Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Brenda_    03/04/2013    1 recensioni
Sbuffa, Zayn, e se ne va, già dimenticato, perché non è nessuno, e forse sbaglia sempre le conclusioni, forse quei due non si amano per niente, oppure sono fratelli che si odiano, pezzi combacianti di un puzzle, membri della stessa band, amici, amanti, conoscenti, sconosciuti, compagni di banco.
Svogliate parti di normalità che si divertono a scambiarsi battute e copioni.
Forse si imboscheranno presi da passione, vivranno nel segreto, incideranno i loro corpi, guidati dall’amore che provano, nascosti dal mondo.
[Larry Stylinson descritta da narratore esterno]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Normal Life


[A normal life's boring
But superstardom's close to post mortem]

 





“Un cosmopolitan, una vodka lemon, un angelo azzurro e…”   urlando per farsi sentire, stringe gli occhi nella semi oscurità spezzata dalle luci psichedeliche,  passandosi una mano tra i ricci, perplesso    “… ah, gia, una birra media, alla spina, gelata. Tavolo 13, grazie”
Il moretto strizza un occhio a mo’ di saluto, prima di avviarsi al suo tavolo, dove lo accolgono uno strano tipo rasato in camicia e due sgallettate strette in abiti decisamente più  corti e meno confortevoli dei sacchetti del take-away, vista la fretta di toglierseli che hanno solitamente quelle come loro.

Niall, barista dell’ Horizon, il locale più in vista di Leeds,  si passa una mano tra i capelli quasi argentei; pensa che, dall’alto dei suoi dicannove anni e quasi mezzo di esperienza, certi commenti gli spettino di diritto, insomma, mica per niente è il nipote del proprietario, è importante!
Poiché però si è stufato di tener per sé le perle che inondano ogni cinque  secondi quel cervellino irlandese, tre mesi prima ha richiesto un compare con cui lavorare (o meglio, supplicato in ginocchio alla maniera della Grecia Antica lo zio, con tanto di lacrime e “ma Eliza e Bonnie servono ai tavoli, ti scongiuro, niente più abbuffate da Nando’s, ti porto ogni mattina la birra”).

Zayn si morde il labbro, è il suo primo lavoro, e mamma gli ha intimato di tenerselo stretto, se ha a cuore l’Università e la vita –ma soprattutto la vita-.
Può darsi che no, non sopporti minimamente quella pettegola checca che è Niall, ma deve stringere i denti e ridere alle sue battute Irlandesi senza senso compiuto.
Si sganascia, quindi, anche quando la bocca del biondo si apre per renderlo partecipe delle sue profonde riflessioni su quanto quel ragazzo riccio del tredici abbia la mano troppo vicina alle tette  -e insomma, non ha mezze misure!- della T.S.L. numero 200 della serata.
È così simpatico, Niall, da aver inventato quattro sigle per classificare tutte, ma proprio tutte le giovani clienti.
T.S.L., appunto, corrisponde a “Troia Senza Limiti”, ed è il livello più elevato della scala gerarchica, seguito immediatamente dai più sobri Z.G, “Zoccoletta Gratuita”, con la variante Figa Di Legno, e il raro Vergine Stronza.
Zayn ci pensa alla fine, ma esiste anche una categoria unisex, ingombrante e sconveniente, affibbiata alle povere creature normali, senza balconate prominenti o portafogli più pesanti di lottatori di Sumo, dei cosiddetti “Che Ci Fa Qui”
“Ehi, oh, Zaz, che .. guarda lo sfigato che è appena entrato, fa molto C.C.F.Q, non trovi?”
Ecco, appunto.

Il biondo è spettacolarmente intelligente e dalla vista acuta. Chi mai è in grado di classificare clienti su clienti, anche se tra il bancone e la porta a vetri corrono almeno trenta metri di tavoli e persone che, accalcate, si muovono a ritmo della musica assordante che trapana i timpani?
Lo sa, lo sa fin troppo bene che il suo lavoro è dannatamente pericoloso, che lo porterà o in galera per omicidio volontario, o in manicomio per la musica rincoglionente, le canne sporadiche, le birre ingoiate per non dare addosso all’odioso collega/nipote del boss.
Tuttavia, svogliatamente, segue lo sguardo ghiacciato e ghiacciante dell’altro, fino a giungere alla figura incriminata.
 
