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Autore: H1Corona213    11/04/2013    6 recensioni
[Accel World]
I sentimenti di una ragazza che troppo spesso si nasconde dietro una maschera. Un Re Nero che fugge al passato per costruire un nuovo futuro. Una principessa innamorata del suo paladino.
[Kuroyukihime/Black Lotus x Haruyuki Arita/Silver Crow]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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My Immortal: Il sole nero dell'eclisse della luna d'argento


Mi sono stati dati molti nomi nel corso degli anni: alcuni me li sono guadagnati con il sudore e la fatica, andando oltre qualunque limite la mente di una semplice bambina di 8 anni potrebbe mai raggiungere, persino in una realtà così tecnologicamente avanzata come la nostra. Ho visto, e fatto, cose che la maggior parte delle persone non potrebbero neppure immaginare.

Molte sono state spregevoli.
Di molte, me ne vergogno.

Ad esse sono legati molti dei nomi che mi sono stati attribuiti: assassina, traditrice, fine del mondo, re senza onore e senza corona.
Non posso rinnegare il mio passato, perché è su questo passato che fonderò il mio futuro.
Io sono la traditrice.
Io sono stata tradita.
Si può peccare, a soli 11 anni?
Quanta fiducia può riporre una bambina nei legami di sangue? Eppure è stato proprio chi porta il mio stesso sangue a farmi macchiare della colpa più grande, a farmi uccidere la memoria di una ragazzo che non ho mai incontrato, ma che per colpa mia ha perso la possibilità di accelerare ancora.
Red Rider era un pacifista convinto, quasi ironicamente coinvolto in una guerra di potere fra persone poco più che bambine. Quanti anni avrà potuto avere allora? Tredici? Quattordici? Gli ho tagliato la testa con le mie lame, ma la mia illusoria vittoria è stata ben effimera, se paragonata a ciò a cui ciascuno di noi ha dovuto rinunciare: io alla mia dignità, lui ai suoi ricordi, il Re Viola alla persona che amava, il Re Blu al suo migliore amico, la Legione Rossa al suo comandante… Se il Chrome Disaster fosse apparso in quel momento, l'Accel World sarebbe stato perduto.
Nera vergogna. Disonore. Disastro.

E per questo, mi sono dovuta macchiare di un peccato ancora più grave.
Sono scappata.
Non mi sono lasciata ammazzare.

Ma cosa avrei potuto fare? Ero una bambina, avevo paura. Ero stata spinta a tradire da una persona che mi aveva tradito, avevo spezzato in pochi secondi un patto che si manteneva intatto da quando le legioni erano state formate. Io, piccola e sola, avevo avuto l'incoscienza di andare contro gli Originatori, contro coloro che esistevano da che quel mondo era stato creato.
Avevo perso.
Scelsi la strada della vergogna.
Abbandonai la mia legione.
Abbandonai l'Accel World.

Con il tempo ho imparato a lasciarmi scivolare il mondo addosso: il mio cuore è diventato un diamante, freddo, lucido e bellissimo. Sono sobria e seria, matura e posata, la gente prova rispetto per me e mi ammira. Nei corridoi, la gente mi cede il passo e mi fissa quando cammino verso la caffetteria: ho un tavolo riservato solo per me, dove ogni giorno mi servono il miglior tea che la cucina sia in grado di offrirmi. Le matricole mi ascoltano ammirate, quando li accolgo il primo giorno dell'anno dall'alto del mio incarico di vicepresidente del consiglio studentesco, e i senior applaudono alle mie parole, quando auguro loro il buona fortuna che precede il loro passaggio alla scuola superiore.

Sono bella e fredda, e la gente mi ammira, senza saper andare oltre ciò che nascondo dietro la facciata di ragazza seria e distaccata.
Procedo da sola in una realtà che non mi appartiene.
Sono una menzogna che cammina in un mondo troppo lento.

Ho perso gli amici ed i compagni, la mia legione si è dispersa nei confini più remoti del Campo Neutrale Illimitato e dell'Accel World.
Ho imparato ad aspettare.
Per due anni sono stata la Principessa che aspetta nella torre.
Per due anni sono stata Kuroyukihime.

Mi sono negata la possibilità di accelerare ancora, di spezzare le catene che mi tengono ancorata a questo mondo limitato: volevo superare i limiti della mia mente, e trascendere lo stesso Accel World, giungendo più in là di chiunque altro sia mai stato in grado di fare.

Ma non sarò io a realizzare questa impresa.
Ora lo so.

