Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Lila_88    12/04/2013    1 recensioni
I ragazzi hanno lasciato i dormitori per vivere tutti insieme in una grande casa. Là continuano a vivere le loro avventure, a tempo di musica e con qualche sorpresa in vista, tipo il ritorno un vecchio amico. Un mio personale seguito dopo la fine di Hélène e i suoi amici.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2


Nicolas aveva dato una maglietta e un paio di calzoni dei suoi a Christian. Era evidente che le taglie non corrispondevano, ma almeno erano abiti asciutti. Christian era seduto sul divano, fra Hélène e Nicolas. Laly sedeva su uno dei braccioli laterali, mentre Benedicte si era accomodata sulla poltrona. José era rimasto leggermente in disparte, in piedi contro la parete del salotto. Sembrava non fosse troppo contento di rivedere il vecchio compagno della band. Al contrario di Nicolas, che era molto felice di rivederlo.

“Allora, Christian, come stai? Sono quasi due anni, se non mi sbaglio, che di te non avevamo più notizie.”

“Già... Infatti, vorrei per prima cosa chiedervi scusa per il modo in cui sono sparito, così, su due piedi.”

“Dovresti le tue scuse soprattutto a Linda.”

“E a Johanna”

Nicolas guardò le ragazze in modo un po’ corrucciato.

“Ragazze...”

“No, Nicolas. Hanno ragione. Tuttavia, Linda è in Giappone e Johanna in Texas, per cui ho pensato di iniziare da voi.”

“Ah, vedo che sei abbastanza informato. Quindi, ti sei messo in contatto con loro?”

Christian lanciò uno sguardo veloce a Benedicte, che fece un debole sorriso, abbassando lo sguardo.

“Qualche mese dopo aver lasciato l’università e il gruppo, ho contattato Benedicte. Lei mi ha raccontato tutto quello che era successo dopo la mia fuga.”

“Ma certo, mi pare ovvio!”

Tutti si voltarono verso José, che non aveva aperto bocca dall’arrivo di Christian fino a quel momento. Il ragazzo lanciò uno sguardo accusatorio verso Benedicte, per poi lasciare il salotto, palesemente furioso. I ragazzi si guardarono imbarazzati, mentre Benedicte era in evidente imbarazzo. Christian si schiarì la voce.

“Spero di non aver detto niente di male.”

“No, non preoccuparti, Christian. E’ una questione fra me e lui. Niente di grave”

“Non ci giurerei... Insomma, sono giorni che...”

Un’occhiataccia di Hélène bastò a Laly per capire che non era il caso di continuare.

“Scusate. Insomma, Benedicte, perché non ci hai detto che Christian si era fatto vivo?”

“Me la chiesto lui di non dirvi niente.”

“Perché?”

Fu Christian, questa volta, a rispondere.

“Ho chiamato Benedicte perché volevo sapere come andavano le cose. Quando mi ha detto che Linda aveva perso il bambino e Johanna era rientrata definitivamente in Texas non me la sono sentita di tornare. Mi sentivo uno schifo per quello che avevo fatto.”

Christian abbassò lo sguardo e non fu difficile per i suoi amici capire che il periodo che doveva aver affrontato in seguito non doveva essere stato dei migliori. Hélène pensò dunque che, forse, cambiare discorso sarebbe stato meglio.

“E adesso che cosa fai Christian? Sei a Parigi di passaggio, o pensi di fermarti?”

“A dire la verità, sono tornato per restare. Sono iscritto ad una scuola di fotografia, una delle più prestigiose della Francia. Sapete, un anno fa ho fatto un corso e mi sono appassionato. Inoltre, ho avuto fortuna, perché questo istituto è a numero chiuso, ma ce l’ho fatta ad essere ammesso!”.

“Aspetta, non starai parlando della scuola di Philip Besson?”

“Si, la conosci, Nicolas?”

“Certo che la conosco! E’ la stessa scuola a cui mi sono iscritto il mese scorso!”

“Dici sul serio? Allora saremo di nuovo compagni di corso? E’ fantastico!”

Nicolas diede una pacca sulla spalla a Christian. Era davvero felice di aver ritrovato l’amico. Benedicte si congedò dal gruppo, dicendo che la mattina dopo doveva essere in facoltà presto. Gli altri, invece, rimasero ancora seduti a parlare per un po’, finché Christian non buttò un occhio sull’orologio.

“Ragazzi, si è fatto tardi. Penso che sia arrivato il momento di andare.”

“Dove abiti?”

“Per il momento in albergo. Sono rientrato in città da pochi giorni,non ho ancora trovato un appartamento.”

Hélène, Laly e Nicolas si scambiarono uno sguardo, poi il ragazzo prese la parola.

“Senti, noi abbiamo una stanza libera. Se ti va, puoi trasferirti qui.”

“Cosa? Dite sul serio?”

“Ma certo! Eravamo alla ricerca di un nuovo inquilino, ci farebbe davvero piacere se fossi tu!”

“Sarebbe fantastico!”


