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Autore: Jebus Creiss    15/04/2013    0 recensioni
Svariate settimane dopo la guerra, Squall annega in un carico di lavoro frustrante e inutile, che lo tiene lontano da Rinoa più di quanto gli piaccia. Un incontro casuale e un frammento di ricordo all'apparenza strano si mescolano per mostrargli come voltare pagina...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autore il mio contributo alla challenge Where I Belong.

Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

LONELINESS, HOPEFULLY PAST TENSE
scritta da Jebus Creiss, tradotta da Alessia Heartilly

Il sole dell'alba fluttuava dolcemente all'orizzonte a est, e la turbolenza ritmica dell'oceano di piombo faceva tremolare i suoi raggi, rendendoli oscillanti come un miraggio mentre illuminavano dall'alto un adolescente insonne e scocciato.

Certo, il suddetto adolescente meditativo non avrebbe concordato con quasi nessuna di queste espressioni. Le lezioni di astronomia base al Garden avevano insegnato l'infondatezza del modello geocentrico(1), quindi il sole di certo non fluttuava. E di certo aveva visto abbastanza deserti da sapere com'era un miraggio, e questo non lo era. Per non parlare del fatto che il sole non era abbastanza alto in cielo per illuminare davvero dall'alto qualcosa. Al massimo a quel punto poteva illuminare di sbieco. Oh, e 'insonne'? Era colpa sua se era cresciuto in un'accademia militare che insisteva sulla sveglia alle sei del mattino?

E il Comandante della SeeD Squall Leonhart non 'si scocciava', qualunque cosa significasse.

Né si imbronciava, teneva il muso, era irritabile, faceva lo scontroso o qualsiasi altra variazione sul tema patetico dell' 'angoscia adolescenziale'.

...Onestamente.

Quello che lui chiamava 'pensare' o 'riflettere' in verità era quasi certamente e automaticamente classificata con quei termini infantili dai benpensanti... Beh. Da quella parte c'è la violenza. Quindi non avventuriamoci di lì.

...Non riesco a vedere Balamb da qui. ...Figurarsi...

No, nessun comportamento degno di scocciatura, qui...

*~*~*~*~*

Erano passati quasi due mesi dalla festa selvaggia (e altamente localizzata) che aveva segnato la fine ufficiale di quella che ora chiamavano la Seconda Guerra della Strega. Quasi due mesi da quando si erano svegliati tutti la mattina dopo e avevano dovuto guardare dritto in faccia una fattura gigante per le riparazioni della breve ma intensa tempesta di distruzione liberata dalla Strega malvagia e dal suo Cavaliere biondo.

Ci si sarebbe potuti sorprendere del punto a cui erano arrivati a stare insieme i membri della quasi-riunita banda dell'orfanotrofio. Ma ad essere sinceri, avevano appena salvato il mondo, e quindi era loro dovuta una certa lentezza nelle missioni future - e bisognava ricordare l'altro lato della medaglia, ossia che la maggior parte di loro, per quanto eroici, erano SeeD relativamente minori e inesperti della gerarchia globale. Comunque, la squadra originale di Squall, Zell e Selphie aveva ancora il contratto da portare a termine; Timber poteva essere praticamente indipendente stando alla decimazione delle forze armate di Galbadia, ma 'praticamente' non era abbastanza secondo il contratto di Rinoa.

Quindi, per come stavano le cose, Rinoa Heartilly al momento conduceva lunghe negoziazioni, a una distanza prudente, dato il tumulto che iniziava ad avvolgere il continente galbadiano e i vaghi rischi di sicurezza, fino a quel momento, di essere una Strega; Zell Dincht e Selphie Tilmitt, almeno tecnicamente, facevano da guardia del corpo per lei, mentre Irvine Kinneas in qualche modo era riuscito a ottenere un contratto chiaramente scherzoso come 'spia' con ciò che restava dell'esercito galbadiano, per stare insieme a Selphie e gli altri. Nel frattempo, Quistis Trepe aveva riavuto la sua licenza d'insegnamento, ed era avanzata fino ad essere seconda in rango dietro ad Aki nel corpo docente del Garden di Balamb - cosa che le dava molto lavoro in più, dato che il Capo Insegnante Aki ormai passava la maggior parte del tempo con i presidi Cid ed Edea, la Vicecomandante Shu e il resto dello staff del Garden, cercando di dare una nuova direzione al Garden dopo Norg.

