Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: RealMocking    05/04/2013    1 recensioni
-Giusto per ufficalizare, sono Josh-, e fa per tendermi la mano. Io sono spiazzata: gli sono finita quasi contro, mi sono mostrata con un outfit disdicevole e non l'ho riconosciuto nemmeno lontanamente, nonostante abbia visto la sua foto su internet poche ore fa, e lui é sfacciatamente dolce e comprensivo. Gli sono talmente riconoscente che lo abbraccerei, ma per oggi ne fatte abbastanza.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai il mio kit di sopravvivenza é fisso: Lucidalabbra, matita, penna, cellulare, merendina e soprattutto occhiali scuri e cappellino anonimo. Ho dovuto ormai da tempo imparare ad attrezzarmi cosí, in modo che nessuno mi noti e mi infastidisca, come dice spesso la mia manager. A me invece farebbe piacere poter camminare per strada senza la vista oscurata e la testa sudata, perché Julia non capisce che, nonostante la faccia coperta, chiunque mi riconoscerebbe dai miei capelli, ricci all'inverosimile, biondi e lunghi fino alle spalle. Non a caso, i miei cappellini sono extralarge. Il mio cellulare, invece, é importantissimo perché vi ricevo chiamate in contnuazione. Non chiamate della mamma e della migliore amica (anche perché non ne ho una) ma molto spesso di produttori importanti che vogliono contattarmi, e che come da ma richiesto personalmente chiamano me e non la mia manager, fortunatamente all'oscuro di tutto. Quando mia madre mi chiama, molto spesso finisce per avere la voce rotta dal pianto: "Cel, tesoro, se ripenso al giorno in cui ti portai per la prima volta all'accademia, mi commuove quanto tu sia cresciuta..." Si, mia madre é un tipo un po'nostalgico, ma se non fosse stato per lei non sarei mai chi sono diventata. Mio fratello maggiore, Luca, suona la chitarra da quando era bambino, e devo ammettere che ha un vero talento. A cinque anni i miei lo iscrissero al conservatorio, e adesso, che ha ventidue anni, potrebbe far parte di una delle band piú famose del mondo. cinque anni dopo di lui sono nata io, e subito tutti e tre (mamma, papá e il piccolo Luca, con una chitarra elettrica di plastica attaccata alla corrente) hanno iniziato a nutrire grandi speranze e enormi aspettative. Una settimana prima dei miei quattro anni ero giá in una scuola di musical, che comprendeva corsi di recitazione, canto, strumento e danza moderna. Infanzia rovinata? Certo, il gesto di inserirmi cosí presto in una scuola seria é stata una scelta azzardata, ma mi ha aiutata a pormi degli obiettivi e a credere in me stessa. I primi corsi a cui fui iscritta furono recitazione e canto, e ricordo quanto mi piaceva da piccola potermi arrabbiare con chi volevo, urlare, piangere, ridere, saltare e cantare a squarciagola senza dover essere sgridata. Quando cantavo, in particolare, tutti i maestri si zittivano e le bambine mi guardavano con invidia, quasi odio. Questo é il motivo per cui non ho amiche strette: sia durante le lezioni normali, che si svolgevano lí, che durante quelle di apprendimento artistico, non esitavano a entrare in competizione non solo con me, ma tra tutte loro, e devo dire che potermi fidare di qualcuno mi é mancato. Durante gli assegni di recitazione, peró, ondeggiando la mia giá vistosa chioma bionda, davo il meglio di me inventando, quando si doveva, accesissimi litigi tra bambine, con l'aiuto delle lezioni di dizione.

-É mia madre!- diceva una bambina in lacrime davanti a me, che con quella sua espressione da Jack-jack degli incredibili mi aveva spaventata non poche volte. -Non puoi chiederle di accompagnarti a casa!

Ero una bambina con una madre alcolizzata che dimenticava sempre di venirla a prendere a scuola.

-Sono rimasta senza mamma! - Le urlavo in faccia - e tua madre ha detto che mi accompagna a casa con piacere. Ha detto che la prossima volta non devo nemmeno chiederglielo! Grazie, mamma di Sara- e cosí dicendo abbracciavo la finta mamma di Sara, quasi in lacrime per la riconoscenza, e una volta tra le sue braccia mi giravo verso la bambina e le facevo un sorriso diabolico alla Jack Nicholson. 

Con il tempo le bambine sono cresciute e le divergenze sono sparite, ma con loro non si é mai creato un bel legame.