Io ora lo so, che esiste qualcuno più veloce di chiunque altro, che un giorno scuoterà fin dalle fondamenta questo mondo stagnante. Qualcuno capace di superare anche i re, e che punterà le sue ali splendenti verso il cielo: il mio vero re dal colore dell'argento, l'angelo che ha fatto tornare a battere il mio cuore di ghiaccio.
Il corvo le cui penne brillano della luce affilata della luna piena, il paladino della principessa addormentata.
Silver Crow.
Haruyuki.
Haru…

Quando l'ho incontrato per la prima volta, non avevo la minima idea di chi fosse, e mai avrei potuto immaginare quello che sarebbe diventato per me…
Era la primavera del mio secondo anno  alla Umesato, eppure era passato già abbastanza tempo perché tutti nella scuola avessero imparato a guardarmi con ammirazione e a cedermi il passo nei corridoi, come se camminare al mio fianco fosse un privilegio a cui nessuno di loro poteva aspirare. Ero sola, immersa in una vita vuota, senza l'accelerazione e senza compagni, con la sola Megumi ed il consiglio studentesco a rischiarare le mie giornate vuote.
 Fui letteralmente colpita da lui: mi finì addosso, rovesciando sul pavimento mezza dozzina di snack e panini vari, e seguendoli all'istante, probabilmente attirato verso il terreno dalla sua non indifferente mole corporea. Lo reputai sin da subito una persona piuttosto maleducata: non condividevo l'opinione della gente che mi definiva una persona snob, e la me che era stata bambina un tempo avrebbe avuto come primo pensiero quello di chiedergli se si fosse fatto male, ma in quel momento non potei trattenermi dal provare un certo fastidio, quando mi resi conto che la sua prima preoccupazione erano stati i sacchetti che gli erano finiti a terra ed il loro contenuto. Sul momento pensai non senza un certo disgusto che quel ragazzino sembrava un maiale, la cui unica preoccupazione era quella di mettersi all'ingrasso ingurgitando le più varie schifezze reperibili, probabilmente privo di vita sociale e piuttosto limitato sia nelle attività fisiche che in quelle mentali. Allora non feci neppure caso al fatto che fosse sbiancato di colpo al punto da far credere che potesse stare male, e alle parole che mormorò  a mezza voce quasi singhiozzando... Quello fu uno dei misteri, neanche troppo segreti, della vita di Haru, che venni a conoscere solo in seguito, e di certo uno di quelli la cui soluzione portò alla costruzione del nostro rapporto.
In pochi secondi, come se fosse un gesto a cui era abituato, raccolse tutto nelle varie borse di plastica che teneva al polso e saltò in piedi , pronto probabilmente a scappare a gambe levate. Stavo già per lasciarmi sfuggire un colpo di tosse, non per altro per fargli notare ancora la mia presenza, quando improvvisamente si girò e si profuse in un inchino così profondo da fargli quasi sfiorare le ginocchia con la fronte. Più che in un inchino, sembrava impegnato a prostrasi ai miei piedi. Rimasi spiazzata, con una replica fredda e volutamente severa ancora sulla punta della lingua, mentre il ragazzino iniziava a scusarsi a raffica, in una maniera talmente veloce da rendere incomprensibile la maggior parte delle parole che non fossero un"perdono" e un "non ti avevo vista". Stavo per invitarlo a fermarsi, se non altro per permettergli di riprendere fiato, quasi lusingata dal fatto che qualcuno potesse preoccuparsi così tanto per qualcosa che di fatto era poco più che una sciocchezza, e felice di