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Autore: Macross    31/10/2007    0 recensioni
Questa storia è ambientata nell'universo di Warhammer 40.000. Un'età oscura, tetra, gotica, dove c'è solo guerra e dove l'imprevisto accade su base giornaliera. In questo racconto ho deciso di narrare l'abbordaggio di una Space Hulk (relitto spaziale) da parte di un Capitolo di Space Marine di mia invenzione, maturato durante le interminabili partite a Dawn of War (classica missione a cui sono adibiti i Marines).
Sono ben accetti commenti, suggerimenti e critiche.
Anche chi volesse saperne di più è pregato di contattarmi.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sistema Beta Hydri. Sottosettore Alpha. Settore Fortius, Segmentum Tempestum.

Nell'immensità del vuoto il pianeta chiamato Gounax orbitava placidamente intorno alla stella principale, un sole giallo ancora giovane (poco più di un miliardo di anni, stando ai rilevamenti).
Goumax faceva parte dell'infinita serie dei mondi agricoli dell'Imperium, il Dominio dell'Umanità nella galassia del 41° millennio.
La sua superficie era coperta da un infinito numero di campi coltivati e allevamenti di Gorax, un ruminante locale dalle corna tripartite, che rappresentava una grossa fonte di approvvigionamento per i sistemi vicini.
Ogni tanto una piccola comunità rurale interrompeva le altrimenti infinite serie di coltivazioni a scacchiera.
Il clima era mite, temperato. Le alture, quasi inesistenti. I mari, di un colore turchese, offrivano numerose specie di pesci e di crostacei commestibili, anche se coprivano a malapena il 10% del mondo.
Il diametro equatoriale del pianeta era di poco inferiore a quella della Sacra Terra, tuttavia la gravità era pressochè identica a causa di numerosi materiali pesanti e del nucleo planetario esteso.
Non era una vista rara quella dei pennacchi di fumo che si innalzavano da numerose sorgenti geotermali
Più in alto, a circa 400km di altezza, l'attività era fervente: navi spaziali, che attraccavano alla stazione di smistamento ad una cadenza regolare, esportavano la merce prodotta in cambio di macchine agricole e tecnologia.
Fra tutte queste navi, alcune lunghe anche tre kilometri, ce ne stava una, un piccolo cargo malandato.
Il comandante di vascello Albertus stava dando le sue ultime disposizioni affinchè il suo cargo, la Vae Victis, lasciasse l'orbita per dirigersi verso il centro del settore, Fortius Prime.
La Vae Victis era famosa per essere una delle navi più lente del sistema. Erano necessarie circa tre settimane di navigazione nell'Immaterium per giungere a destinazione, al contrario dei dodici giorni scarsi delle navi del Cartello Industriale Jaeger.
Ciò causava una malcelata irritazione del comandante.
Imprecava contro la sua sfortuna, che l'avea maledetto (così diceva) fin dalla nascita.
Figlio cadetto della casta nobiliare del pianeta, era da sempre stato considerato un buono a nulla, quindi aveva tentato la carriera nel commercio, dopo una breve parentesi nel contrabbando, che per poco non era finita con un processo sommario e l'impiccagione.
"Fortunatamente" era riuscito a procurarsi un ingaggio come capitano di vascello in uno scalcinatissimo cartello commerciale, come ricompensa per aver denunciato i suoi ex datori di lavoro, che adesso giacevano sparsi sotto forma di polvere cosmica.
La sua "fortuna" però era finita lì. Gli avevano dato in consegna la nave più scalcinata del sistema, un cargo che aveva ormai millecinquecento anni. Ad intervalli regolari si presentava sempre qualche malfunzionamento di piccola entità: tanto per dirne una, una volya furono perfino costretti a farsi tutto il viaggio con il puzzo di carni sanguinolente che venivano dai banchi freezer della nave, a causa di un'avaria del sistema di aereazione della nave.