Con il tempo la mia voce, che era giá ammirata quando ero piccola, era maturata ed era diventata bellissima. Non pecco di modestia, perché me lo disse persino la famigerata Sara, e conseguentemente me ne convinsi anch'io. Cantare era ed é la cosa che piú mi appassiona al mondo, quando lo faccio tutto intorno a me scompare e mi concentro soltanto sulla mia voce, come focalizzo solo sul mio personaggio quando recito, riuscendo a immedesimarmi completamente in quasi chiunque, e in qualunque situazione. É per questo che non smetteró mai di ringraziare i miei genitori e soprattutto mia madre non solo per avermi iscritta alla scuola, ma anche per avermi inserito nei due corsi che mi hanno aperto un mondo, la recitazione e il canto, perché scommetto che suonare uno strumento o ballare non mi avrebbero mai portata a ció che sono ora. Quando avevo otto anni alcuni talent scout ai quali ero stata segnalata mi inserirono in alcune serie tv italiane in cui interpretavo ruoli secondari, ma durante una particolare prova fu notata la mia voce, che a otto anni era ancora piú limpida e pulita. Entrai in una scuola di canto professionale continuando a ricoprire anche il ruolo di attrice con incarichi sempre piú importanti, che mi portarono alla notorietá internazionale. Il vero successo, peró, naque quando uscí il mio primo album in contemporanea al primo film americano a cui partecipai, di cui cantavo la colonna sonora: le canzoni erano tutte in inglese, avevo quattordici anni, e l'album si chiamava Cel, il nome con cui ormai sono nota al mondo. Mi chiamo Celeste, ma ormai chi anche io tra me e me sono solita chiamarmi Cel, o Curly Cel, un altro soprannome ideato dai miei fan, facendo riferimento alla mia caratteristica piú evidente. 

Da allora sono quasi sempre in America, ho imparato l'inglese alla perfezione dopo anni di studio e ho avuto l'onore di collaborare con tantissimi registi e attori importanti, il che ha contribuito a formarmi come attrice.

Mi sto dirigendo verso lo studio di registrazione a New York, stavolta a piedi, con la mia manager Julia sottobraccio e il solito cappellino sulla testa, quando il mio cellulare comincia a squillare. Julia sospira.

-Parlo con Julia Dale?

-Ehm... -faccio io imbarazzata. Il mio inganno sta per essere scoperto- in realtá é Cel che parla. Cosa posso fare per lei?

-Oh, signorina Cel, é un enorme piacere. L'ho chiamata per farle una proposta.

 

 

-Riprese divise tra Parigi e Los Angeles. La regia é di Gary Winick. Si tratta di viaggiare molto perché in Francia bisogna riprendere diversi luoghi caratteristici, peró il copione é buono, lo leggeró domani. Due canzoni- Dico a Julia, una volta tornate dallo studio. -Non sei arrabbiata con me, vero?-

-No Cel, peró ci sará un motivo per cui ci sono io, no?

-Lo so, lo so... peró mi farebbe piacere sapere per prima ció che mi chiedono di fare.- Arrossisco in volto. 

- In ogni caso, la decisione spetta a te- Mi dice lei, sorridendo. 

Giá, spetta a me. Non vedevo l'ora di recitare in un film romantico, anche perché mi ero pentita di aver preso parte all'ultimo uscito. La protagonista passava tutta la sua vita in camera sua ad acconciarsi i capelli e a inviare occhiatine da idiota al ragazzo della finestra di fronte. Ad un certo punto lui non si fa piú vedere alla finestra e lei cade in depressione, e comincia ad armeggiare con forbici, carta argentata e bigodini, fino a ritrovarsi come una anziana signora a cui hanno rubato la parrucca e che aveva avuto da giovane un serio problema di pidocchi. Sia chiaro, io non ero la protagonista, ero quella con cui il vicino dagli occhi dolci si faceva vedere a pomiciare ogni pomeriggio guarda caso proprio davanti alla finestra, sotto gli occhi di Frankestein. Povera ragazza, che pena. E povera me, che brutta esperienza. Alla fine, quindici anni dopo, la ragazza viene al nostro matrimonio senza che nessuno l'abbia invitata, e il regista pensó che avrebbe messo piú paura se avesse avuto ancora un bigodino rosa putrefatto intrappolato nei capelli. Non ho visto quel film nemmeno una volta, e da allora leggo il copione da cima a fondo. É proprio quello che vado a fare adesso, per accertarmi che sia un film romantico e non un horror mascherato da dramatico come bigodino woman (nome che ho dato alla pogera attrice quando é venuta al mio matrimonio). Sulla copertina c'é la lista con il regista e gli attori. 

Ok, Gary Winick, bla bla bla... produttore... ruolo principale. Cel e Josh Hutcherson. 

Cosa?

Chi é Josh hutcherson?

  
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