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Autore: Jessica Fletcher    01/04/2013    2 recensioni
Ryan ci rimase di stucco, ma non fu tanto il gesto a impressionarlo quanto lo sguardo di Olivia, uno
sguardo terrorizzato come quello di una bestiola braccata, due occhioni imploranti che sembravano dirgli "non farmi del male";

Ryan e Natalia sono sposati da alcuni mesi; quasi per caso, qualcosa di imprevisto arriverà a cambiare le loro vite per sempre.....in meglio, però.
Fan-fiction piuttosto malinconica, si fa riferimento a maltrattamenti su minori; niente però di troppo esplicito (non ce l'avrei fatta)
Disclaimer: non mi appartengono Nè Ryan nè Natalia nè altri personaggi di CSI Miami qui citati, la piccola Oliva, però, l'ho creata io
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ryan Wolfe
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ryan e Natalia'
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Anita

Una famiglia



"Signora Wolfe", erano passati alcuni mesi dal suo matrimonio con Ryan e a Natalia ancora non sembrava vero che tutto ciò fosse possibile "signora Wolfe, signora Wolfe....sono io la signora Wolfe" se lo ripeteva sempre in continuazione: al lavoro, mentre faceva la spesa e cercava di ricordarsi quali fossero i cibi preferiti da Ryan, mentre chiudeva la porta di casa, mentre camminava per strada....e si mirava e rimirava la fede di oro bianco con brillantino che portava all'anulare sinistro, certe volte se la baciava pure, tanto era contenta di averla. Le sembrava, così, di avere totalmente cancellato le ombre del suo precedente matrimonio, le violenze subite dal suo primo marito e i dubbi circa la possibilità di tornare ad amare ancora. Quelle ombre non c'erano più; le aveva spazzate via un ragazzo dai grandi occhi verde scuro e l'amore che egli le aveva donato; adesso Natalia si sentiva una donna diversa, quasi come se fosse rinata a nuova vita. La sera si addormentava dopo avere fatto l'amore con Ryan e la mattina era lui che la svegliava portandole il primo caffè, insieme con il bacio del buon giorno. Natalia adorava questa piccola attenzione che suo marito (che bella parola: mio marito!) aveva per lei, così come adorava tutte le altre piccole coccole che lui le riservava nel corso della giornata; tipo un bacio rubato mentre erano al lavoro, o la mano nella mano mentre rientravano a casa o altre sciocchezze del genere, che però per lei erano importantissime. Anche se, ogni tanto (ma solo ogni tanto), si sentiva dispiaciuta di non potere avere bambini....le sarebbe tanto piaciuto avere una bella famiglia numerosa. Ma non si poteva avere tutto dalla vita ....e lei aveva già tanto, aveva un uomo che la amava moltissimo, non poteva desiderare di più.

Del resto non solo lei era al settimo cielo ........
"Allora, come va la vita da uomo sposato?" chiese Calleigh a Ryan in quella assolata mattina di giugno mentre entrambi si stavano godendo un caffè nella sala pausa della Centrale di Polizia di Miami Dade;
"Alla grande!" fu la risposta "non so se si vede, ma mi sento in Paradiso, nel vero senso della parola. Amo Natalia più di ogni altra cosa al mondo, certe volte mi fa quasi paura dovere ammettere di provare un sentimento così totalizzante e profondo per qualcuno. E il fatto di averla come moglie, di condividere la mia vita con lei, di addormentarmi accanto a lei, di risvegliarmi accanto a lei.....beh.....non ci sono parole per descriverlo tanto è fantastico ed appagante";
"Si vede, si vede.....sei raggiante! Tutti e due siete raggianti.....è come se aveste una luce che vi illumina da dentro! " disse la donna prendendo entrambe le mani del collega nelle proprie " e devo dirti, Ryan, che sono proprio contenta per voi due, veramente. Vi voglio bene, ad entrambi, e sono felice che vi siete trovati"
"Beh, grazie" fu l'unica risposta che un imbarazzatissimo Ryan riuscì a formulare prima che il suo telefono cominciasse a squillare....

