Le mani si cercavano l’un l’altra, le dita tremanti strette con frenesia attorno alla carne, la pelle che scivolava accaldata su altra pelle sudata in un groviglio di membra e capelli e baci famelici. Occhi tuffati in altri occhi, respiro bruciante come fiamme e ciocche che venivano tirate istintivamente con passione, il mercurio che annegava in quel blu intenso quasi volesse nuotare fino al fondo delle iridi e scavarlo con le unghie, fino a scoprire l’anima e graffiarla a sangue nel tentativo di distruggere ogni maschera e giungere – finalmente – ad osservarsi, nudi e feriti e sinceri l’uno di fronte all’altro.