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Autore: keiko86    04/04/2013    2 recensioni
Che cosa sarebbe accaduto se durante il confronto tra Javert e Valjean in ospedale dopo la morte di Fantine, quei due si fossero comportati in modo diverso? Riuscirà Jean ad ottenere quei tre giorni di libertà per salvare la piccola Cosette? E che farà Javert invece?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cosette, Javert, Jean Valjean
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Javert Sviato'
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Ok, come accennavo, eccomi quì con una nuova storia!^^

I protagonisti sono di nuovo Jean e Javert (ne aprofitto per festeggiare: finalmente su EFP hanno aggiunto Javert alla lista dei personaggi! XD), ma il contesto è diverso:

Che cosa sarebbe accaduto se durante il confronto tra Javert e Valjean in ospedale dopo la morte di Fantine, quei due si fossero comportati in modo diverso? Riuscirà Jean ad ottenere quei tre giorni di libertà per salvare la piccola Cosette? E che farà Javert invece?

Diciamo che l'idea mi è venuta grazie a tutto un filone di Fiction che ho letto, dove quei due vanno insieme a prendere Cosette.... Ho sempre pensato che sarebbe stata una soluzione fantastica!

Mi scuso se l'inizio di questo capitolo è preso pari pari al romanzo, ma mi serviva per il contesto! ç_ç

Il "duello" invece è vagamente basato sul film, nel libro non combattono affatto, e nel musical Valjean se la da sempricemente a gambe! XD


Chapter 1.0 - The confrontation

 Dal libro:

«Signor sindaco!» gridò Fantine.

Javert scoppiò a ridere, di quella spaventosa risata che gli metteva in mostra le gengive.

«Non c'è nessun signor sindaco, qui!»

Jean Valjean non tentò di scostare la mano che teneva il bavero della sua finanziera.

Disse invece: «Javert...»

Javert l'interruppe: «Chiamatemi signor ispettore.»

«Signore,» riprese Jean Valjean «vorrei dirvi una parola da solo a solo.»

«Forte! Parla ad alta voce!» rispose Javert. «Con me si parla ad alta voce!»

Valjean continuò, abbassando ancora la voce: «Ho una preghiera da farvi...»

«Ti dico di parlare ad alta voce.»

«Ma la cosa dev'essere sentita solo da voi...»

«E che me ne importa? Io non t'ascolto!»

Jean Valjean si voltò verso di lui e disse rapidamente, sottovoce: «Accordatemi tre giorni! Tre giorni, per andare a prendere la figlia di questa poveretta! Pagherò quello che ci vorrà: m'accompagnerete, se volete.»

«Hai voglia di ridere?» gridò Javert. «To', non ti credevo tanto stupido! Mi chiedi tre giorni per svignartela! E dici che è per andare a prendere la figlia di questa sgualdrina! Ah, ah! Bene, benissimo!»

Fantine sobbalzò. «Mia figlia!» esclamò.«Andar a prendere mia figlia! Allora non è qui! Rispondetemi, sorella, dov'è Cosette? Voglio mia figlia! Signor Madeleine, signor sindaco! »

Javert battè un piede per terra. «Anche l'altra adesso! Stai zitta o no, baldracca? Sporco paese, dove i galeotti sono magistrati e le prostitute curate come contesse! Ma perdio: la cosa cambierà! Ed è tempo.»

Guardò fisso Fantine e continuò, ghermendo a piena mano la cravatta, la camicia e il colletto di Jean Valjean: «Ti dico che qui non c'è né Madeleine né il signor sindaco. C'è un ladro, un brigante, c'è un condannato che si chiama Jean Valjean, costui, che tengo per il collo! Ecco che cosa c'è!»

Fantine si rizzò di soprassalto, appoggiandosi sulle braccia irrigidite e sulle mani; guardò Jean Valjean, guardò Javert e la suora, aperse la bocca, come per parlare, ed un rantolo le uscì dal profondo della gola; batté i denti e stese le braccia con angoscia, aprendo convulsamente le mani e annaspando intorno, come uno che anneghi; poi s'abbatté d'un subito sul guanciale.

La testa urtò il capezzale del letto e le ricadde sul petto, colla bocca spalancata e gli occhi aperti e spenti. Era morta.

Valjean pose la sua mano su quella di Javert, che lo teneva e l'aperse come fosse stata la mano d'un fanciullo; poi disse a Javert: «Questa donna l'avete uccisa voi.»

