avrei dovuto cancellarle l'incontro. Sapevo che c'era qualcosa che non andava in lei oggi, ma me ne sono stata a guardare e l'ho lasciata sola! Hyne, che cos'ho fatto? Spero che stia bene.

Garnet arrivò infine in bagno, il posto in cui Rinoa avrebbe dovuto essere. La vista del pavimento di marmo e delle mura bianche la accolse. Ma di nuovo, niente Rinoa.

Decise di uscire nel parco di fronte al ristorante dopo altri tentativi falliti di ritrovare la sua cantante. Le luci della strada proiettavano una luminosità dorata, lasciando un'aura misteriosa ai dintorni.

Garnet si odiò in quel momento, perché non aveva fatto niente, niente, per aiutare la sua amica. Rinoa poteva aver pensato di ingannare tutti e far loro pensare che fosse a posto, ma Garnet lo sapeva.

Vedeva i suoi sorrisi finti, sempre dipinti sul suo viso alle interviste e nelle foto. Le mancava la luce negli occhi, e se qualcuno avesse guardato attentamente, avrebbe visto il vuoto e la solitudine che accompagnavano i sorrisi sul viso e non nello sguardo.

Garnet trovò infine la figura di una giovane donna seduta su una panchina, con la testa sulle ginocchia. Dalla postura, la manager capì che Rinoa era più depressa che mai. E il pensiero la spaventò.

La prima volta che l'aveva scoperta a cantare in un ristorante, emanava così tanta felicità e gioia che rendeva la canzone migliore un milione di volte. Dov'era finita la gioia che aveva mostrato? Ora al suo posto c'era un guscio vuoto.

Garnet la chiamò, nella speranza che si voltasse a guardarla. Così fu.

Rinoa alzò lo sguardo e vide gli occhi marrone chiaro che la guardavano preoccupati.

"Stai bene?"

Rinoa stava per dare la solita risposta, ma Garnet la batté sul tempo. "E non dire che stai bene, perché so che non è così." Gli occhi lampeggiarono di un po' di rabbia, per quella tristezza tenuta nascosta.

La cantante rimase in silenzio. Voleva dirglielo; la stava lentamente uccidendo dentro. Forse era tempo di lasciarsi finalmente andare e ricominciare. Aveva aspettato un anno. Lui non era mai ritornato da lei.

E quindi, alla luce della luna, Rinoa raccontò all'amica la sua storia.

Le raccontò la storia di come aveva perso il sole che la proteggeva dalle ombre.

*~*~*~*~*

Un anno prima

Rinoa canticchiava mentre camminava lungo la strada, dal bar dove lavorava part-time. Il suo sorriso si allargò quando pensò a dove stava andando e che giorno era: l'appartamento del suo ragazzo, e il loro secondo anniversario. Il suo ragazzo da due anni ormai.

Squall Leonhart, un SeeD del Garden di Balamb.

Lui e Rinoa avevano iniziato a vedersi quando lui entrato nel bar e l'aveva vista cantare sul palco. Lei aveva notato come la fissava, a prescindere da quanto cercasse di nasconderlo, e alla fine del suo turno l'aveva cercato e avevano chiacchierato per gran parte della notte.

Ridacchiò, ricordando quanto lui fosse timido, con gli occhi che andavano da una parte all'altra, ovunque tranne che su di lei.

Aprì la porta del suo appartamento ed entrò, accolta dal suo ragazzo seduto sul divano nel soggiorno.

"Hey, Squall!" Il sorriso le fece brillare gli occhi come una luna crescente, il segno di un vero sorriso di Rinoa.

"Hey."

Sorrise comunque, anche se quella parola fu l'unica che ottenne in risposta; ci era abituata, anche se gli altri non lo erano.

"Stasera usciamo."

