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Autore: ZAIKO97    29/03/2013    2 recensioni
Storia di come un uomo si innamorò di un'ombra senza aver mai visto in volto chi la proiettasse. Preferì immaginare gli occhi dell'ombra amata e vedervi amore (che comunque sapeva essere impossibile), vivere nel sogno di quell'amore che in realtà non esisteva, piuttosto che guardare in faccia la realtà e scoprire di non essere ricambiato.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminava piano. Non lentamente, piano. Molti non avrebbero visto la differenza, ma lui sì. Perché lui non era "molti": lui era diverso, e lo sapeva. Ne era consapevole, e non faceva niente per cambiare le cose. Chi era lui per cambiarle, le cose? Era diverso, ed essendo diverso era solo. Viveva solo, mangiava solo, dormiva e sognava da solo. Qualcuno avrebbe detto che aveva amici che gli volevano bene, colleghi che lo rispettavano e genitori a cui faceva visita ogni Natale; ma lui no, non lo diceva perché sapeva che non era vero, non era vero niente. Lui non diceva mai niente da tanto, troppo tempo. Ma chi era lui, per parlare? Lui era solo, e solo rimaneva e solo camminava. Con la testa bassa, camminava piano; chi era lui, per guardare davanti? Aveva paura, paura di quello che avrebbe potuto vedere. E allora rimaneva solo coi suoi pensieri, a fissare il marciapiede sotto le sue scarpe. Ma chi era lui, per pensare? E allora si limitava a guardare le ombre che passavano accanto a lui, lo riparavano dal sole e se ne andavano, si rincorrevano disperate e scappavano. E mentre quelle tremavano e si allungavano, schiave della frenesia della loro vita, lui camminava piano.

E mentre camminava piano, un'ombra bellissima gli si avvicinò e lo accompagnò. Camminava piano anche lei

(aveva capelli lunghi sulle spalle),

e come lui camminava a testa bassa

(sentiva i suoi occhi pesare sulla sua, di ombra),

e come lui era diversa. Lo sapeva, lo capiva dal modo in cui le loro ombre si toccavano e diventavano una cosa sola. E per la prima volta dopo tanto tempo non si sentiva più solo, non era più solo.
Alla fine della strada si separarono, ma gli occhi di lei continuavano a pesare. E pesarono una volta ritornato a casa, seduto al tavolo, e pesarono quando si infilò sotto le coperte. E per la prima volta dopo tanto tempo non dormì solo, non sognò da solo. Perché c'era lei nei suoi sogni, quell'ombra che tanto l'aveva ammaliato.
 
Il giorno dopo si rincontrarono alla stessa ora, sullo stesso marciapiede. La riconobbe subito, e si stupì non poco nel rendersi conto di sentirsi felice.

(possibile che mi faccia quest'effetto?)

E insieme camminavano piano, e non riusciva a staccare gli occhi dai suoi capelli, o dal braccialetto che non aveva notato il giorno prima al polso destro. La guardava, la osservava e la rimirava, e quando le loro dita si fondevano gli batteva forte il cuore. No, non è il termine esatto. Piuttosto implodeva, si contraeva e poi esplodeva. E quando la vide allontanarsi, si sentì vuoto. A metà. E lei, quell'ombra, era l'altra metà.
E la sognò anche quella notte, la desiderò e sognò di fare l'amore con lei.
 
Il terzo giorno camminarono insieme e se ne innamorò. Si innamorò di un'ombra, di un amore impossibile, anormale e per certi versi immorale. Non poteva esserne sicuro, non aveva mai amato e probabilmente non era amore nemmeno quella volta

(IO MI SONO INNAMORATO),

probabilmente era solo pazzia

(IO NON SONO PAZZO, SONO INNAMORATO DI UN'OMBRA),

e avrebbe volentieri voluto essere pazzo, piuttosto che innamorato. Ne aveva sentito parlare, come di una leggenda lontana, e leggenda era rimasta fino ad allora, per lui. L'amava, chissà da quanto l'amava, forse da ancor prima di prenderla per mano

(senza la mano),

ancor prima di camminare insieme a lei, piano. Forse ci si nasce, innamorati, forse l'amore dorme nei cromosomi e si sveglia quando arriva il momento. Era solito dare una spiegazione razionale a tutto, e così faceva anche allora; ma più si sforzava, meno razionale gli sembrava la cosa, meno razionale gli sembrava tutto quanto e meno razionale si sembrava lui

(SONO PAZZO, SÌ, PAZZO DI LEI).

 
Il quarto giorno camminava insieme a lei, innamorato. Si accorse che i suoi occhi avevano tutti i colori più belli di questo mondo, così come lo smalto sulle sue unghie. Ora avevano il colore rosa di una gomma da masticare gettata da poco, ora il bianco del filtro di una sigaretta fumata da qualcuno chissà quanto tempo addietro. E mentre i suoi occhi cambiavano colore e forma, riusciva comunque a vedere che anche lei lo amava

(MI AMA),

si amavano. E aveva dei capelli bellissimi, allora più che mai. E l'amava, allora più che mai.
 
Il quinto giorno camminavano, come sempre. Perché aveva cominciato una nuova vita con lei, o forse non aveva mai vissuto prima di allora. Perché senza amore, pensava, non si vive. Si respira, ma non si vive mica. E da cinque giorni lui aveva cominciato a vivere, era nato, e avrebbe festeggiato con lei tutti i suoi futuri compleanni, dopo che si fossero sposati. Così pensava mentre camminavano e si amavano, piano.
E prima che se ne andasse

(come sempre),

le prese la mano

(senza la mano),

e mentre l'amava, le diede appuntamento al mare, per l'indomani, con gli occhi bassi fissi nei suoi. E lei, col sorriso in volto

(senza il sorriso, senza alcun volto),

disse di sì.
 
Il sesto giorno si videro e si amarono come sempre, e come sempre camminarono insieme. Camminarono e camminarono ancora, e quando si sedettero finalmente sul ciglio della scogliera era venuto il tramonto.
L'amava, l'amava come sempre e forse anche di più, ma non capiva questo suo malessere che lo corrodeva dentro. Cercò conforto nella mano di lei, ma per la prima volta da quando l'amava non la trovò. Si girò, piano, con gli occhi bassi, e la vide allungarsi e tremare. Il sole era ormai prossimo al tramonto, e la luce la deformava, e non poteva permetterlo

(NON STA ACCADENDO DAVVERO);

sentiva il suo dolore, lo sentiva, glielo leggeva negli occhi che lentamente sparivano, come le sparivano i capelli e le unghie.

(SE NE STA ANDANDO)
(STA MORENDO)
(NON PUOI ABBANDONARMI)
(NON ORA, IO TI AMO)

E mentre gli sussurrava amore all'orecchio che ormai non c'era più, piangeva perché non sapeva cosa fare, non c'era niente da fare. E vedeva odio negli occhi di lei, e per la prima volta nella sua vita alzò lo sguardo, pur di non vederla morire. E vide il mare, e vide il sole che si accingeva a fare l'amore col mare, e mentre piangeva mari e oceani li odiava, perché a causa del loro egoismo lei stava morendo; ed era invidioso, perché mentre il suo amore moriva un altro amore nasceva. E quando il sole fu tramontato, quando si fu concesso completamente al mare, lei morì; ed insieme ad ella morì anche lui, e si lasciò andare e fece anche lui l'amore col mare. E mentre precipitava e annegava, le sue lacrime scomparivano, nell'immensità del mare; e mentre guardava avanti, mentre moriva, pensava e diceva:

CHI SONO IO PER AMARE?

  
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