Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
Ricorda la storia  |      
Autore: I am Maryanne    03/04/2013    4 recensioni
Questa è la mia versione di Cenerentola, anche se è un po fantastica e con un'aggiunta di rock, ma cosa volete?
Spero vi piaccia e vi prego di recensire... Voglio sapere cosa ne pensate
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The true story of Cinderella


Questa storia la dedico a Rose fallen angel che mi ha sempre dato ottimi consigli utili per migliorarmi... T.V.B.


 
Salve a tutti, mi chiamo Jane e sono una normale teenager.
Sono alta 167 m e frequento la terza superiore.
I miei capelli sono neri carbone, i miei occhi sono color cioccolato e il mio naso è piccolo e dritto, potrei dire proporzionato al mio viso.
In quesa ff voglio raccontarvi di come ho trovato la felicità e di come è facile da raggiungere perchè ce se ne accorge quando è davanti ai propri occhi e lo si sente dal profondo del cuore. Bene, basta parlare e passiamo ai fatti.
Era un giorno come gli altri, avevo sette anni e vivevo con i miei genitori seneramente in una villetta a schiera di quelle dai colori pastello con il cancelletto che la perimetrano e un giardinetto ben curato davanti.
Dopo alcuni mesi mia madre si ammalò gravemente e morì lasciano mio padre vedovo e con una figlia di cui si doveva occupare e non poteva per questioni lavorative...
Passò un anno e incontrò una donna vedova anch'essa (Josefina) con due figlie: Sarah (la maggiore) e Loren (la secondogenita), erano due bambine molto acide e non mi facevano giocare con le loro bambole dicendo che volevano stare per conto loro e lasciandomi sempre in disparte sola con la mia Holly (la mia bambola di pezza, un po vecchiotta, ma ci ero affezzionata e non passavo una notte senza lei).
Passarono 5 o 6 mesi e mio padre si sposò con Josefina che diventò la mia matrigna.
Mio padre essendo molto più grande di lei morì dopo poco tempo e rimasi sola con quelle tre arpie che mi comandavano a bacchetta dandomi da fare tutto: Lavare, stirare, pulire...
Non potevo uscire mai (eccetto per andare a scuola), avevo 15 anni ed ero l'unica sfigata al mondo che non usciva la sera. Naturalmente alle mie sorellastre era permesso qualsiasi divertimento che a me veniva sempre negato e quando Josefina mi voleva fare del male per sfogarsi mi diceva sempre delle cose che mi facevano piangere prima di correre nella mia "camera" se così si poteva chiamare un sottoscala polveroso dove ci stava ammalapena un letto e una cassettiera dove mettere le poche cose che avevo.
"E' colpa tua!" mi gridava addosso
"Non hai pulito bene!" 
"Tutta colpa di tuo padre che non ha saputo educare la propria figlia!" e cose di questo genere, ma essendo una ragazzina non avevo neanche la forza di rispondere e lasciavo stare, ogni cosa che dicevo poteva essere usata contro di me.
Passò un po di tempo e avevo sentito delle ragazze dire che quel sabato ci sarebbe stato un karaoke in un locale e ci volevo andare, cantare era tutto per me, mi sentivo la padrona di tutto il mondo anche se non lo potevo fare sempre dato che le mie sorellastre mi gridavano di smetterla subito perchè sennò lo avrebbero riferito alla loro madre che mi avrebbe dato il triplo del lavoro.
Così quel pomeriggio feci tutto quello che Josefina mi assegnò, senza lamentarmi, e verso sera gli chiesi se potevo andare al karaoke:
- Josefina - la chiamai entrando nella sua camera non prima di aver bussato e aver ricevuto un secco "Avanti".
- Che cosa vuoi?! - chiese seccata
- Dato che ho finito tutto quello che dovevo fare questa sera posso andare al karaoke in un locale? - chiesi timorosa della risposta che avrei ricevuto
- Un locale! - esclamò Loren entrando nella camera della madre senza far conto a me 
- Dove? Quando? - esclamò dopo Sarah entrando e buttandomi a terra con una spallata.
- Ragazze! - gridò Josefina
- Smettetela di urlare! - continuò
- Questa sera ci sarà un karaoke in un locale - disse
- Yeah! - urlò Sarah
- Wow! - urlò Loren
- Ci potremo andare, vero mamma?! - chiese Sarah
- Ma certo, lo so bene che le mie figlie hanno un talento insuperabile nel canto - si vantò
- Che bello mamy! - la abbracciò Loren
- E... E io? - chiesi rialzandomi da terra
- Lei cosa? - domandò Sarah 
- Si ragazze, anche a Jane è permesso di uscire stasera - disse, ma non mi sembrò del tutto convina di quello che diceva
- Ma come mamma! - urlò Loren
- Si ragazze, è vostra sorella... del tutto - continuò
- Ma lei!? - urlò Sarah indicandomi 
- Si - disse.