Rinoa lo guardò sorpresa; non sapeva mai quando aspettarsi che Squall uscisse in pubblico con lei. La prima volta che ci aveva provato, lui era stato teso tutto il giorno, e lei aveva capito che non si divertiva. E non l'avevano più fatto; se lo facevano, era su un balcone isolato di un ristorante. E persino allora lui era teso.

La portava a chiedersi se si sarebbe davvero divertito quella sera, se uscivano a festeggiare.

La risposta fu uno sguardo rassicurante di Squall, che le diceva in silenzio che andava bene, che quel giorno era speciale e voleva che lei se lo godesse.

La risposta di Rinoa fu un sorriso radioso che fece saltare un battito al cuore di Squall, mentre lei correva a cambiarsi. In fondo al cuore, sapeva che un giorno lei lo avrebbe lasciato per seguire il suo sogno. Il suo bellissimo sogno pieno di fama che di sicuro non includeva lui.

Ma per il momento, voleva godersi quegli ultimi momenti con lei.

E quindi aspettò che arrivasse quel giorno.

*~*~*~*~*

Il The Night Star era un insieme elegante di argento e blu, che si abbinava al cielo notturno visibile attraverso il soffitto in vetro.

Rinoa era una semplice ma elaborata dimostrazione di bellezza, con i capelli raccolti su una spalla in riccioli romantici, e il vestito azzurro cielo che accentuava la sua pelle chiara. Al collo portava la catenina con l'anello di sua madre e Griever, le due cose più speciali che possedesse.

Il suo sorriso faceva a gara con le stelle, mentre lei e Squall chiacchieravano davanti al vino rosso.

Squall, la personificazione della riservatezza, dava persino l'impressione di divertirsi, e fissava la sua ragazza. Con la coda dell'occhio, vide un palco con un lucido pianoforte, e ideò un piano.

Sussurrandole all'orecchio ciò che aveva in mente, vide che lei sorrideva e concordava. Squall ricambiò e si alzò, con l'intenzione di parlare con il cameriere.

Dopo qualche minuto, guardò Rinoa e annuì, e lei si alzò e andò sul palco.

E Squall riuscì solo a guardare, come aveva fatto la prima volta che l'aveva vista. Il modo in cui cantava, la sua bellissima voce melodiosa che attirava l'attenzione di tutto il ristorante. Squall pensava che cantasse meglio quando era felice, e quel giorno aveva cantato meglio che mai.

Non era l'unico ad apprezzare profondamente la sua voce e la sua bellezza. Una ragazza di ventisei anni sedeva in un angolo, con i capelli lunghi legati in fondo da un fiocco arancio, e guardava meravigliata.

L'ho trovata, pensò. L'ho trovata!

Con quel pensiero buttò giù il suo drink, e si avvicinò a Rinoa, che aveva appena finito la canzone e si inchinava con grazia al pubblico, con il sorriso che riluceva e riluceva.

Squall la incontrò in fondo al palco, aiutandola a scendere posandole un braccio intorno alla vita e sollevandola, come un cavaliere che aveva visto in così tanti film.

Stavano ancora sorridendo quando la ragazza con i capelli castani li raggiunse.

"Scusami, posso parlarti?" Garnet sorrise alla coppia, che sembrava così felice.

Rinoa sorrise e disse piano a Squall di aspettarla al tavolo. Lui annuì e tornò ai loro piatti in attesa, guardandola per tutto il tempo con curiosità e meraviglia.

Rinoa andò al tavolo della sconosciuta. Garnet sorrise alla giovane donna, che era decisamente radiosa.

"La tua prova di stasera è stata adorabile. Come ti chiami?"

"Rinoa Heartilly."

Rinoa arrossì e la ringraziò timidamente, mentre il complimento le scaldava l'anima. Aveva sempre amato cantare.

Garnet ridacchiò e continuò. "Io mi chiamo Garnet Alexandros. Sono dell'agenzia Prima Vista, ne hai mai sentito parlare?"

Rinoa spalancò solo la bocca sentendola. Prima Vista? La più grande e famosa agenzia di intrattenimento di tutta Esthar?