"Pronto....Natalia!" il viso di Ryan si illuminò ma solo per scurirsi un istante dopo "come sarebbe a dire che sei in Ospedale? Sei ferita?";
"No, sto benissimo"  rispose la voce nell'altoparlante del telefonino "solo che....oh Ryan, devi venire immediatamente: No, non preoccuparti, stai tranquillo, sto bene, non sono ferita, non ho nemmeno un graffio. Ma ho bisogno di parlarti subito, immediatamente. Ti prego vieni";
"Okay, arrivo subito...." Ryan sembrava ansante e enormemente agitato "dove sei? al Miami Dade?"
"Sì, sono al Miami Dade.....ti prego vieni, ho bisogno di te"
Come se già non avesse abbastanza preoccupazioni e una fretta matta di arrivare da Natalia, quelle sue parole, "ho bisogno di te" non fecero altro che aumentare la sua ansia;
"Devo andare immediatamente" disse a Calleigh;
"Chi era? Natalia?"
"Sì, mi ha detto che è all'ospedale, al Miami Dade, ma che non è ferita. Però ha bisogno di me....oddio Calleigh, ho una paura folle, invece. Ho paura che non mi abbia detto la verità e che stia male......senti, io vado là di corsa. Lo dici tu ad Horatio"
"Sì, vai pure e......stai tranquillo che Natalia sta davvero bene, e promettimi di essere prudente alla guida, Ok? non farmi stare in pensiero. e quando arrivi e sai qualcosa chiamami, intesi?"
"Sì, ok.....grazie Calleigh, sei una vera amica"
"Non stare nemmeno a dirlo.....vieni qui, dai" e prima di lasciarlo andare via, Calleigh lo abbracciò amichevolmente dandogli una pacca sulla schiena ed un bacio sulla guancia .

Ryan guidò fino all'ospedale come in tranche, poi andò a cercare dove potesse essere Natalia, non risultava fra i ricoverati e quindi chiese se qualcuno l'avesse vista "Una bella signora, giovane, di altezza un po' superiore alla media, carnagione scura, begli occhi di velluto, capelli rosso scuro, un bel sedere (ehm).....un bel fisico......qualcuno l'ha vista?"
"Io l'ho vista" intervenne ad un certo punto un giovane infermiere "sì sì è proprio lei" la riconobbe non appena Ryan gli mostrò la foto al telefonino "l'ho notata subito. Una così non passa certo inosservata. Gran bella gno...., ehm, gran bella donna....." dallo sguardo che Ryan gli rivolse il ragazzo capì subito che non era il caso di continuare con gli apprezzamenti  "era in Pediatria, insieme con una bambina piccola"
"In Pediatria? (che ci può fare Natalia in Pediatria?) Da che parte si trova?"
L'infermiere gli mostrò la strada e Ryan non perse tempo a raggiungere il reparto. Entrò nel corridoio, sbirciò dentro a tutte le camere e finalmente trovò Natalia seduta davanti al lettino di una piccola paziente addormentata.

