Salve a tutte/i! Eccomi tornata, con un’altra AoKaga, ma stavolta il progetto è ben diverso. Si tratta di una raccolta, interamente su questa coppia, dal titolo “Un-love you”, nome della Challenge trovata su Tumblr che mi ha ispirata. La Challenge è formata da ventisei prompts fissi e quattro a scelta, per un totale di trenta capitoli. Dato che io per pensare i prompts sono pessima, siete ovviamente libere/i di suggerirmene, ma vi chiedo solo una cosa: niente fluff o comico e simili. Questo per una semplice ragione: tutti i prompts della challenge sono Angst e/o fortemente introspettive. Quindi, non è da escludere che interrompa la raccolta al ventiseiesimo capitolo. Inoltre, non seguo il numero dei prompts rigorosamente, dipende da ciò che mi ispira il giorno (?). Inoltre, non uso i prompt in senso stretto, diciamo che mi farò ispirare da questi e poi la mia mente farà il resto, in base all'ispirazione(??).

Gli aggiornamenti non saranno regolari, dato che non mi piace molto scrivere se non sono ispirata.

Altre note random: il rating per il momento lo metto arancione, perché conoscendo i prompt credo starò in quel rating. Ovviamente, lo alzerò se dovessi ritrovarmi a scrivere una storia a rating rosso (ma dubito fortemente), oppure lo abbasserò se dovessi accorgermi che quello giallo è sufficiente.

E in effetti, questa breve Flashfic è più sul Verde, dato che a parte l’accenno al fatto che sia una BoyxBoy non c’è nulla di non verde.

Come al solito, dovessero esserci errori o qualunque altra cosa, fatemelo notare pure.

Capitolo: 1

Numero prompt: 14

Rating: Verde

Titolo: I'm awake and you are breathing

Buona lettura!

Un-Love you

14 – I’m awake and you are breathing

Due respiri, lenti e regolari, consumavano piano l’aria nella stanza.

Due corpi giacevano vicini sullo stesso letto.

Due occhi si aprirono, senza vedere nulla nel buio di quella stanza, se non gli accecanti numeri rossi dell’orologio digitale sul comodino, che risaltavano nel buio della stanza.

Taiga si mise seduto sul letto, stropicciandosi gli occhi infastiditi, per poi voltarsi, con lo sguardo, verso Daiki, a fianco a lui.

Lentamente i suoi occhi si abituavano all’oscurità della notte, permettendogli gradualmente di vedere il viso di Aomine, che dormiva.

Gli capitava spesso, negli ultimi tempi, di ritrovarsi in quella situazione. Si svegliava, nel cuore della notte, e lo osservava indiscreto, ascoltando il lieve suono del suo respiro.

Gli piaceva godersi quei momenti di pace con lui, raramente erano possibili mentre lui era sveglio. Nessuna sfida, né lotta o litigio. Non una parola di troppo, o uno sguardo truce, seguito da un ghigno e una vendetta.

Pace.

Vedeva i suoi capelli, che aveva innumerevoli volte stretto tra le sue dita, fortemente, per passione o per rabbia, erano lievemente scompigliati e cadevano morbidamente sul cuscino.

Passò ai suoi occhi, ora chiusi, che tante volte l’avevano guardato con sdegno, o desiderio – ma non gli erano sfuggiti quelli di ammirazione, che Daiki gli aveva rivolto raramente e di soppiatto.

Il suo sguardo si posò poi sulle sue labbra, ora semiaperte, gli avevano spesso sputato addosso parole dettate dall’ira, così come regalato baci – a volte lenti e lunghi più spesso passionali, focosi e soffocanti.

Quando erano entrambi svegli era totalmente differente.

Guerra.

Ma non avrebbe mai voluto, per nulla al mondo, sostituire quella lotta perpetua che era il loro rapporto con la pace, preferendo godersela in quei momenti. Se fossero stati una coppia come tutte le altre, avrebbe dovuto rinunciare a quel sorriso, che gli sfuggiva ogni volta nel vederlo così innocuo davanti a lui.

Quella guerra era divertente per entrambi, lo sapeva bene, nel profondo del suo cuore. Ed era certo fosse così anche per lui, ma che nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso.

In fondo, quel continuo alternarsi di guerra e pace non era altro che profonda, reale, comprensione.