Rinoa annuì soltanto. Si chiese perché questa rappresentante della Prima Vista le stesse parlando, con la speranza che cresceva sempre di più. Più ci pensava, più anticipava quello che l'altra stava per dire. La suspense la stava uccidendo!

"Beh, hai potenziale. Molto potenziale. E vorrei che tu cantassi per noi. Puoi considerare l'offerta per qualche giorno. Ecco il mio biglietto da visita. Chiamami quando avrai deciso."

Garnet le allungò il biglietto bianco, sorridendo alla gioia sul viso dell'altra.

"Grazie mille!" Rinoa si illuminò ancora di più, e Garnet ridacchiò di nuovo per il suo entusiasmo. Ma prima di accettare, Rinoa voleva parlare di questa grossa novità con Squall e decidere con lui. Certo, sarebbe stato felice per lei, e ci sarebbe stato un altro motivo per festeggiare. Se Squall era felice, significava che le avrebbe dato supporto e non avrebbe avuto problemi, come non li aveva lei.

Tornando al tavolo dove era seduto Squall, riuscì a non inciampare mentre di fatto correva. Squall sorrise quando lei si sedette in fretta, e le prese le mani tra le sue.

"Beh, di cosa voleva parlarti?"

"Non ci crederesti mai! Lavora con l'agenzia Prima Vista, e vuole che canti per loro!"

A quelle parole, Squall si sentì soffocare. Sapeva che prima o poi sarebbe successo. Sapeva che Rinoa lo avrebbe lasciato per seguire il suo sogno. Dopo tutto, non c'era posto per lui nel suo futuro, mentre lei avrebbe scalato la società, lasciandolo indietro per trovare un altro uomo più adatto a lei. Lo aveva già visto accadere prima. Era successo troppe volte.

Perché stavolta doveva essere diverso?

Il sorriso di Rinoa non vacillò mentre continuava a parlare. Il sorriso di Squall, però, divenne poco a poco un broncio, mentre si faceva sempre più insicuro di sé.

Sarebbe meglio che mi tirassi indietro adesso... sarebbe meno doloroso che aspettare che mi lasciasse lei.

Aveva aspettato quel giorno. Solo che non voleva che arrivasse così presto.

"Squall? Che c'è che non va?" Il sorriso di Rinoa scomparve non appena si accorse che Squall fissava quasi furioso i bicchieri di vino.

"Squall?"

Rinoa non si aspettava quello che fece dopo. Lui si alzò bruscamente, gettò il tovagliolo e si allontanò furioso dal tavolo, ignorato dalle persone a cui passava accanto.

Lei lo seguì fuori, in strada, e lo chiamò ripetutamente, senza avere risposta.

Alla fine riuscì a prendergli una mano e gli chiese senza fiato cosa non andasse.

"Che c'è che non va?" rispose furioso Squall. Quello che non va è che seguirai il tuo sogno. Quello che non va è che alla fine mi lascerai e ti dimenticherai di me. Quello che non va è che... rimarresti se te lo chiedessi. Rimarresti, se significasse che non sarei arrabbiato o triste. Ecco perché non posso essere egoista.

"Quello che non va è che sei qui a parlare con me quando dovresti essere con quella ragazza!" Squall fissò Rinoa, che fece un passo indietro, impaurita.

"Squall..." Non lo aveva mai visto così arrabbiato.

"Vattene e basta, Rinoa!" Odiava le parole che stava dicendo, si odiava perché stava reprimendo tutto dentro di sé invece di dire a Rinoa cosa provava.

"Vattene e basta, è quello che ho sempre voluto!"

Rinoa riuscì solo a guardarlo scioccata; era per questo che aveva deciso di fare tutto quello per lei, quel giorno? Il bellissimo ristorante, la canzone sul palco, quella notte bellissima? Era solo per darle un ultimo ricordo mentre la lasciava?

