Videogiochi > Ace Attorney
Segui la storia  |       
Autore: Ivory    28/10/2007    3 recensioni
L’onore di suo padre, della sua famiglia, ma soprattutto, il suo stesso orgoglio erano stati infangati. Aveva un solo obiettivo: dimostrare finalmente ad Edgeworth quanto lei valesse…! **alcuni spoiler di Justice For All**
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Documento senza titolo

“ …Ti ho sempre odiato…”

“…”

“ Io….io sono Franziska Von Karma….

E non voglio vivere per sempre nella tua ombra. La nostra battaglia inizia adesso…quindi preparati …herr Miles Edgeworth!”

Quelle furono le sue ultime, singhiozzanti parole prima di partire. Prima di fuggire dalla sconfitta…e da lui, da Edgeworth, che l'osservava in silenzio consapevole di non poterla fermare, mentre lei si allontanava in lacrime.

L'onore di suo padre, della sua famiglia, ma soprattutto, il suo stesso orgoglio erano stati infangati.

La sua perfetta carriera di procuratore era stata compromessa da poche sconfitte. Per opera di Phoenix Wright.

Mai…nei cinque anni della sua carriera non aveva mai perso una causa prima di incontrarlo. Voleva sconfiggerlo. Non per vendicare suo padre, Manfred Von Karma, condannato per un omicidio avvenuto più di quindici anni prima, grazie alle prove di Wright. No! Vendicare gli assassini non rientrava nei suoi desideri, per quanto lo stimasse come padre e come avvocato.

Aveva un solo obiettivo: dimostrare finalmente ad Edgeworth quanto lei valesse…quanto lei fosse superiore a lui!

Già…sconfiggere l'unico avvocato difensore che era riuscito a dare problemi al “Re Del Foro” Edgeworth sarebbe stata la vittoria più importante di tutta la sua vita! Ma non aveva previsto che anche lei sarebbe andata incontro allo stesso destino.

Singhiozzava ancora sull'aereo diretto in Germania, la sua terra. Un giorno sarebbe tornata…

…lasciando alle spalle la vecchia e perdente Franziska Von Karma.

…..

Il 24 dicembre dell'anno dopo. Pochi istanti prima della mezzanotte…

Chino sulla scrivania, con le maniche del maglione blu notte rimboccate sul gomito, lo sguardo stanco e i capelli grigi solitamente perfetti in completo disordine. Posò i vari fascicoli in un tiretto e diede un'occhiata veloce all'orologio vicino del portapenne. Era mezzanotte in punto.

<< Buon natale, Miles… >> bisbigliò a se stesso, con fare ironico.

Il giovane Miles Edgeworth avrebbe preferito trascorrere quel momento insieme a Phoenix, Maya, Dick Gumshoe e tutti gli altri al ristorante, ma aveva avuto troppe pratiche da sbrigare nel suo ufficio.

Era rinchiuso in quello studio dal pomeriggio, non ne poteva più. Si alzò, passò velocemente una mano fra i capelli nel tentativo di riordinarli e prese il giaccone poggiato sul divano. Avrebbe potuto benissimo decidere di dormire lì per quella notte, senza perdere tempo a tornare a casa con la macchina, ma aveva assolutamente bisogno di sgranchirsi le gambe e prendere una boccata d'aria. E poi, diamine, era Natale! Non c'era niente di male nel cercare di rendere meno squallida quella serata con una passeggiata.

Indossò il giaccone nero, posò le ultime cose nella sua valigetta di pelle e uscì.

Appena fuori dall'edificio sentì il vento gelido sulla pelle, costringendolo ad alzare il colletto della giacca e ad avviarsi velocemente alla sua macchina. Un'auto sportiva di un bel rosso acceso, come piaceva a lui.

Mise in moto e uscì dal parcheggio, diretto verso casa.

Appena arrivato a destinazione, in un elegante condominio addobbato a festa, posò il veicolo nel garage per dirigersi verso un parco poco distante.

Per la strada vide chiaramente i segni della festa: gruppi di coppiette, anziani, ragazzi, e parecchi negozi aperti. Del resto, era Natale.

Ma il parco era deserto. Non una sola panchina occupata, e le giostre solitamente caratterizzate dalle risa dei bambini erano tristemente vuote. Ma a lui andava bene così. Per quella notte, il parco sarebbe stato tutto suo.

Si assettò su una panchina, poggiando la valigetta al suo fianco. Mise le mani nelle tasche del cappotto, e poggiò la nuca sullo schienale, chiudendo gli occhi.

Era molto legato a quel posto. Gli tornarono in mente le belle giornate trascorse quando era piccolo insieme a suo padre. Di quando correva spensierato tirando l'aquilone, di come si lasciava amorevolmente spingere dal suo vecchio sull'altalena, l'unica del parco a quei tempi…

Ormai erano cambiate tante cose da allora: qualche panchina in più, molte più giostre per i bambini, una bella fontana…

E suo padre…che ormai non c'era più.