Non trova in lui niente di strano, se deve essere sincero.
Ma se dovesse essere sincero sputerebbe anche in faccia a Niall, quindi sta zitto e annuisce passivamente, continuando ad osservare quel  freak.
Nessuno gliel’ha spiegato che lì vengono solo quelli fighi, popolari, con troie a seguito..?
Continua a tenere il suo sguardo ambrato incollato al ragazzo, che cerca di sistemarsi la camicia nera larga e di tirar su gli skinny jeans arrotolati sulle caviglie, mostrandole ossute; sporgendosi un poco gli nota ai piedi un paio di mocassini beige.
Improvvisamente una rossa mezza nuda gli impedisce la visuale, quasi sbattendogli in faccia il seno più che prosperoso, mentre si avvicina al suo orecchio per urlargli “dieci shauts, per favvore”.
Scuote la testa, ripetendosi di essere gentile, e cercando di capire se è americana o se ha appena preso un cazzo in bocca, da non saperla più chiudere nel dolce suono shOts.
Cerca di impegnarsi per non sbavare nei bicchierini, perché, che cavolo, ce le ha proprio grosse,  ma si perde e Niall lo spinge via, dicendo che ci pensa lui, e che la cannella non ci va, sciocchino.

Si, ci pensa lui a slinguazzarsela, vorrebbe dirgli, ma non ce la fa, la mamma lo scanna, se solo osa farsi licenziare, perché gli urla da troppo tempo che deve avere le sue responsabilità se vuole guadagnarsi il matrimonio con Perrie, che è così una brava ragazza e lavora da quando avevano quindici anni nella pizzeria di Tony, per mantenere la nonna alla casa di riposo  e la scuola di Jimmy, che adesso ha dieci anni e tanti sogni nel cassetto, perché Whaliya, la sorella perfetta di Zayn, è già laureata, e mamma continua a dire che deve dimostrare a se stesso, a lei, alle sorelle e al mondo che è maturato abbastanza, che non è solo il cantante mancato che marcisce sul divano dei suoi.

Si stira le labbra in uno dei suoi sorrisi finti perfetti che Perrie odia tanto perché dice che lo fanno modello che se la tira, afferra il pacchetto delle sigarette e esce sul retro.
Mentre il vento freddo e umido di pioggerellina gli solletica il viso regolare ma virile, contornato dai capelli scurissimi e per la prima volta senza gel a mantenergli il ciuffo in continua erezione, sbuffa.
Si accende una Camel, cercando calore in quel poco di tabacco, scannerizzando con i topazi che tutti incantano l’ambiente che lo circonda.

Odia Leeds e sempre la odierà, odia Niall, odia l’Horizon, odia le puttanelle che cercano di sbattergliela in faccia, quando vorrebbe solo avere Perrie vicino, magari una bella casa, magari in una vita di cantante, con tanti soldi e senza sorelle a oscurargli la vita.
La sigaretta si è consumata solo a metà, ma la butta comunque in terra, schiacciandola sotto la suola delle blazer blu un poco consumate, e rientra nel torpore sudato e frastornante del locale.

“Ehi, Cenerella, che ne dici di guadagnarti quelle settanta sterline mettendoti d’impegno?” Niall è troppo, troppo spassoso.
Appena diventerà famoso,  la prima cosa che farà sarà obbligare i suoi amici famosi a non frequentare mai più l’Horizon. Oh, se lo farà.
Grugnisce contro voglia un sì, arrivo, e si riavvicina al bancone, per servire tre pesquiti al tipo rasato che stava con il riccio.
“Zay, eh, guarda là, quell’imbranato del C.C.F.Q di prima, guarda che cos’ha fatto al ragazzo, madonna, secondo te devo chiamare Breez?”
Stringe i pugni, perché non esiste nessuno più dotato di Horan per rovinargli la vita già di merda che ha,  e sposta ancora una volta lo sguardo, notando quel freak con i capelli spettinati ad arte alzare le mani in segno di scusa verso il volto livido del ricciolino che lo fissa alzando un sopracciglio.
Se la musica non rimbombasse così tanto nel petto, riuscirebbe a capire cosa stanno dicendo, ma la voce profonda e metallica non accenna a darsi una calmata. Yes I’ve got my swagger back, unzunz.

Forse gli ha rovesciato il Mojito in faccia, oppure si è solo perso negli occhi probabilmenti azzurro mare di qualche cagnetta sculettante, o l’hanno spinto o..
“Ehm, scusa, non che avresti.. uhmh.. qualcosa per asciugare.. ecco.. sì.. gli sono andato addosso.. non vorrei che mi denunciasse..”
È così perso nelle sue ipotesi da non accorgersi che il C.C.F.Q. è arrivato, spingendo e spintonando, fino a lui, e lo sta fissando con quel faccino grazioso e.. indifeso, così arraffa lo straccio dietro di lui, esce dal bancone, e, sbuffa perché gli piacerebbe  -oh, se gli piacerebbe- essere da tutt’altra parte, mano nella mano con Perrie sul lungo mare di un paesino italiano, e invece è lì, e deve pulire un casino che altri hanno combinato.