«Finiamola!» gridò Javert, furioso. «Non sono qui per sentir storie; facciamone a meno. La guardia è giù: o ti muovi subito o ci son le manette!»

V'era in un angolo della stanza un vecchio letto di ferro, piuttosto in cattivo stato, che serviva da branda alle suore, quando vegliavano.

Valjean andò verso quel letto, sconnesse in un batter d'occhio il capezzale già molto sgangherato (cosa facile a muscoli come i suoi), impugnò fortemente la traversa principale ed osservò Javert.

Javert indietreggiò verso la porta.

*********************************************

Valjean aveva gli occhi in fiamme. Sempre con la sbarra di metallo nella mano iniziò ad avvicinarsi al poliziotto minacciosamente.

- Siete un assassino, ispettore. Dov'è ora quella legge di cui decantate tanto le lodi, che vi ha permesso di portare una donna malata alla tomba? - Sibilò con tono glaciale.

- Non diciamo sciocchezze! Quella sgualdrina era già praticamente nella tomba da sè...

- Javert, vi avverto.....!

- E tu allora, disgraziato? Raccontare quel mare di menzogne! L'hai uccisa almeno tanto quanto me, Valjean! E t'ho detto di chiamarmi SIGNOR ISPETTORE!!

- No! Non chiamerò con un titolo onorario un uomo così meschino da andar fiero di prevalere con la forza su chi è meno fortunato di lui!

- Come osi, tu? E' un mio diritto essere superiore a voi, un gentiluomo non deve macchiarsi in mezzo a galeotti e prostitute sudicie!

Valjean, nonostante le proteste dell'altro, non si lasciò intimidire. Al contrario, udita quella sua ultima affermazione si infuriò ancora di più ed avanzò a grandi passi verso Javert alzando l'arma improvvisata sopra la testa per colpirlo.

Javert riuscì a contrastare i primi colpi a fatica con il suo bastone, maledizione ma quant'era forte quell'uomo?!

Per un po' nella stanza non vi fu altro suono che lo schiocco delle loro armi misto al loro ansimare, mentre l'espressione del sindaco si faceva sempre più feroce e quella del poliziotto sempre più livida.

Intanto una terrorizzata Sorella Simplice dapprima si era rannicchiata accanto al letto della morta, premurandosi nonostante tutto di sistemarla cristianamente sul letto e di chiuderle gli occhi, quindi era scappata via aprofittando di un momento in cui entrambi gli uomini erano dall'altra parte della stanza per filar via dalla porta.

La lotta accanità durò ancora per un po', Javert tuttavia nonostante cercasse di resistere si trovò ben presto in difficoltà, arrancando scomposto all'indietro per cercare di frapporre una certa distanza fra sè ed il galeotto furente.

Fu in quell'attimo però che Valjean fece la sua mossa: con tutta la rabbia che aveva in corpo in quel momento vibrò un ultimo colpo violento contro di lui, scaraventando l'ispettore a sbattere la schiena contro il muro, e facendolo ruzzolare malamente a terra, il suo bastone rotolato sul pavimento lontano dalla sua portata.

- Oof... - Gemette, stordito. Subito dopo si rese conto di avere qualcosa di freddo e metallico puntato alla gola, ed alzando lo sguardo sopra di sè non fu con grande sorpresa che vide il sindaco puntargli contro la giugulare il pezzo di ferro, il bordo tagliente dov'era stato sconnesso a graffiargli leggermente la pelle sensibile, che lo fissava immobile e gelido, in una posa che nulla aveva da invidiare ad uno spadaccino provetto.

Si maledì interiormente di non aver chiamato i rinforzi quando avrebbe potuto.

Ora era sconfitto, alla mercè di quell'avanzo di galera, ed era certo di ritrovarsi con le vene squarciate ed il sangue sulla camicia da un momento all'altro.

Nonostante avesse il cuore a martellargli furiosamente nelle orecchie, si rifiutò di chiudere gli occhi dinnanzi alla propria morte, preferì invece fissare Valjean con sguardo audace, come a sfidarlo e dimostrargli di non temerlo, e avrebbe lasciato così questo mondo con soddisfazione.

Tuttavia quella morte che si aspettava tardava ad arrivare.

- Cosa.....? - Gracchiò, sorpreso, l'espressione stoica che man mano si andava distorcendo in un'altra di pura confusione.

Dopo un silenzio che parve infinito, Valjean parò con tono autoritario, come se si fosse di nuovo improvvisamente calato nei panni di Monsieur Madeleine.

- Javert, una parola.


End Chapter 1.0

  
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