"Nat!" la chiamò "si può sapere che cosa ci fai qui?";
"Ssst!" rispose lei "fai piano. Sta dormendo"
"Ma chi è? Cosa hai a che fare tu con lei?"
"Si chiama Olivia. Suo padre ......beh, suo padre ha assassinato sua madre. Sono andata con Eric a casa loro, sulla scena del crimine, per fare i soliti rilevamenti, quando ho sentito uno strano rumore, come una specie di miagolio, che veniva da dentro l'armadio. Ho aperto e c'era questa piccolina, rannicchiata su se stessa, in evidente stato di choc, che si lamentava piano. Mi sono inginocchiata davanti a lei, le ho parlato con dolcezza, le ho detto di non avere paura, che l'avrei aiutata, ho teso le mie braccia verso di lei e.....sai una cosa Ryan?" Natalia aveva le lacrime agli occhi "mi si è gettata al collo e non mi voleva più lasciare, non c'era modo di staccarla da me. Ho visto che aveva parecchi lividi sul corpicino, così l'ho portata qui perché avevo proprio la sensazione che fosse stata vittima di maltrattamenti. Hanno dovuto sedarla, solo così hanno potuto prenderla.....le hanno fatto gli esami e, Mio Dio, Ryan, avevo ragione: hanno trovato parecchie fratture rinsaldate alle braccia, alle gambe, persino una alla scatola cranica. E ha segni di morsi e bruciature  un po' ovunque, è molto malnutrita, le analisi hanno riscontrato segni di denutrizione e ritardo nella crescita. Ha quasi cinque anni, ma fisicamente ne dimostra tre. I suoi genitori dovevano proprio essere due disgraziati, credo fossero anche due tossici. Di sicuro il padre era un violento e la madre.....non lo so. Ne ho viste tante di storie così, troppe....." Natalia scosse la testa, poi proseguì  "Ma i suoi occhi, gli occhi di questa piccola......avresti dovuto vederli, Ryan, avevano un'espressione terrorizzata!"

Ryan allungò la mano a prendere, in un gesto affettuoso, quella di sua moglie la quale continuò "e, come se non bastasse tutto quello che ha passato, adesso non ha più nessuno e sarà mandata in un istituto dove chissà come la tratteranno. Questo a meno che.....a meno che non si presenti una famiglia disposta a prenderla in affido e magari anche in adozione. Ryan, potremmo....." e qui Natalia tacque e si volse a guardare il marito con  un'espressione strana in viso, "Ryan, perché non la prendiamo noi?";
"Ehhh?" lui non era sicuro di avere sentito bene;
"Perché non la prendiamo in affido e, poi magari, in adozione? Io non posso avere figli e lei.....potrebbe essere la nostra bambina.....anzi lei è la nostra bambina. Me lo sento"
"Ascolta, Natalia. Questa bambina ha subito grossi traumi, ha visto suo padre uccidere sua madre, è stata maltrattata. Avrà un sacco di problemi di natura psicologica e caratteriale. Prendersi cura di lei non sarà certo una passeggiata; non è che ci mettiamo in un qualcosa che è più grande di noi?"
"Ascoltami tu, Ryan! Io sono stata maltrattata per anni, se ben te lo ricordi. So benissimo come ci si sente a non avere via di uscita da una vita di violenze ed abusi.....Io ero emotivamente provata proprio come questa creatura.....ma tu mi hai fatto credere ancora che qualcosa di buono potesse esserci anche per me.....tu mi hai preso con te e mi hai insegnato ad amare ancora......io voglio fare la stessa cosa per questa bambina......voglio provarci almeno"
"Ma non sarà un impegno troppo gravoso?";
"Sì, ma sarà un peso dolce da portare, se riuscirò a fare ritornare il sorriso su questo volto e la fiducia e la speranza nei suoi occhi, allora la mia fatica sarà ricompensata.....Ormai ho deciso, Ryan, mi prenderò cura di lei, spero di poterti avere al mio fianco. Ma se così non dovesse essere .....lo farò da sola"
Ryan la guardò e il suo sguardo diceva tutto "Certo che sarò al tuo fianco, lo sai ....ho giurati di amarti e proteggerti per ogni giorno della mia vita.....e non l'ho detto così tanto per dire.....ma credendoci veramente. Mi prenderò cura di questa creatura insieme a te spero solo......spero solo di essere all'altezza." Così dicendo abbracciò sua moglie lasciando che ella posasse il capo sulla sua spalla, condividendo un momento di dolcezza insieme.

E fu così che Olivia entrò nelle loro vite.