In quel momento, immaginava Squall, Selphie era alla mensa a macinare una scodella ridicolmente enorme di Mrs. Moogle's Cake per colazione, mentre Irvine le sedeva davanti e sbavava alla dimostrazione di controllo del respiro che la sua ragazza faceva tre volte al giorno, e in generale alla sua abilità nell'ingoiare, e cosa questo poteva far presagire se lui avesse giocato bene le sue carte. (Ovviamente, essendo Squall, preferiva non leggerci altro... oltre a un tranquillo promemoria di non prestare più a Irvine la sua collezione di carte per il Triple Triad). Quistis si sarebbe unita a loro presto, se non c'era già, facendo multitasking senza sforzo tra caffè e conversazione, croissant e verifiche da correggere. Nel frattempo, Zell faceva freneticamente gli esercizi pre-colazione nel tentativo di finire in tempo per trovare qualche panino - un'impresa praticamente disperata. E Rinoa? Lei ronfava dolcemente per altre due ore. Una volta che la dormigliona si alzava, Zell, Selphie e Irvine si univano a lei per una giornata di teleconferenze e giostre e ricerche verbali, con Quistis che li raggiungeva per un brunch che poteva essere chiamato anche un rapporto della situazione, se li si prendeva in parola e non si facevano altre indagini.

E come era successo con deprimente frequenza nelle ultime settimane, l'argomento principale di conversazione per Rinoa era senza dubbio la frustrante assenza della sua dolce metà. "IRVINE è riuscito a infilarsi in qualcosa per stare accanto a Selphie, no?" Poteva quasi sentirla lamentarsi. "Che cosa impedisce al MIO ragazzo di farlo?"

Come aveva dimostrato la chiamata arbitraria, durante la missione di Timber, ad assistere Quistis che tentava di arrestare Seifer Almasy, era una clausola standard in tutti i contratti SeeD che il Garden si tenesse il diritto di spostare ovunque i suoi mercenari, se ce ne fosse stato bisogno. E mentre gli altri l'avevano evitato per la loro mancanza di anzianità, di doveri o, nel caso di Irvine, il semplice fatto di poter fare tecnicamente quello che voleva, il Comandante adolescente non era stato così fortunato. No, lui era semplicemente troppo di alto profilo per poter vegetare nelle retrovie.

L'ultima volta che era tornato, quasi una settimana prima, alcune delle matricole avevano iniziato a chiamarlo 'Uomo di Absesto(2)'. Deling City (che avrebbe avuto un nuovo nome presto), Esthar, FH, il Garden di Trabia, Winhill, per amor del cielo - la faccia del SeeD più famoso aveva passato i tre quarti del suo tempo a essere spostato follemente da punti caldi a opportunità di fare fotografie a punti di crisi a funzioni statali a scioglimenti, mentre il resto del tempo lo passava a lottare con fiumi di rapporti o a cercare valorosamente di recuperare sonno.

(Va bene, forse concedeva l'insonnia. Indotta da fuori, comunque...)

Irritato? Frustrato? Pronto ad esplodere? Erano aggettivi molto più accettabili a descrivere lo stato mentale che Squall aveva al momento. Soprattutto quando la Repubblica di Dollet, sulla cui spiaggia si trovava seduto adesso, gli aveva giocato lo scherzo a cui si stava noiosamente abituato.