essermi sbagliata sulla mia prima impressione, quando finalmente alzò gli occhi: aveva un'espressione impaurita, ma questa non riusciva a nascondere del tutto l'aria ancora bambinesca che si spandeva dal suo volto. Non era bello, e di certo non era attraente, ma non potei trattenermi dal pensare che fosse in qualche modo carino, di una tenerezza simile a quella di un peluche. Forse assomigliava ad un maiale, ma mi ricordava piuttosto un maialino, di quelli rosa, con la coda a cavatappi ed il musetto a grugno. Faceva sorgere in me l'istinto di abbracciarlo e tenerlo stretto…
 Fu il silenzio che improvvisamente calò tra di noi a riscuotermi: persa nei miei pensieri, non mi ero neppure resa conto che il suo apparentemente infinito monologo si era improvvisamente interrotto. Stupita, abbassai lo sguardo su di lui, che nonostante fosse appena più giovane di me non mi arrivava neppure all'altezza delle spalle, e lo vidi impallidire ancora una volta in maniera preoccupante. Spaventata che potesse essersi veramente sentito male, mi apprestavo ad accertarmi delle sue condizioni di salute, quando i suoi occhi si posarono su qualcosa a livello del mio collo: a quel punto le sue guance andarono letteralmente a fuoco, mentre iniziava a gesticolare come un ossesso in maniera scomposta. Fu ancora più difficile della volta precedente dare un senso alle sue parole, e con non poca fatica riuscii a ricostruire una frase del tipo: "Mi… mi dispiace! Non mi ero accorto che fossi una senpai! Mi dispiace, ti chiedo perdono!" con tutte le varianti del caso.
Restai ancora più stupita, non tanto dal fatto che non mi avesse riconosciuto in quanto senpai, il fiocco blu che portavo sarebbe stato una prova più che sufficiente per chiunque, ma dal fatto che non mi avesse riconosciuto come Kuroyukihime, la popolarissima vicepresidente del consiglio studentesco. Quella mancanza, invece di farmi arrabbiare, mi fece piacere: per la prima volta dopo molto tempo, avevo ricevuto qualcosa, fossero anche solo state delle parole di scusa, non in quanto ciò che apparivo, ma per ciò che ero veramente. Una senpai. Una ragazza più grande.
Si profuse in nuove scuse per un tempo che mi parve infinito, al punto che pensai che si fosse trasformato in un robot programmato per porgere le proprie scuse a chiunque, quando il suono di alcune voci femminili provenienti dal corridoio affianco parvero riscuoterlo. Sobbalzò come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa di vitale importanza, e dopo l'ennesima frase di scusa, iniziò a correre più velocemente di quanto mi aspettassi verso le scale. Inciampò un paio di volte, ma prima che potessi avvicinarmi abbastanza da aiutarlo si rialzò in piedi e ripartì a razzo, con i sacchetti che dondolavano tra le sue mani, lasciandomi ancora più senza parole di quanto già non fossi.
Non gli avevo neanche chiesto il suo nome, sapevo solo che era uno studente del primo anno, e che per la prima volta qualcuno, sia pure per errore, si era rapportato a me come un pari… Certo, dopo si era trasformato nella versione umana di uno zerbino da ingresso, ma le sue parole erano state sincere: era veramente dispiaciuto di essermi finito addosso, non lo aveva fatto per nessun secondo fine.
Probabilmente, pensai, non sapeva neanche chi ero.
Quell'evento continuò a vorticare fra i miei pensieri per parecchi giorni a venire, ma non riuscii più a incontrare quel ragazzo, né nei corridoi né in caffetteria.