Si dimostrò una bambina per lo più tranquilla, taciturna, sembrava quasi facesse di tutto per non far notare la sua presenza. Di notte spesso aveva degli incubi ed era sempre Natalia a correre in suo aiuto; perché la piccola si era attaccata e affezionata soprattutto a Natalia: la chiamava "mamma Nat" e voleva stare sempre con lei, tanto che la giovane agente si era vista costretta a prendere un periodo di aspettativa dal lavoro per potere stare con la piccola.
Diverso era il caso di Ryan; la bimba si mostrava diffidente nei confronti del suo nuovo padre; lo guardava con attenzione, quasi a studiarlo, ma ben di rado gli dimostrava affetto o attaccamento e, se lui cercava la sua attenzione, faceva sempre in modo di rivolgersi altrove.
Ryan sapeva benissimo che tutto questo derivava dal fatto che la piccola aveva subito pesanti maltrattamenti da parte del suo padre naturale, sapeva bene che ci voleva del tempo ma, nonostante tutto, questo atteggiamento lo feriva profondamente; avrebbe voluto fare parte della vita della sua figliola adottiva ma non sapeva proprio come fare per conquistarsi la sua fiducia e il suo amore....poi, una sera, accadde una cosa che cambiò tutto.

Ryan era tornato tardi dal lavoro, stanco e giù di morale, in attesa della cena si sera seduto a guardare la televisione nel soggiorno, Olivia era lì vicino a lui che stava giocando e non lo degnava della minima attenzione. A un certo punto la piccola si interpose fra Ryan e il televisore "Olivia spostati che voglio vedere la partita!" chiese Ryan  ma la bimba non si mosse;
"Dai Olivia! Levati di lì", ancora niente;
"OLIVIA!" gridò Ryan spazientito muovendo verso la bambina per spostarla dal luogo in cui si trovava.
Immediatamente la piccina fece un passo indietro e sollevò le braccia a proteggere il viso, Ryan ci rimase di stucco, ma non fu tanto il gesto a impressionarlo quanto lo sguardo di Olivia, uno sguardo terrorizzato come quello di una bestiola braccata, due occhioni imploranti che sembravano dirgli "non farmi del male";
"Oddio, che cosa faccio, adesso?" si chiese l'uomo. Cercò di ricordare il comportamento dei suoi genitori verso lui da piccolo, ma era un ricordo troppo lontano e sbiadito; gli venne però in mente Horatio quella volta che lui era stato ferito nell'urgano, gli aveva detto di stare tranquillo e lo aveva chiamato figliolo e ragazzo mio con una voce dolce e suadente come quella di un padre....(Okay,  proviamoci); Ryan si inginocchiò, guardò Olivia dritta negli occhi e le disse "Tranquilla, tranquilla, piccola mia! Nessuno vuole farti del male....nessuno vuole picchiarti.....nessuno ti picchierà mai più. Mai più te lo giuro, piccola mia, tranquilla ora, tranquilla" e così dicendo allungò lentamente la propria mano a prendere quella della piccola.....e..... accadde l'inaspettato: la bimba gettò la sue braccine al collo di Ryan affondando il viso contro la sua spalla.
Lui rimase per un attimo sconcertato poi ricambiò l'abbraccio stringendola forte a se. Le baciò la fronte, poi la testolina, poi di nuovo la fronte; l'uomo sentiva come se il suo cuore fosse scoppiato e l'amore e l'affetto che provava in quel momento per quella creatura avessero incominciato a traboccare fuori invadendolo completamente. Si accorse che una lacrima gli si era affacciata negli occhi. La rimandò indietro, quella lacrima, non era proprio il momento di commuoversi, non davanti ad Olivia; la piccola non avrebbe capito e non poteva correre il rischio di spaventarla nuovamente. Ma strinse la bimba ancora più forte a  se.