"Il Parlamento dibatterà la sua proposta domani. Comunque, visti gli altri Affari Molto Importanti che il Parlamento deve discutere, non possiamo dare un momento preciso o la possibilità che si raggiunga una decisione. Quindi potrebbe gentilmente aspettare i comodi nostri e girare per la nostra bella città come un cattivo odore, fino a quando saremo pronti a chiamarla? Ma non si metta nei guai, perché sappiamo tutti quanto possono far spendere i SeeD quando si mettono nei guai!"

"Dannati politici," borbottò Squall, e le sue parole vennero inghiottite dalle onde. Il tizio non gliel'aveva detto così, ovviamente; quell'essere untuoso aveva nascosto la cosa sotto una manciata di paroloni liberali e diplomatici e sotto un tono mieloso, ma nessuno dei due era stupido. E anche se Squall era svantaggiato fino a quel punto, era il terzo dannato giorno di fila che succedeva - e molto probabilmente sarebbe successo di nuovo il giorno dopo.

Quindi eccolo lì, bloccato a mezzo oceano di distanza dalla sua ragazza e dai suoi amici, con niente da fare a parte calmarsi e fare il turista, senza nessuna buona ragione per farlo, a prescindere da come considerasse le cose... non che fosse dell'umore per provarci molto.

(Ok, bene. Probabilmente poteva andargli bene il 'tenere il broncio'.)

Nel frattempo, non c'era molto altro che potesse fare. Non gli veniva in mente nulla che lo ispirasse, che si trattasse di qualcosa da fare o un qualche pretesto da usare per far valere il suo rango di Comandante e trovare qualcosa di più importante (un vero peccato - Balamb o l'Isola più Vicina all'Inferno, a quel punto gli andavano bene tutte e due!) Per una volta, era davvero preso dalle sue scartoffie. Il panorama non era cambiato dal giorno prima o quello prima ancora, e un qualsiasi posto abbastanza pulito per rischiare di mangiare non avrebbe aperto prima di un'ora, comunque. Quindi si sedette sulla sabbia e guardò l'alba, con gli occhi rivolti a casa, nascosta all'orizzonte.

*~*~*~*~*

Ci fu come uno strascichio di suola di cartone su una roccia coperta di conchiglia, quando il sole schiarì l'acqua che salutava il giorno in cui la sua vita dopo la guerra iniziava a cambiare. Squall aguzzò istintivamente le orecchie, cogliendo il disturbo e preparandosi a una tesa prontezza, quasi impaziente che gli capitasse un combattimento e spezzasse la monotonia.

La bambina che era arrivata e si era seduta sulla sabbia un po' più in là alla sua sinistra non se ne accorse affatto. Squall si rilassò di nuovo, scivolando di nuovo nella sua ben radicata fifa del 'pensare'.

Un lungo silenzio indifferente seguì tra i due, con il letargico infrangersi delle onde che faceva da contrappunto egualmente indifferente. La calma confortevole fu infine interrotta dallo strillare distante di un gruppo di bambini, da qualche parte parte dietro di loro.

La bambina non reagì; sembrava che guardare l'acqua avesse tutta la sua attenzione. Squall contemplò vagamente di andare al pub a fare colazione e forse un paio di partite a carte. Poi corrugò lentamente la fronte intorno alla sua cicatrice.

Una riforma che era stata attuata dopo la fine dell'ultima guerra era stata l'inizio di uno studio su larga scala sulla perdita di memoria spesso associata all'uso dei GF. Probabilmente sarebbe durato anni, ma quello che era diventato evidente quasi subito era che i ricordi iniziavano a svanire nel medio termine, e il tempo che rimanevano disponibili al ricordo volontario dipendeva dall'importanza che si dava loro in quel momento.

Ad esempio: il SeeD non poteva evitare di sentire qualcosa che gli premeva in fondo alla mente, qualcosa che non aveva dimenticato abbastanza...

Quello che Zell una volta aveva chiamato... Ah, giusto, una quest secondaria. (Solo Hyne poteva sapere da dove avesse preso quel termine...) Dev'essere questo, capì, saltando sulla possibilità di riflettere su qualcosa che poteva essere vagamente produttivo. La bambina deve aver avuto qualcosa a che fare con una cosiddetta 'quest secondaria'. Squall fece del suo meglio per ricordare, esaminando i rimasugli laceri di quello che ricordava del tempo passato in perlustrazione nelle ultime fasi della guerra.