Esultai contenta (tutto rigorosamente in silenzio).
- Grazie Josefina - la ringraziai e mentre stavo per uscire mi richiamò
- Jane! - mi girai e mi riavvicinai sperando che non avesse cambiato idea
- Si -
- Tu ci andrai, ma prima devi aiutare le mie figliole a prepararsi - disse acidamente guardando divertita le due figlie.
- Ma come faccio, il karaoke comincierà alle 21:00 e sono già le 20:20, non c'è la farò e devo prepararmi anche io - replicai.
- Queste sono le condizioni! - sbottò alzandosi in piedi dalla poltrona su cui era seduta e facendomi indietreggiare.
Restai zitta
- Se questo karaoke è così importante per te io mi sbrigherei mia cara - disse e mentre uscivo fui preceduta dalle mie sorellastre che mi scostarono per passare prima di me.
- Jane, aiutami a piastrare i capelli - disse Loren tirandomi per un braccio
- No, Jane deve mettermi lo smalto - replicò Sarah tirandomi dall'altro
- No, Jane viene con me! - urlò Loren
- No, viene con me! - urlò dopo Sarah
- Ragazze basta! - urlai scostandomele di dosso
Rimasero zitte per un istante
- Pari o dispari - disse Loren
- Par - fece Sarah
- Io dispari - continuò la minore
- 5 e 3 = 8, pari mio - urlò Sarah prendendomi per un braccio e trascinandomi nella sua stanza dove dovetti fargli tutto: smalto, capelli, trucco... Tutto quello che le persone normali fanno da sole.
Poi fu il turno di Loren, dovetti piastrargli i capelli biondi, la truccai e tutto il resto.
Alle 20:57 erano pronte, Sarah indossava un vestito blu lungo fino sopra al ginocchio, senza spalline, il trucco era intonato al vestito e ai capelli aveva una molletta a forma di rosa (blu) e ai piedi aveva un paio di ballerine.
Loren sembrava un confetto gigante, indossava un vestito rosa zuccherofilato con le spalline, il trucco rosa come le ballerina che aveva ai piedi e nei capelli aveva un cerchietto rosa anch'esso.
- Siamo pronte! - gridarono in coro
- Noi andiamo! - disse Josefina mentre usciva e si stava per chiudere la porta a chiave
- E io come faccio? - chiesi
- Non lo so, usa l'immaginazione - mi disse
- E poi, non ti sei vista? Non hai nemmeno un qualcosa di decente da mettere, indossi sempre le borchie, ti vesti di nero e ascolti musica rock... Non puoi competere con le mie piccole - disse e chiuse la porta a chiave.
- No! Lasciami uscire! - gridai battendo i pugni nella porta, ma non mi diede ascolto e se ne andò con le figlie salendo sulla loro auto guidata dal loro autista.
Mi misi a piangere, cosa potevo fare ora? Lasciai cadermi a peso morto dulle ginocchia e mi strinsi da sola per darmi conforto
- Mamma, se ci fossi tu ora - dissi al vuoto attorno a me.
Mi rannicchiai e portai le gambe al petto stringendole con le braccia.
- Ma cara, io sono qui, io ci sono sempre - disse una voce che mi fece sobbalzare
- Chi ha parlato? - domandai al vuoto della stanza
- Sono io, tua madre - disse dinuovo la stessa voce e mi apparve davanti proprio lei, mia madre.
- Mamma! - gridai correndo verso di lei abbracciandola
- Sono qui piccola - disse abbracciandomi
- Non piangere - mi asciugò le lacrime che rigavano il mio viso
- Ma come faccio?! Volevo solo andare a cantare! - urlai 
- Cantare è la tua vita? - mi chiese e io annuii
- Vuoi inseguire il tuo sogno? - chiese ancora e ripetutamente annuii
- Allora vai tesoro - mi disse
- Lo so che cantare è tutta la mia vita, c'è solo un piccolo problema... Come ci vado? Il locale dove si  terrà il karaoke è lontano e non ci arriverò mai più -
- Oh, tu non conosci tua madre allora - disse facendo apparire un auto nel parcheggio difronte casa.
- ma come hai fatto? - chiesi stupefatta ammirando la bella vettura tirata a lucido (nera) con tanto di autista.
- Eh, questo non te lo posso proprio dire... Allora, vuoi andare? - chiese
- Si, ma c'è solo un piccolo, piccolissimo dettaglio... Non ho niente di decente da mettere - dissi scrutando i miei abiti malandati
- E a che cosa servono le mamme allora? - disse facendomi apparire, addosso, magicamente un jeans nero di pelle, all stars nere e una t-shirt con un teskietto che sorride.