/***/


Benedicte entrò nella camera da letto cercando di non fare rumore. Probabilmente José era già a letto e non voleva svegliarlo, soprattutto voleva evitare di discutere ancora con lui. José, tuttavia, era ancora sveglio, seduto sul davanzale a guardare un punto indefinito al di fuori della finestra. Quando lei chiuse la porta dietro di sé, si voltò per un attimo a guardarla, per poi riportare lo sguardo altrove.

“L’altro giorno,quando mi hai raccontato della tua relazione con lui, mi avevi detto che era l’ultimo segreto che c’era fra di noi. Non avevi accennato, però, di essere rimasta in contatto con lui anche dopo la sua partenza.”

“Perché non c’entra niente con quello che era successo fra di noi. Mi ha chiamato per sapere di Linda e Johanna. Niente a che vedere con me.”

“Vi siete sentiti ancora?”

“No, c’è stata solo quella telefonata, poi di lui non ho avuto più notizie.”

“Quindi non sapevi che era tornato e che sarebbe venuto qui?”

“No, José, certo che no!”

“Sai, perché trovo veramente bizzarra la coincidenza. Tu che mi racconti della vostra relazione clandestina e lui che ricompare dal nulla poco dopo.”

Benedicte sospirò. Quando qualche giorno prima aveva deciso di parlare a cuore aperto con José, credeva di fare la cosa giusta. Così aveva deciso di raccontargli della storia che aveva avuto con Christian. Per lei era stata importante, l’unico motivo per cui si era fatta da parte perché sapeva che Christian amava troppo Johanna per lasciarla. Sapeva di aver fatto la cosa giusta. Il rimpianto che le era rimasto, da allora, era quello di aver taciuto la cosa con il suo ragazzo, facendo finta che non fosse mai successo. Adesso che si era decisa ad essere totalmente sincera e aveva confessato, non era più altrettanto sicura che fosse stata la cosa giusta. José l’aveva presa male e il fatto che Christian avesse deciso di tornare proprio in quel momento certo non aiutava.  

“Ascolta, José, se ti ho raccontato tutto è perché volevo liberarmi di questo peso. Io ti amo, amo soltanto te e la sola cosa che voglio, in questo momento, è che fra noi le cose si aggiustino.”

“Beh, io ho bisogno di tempo.”

Detto questo, José si alzò e si diresse verso la porta, superando Benedicte, che lo guardò interrogativa.

“Dove vai?”

“Vado a dormire nella stanza di Manuela.”

Non le lasciò il tempo di rispondere ed uscì.


/***/


La mattina dopo, Hélène sorprese José nella stanza che, fino a poco tempo prima, era stata occupata da Manuela. Il ragazzo era intento a rifare il letto.

“Ops, scusami, José!”

“Non preoccuparti. Avrei dovuto avvertire che dormivo qui.”

Solo allora, José notò che Hélène aveva fra le mani della biancheria pulita. La ragazza sembrava leggermente imbarazzata.

“Senti, José, non voglio di certo intromettermi nelle tue cose... Ma vorrei sapere se dormi spesso qui oppure se si è trattato di un caso. Te lo chiedo perché la camera non sarebbe più libera da oggi.”

“Che vuol dire? Torna Manuela?”

“No. A dire la verità abbiamo chiesto a Christian di trasferirsi qui e lui ha accettato.”

“Che cosa? Christian viene a stare da noi?”

“Si, perché è un problema?”

“Beh, pensavo che certe decisioni andassero prese tutti assieme!”.

Hélène era sorpresa della reazione di José.

“Dopo la partenza di Manuela, avevamo deciso di metterci alla ricerca di un altro inquilino, così da mantenere le stesse spese. Così ieri sera, parlando con Christian, ci ha detto che alloggiava in un hotel e, visto che resterà a Parigi per diverso tempo, gli abbiamo chiesto di venire qui. Meglio lui che un estraneo, no? Credevo non sarebbe stato un problema per te e Benedicte.”

“Oh, per lei non lo sarà di certo!”

“Ma José... Non capisco...”

“Lascia perdere, non c’è nessun problema, tolgo subito le mie cose. Anzi, scusami.”

Hélène rimase da sola, con ancora la biancheria pulita fra le mani. Le veniva solo una cosa che potesse giustificare l’astio di José nei confronti di Christian. Doveva parlare con Benedicte.


/***/


Nicolas bussò alla porta numero 156 dell’hotel in cui Christian alloggiava. L’amico gli aprì e lo lasciò entrare.

“Allora, fatte le valigie?”

“Si, sono quasi pronto. Siediti pure. Ti ringrazio di essere venuto a prendermi.”

“Figurati. La macchina è di sicuro più comoda della moto per il trasloco. A proposito, da quando ne hai una?”

Christian sorrise. Conosceva bene Nicolas e sapeva che quella era una delle molte domande che stava per porgli.

“L’ho comprata a Nizza, dove mi sono trasferito l’anno scorso. Diciamo che avevo voglia di fare dei cambiamenti alla mia vita e quella sembrava un buon inizio.”