Squall sapeva che lei era addolorata, perché gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime.

Si odiò per le parole successive, le parole che desiderava potersi rimangiare.

"Rinoa, pensi che mi sia divertito negli ultimi due anni? Pensi che sarei davvero stato con te così tanto tempo? Pensaci bene."

Rinoa fece un passo indietro, mentre iniziava a capire le sue parole.

"Non sei nient'altro che un fardello, Rinoa. Nient'altro che un fardello per questi due anni!"

E a questo, l'anima di Rinoa iniziò a marcire, mentre la persona che amava di più la respingeva crudelmente. Le lacrime le scendevano sulle guance, luccicando alla luce come un miraggio.

Squall la guardò, triste, ma sapeva che era la cosa migliore. Sarebbe stato meglio per lei seguire il suo sogno che restare con lui. Delle due cose, sapeva che lei avrebbe scelto di rimanere. Non voleva che vivesse con dei rimpianti per il futuro che avrebbe potuto avere.

Rinoa lo guardò, ma abbassò gli occhi quando le sue parole richiamarono ricordi. Dolorosi ricordi d'infanzia, suo padre che la sgridava e la sminuiva quando cercava di cantare. Suo padre le aveva detto le stesse cose; lei era un fardello. Non importava con chi fosse, sarebbe sempre stata un fardello.

Da quanto tempo Squall pensa questo di me?

Dopo un'eternità, alzò gli occhi e gli sorrise. Un sorriso che quasi gli spezzò il cuore.

Lentamente, si portò le mani alla nuca e slacciò la catenina con i due anelli. Prese Griever tra le mani e si avvicinò lentamente a Squall.

Il gesto fece venire voglia di piangere a Squall. Ma non le avrebbe permesso di vedere quanto fosse distrutto. Lei si comportava come un guscio vuoto, come se non ci fosse più gioia in lei.

E lentamente, gli prese la mano e gli posò il freddo oggetto di metallo sul palmo, richiudendogli poi le dita.

"Grazie, Squall. Grazie per i due anni di felicità che mi hai dato."

Squall odiava quel sorriso che brillava tra le lacrime. Era così reale, l'ultimo sorriso reale che lei avrebbe mai fatto per lui.

E lentamente lei si voltò e uscì dalla sua vita.

*~*~*~*~*

Garnet sedeva al suo tavolo, ancora sorridente per la fantastica cantante che aveva trovato. Fece girare il vino nel bicchiere e ne bevve un sorso, quando una voce esitante la chiamò.

Voltandosi, fu sorpresa di vedere Rinoa, con un sorriso sul viso.

"Ciao, Garnet? Sono venuta a darti la mia risposta. Sarei felice di cantare per la tua agenzia."

*~*~*~*~*

Fuori dal The Night Star, Squall sedeva sotto le stelle piangendo amaramente, rimpiangendo le sue parole e i suoi gesti. Voleva tornare indietro nel tempo, così tanto che gli faceva male.

Nella mano stringeva forte Griever, come se in qualche modo l'anello potesse salvarlo da altri rimpianti.

E la neve iniziò a cadere in silenzio, coprendo il terreno della sua bellezza bianchissima.

*****
Nota dell'autrice: ok, allora, spero che vi sia piaciuto leggere la mia seconda storia (forse l'ultima del mese) per la challenge Where I Belong! Questa è solo la prima di due o tre parti, a seconda di quanto sarà lunga la prossima. Ho già pianificato quello che succede dopo, devo solo smettere di avere il sedere pesante e scriverla. E sì, finirà bene, almeno meglio di questa parte. Questa storia si basa su un romanzo che ho letto, ma di cui non ricordo il titolo, e la fine nel libro è tragica; io ho deciso di cambiarla e renderla un po' più felice.
Detto questo, spero che vi sia piaciuto leggerla, e spero che vi stiate godendo la WIB challenge quanto me. Abbiate cura di voi. :)

Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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