Dato il pensiero che aveva dato avvio alla sua riflessione, lo sorprese poco ricordare che per la maggior parte aveva a che fare con il Triple Triad. Il figlio della Regina delle Carte, lei gli dà le carte rare che vince... Lui vive con suo... nonno, il padre della Regina delle Carte... sì, è un artista, disegna le carte nuove... perché sto pensando a un cane...?

Il ricordo importante alla fine tornò, un po' riluttante. C'era un cane, un golden retriever che aveva preso un certo tesoro e l'aveva nascosto in vari punti della città; era stata una sorpresa piacevole scoprire un Elisir tra quelle cose, cosa che spiegava probabilmente perché lo ricordasse. Squall ricordava vagamente un pasticcio a riguardo degli indizi, qualcosa su... dipinti rovinati?

Cercò di scavare più a fondo, ma non riuscì a trovare altro al momento. Questo non spiegava la bambina però, non che riuscisse a ricordare comunque. Quindi che altro...?

Beh, c'era un tipo che gestiva il piano superiore del pub. C'era un'altra carta rara... Siren, ecco! E chi era che frugava in giro per cercare un numero di L'occulto nello studio di quel tipo, Zell o Selphie?

Quel tipo e il suo studio, qualcosa nel suo studio... Ora lo stava davvero turbando. C'era qualcosa su quel tipo, qualcosa nel suo studio che lo collegava a qualsiasi cosa fosse su questa bambina che stimolava la sua materia grigia zuppa di GF. Qualcosa che gli mancava...

Odine non aveva detto qualcosa su quel tipo di problemi?

Fortunatamente, quel consiglio gli venne in mente subito: le caratteristiche spaziali tendevano a rimanere nella parte posteriore del cervello più a lungo degli eventi veri e propri, secondo lo strano scienziato. Squall ignorò distrattamente lo stomaco che brontolava mentre applicava la tecnica del dottor Odine a quella situazione, con lo sguardo ceruleo che esaminava l'ambiente per tornare familiare con quella terra.

I risultati furono immediati, almeno in parte. Anche la bambina era sempre qui... con - il padre della Regina delle Carte! Ecco come abbiamo capito cosa stava facendo il cane, lei ce lo disse... ok, è un progresso. Ora, come c'entrava l'accanito giocatore di carte? Forse aveva un qualche legame con la bambina?

Ok, e lo studio? Quello fu molto più semplice, ci era andato brevemente dopo cena la sera prima. Ristretto, con tutto il ciarpame di qualcuno che non aveva mai imparato a pulire da bambino e non l'avrebbe mai fatto. Una scrivania coperta di fogli e ninnoli di vario genere. Altri fogli, impilati sul pavimento e sulle sedie.

Una parte annebbiata della sua mente si risvegliò alla parola 'impilati'. Si stava avvicinando, lo sentiva! C'erano... tre pile. Una vicina all'ingresso, un sacco di roba buttata ai lati se si voleva frugare... e sì, era Zell che si era eccitato per L'occulto, Selphie era quella che si era eccitata perché si parlava del 'Signor Laguna' nella... pila a destra. Ma quella a sinistra-

E come se nulla fosse, la risposta tornò dalla nebbia. E Squall si trovò a vedere rosso.

Nella pila a sinistra, il racconto di una breve storia d'amore, tragicamente interrotta dalla donna che annegava. Sulla spiaggia, una ragazzina solitaria che aspettava per tutto il giorno, ogni giorno, che tornasse sua madre; ancora più sola adesso, perché il padre e il figlio della Regina delle Carte andavano più d'accordo, e passavano più tempo insieme. E nascosto nel suo studio, il padre della ragazzina - incapace di accettare la perdita della moglie, incapace di costringersi a passare del tempo con sua figlia, o anche solo spiegarle le cose. Un vecchio uomo triste, che si consumava nei suoi ricordi come un codardo...