Il tempo non era riuscito a rimarginare il dolore e mai avrebbe potuto.

A peggiorare il tutto fu la scoperta che Manfred Von Karma, il suo maestro, colui che l'aveva reso il migliore fra i procuratori, era l'assassino di suo padre. E non lo avrebbe mai scoperto se non fosse stato per Phoenix Wright.

All'inizio lo disprezzava…perché era stato il primo e unico a non avergli fatto ottenere un verdetto di colpevolezza. Finché non capì.

Essere un avvocato significa far emergere la verità…e non vincere a tutti i costi.

Sperava che un giorno anche lei lo avrebbe capito…Franziska.

“Chissà se sta bene…?”

A quel punto, altri ricordi cominciarono ad affollarsi nella sua testa.

Franziska era come una sorella per lui. Si conoscevano dai tempi in cui era allievo presso i Von Karma, in Germania. Franziska era una bambina stramba ma allo stesso tempo geniale: procuratori di tredici anni non se ne vedevano molti in giro.

Tutti la consideravano un piccolo prodigio, ma agli occhi di Miles era solo una ragazzina disperata alla ricerca dell'affetto di suo padre. Alla ricerca delle lodi di tutti, della perfezione, una ragazza arrogante, irritabile e seriosa, caratteristiche che l'hanno sempre accompagnata negli anni .

Non poteva fare a meno di notare quanto fossero simili…forse proprio per questo lui era riuscito ad esser il suo unico vero amico. Ma lo era ancora?

Ancora una volta si erano separati, e ancora una volta in modo triste e inaspettato. E in quell'occasione lei aveva persino detto “Ti ho sempre odiato Miles Edgeworth. Questa ragazzina che hai sempre trascurato riuscirà a superarti!”.

In quel momento, si rese conto per la prima volta di quanto gli mancasse.

Aveva voglia di sentirla…di sapere se stava bene. Di capire se l'odiava davvero.

Prese istintivamente il cellulare dalla tasca.

Una chiamata in Germania sarebbe costata un pochino, ma ne valeva la pena.

Giusto per dirle “Buon Natale”.

“Ma cosa hai in mente, Miles!” pensò, indeciso se chiamare o no quel vecchio numero in rubrica “…tutto ciò è assolutamente ridicolo!”.

Ma le sue dita cominciarono a muoversi da sole.

Si chiese se una chiamata a così larga distanza potesse dar problemi. Era la prima volta che la chiamava da quando si erano separati per la prima volta parecchi anni prima. Forse quel numero non era neanche più attivo.

Ma con sorpresa il cellulare di lei prese a squillare e…

….

“Driiiiiiiiiiin”

“Driiiiiiiiiiin”

Franziska Von Karma cercò di prendere il cellulare dalla tasca con l'unica mano libera dai bagagli.

<< Wem spricht er!? (Chi parla!?) >>

<< Franziska… >>

La ragazza rimase come paralizzata nel riconoscere quella voce, mentre le valige le scivolavano di mano.

<< E-Edgeworth? >>

<< Ciao…ehm…come stai? >> chiese lui, cercando di non mostrare il minimo imbarazzo.

Franziska riprese i bagagli da terra, cercando di mantenere il cellulare fra l'orecchio e la spalla.

<< Che scherzo è questo!? Come fai a saperlo!? >> chiese furibonda.

<< Sapere cosa? >> domandò lui dall'altro capo dell'apparecchio, sinceramente incuriosito.

<< Che sono appena tornata! >>

Edgeworth rimase senza parole. “Tornata?”

<< C-cosa vuoi dire? Dove sei adesso? >>

<< Che domande! All'aereoporto! Non è per questo che mi hai chiamata…? >>

<<…>>

<< Edgeworth? >>

<< Non muoverti,vengo a prenderti. >> disse lui, ancora incredulo.

<< Cosa!? Scordatelo, sono capace di muovermi da sola! E soprattutto non accetto aiuto da TE! >>

Troppo tardi, Miles aveva già riattaccato.

La testa di Franziska cominciò martellarsi con una sola domanda: come diavolo faceva Edgeworth a sapere che era tornata!?

…..

Miles ci mise poco a raggiungere l'aereoporto con la macchina, non più di dieci minuti.

Cosa stava succedendo?

Si era ritrovato a pensare a lei, senza un motivo preciso nel parco e adesso stava per rivederla. Dopo un anno…una coincidenza oppure segno che il destino esiste davvero?

Appena scese dalla macchina si girò e rigirò attorno, in cerca di quei capelli azzurri e quegli occhi di ghiaccio. Nonostante l'ora e il fatto che fosse Natale molta gente era appena arrivata da chissà dove oltre a Franziska, il che dava un bel po' di problemi nella ricerca.

Sperò che non se ne fosse andata, finché non la trovò: era di spalle, ma non poteva sbagliarsi!

Indossava una gonna nera lunga fino alle ginocchia e stivali alti col tacco. Dalla tasca della giacca fuoriusciva quella che sembrava essere una frusta.