- Allora, ci muoviamo o no? Idael, hai riparato quel problema al sincronizzatore sensoriale?
- Sì capitano, fino a quando non si romperà nuovamente...
- MALEDIZIONE. Beh, abbiamo perso anche troppo tempo. Allontaniamoci dall'orbita.
- Signorsì.
Fortunatamente nel vuoto non era possibile udire nessun rumore, altrimenti l'accenzione dei motori avrebbe avuto lo stesso effetto sonoro un un motorino smarmittato (solo un migliaio di volte più rumoroso).
Arrancando faticosamente, la Vae Victis lasciò l'orbita, dirigendosi verso il punto previsto per il salto nel Warp.
Rimuginando sulla sua "fortuna", il capitano si mise a sedere sul suo trono di comando:
"Beh, per lo meno non ci sono stati imprevisti," pensò. "L'ultima volta a casusa dell'ispezione della Marina abbiamo quasi fatto marcire il carico".
Un centinaio di metri più in alto, su una guglia, il Navigatore Yale si stava preparando al salto Warp. La sua camera era molto angusta, pregna dell'odore aromatico degli incensi e dell'odore viziato di vestiti. Ormai era vecchio, i continui viaggi Warp stavano minando la sua salute e presto si sarebbe ritirato. Fra le mani rigirava nervosamente un simbolo sacro dell'Imperium, che gli era stato donato da giovane: un'aquila bicefala placcata d'oro. Egli considerava quel simbolo il suo più importante possedimento. Lo stringeva sempre durante le traversate. Yale era un uomo pio, devoto. Durante le poche soste sul pianeta si ritirava sempre a pregare nel tempio più vicino. Un vago sentore lo distolse dai suoi pensieri. Poteva chiaramente avvertire una perturbazione nel medium caotico dell'Immaterium (altro nome del Warp, NdA), una gelida corrente. Attivò alcune connessioni, ricercando nel database informazioni concernenti navi in arrivo. Non ne trovò nessuna.
- Qui Yale
- Capitano Albertus.
- Capitano, rilevo una perturbazione sconosciuta nel Warp - Eh. Sarà una nave che sta uscendo adesso...
- Negativo, capitano. Ho controllato il database. Non risulta nessuna nave.
- ...ci mancava solo questa...
- Capitano! Una nave sta uscendo a circa 405.200 UA da noi. - Sullo schermo!
Tutto quello che ottennero fu una serie di statiche: lo schermo era vecchio e non voleva saperne di funzionare. Non riusciva mai a partire alla prima, erano sempre necessari alcuni minuti perchè cominciasse a trasmettere immagini. Ma Albertus stavolta non poteva conceddersi questo lusso:
- DANNAZIONE, fatelo funzionare!
Idael si avvicinò e sferrò un poderoso calcio rituale alla base del monitor.
- ...questo non lo insegnano alla Scuola dell' dell'Adeptus Mechanicus!
Ma il motto di spirito del tecnico si perse nel nulla appena vide lo schermo: una nave enorme occupava tutta la visuale.
Ad un'occhiata più approfondita, sembrava un patchwork di varie astronavi, alcune di foggia squisitamente umana, altre sconosciuti. Il Relitto Spaziale (Space Hulk, NdA) aveva una lunghezza stimata di circa cinque kilometri per due e mezzo di larghezza. Semplicemente mostruoso.
- Inviare una segnalazione, codice Violetto. Avvistato Relitto Spaziale, coordinate 56.32 45.66.
- Capitano, ho tracciato una proiezione della rotta del Relitto. Dai dati appare chiarmanete che è in rotta di collisione con la Stazione Lux Imperator.
- Tempo d'impatto?
- 4 giorni, 3 ore e 25 min.
- MALEDIZIONE!
Le implicazioni erano chiare. L'impatto avrebbe polverizzato la Stazione Spaziale e i resti radiattivi sarebbero piovuti su Gounax portando morte e distruzione.
Al capitano non rimaneva altro che aspettare una risposta dal Comando Centrale del Pianeta ed, ovviamente, allontanarsi il più rapidamente possibile.


Un'ora dopo.