Sbuffa ancora, piantandosi in viso il migliore dei suoi sorrisetti finti, e, domandando alla T.S.L. di spostarsi, sbatte lo straccio a terra e si mette ad asciugare, le scapole che si muovono su e giù, i tendini tesi, le scuse del ragazzo nelle orecchie, mischiate alla musica house, e alla completa indifferenza dell’altro.
Sta ancora asciugando, quando alza lo sguardo, per imprimersi nel cervello l’immagine del ricciolino umiliato e bagnato, una rivincita piccola piccola.
Quando finisce, nessuno se lo fila di striscio, nessuno lo ringrazia, tutti sono presi a ignorare qualcuno di  rango inferiore o a  diventare rossi scusandosi infinitamente, spiegando che li hanno spinti..

Sbuffa una terza volta, sbuffa perché non capisce perché diamine ci siano queste distinzioni, quando è chiaro che è lui il discriminato schiavetto barista, circondato da serviti e riveriti clienti paganti.

Sbuffa, è stanco, è stanco perché sa che in realtà il riccio è gay, che è totalmente, totalmente invaghito  del ventenne dal viso gentile, che ha pagato qualcuno perché lo spingesse addosso a lui, per smerdarlo e autoconvincersi del fatto che non può abbassarsi ad amarlo.

Sbuffa,  perché vede che lo sfigato fissa con interesse crescente il vestito-take away della bionda, e che l’altro non lo sa, ma si è smerdato da solo.
Perché al freak non fotterà mai niente di lui, dei suoi baci proibiti, dei “ti amo” sussurrati all’orecchio, delle palpatine, dei pompini, delle inculate, dei brividi inspiegabili a ogni mossa del compagno, del calore sulle guance.
Dell’essere sbattuto al muro, dei gemiti rubati, del tocco lieve e brusco insieme, mentre il cuore tira e tira, sembra che scoppi.

Sbuffa, Zayn,  e se ne va, già dimenticato, perché non è nessuno, e forse sbaglia sempre le conclusioni, forse quei due non si amano per niente, oppure sono fratelli che si odiano, pezzi combacianti di un puzzle, membri della stessa band, amici, amanti, conoscenti, sconosciuti, compagni di banco.
Svogliate parti di normalità che si divertono a scambiarsi battute e copioni.
Forse si imboscheranno presi da passione, vivranno nel segreto, incideranno i loro corpi, guidati dall’amore che provano, nascosti dal mondo.
 
Poi ci ripensa, e forse ha preso la scatola sbagliata di sigarette, forse ha fottuto quella delle canne di Niall, ed è ancora lì, fuori, al freddo, a ghiacciarsi la punta del naso dritto, a rimuginare sulla sua vita, su quanto odia fare il cantante, su quanto odia Liam che gli dice che è paranoico, su quanto odia Harry e Louis quando iniziano a limonare fregandosene del mondo intorno a loro, su quanto vorrebbe una vita normale, difficile magari, ma con Perrie che è vicina anche se gli sembra irraggiungibile, su quanto lui è una persona mai soddisfatta di quello che possiede, su quanto si impersona nei baristi dell’Horizon, ombre che tutti sono obbligati a notare, ma che nessuno si sforza di vedere sul serio.

 
 
 
 


*B mah Loueh and I’ll B your Harreh*

Non dovrei essere qui a rompere, non dovrei proprio.
Voglia di studiare matematica saltami addosso, ti prego.
Che oggi poi siamo tornati a scuola e che palle, mi sono già rotta, e penso che ho ancora non so quanti anni davanti, e che vorrei solo fuggire.
Maccomunque, tornando alla storia.
E’ uscita assai randomly, il finale manco l’avevo previsto, e wash, non lo so *palmface*
Mi piace molto scrivere al presente, mi sembra di essere più immediata, ma è anche vero che potrei sembrare elementare. Please tell me (?)
Oddio, non so neanche io come ho fatto a caratterizzare  Niall –bisbetico- Horan, insomma, nel mio immaginario è un dolce orsacchiotto pacioccoso  -ma wtf- e Zayn è completamente fumato e lo so e yah.
E’ presente la Larry perché in teoria sarebbe dovuta essere solo Larry presentata da un punto di vista esterno con un sacco di messaggi impliciti da quattro soldi tipo che l’amore non ha confini economici e se ne fotte di chi hai davanti, ma poi mi sono guardata allo specchio e mi sono mandata a cagare da sola, visto che non ci credo neanche io.
Il mio stile è diventato meno arzigogolato e sono un po’ preoccupata del fatto che possa sembrare troppo… scontato.
Ecco. Scontato.
Gradirei molto che mi facciate sapere  se avete notato qualcosa che non vi convince e se vi è piaciuta la fic, ovviamente. *passano palle di fieno che ballano la samba*
Mi eclisso, stuprerò matematica, andrò in prigione e vivrò per sempre felice e contenta.
-machiticaga-
A presto, mi auguro (?)
Bre.  –che poi, che cavolaccio mi firmo Bre non lo so neanche io, ah.-
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Brenda_