Ricordava, adesso, di aver letto il diario del giocatore, di averlo collegato alla bimba magra sulla spiaggia che inizialmente aveva scambiato per un'orfana. Ricordava di essersi dovuto trattenere dallo schernire disgustato l'uomo, uscendo, o avrebbe dovuto spiegare quell'improvviso comportamento ai suoi compagni. E questo era stato prima di scoprire di non essere un orfano!

Quanto tempo passerà, si chiese, prima che lei lo odi quanto io odio Laguna? Laguna almeno aveva una piccola giustificazione: doveva governare una nazione. Questo cretino era proprio lì!

Quanto tempo passerà seduta su questa spiaggia del cavolo ad aspettare che torni sua madre, come io aspettavo Ellione? Con gli altri bambini che non le parlano perché lei è troppo impegnata ad aspettare chi ha perso? Secondo Irvine, all'orfanotrofio gli altri l'avevano lasciato in pace perché lei mancava a tutti, e il vecchio adagio secondo cui l'infelicità ama la compagnia non si applicava davvero ai bambini piccoli. (A dire il vero, aveva detto che rispettavano la perdita di Squall, ma Squall era rimasto scettico sulla quantità di rispetto di cui era capace un bambino medio di cinque anni.) I bambini di quelle parti? Probabilmente lei era sempre stata così, e gli altri bambini semplicemente non avevano più fatto domande.

La bambina si voltò a guardarlo, curiosa e un po' spaventata quando lo vide digrignare i denti. Lui non se ne accorse.

Quanto tempo ci metterà a diventare come me?

Solo tre mesi prima, Squall Leonhart non avrebbe visto nulla di sbagliato in quell'idea. Ora però la domanda gli bruciava dentro come un zuppa di pezzi di Morlboro inghiottita poco saggiamente. Gli ci erano voluti più di dieci anni anche solo per riflettere sulla possibilità di riaprire il suo cuore, e non era nemmeno sembrato che succedesse prima che tornasse la sua perduta 'sorella'. Anche adesso, dopo tutti i progressi che aveva fatto, c'era ancora un mezzo oceano tra Squall e la sua innamorata, mentre se ne stava a immusonirsi su una spiaggia perché non riusciva a mettere insieme l'intraprendenza di mettere da parte i suoi doveri del tutto superficiali e andare da lei... gelato al pensiero che una qualche ragazzina a caso non avesse altra scelta che seguire i suoi passi.

...No. Non lo permetterò!

"...Stai bene...?"

Squall sbatté le palpebre e abbassò gli occhi. La bambina che aveva involontariamente scatenato la sua improvvisa rabbia ed orrore lo stava guardando preoccupata.

Lui annuì e si sforzò di rilassarsi. Sembrò funzionare; la ragazza tornò a guardare il mare, in un'inutile veglia. Squall distolse lo sguardo, con la mente che lavorava furiosamente per trovare un modo, un qualsiasi modo per evitare il probabile destino di una povera bambina. Possibili azioni, piani personali e globali vennero scelti, esaminati, considerati e scartati con tutta la velocità allenata di un SeeD assorto nei meccanismi più semplici di una quest secondaria.

Squall non era mai stato in bicicletta, ma molto probabilmente avrebbe concordato di tutto cuore con la sensazione che non si dimenticava mai come si faceva, se non fosse stato occupato a meravigliarsi della soluzione che gli venne in mente otto secondi dopo. Un piano sia a breve che a lungo temine, ispirato positivamente nella sua ampiezza, nel suo scopo e nel prendere due o forse anche tre piccioni con una fava, gli scoppiò in mente, con dettagli e modifiche che giravano in maniera imprecisa intorno ai posti giusti mentre diventavano qualcosa di meraviglioso.