Il Consiglio Planetario (così era chiamato l'organo di controllo del piccolo mondo agricolo) si era riunito della spaziosa sala centrale del palazzo del Governatore.
I pavimenti in marmo grigio riflettevano la luce delle numerose torce e dei candelabri, mentre un dolce canto di un'Inno poteva essere avvertito in sottofondo.
Di solito le riunioni avvenivano raramente poichè non c'era molto da controllare. Gounax era un pianeta pacifico rispetto agli standard turbolenti di un Mondo Formicaio. Si poteva sempre avvertire un'atmosfera rilassata e di pace, specie in questo luogo, considerato il fulcro storico del pianeta: qui infatti, nella città di Keller's Port, era avvenuto il rpimo sbarco di Coloni circa tre millenni fa.
Ma adesso, della pace originaria non rimaneva traccia. L'atmosfera era assai tesa. Nessuno, dopo la lettura del rapporto, parlava più. L'avvistamento del Relitto Spaziale era stato confermato anche dalla Stazione Spaziale e da alcuni ricognitori in dotazione alla Forza di Difesa Planetaria.
Un uomo anziano, avvolto in una lunga cappa porpora ornata di simboli dorati, con lughi capelli bianchi ed un'aria da saggio, sedeva solitario su un trono, sovrastando il tavolo rotondo al quale sedevano i rappresentanti delle Famiglie Dominanti, il Comandante della FdP e quello degli Arbites (il rappresentante della Polizia Imperiale, NdA).
L'uomo si alzò in piedi. Sembrava che gli anni e gli innesti bionici non avessero indebolito nè la sua forza d'animo nè la sua altezza.
- Signori, ci troviamo in una situazione di rischio senza precedenti. Dobbiamo avvertire le Forze Imperiali del Settore, altrimenti il nostro magnifico mondo verrà annientato da questa minaccia.
- ...mio Signore, devo ordinare l'evacuazione? A parlare era stato il comandante della FdP (Forza di Difesa Planetaria, NdA), un uomo basso e tarchiato con una vistosa cicatrice sul volto.
- Non voglio instillare il panico nella popolazione, per ora ordinate solamente l'evacuazione della Stazione Spaziale Lux Imperator e della Capitale. L'evacuazione del pianeta deve procedere cautamente.
- Ma i cittadini devono sapere...
- SILENZIO. Non capite, Rappresentante Hou, che così non fate che aumentare il panico? Non abbiamo navi per far fuggire tutti. Inoltre ci vorrebbe troppo tempo per radunare tutti gli abitanti.
Alcuni si portarono le mani nei (pochi) capelli rimanenti.
Altri tentarono senza successo di dimostrarsi coraggiosi. Solamente il comandante della FdP e quello dell'Arbitres tenevano un contegno stoico.
- Forse con i trasporti si potrebbe...
- Ma così perdemo tutto il raccolto e il bestiame...
- Devo avvertire i miei congiunti...
Il brusio continuò per qualche minuto. il Governatore li lasciò in pace. Nella sua lunga carriera non si era mai trovato a fronteggiare una situazione del genere. Conosceva la procedura standard in questi casi, ma non aveva nè il tempo nè i mezzi per attuarla. Erano forse tutti condannati a morire? Solo l'Imperatore sapeva la risposta.
La porta si aprì di scatto mentre un'aiutante correva attraverso la sala per consegnare un messaggio direttamente al Governatore (non senza aver fatto un inchino prima, durante e dopo la consegna).
Il Governatore lesse brevemente il messaggio, vergato con inchiostro nero su una pergamena (secondo il protocollo vigente sul Gounax). Sulle sue labbra apparse l'ombra di un sorriso.
- Le nostre speranze non sono perdute. L'Incrociatore Malleus Hereticis ha risposto al messaggio di soccorso!
Gradualmente il sorriso sbocciò sui volti attempati e pietrificati dall'angoscia degli uomini presenti alla riunione.
- L'Imperatore ha ascoltato le nostre preghiere!
- Evviva!
L'Incrociatore era una vista familiare sul pianeta. A circa cinque giorni di viaggio Warp c'era un pianeta chiamato Siderus Pisae. Questo pianeta era fondamentale per l'equilibrio del sistema, infatti era il mondo natale del Capitolo dei Lighting Brigade dell'Adeptus Astartes, chiamati dalla gente comune Angeli della Morte o Space Marines.
Una volta al mese, alcuni cargo salpavano alla volta di Siderus Pisae con i proventi di una decima, in cambio della protezione speciale del Capitolo. Erano accordi vecchi per lo meno di tremila anni; mai una volta una delle due parti era venuta meno ai patti.

Adesso, potevano solo aspettare e confidare nella forza degli Angeli della Morte.

   
 
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