Solo molti mesi dopo, quando ormai l'autunno era alle porte, avvenne il nostro secondo incontro.
Quell'incontro che segnò l'inizio di ogni cosa.

E' passato più di un anno e mezzo da allora, e le cose sono cambiate in maniera così improvvisa che
ancora stento a ritenerlo possibile.
Sono tornata nell'Accel World.
Con Haru.
Grazie ad Haru.
Sono tornata ad essere Black Lotus, il Re Nero della legione dei Nega Nebulus.
Anche la mia legione sta lentamente rinascendo: Haruyuki ha strappato il suo migliore amico, Takumu, dalla spirale di odio e dipendenza in cui era precipitato a colpa del Brain Burst, e per molto tempo loro due sono stati i miei unici e fedeli paladini. Ora anche Chiyuri, la loro più cara amica, dopo molti dubbi e decisioni dolorose a cui è stata sottoposta, si è unita a noi: sarò sempre in debito con lei, per aver dato ad Haru la possibilità di riottenere le sue ali…
Già, Chiyuri…
O, come la chiamano loro, Chiyu…
A prima vista, non appare diversa in nulla da qualunque altra ragazza della sua età: fa sport, ed in questo è più simile a Takumu che ad Haru, le piace mangiare ma non esagera mai, per non rovinarsi la linea, ha un ragazzo ed una passione quasi morbosa per i gatti.
Ed è amica di Haru…
E' la migliore amica di Haru…
E io la invidio.
Perché lei ha qualcosa che io non potrò mai avere: la sua amicizia.
Io e Haru siamo legati in molti modi, ma nessuno dei fili che ci uniscono può richiamare un significato neppure lontanamente simile a quello della parola amicizia: io sono il suo master, il suo genitore ed il capo della sua legione. Io gli ho donato il fardello del Brain Burst e l'ho strappato da un mondo troppo lento per trascinarlo nell'Accel World. Sono stata la sua forza ed il suo coraggio, la sua salvezza e la sua dannazione. Per me ha vinto, ha perso, ha rischiato e ha messo in gioco tutto, compresa la sua vita nei due mondi. Io sono la sua senpai, la sua compagna di scuola e la sua tutor.
Io lo amo.
Io non lo avrò mai.
Io ho Silver Crow, il paladino dalle ali d'argento, nato per difendere la principessa nera.
Ho Haruyuki, il ragazzino timido che ancora si ostina a mantenere l'immagine di un maialino rosa come avatar, e questo perché io un giorno gli ho detto che lo trovavo carino.
Io ho Silver Crow, e Haruyuki…
Ma non avrò mai Haru…
Perché Haru è il bambino gentile che corre mano nella mano con altri due bambini, e nessuno dei due porta il mio nome.
Io sono Kuroyukihime, principessa nata in una notte di neve nera, figlia del buio e del tradimento.
Lui è il futuro re dalle ali d'argento, colui che accelererà la gravità di un mondo privo di scopo…
Con lui corrono un cavaliere dall'armatura blu, saggio e gentile, ma che vive nel rimpianto, ed una piccola maga verde, che vive nel tempo che è andato perduto, e mai più tornerà.
Io vivo in un passato che non posso dimenticare, ed in cui porrò le basi del mio futuro.
Lui vive in un cielo di stelle, e ogni stella è un passo in avanti verso la sua meta.
Io ho Silver Crow, e Haruyuki…
Ma non avrò mai Haru…
Haru dal sorriso gentile, Haru dagli occhi di bambino, Haru che mangia ed ha sempre fame, e quando non lo fa è perché qualcosa sta per cambiare…
Haru che piange da solo per non farsi vedere, Haru che tiene tutto dentro per non farmi preoccupare, Haru che mi guarda con affetto ed ammirazione, Haru che arrossisce quando le mie mani sfiorano le sue, Haru che mi chiama senpai, ed ogni volta è una pugnalata al cuore.
Haru che mi promette che un giorno sarà al mio livello e camminerà al mio fianco, ed allora mi chiamerà con il mio nome, perché allora non saremo più master e protetto, ma saremo pari.
Haru che si crede un fardello, ed è la mia forza.
Haru che cresce con me e mi fa cambiare.
Haru che è sempre al mio fianco, che mi guida e mi protegge.
Haru che è il limite oltre cui non potrò mai andare.
Haru che è il mio paladino.
Haru, che io amo.
Haru…
… che è le mie ali.

NOTE DELL'AUTRICE:

Lo so che il titolo è un po'strano, ma vedetelo come una sorta di mia particolare visione del rapporto tra i personaggi: molto metaforica, e comunque non riassume neanche in minima parte tutto quello che c'è tra Haruyuki e Kuroyukihime, comunque se vi piace, prendetela per buona... Usare Kuroyukihime (mi rifiuto di tradurre il nome come "Principessa Neve Nera", è ORRENDO! Per me, anche se è solo un soprannome, va scritto come se fosse il suo nome, quindi NON tradotto!) come punto di vista è stato qualcosa che ha rischiato seriamente di portarmi alla pazzia, è un personaggio così complesso e misterioso che è quasi impossibile capire quello che pensa. E questo ha reso il tutto ancora più difficile. Ma stranamente, per una volta sono soddisfatta del risultato... Ci sono molti salti temporali, all'interno della fanfic: credo che comunque chi ha seguito l'anime dovrebbe essere in grado di riconoscerli. Altri, potrebbero non essere così chiari, ma poichè sono spoiler a chiunque non abbia letto le light novel, non mi metterò qui e ora a spiegarle. Non vedo l'ora che venga trasmessa una seconda stagione dell'anime, perchè Accel World mi è veramente entrato dentro all'anima! Spero che abbiate apprezzato questa storia!

Inoltre:
1) La storia fa riferimento ad avvenimenti legati alle light novel, quindi seguenti in gran parte a quelli del solo anime.
2) Il primo incontro di Kuroyukihime e Haruyuki è puramente frutto della mia fantasia, non ha nessun riscontro nell'anime, nel manga, o nella light novel. In questi, sembra che il loro primo incontro avvenga nell'arena di squash nel campo neurale non accelerato, a cui tutti hanno accesso. Inoltre in quel caso, essi si incontrano come avatar, e non come esseri umani veri e propri.
  
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