- Wow - dissi scrutandomi, il trucco era nero e nei capelli c'era solo una pinzetta che ne raccoglieva una piccola ciocca dei corvini.
- Allora, soddisfatta? - mi chiese
- Certo! - esclamai
- Allora va piccola mia, ma ricordati che a mezzanotte in punto tornerai come prima e dovrai quindi tornare, ok? -
- Ok! - esclamai, poi la abbracciai e salii nell'auto dove l'autista mi condusse al posto desiderato senza neanche chiedermi dove dovevo andare.
Dopo poco mi ritrovai nel parcheggio del locale, scesi dall'auto e mi diressi dentro.
Appena entrata notai subito le mie coinquiline (che però non mi riconobbero) che erano sedute ad un tavolino a bere qualcosa in attesa che qualcuno le invitasse a cantare.
Notai un piccolo palco alla fine del locale dove c'erano alcuni strumenti: Una batteria, due chitarre, un basso e un paio di microfoni tenuti su da un asta rigida.
Non ebbi il tempo di accomodarmi ad un tavolo che qualcuno da dietro mi chiamò:
- Scusa - disse una voce maschile, mi voltai per vedere chi mi chiamava e notai un ragazzo molto alto, dalla corporatura slanciata, non aveva molti muscoli, ma era affascinante lo stesso, i capelli erano neri e piastrati con un ciuffo che ricopriva l'occhio destro, rimasi incantata dai suoi occhi azzurro cielo e mi persi per un po mentre lo fissavo
- Ehi, ci sei? - chiese sventolandomi una mano davanti agli occhi distogliendomi dai miei pensieri
- Ehm, si - risposi
- Ciao, sono Andy, ti va di cantare con me? - mi chiese e solo in quel momento notai cha aveva due peicing, uno dal lato destro del naso e l'altro da quello sinistro del labbro inferiore.
- Si, mi farebbe piacere - dissi, allungò una mano e la afferrai, era calda e accogliente, non come la mia fredda.
Mi condusse fino al piccolo palco dove incrociai altri quattro ragazzi, molto simili al mio stile di vestire:
- ragazzi, vi va di suonare? - chiese ai quattro che mi fissavano un attimo con stima
- Si, perchè no - disse uno, dai lunghi capelli neri e gli occhi color cioccolato, sedendosi alla sua batteria e scomparendo quasi
Gli altri si appostarono dietro i loro strumenti, un ragazzo dagli occhi color ghiaccio e un altro dagli occhi verdi/marroni si sistemarono dietro le loro chitarre, un altro dagli occhi neri prese il suo basso in mano accordandolo, mentre Andy si sistemò dietro ad un microfono, vicino a me.
- che suoniamo? - chiese il bassista facendo voltare il vocalist
- Lost it all - disse, poi si girò verso di me
- La conosci? E' una canzone del nostro gruppo - 
Non so che cosa mi prese ma quella canzone mi era famigliare, feci cenno di si con il capo e ad un cenno di Andy partì la base
Le parole mi venivano da dentro, la conoscevo proprio, anche se non ricordai dove la avevo sentita.
Cantai con tutta me stessa e alla fine dell'esibizione tutti appaudirono, compresi i componenti della band che si complimentarono con me per la bella voce.
Scesi dal palco (per la vergogna di tutta quella gente che mi fissava) e uscii sedendomi in una panchina del parco vicino.
Non ci credevo, avevo appena cantato davanti a tutta quella gente che aveva approvato la mia voce.
Mi portai le gambe al petto stringendomele, era sicuramente un sogno, poi sentì una voce maschile gridare e quando fu abbastanza vicina a me riconobbi che era la voce di Andy che dopo avermi vista da sola corse immediatamente da me.
- P-perchè sei scappata via? - mi chiese con il fiatone sedendosi accanto a me
- Per la poca autostima che c'è in me - confessai
- Eh? - chiese accigliato
- Non pensavo di cantare bene perchè tutti mi dicono di smetterla quando lo faccio e mi svaluto - spiegai
- Non devi vergognarti, tu hai una voce stupenda e non devi pensare a quello che dicono gli altri - disse circondandomi le spalle con un braccio.
- Grazie - dissi
In quel netto secondo sentimmo le campane di una chiesa poco distante di li suonare
- E' mezzanotte - dissi silenziosamente
- E' mezzanotte! - urlai stupefatta scostandomi da Andy e mettendomi a correre verso la macchina
- Ehi, ma dove vai? - chiese urlando, ma non potevo fermarmi, dovevo tornare subito a casa e nella corsa persi una mia all stars che non mi fermai a recuperare ignorando che avevo un piede scalzo, salì sull'auto che cominciò a sfrecciare più veloce della luce portandomi a casa.
- Ehi, non so nemmeno qual'è il tuo nome! - gridò
Poi si avvicinò alla scarpa e la prese in mano scrutandola per una attimo.