'Quest secondaria'? Questa cosa era appena diventata una quest su vasta scala! E l'orologio ticchettava - perché come con molti di quegli istinti sulla cui base si era mosso con successo in passato, esitare significava perdere iniziativa e forza.

Il Comandante del Garden di Balamb si alzò e guardò la ragazzina responsabile probabilmente della migliore idea che avesse avuto in anni.

"...Grazie."

Lei lo guardò sbattendo le palpebre, ovviamente confusa. "Per cosa?"

"È complicato. Non preoccuparti." Squall sorrise e si allontanò, dicendo un allegro, "ci si vede," mentre andava verso le scale.

*~*~*~*~*

"Mi dispiace terribilmente, signore, ma il Parlamento sta ancora discutendo-"

"Sì, ne sono consapevole. Faccia sapere che un problema urgente richiede la mia attenzione altrove," disse al funzionario. Squall si godette il balbettio del leccapiedi per qualche momento. "Verrà inviato un sostituto per sentire la decisione del Parlamento, quando verrà presa, come da contratto della Repubblica di Dollet con il Gardem."

Uscì senza dire altro, lasciandosi alle spalle il funzionario. Probabilmente la sua partenza avrebbe irritato i governanti di Dollet più di quanto gli importasse.

*~*~*~*~*

Qualcuno che bussava alla porta distrasse Rinoa Heartilly dalla sua videoconferenza. "Un attimo," disse all'uomo dall'altra parte della comunicazione intercontinentale a fibre ottiche, troncando perentoriamente l'ennesima discussione con il Colonnello Caraway. Certo, lo avrebbe irritato. Ma lei era già abbastanza irritata con lui. Per Hyne, odiava quell'uomo a volte!

"Aw, mamma mia... dovevi proprio farlo?" si lamentò Zell, alzandosi per aprire la porta. "Lo sai che diventerà - Squall!"

Lei voltò la testa per guardare a bocca aperta la persona alla porta. Ed eccolo lì, che le andava incontro sorridendo. "Squall! Non pen-" Le sue parole vennero interrotte quando lui si chinò senza preamboli, la sollevò dalla sedia e la baciò con una passione insolitamente entusiasta che dimostrava spesso dopo le sue lunghe assenze di lavoro.

Di solito, però, aspettava che fossero soli prima di attaccarla così. "Hey, che c'è?" domandò lei quando riprese fiato.

Lui la guardò semplicemente con un sopracciglio sollevato.

"OH! Eh, c-ciao anche a te..."

Squall si chinò di nuovo e la baciò velocemente sul naso. "Ho trovato qualcosa di più importante da fare con il mio tempo," le disse, allentando la stretta del suo braccio per guardare le altre persone nella stanza. Zell era a bocca aperta, ancora vicino alla porta; l'espressione stupefatta di Irvine scivolava nella sicurezza dell'inevitabilità con un sorrisetto d'intesa; Selphie ansimava comicamente facendosi aria con un volantino. Squall arrossì leggermente, ma non tradì altra reazione per il suo pubblico.

Rinoa pensò che anche le sue guance potevano benissimo essere in fiamme. Questo non le impedì di sorridere come una scema. Poi le venne in mente qualcosa.

"...Dannazione!"

"Mmh?"

"Avrei dovuto lasciare aperta la comunicazione!" Questo avrebbe fatto davvero infuriare Quell'Uomo... si fece un distratto appunto mentale di assicurarsi che succedesse al più presto.

Squall sbatté le palpebre. "...Giuuuusto..." Si riscosse. "Va bene, ragazzi, abbiamo tutti qualcosa di più importante da fare. Irvine, trova Quistis. Zell, trova Cid... no, anzi, trova la Madre, andrà meglio. E Selphie, chiama il Presidente Laguna - digli che lo andremo a trovare più tardi."

Rimasero tutti lì a sbattere le palpebre.

La sua espressione si indurì. "...Erano ordini quelli che vi ho appena dato."

I tre balzarono fuori dalla porta, lasciandosi dietro Rinoa che guardava a bocca aperta il suo ragazzo e cercava di contenersi.