Come se avesse avvertito la sua presenza si girò verso di lui, mostrando i suoi due bei iridi azzurri, e quel piccolo neo di fianco all'occhio sinistro.

Lui si avvicinò a lei, e a quel punto il silenzio piombò su di loro in modo imbarazzante.

Franziska aveva la sua solita espressione da sfida, eppure fece di tutto per evitare lo sguardo di Miles, che senza proferire parola prese alcune valigie, le più grosse e pesanti, per poi bisbigliare lievemente << Su, andiamo. >>.

Lei lo seguì silenziosa, fino ad arrivare alla macchina rossa. Dopo aver posato le valige nel bagagliaio salirono ai propri posti.

<< Potresti anche ringraziarmi. >> disse improvvisamente lui, con tono pacato, allacciandosi la cintura.

<< Non ti ho chiesto io di venire! >> rispose lei infastidita.

Miles fece come se non avesse sentito, e accelerò diretto verso la casa della famiglia Von Karma che ben conosceva.

<< Come lo sapevi? >> domandò lei, osservando seriosa ciò che le si presentava fuori dal finestrino

<< Non lo sapevo affatto. E' stata una coincidenza…volevo solo augurarti buon Natale. >>

<< E perché mai ti è venuto in mente di farti sentire proprio adesso? Ma soprattutto…chi ti ha fatto pensare che la cosa potesse farmi piacere? >>

Edgeworth strinse forte il manubrio innervosito, senza staccare gli occhi dalla strada:

<< Mi odi davvero così tanto!? >>

<< Si, herr Edgeworth! Ti odio con tutta me stessa! >>

Improvvisamente la macchina frenò di scatto, facendo trasalire la giovane Von Karma.

<< COSA DIAVOLO FAI!? >>

Edgeworth si voltò verso di lei.

<< Non ti credo. >>

<< Cosa…? >>

<< Ho detto che non ti credo! >>

Le afferrò le spalle, costringendola a guardarlo in faccia: << Prova a ripeterlo se ne hai il coraggio! >>

Franziska cominciò a tremare lievemente << C-cosa vuoi? N-non mi fai paura! >>.

Ancora una volta piombò il silenzio. Miles non osava distogliere lo sguardo da lei, finché non cominciò a sentire il cuore battere impazzito e uno strano calore pervadergli il corpo.

Cominciò a tremare anche lui, ma non per la paura.

Senza pensarci avvicinò lentamente il suo viso a quello di lei, che osservava con occhi sgranati. La scrutava bramoso, mentre la presa sulle piccole spalle si fece più forte, e il suo respiro sempre più pesante.

“Miles…?” Franziska non capiva, sapeva solo che per qualche strana ragione non riusciva a muoversi di un millimetro. E improvvisamente…

<< S-scusami. >> disse poi imbarazzato Miles, prima di poter fare altro, allontanandosi di scatto e rimettendosi composto.

<< Non era mia intenzione spaventarti, credimi. Mi sono solo innervosito. >> continuò, accelerando per seguire nuovamente il tragitto, cercando di far finta che niente fosse successo.

Franziska, che sentiva le gote avvampare, rimase immobile e in silenzio per tutto il tragitto, facendosi piccola nel proprio posto, finché non arrivarono a destinazione.

Scese dalla macchina seguita da Miles, che doveva aiutarla a portare i bagagli. Erano di fronte ad una bella villetta circondata da un piccolo giardino. Sulla cancellata vi era inciso il nome “Von Karma”.

Attraversarono il giardino fino ad entrare nell'abitazione, dove posarono le borse.

<< Bene…credo sia ora di tornare a casa. >> disse Edgeworth, voltandosi e salutando con un cenno della mano, per avviarsi alla porta.

Prima che potesse posare la mano sulla maniglia la ragazza lo fermò : << U-Un attimo! >>

Lui si voltò, mentre lei avanzava con la sua immancabile frusta fra le mani.

<< Dovresti ben sapere perché sono tornata. >>

<< Si, lo so. Per battermi. >> rispose lui.

<< Esattamente! Sento che questa volta riuscirò a dimostrare di essere un procuratore migliore di te! Quindi…piantala di comportarti in questo modo con me! Noi siamo nemici! >> sbraitò lei << Io sono colei che ti surclasserà!!! Quindi cerca di essere meno gentile con me, altrimenti ti beccherai una bella frustata! >>

Edgeworth accennò un sorriso…

<< Vedo che hai ancora il vizio di picchiare inutilmente le persone. Beh, spiacente dirtelo, ma…io non ti odio. E, soprattutto, penso e agisco con la mia testa. >> disse con serenità << I miei modi nei tuoi riguardi non cambieranno Franziska. Tu per me sarai sempre una cara amica, mettitelo bene in testa. Buon Natale. >>

E infine uscì, lasciando la ragazza sola e furente .

...continua

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ace Attorney / Vai alla pagina dell'autore: Ivory