- Devo ritrovarla! - disse convinto.
Tornata a casa appena in tempo tutto sparì (compresa l'auto) tornando alla normalità.
Non ebbi il tempo di riflettere sulla serata che sentì la chiave girare nella fessura della porta (saranno sicuramente Josefina, Loren e Sarah che tornano) andai nel mio letto e finsi di dormire.
Il giorno dopo Andy si diede da fare per ritrovare la ragazza che la sera prima aveva cantato così bene da deliziare tutti, cominciò ad andare di casa in casa:
- Scusate, qui abita una ragazza? - chiedeva ad ogni porta e gli abitanti gli rispondevano in tutti i modi:
- No, qui ci vivo solo io -
- No, ho solo figli maschi -
Oppure
- No, levati di torno! - diciamo di tutto e di più
Andò fino in periferia e mentre si stava per arrendere trovò ancora un abitazione dove vi bussò:
Aprì la donna delle pulizie che lo condusse nel piccolo salottino dove su una poltrona di pelle c'era seduta Josefina
- Salve, mi chiamo Andy e vorrei sapere se qui abita una ragazza - disse
- E perchè lo vorresti sapere? - chiese
- Perchè ieri sera ho cantato con una ragazza e di lei non mi rimane che questa scarpa - disse mostrandola alla donna
- Oh mio caro, certo che qua ci abitano delle ragazze - disse e fece venire le sue due figlie nel salotto senza avvisare Jane.
Dopo che Andy spiegò tutto alle due...
- Vorrei che proviaste questa scarpa - disse porgendola, Sarah la prese e cercò di fare entrere il piede, ma questa prova fu invana perchè quella scarpa era 4 taglie più piccola.
Poi la provò Loren, ma il risultato fu lo stesso di quello della sorella.
Andy era dispiaciuto di non aver trovato la ragazza che tanto cercava ementre si diresse alla porta si scontrò con un mucchio di panni e cadde a terra.
- Oh! - indietreggiò rialzandosi realizzando che i panni avevano le gambe, lo scostò e vide il volto di jane che sbucava da dietro
- Ma allora ci sei anche tu - disse
- Ti prego, indossa questa scarpa - implorò porgendola, Jane la afferrò e la scrutò per un momento, ma prima che potesse indossarla Josefina gliela strappò di mano
- Figuriamoci se gli va! - disse con disprezzo verso la ragazza che cercava in tutti i modi di riprendersela
- Gliela dia! - ordinò Andy.
Jane la afferrò e la indossò, Andy non ebbe il tempo di dire nulla che una luce travolse la giovane, una luce potente che durò per qualche istante per poi scomparire, quando Andy riuscì a riaprire gli occhi azzurri un secondo prima socchiusi dalla forte luce vide Jane e spalancò la bocca.
Indossava una gonna nera sopra ad un paio i leggins viola che arrivavano fino al ginocchio, indossava una maglia argentata con alcune borchie non sporgenti come quelle dei bracciale che aveva al polso, al collo c'era una nera collana aderente, i capelli erano sciolti e ricadevano delicatamente sulle spalle della giovane e ai piedi era comparsa anche l'altra scarpa.
- Sei tu - la abbracciò 
- Jane - disse 
- Come fai a sapere che mi chiamo così? - chiese curiosa la ragazza
- Io... Non lo so, me lo sento - 
Le tre non ebbero modo di dire nulla perchè i due giovani corsero, per mano, fuori di casa e li videro scomparire.
Tornarono nello stesso parco dell'altra volta dove, più consapevoli dell'accaduto, si riabbracciarono.
Non dissero nulla, i visi dei due si avvicinarono sempre di più, finchè le labbra si unirono e le lingue si intrecciarono
- Ti amo - disse Andy non appena si staccarono
- Ti amo anch'io - disse Jane.
Si guardarono ancora un secondo e si riabbraccairono baciandosi ancora.
- Voglio stare tutta la vita con te - disse Andy
Lei gli sorrise, poi passò di lì un auto nera dove i due salirono, dentro c'erando gli altri ragazzi della sera prima:
- Jane, loro sono Jake, Jinxx, Christian e Ashley, ragazzi, lei è Jane - fece le presentazioni.
- Dove andiamo? - chiese Jake voltandosi indietro
Andy e Jane si guardarono un secondo e poi insieme dissero
- Molto, molto lontano - e si baciarono...
Ecco ragazzi... Questa è la mia storia... Ho realizzato il mio sogno, ho incontrato l'amore della mia vita, anche se non porto una corona.
Tutte vivremo il nostro sogno!!!


 
Ecco ragazzi lettori, questa è la mia versione di una Cenerentola moderna, spero vi sia piaciuta... Recensioni, please!!!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides / Vai alla pagina dell'autore: I am Maryanne