Quando Natalia entrò nel soggiorno, qualche minuto più tardi, ad annunciare a Ryan che la cena era pronta e prendere Olivia per metterla a letto,  rimase stupefatta e intenerita dalla visione che si prospettò davanti ai suoi occhi: suo marito stava seduto per terra a gambe incrociate e teneva  Olivia in grembo, la accarezzava piano sulle braccia, sulla schiena, sul viso, dandole, ogni tanto, piccoli baci sulla testolina, e parlandole dolcemente. La piccola teneva il viso affondato contro la spalla del suo babbo adottivo e le braccine a circondargli il collo;
"Oh!" la donna, commossa, trattenne il respiro e rimase un attimo sulla soglia a guardarli: il momento tanto atteso in cui i due sarebbero veramente diventati padre e figlia era arrivato e Natalia non poteva essere più felice; così li raggiunse e si inginocchiò al loro fianco abbracciandoli entrambi.
"Nat" le disse Ryan a bassa voce "non riesco a staccarla da me!";
"Lo so, anche a me è successa la stessa cosa!"
"Questa creatura ha bisogno di dare e ricevere amore; ha sofferto tanto, ma il suo cuore è rimasto intatto!"
"Vedi, Ryan, i bambini lo sanno. Non so come ma sanno capire chi è che vuole loro del bene e chi no; lo percepiscono.....e lei, ora, sa che tu la ami. Ne ha passate tante, troppe forse da sopportare per una creatura così piccola....ma non è troppo tardi per rimediare"
"Se  penso a quello che le hanno fatto io.....divento matto! Se un giorno mai mi dovessi trovare davanti il suo padre naturale, giuro che lo farei a pezzettini......"
"Ryan non dire così....non lo faresti, non sei il tipo. Tu credi nella giustizia, non nella vendetta, dico bene?"
"Sì, hai ragione....ma ho tanta rabbia dentro!"
"Quella è normale, è un sentimento assolutamente normale.......guarda, Ryan, si è addormentata.....la mettiamo a letto?"
"Sì, ti aiuto" rispose lui alzandosi in piedi con la piccola fra le braccia.

La portarono nella sua cameretta, le sciolsero le lunghe trecce, la spogliarono e la prepararono per la notte. Fu compito di Ryan metterla nel lettino e tirarle su le coperte.....l'uomo rimase a lungo a guardarla, quasi a volerla vegliare nel sonno, poi, mentre stava per avviarsi verso la porta, sentì una vocina dietro di se: "Papi, me lo dai il bacio della buona notte?"
"Certo tesoro" rispose lui e, tornato sui suoi passi, si chinò a baciare la piccola sul visino "sogni d'oro piccola mia";
"Papi, sono contenta di stare con te.....di stare con te e con mamma Nat. Vi voglio tanto bene";
"Anche noi te ne vogliamo, Olivia......." la voce di Ryan si incrinò un attimo per la commozione poi riprese "io e la tua mamma ti vogliamo un bene immenso";
"Resterete sempre con me, vero?"
"Sì amore mio.....saremo sempre con te. Non ti lasceremo mai. Mai, qualunque cosa accada! Stai tranquilla, piccola, sei al sicuro.....Dormi, ora...." e l'uomo allungò la propria mano ad accarezzare il viso della sua figliola adottiva la quale, confortata dalle parole e da quel tocco lieve e gentile, chiuse gli occhi e si addormentò.

Uscito dalla stanza, Ryan si rese conto di avere gli occhi umidi, Natalia era lì davanti a lui; gli asciugò le lacrime con la punta delle dita e gli cinse la vita con le braccia attirandolo a se; lui contraccambiò l'abbraccio, accostando la propria guancia a quella di sua moglie. Per la prima volta sentiva che la sua vita era veramente completa.

Adesso sì ......adesso erano davvero una famiglia.



Wow, che impresa scrivere questo racconto!!
Tanto per cominciare l'argomento era piuttosto delicato in se, anche se ho preferito non scrivere niente di esplicito....è stato già abbastanza difficile così.
Poi mi sono commossa come una scema sia a scriverlo che a "betarlo".....eppure ce l'avevo in mente già da parecchio tempo.  Ma mettere nero su bianco probabilmente lo ha reso più "reale" di quanto non fosse stato quando era nella mia testa......
Vabbè è andata....lo dedico in particolar modo a Mick, che adora le mia Wolvista e che avrebbe voluto vedere Ryan e Natalia diventare genitori, ma è qui per tutti voi, anche quelli che (lo so) leggono ma poi non hanno voglia o tempo di recensire.

Buona lettura a tutti e fatemi sapere cosa ne pensate....

Love
Jessie




  
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