Nicolas annuì, continuando a osservarlo pensieroso. Christian finì di mettere alcune cose in un borsone, prima di chiudere la zip e di posarlo a terra, vicino agli altri bagagli già pronti.

“E così sei stato per un po’ di tempo a Nizza.”

“Già. E’ lì che ho frequentato il corso di fotografia di cui parlavo ieri sera.”

“Anche quello faceva parte dei cambiamenti che volevi per la tua vita?”

“Si. Ho pensato che dovevo decidere cosa fare nella vita e mi è capitata quell’opportunità”

“E’ una buona cosa. Hai esplorato altre opportunità, prima di buttarti sulla fotografia?”

“Ok, Nicolas, fammi la domanda intorno alla quale giri da un po’, per favore.”

Nicolas fece spallucce, cercando di mostrarsi sorpreso.

“A cosa ti riferisci? Stavo cercando solo di fare conversazione. Sono due anni che non ci vediamo! Vorrei recuperare il tempo perduto.”

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente, prima che Nicolas si alzasse dal letto sospirando.

“E va bene. Che cosa ti è successo prima di Nizza, della moto e della fotografia?”

“Quello che mi è successo tutte le volte che mi sono comportato come un cretino e un vigliacco. Solo che questa volta non avevo il mio migliore amico vicino e ci ho messo un po’ più di tempo a riprendermi.”

Nicolas mise una mano sulla spalla di Christian.

“Ma ce l’hai fatta. Da solo, per di più. E questo è molto importante.”


/***/


Laly mise un paio di libri nel proprio zaino. Mentre stava bevendo l’ultimo sorso di caffè, Hélène entrò in cucina, guardandosi intorno.

“Hey, buongiorno. Se stai cercando Nicolas, è uscito presto. Ha detto che andava ad aiutare Christian.”

“Si, me l’ha detto. Veramente mi chiedevo se avevi visto Benedicte.”

“No, non è ancora scesa. In compenso, è passato José come una furia ed è uscito. Ha grugnito qualcosa, ma non sono sicura che fosse un buongiorno.”

“Quindi Benedicte è ancora in camera sua?”

“Si, credo di si...”

Laly posò la tazza vuota nel lavapiatti, poi si diresse verso l’amica con le mani sui fianchi.

“Tu sai qualcosa!”

Hélène alzò gli occhi al cielo.

“No, non so niente. E’ solo che devo chiedere una cosa a Benedicte e volevo sapere se era ancora in casa.”

Laly la squadrò, poco convinta.

“Sicura che non abbia a che fare con i problemi che hanno quei due?”

“Ah, Laly, non sei in ritardo? Sono le nove e cinque!”

Questo suscitò il panico in Laly che diede un’occhiata all’orologio.

“Maledizione, devo essere in facoltà entro mezz’ora!”

“E allora sbrigati!”

Quando Laly prese al volo lo zaino e scappò, Hélène tirò un sospiro di sollievo. Quando ci si metteva, sapeva essere veramente insistente! Stava per andare al piano superiore per andare a parlare con Benedicte, quando, voltandosi, se la trovò davanti. Dalla sua faccia sembrava che non avesse dormito molto, la notte prima.

“Buongiorno Benedicte. Stavo giusto salendo da te.”

“Buongiorno. C’è qualche problema?”

Hélène si schiarì la voce.

“Questa mattina ho sorpreso José nella stanza di Manuela”

Benedicte si limitò ad annuire, abbassando lo sguardo. Si andò a sedere al tavolo, posandovi sopra entrambe le mani. Hélène le si sedette a fianco.

“Senti, non voglio farmi i fatti vostri, ma ho notato che le cose sono un po’ peggiorate da ieri sera, da quando è tornato Christian. Quindi volevo chiederti...”

“Gliel’ho detto. Ho raccontato a José della relazione con Christian. E’ per questo che ultimamente fra noi le cose stanno andando male. Dice che non sa se potrà fidarsi ancora di me.”

“E di certo il ritorno improvviso di Christian non è stato d’aiuto.”

“Già, per niente.”

“Ecco, allora, devo avvisarti che abbiamo invitato Christian a stare qui da noi.”

“Christian verrà a stare qui?”

Hélène annuì, mettendo una mano su quelle di Benedicte.

“Beh, allora suppongo che le cose si faranno ancora più difficili.”

“Mi dispiace. Non potevamo immaginare che ci fosse una situazione del genere fra te e José.”

“Figurati, Hélène. E poi te eri l’unica che sapeva di me e Christian. Mi portavo dentro questa cosa da troppo tempo, ormai. Avevo bisogno di essere totalmente sincera con José, di dirgli quello che era successo. Lui si è sentito così tradito. Ma come dargli torto, d’altra parte? L’ho tradito con uno dei suoi compagni e gli ho mentito per tutto questo tempo.”

Benedicte si portò le mani al volto, scoppiando a piangere. Hélène le cinse le spalle con un braccio e sospirò.

“Vedrai che si sistemerà tutto. Tu e José vi amate molto. Lui ha solo bisogno di tempo per assorbire la notizia. Stai tranquilla, io ti starò vicina.”



  
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