"Allora... che cosa CI FAI qui, comunque? Pensavo fossi bloccato a Dollet?"

Squall scrollò le spalle. "Come ho detto, ho pensato di aver qualcosa di più importante da fare. Quindi ho fatto valere il mio rango e me ne sono andato..."

Rinoa tornò a guardarlo a bocca aperta. Non si era mai aspettata che lui lo facesse davvero! Certo, quella scelta c'era sempre stata almeno teoricamente per lui. Di certo gli aveva urlato contro abbastanza sull'argomento quando poteva parlargli, sin da quando Quistis glielo aveva detto qualche settimana prima. In ogni momento, in ogni missione, lui poteva alzarsi e andarsene e tornare al Garden e da lei, dove c'era il suo dannato posto - certo che era arrabbiata che lui non l'avesse mai fatto!

Ma capiva, per quanto desiderasse non farlo. L'uomo che era stato promosso a Comandante del Garden di Balamb, l'uomo di cui si era innamorata proprio per quello che era, semplicemente non era tipo da lasciare i suoi doveri per coccolare la sua ragazza; lo aveva sempre capito. Salvarla da un'eternità nello spazio? Sicuro! Salvarla dall'apparente eternità delle negoziazioni con suo padre? Non proprio...

Quindi, cosa ci faceva lì? C'era qualcosa che non andava? Non pensava, lui non sembrava il solito musone, ma se fosse stata un'emergenza?

"Non proprio," le disse lui quando glielo chiese. "Ho solo avuto un'idea grandiosa. Te lo dirò quando arrivano gli altri. Ma nel frattempo..."

E senza altro perder tempo, la spinse contro il muro e tornò a baciarla. La curiosità su quanto fosse possibile che si fosse addormentata discutendo con Caraway e stesse quindi sognando rimase felicemente senza risposta.

*~*~*~*~*

Guidare prima la sua squadra e poi l'intero Garden nella Seconda Guerra della Strega aveva lasciato addosso a Squall Leonhart un'aura di comando, quando voleva mostrarla. I sette erano stati caricati sulla Lagunarock ed erano a metà strada verso la Stazione Aerea di Esthar quando Squall decise finalmente di spiegare agli altri la sua idea.

Le loro reazioni iniziali furono più o meno come se le era aspettate; esuberanti dimostrazioni d'approvazione di Zell, Selphie e Irvine, interesse vago ma sempre più intenso di Edea Kramer, una certa quantità di urla sull'abbandono del dovere da parte di Quistis, e un perplesso sbattere di palpebre di Rinoa, che aveva avuto la meno aperta possibilità di rifletterci.

Lui si spiegò ancora, illustrando i probabili effetti benefici sul Garden e tutte le altre parti coinvolte. La bocca di Quistis quasi toccò terra quando lui spiegò lo scopo di ciò che proponeva. Edea, da parte sua, dopo alcune domande attente, esplose nel più orgoglioso e felice sorriso che tutti potevano ricordare di aver mai visto sul suo viso altrimenti sereno.

Poi lui spiegò perché lo faceva, e Rinoa quasi lo frantumò con la forza di un improvviso abbraccio con tutto il corpo.

Dopo l'atterraggio, si diressero all'Ufficio Presidenziale di Esthar, e i lineamenti nervosi di Laguna divennero sempre più sciolti mentre suo figlio gli spiegava cosa voleva che facesse. Non che ci fosse un problema nella richiesta/pretesa di Squall! Anzi - come disse Kiros, era probabile che questo rendesse più semplici i rapporti con il Consiglio Presidenziale; non avevano mai del tutto digerito tutta la parte 'estraniata' della relazione familiare del Presidente con il numero uno della forza mercenaria più letale al mondo, e sarebbero stati molto felici di vedere una fine alle pratiche più discutibili della suddetta forza.

Certo, Esthar avrebbe pagato troppo il prezzo di quella cosa. Ma per una tale opportunità di alleviare il senso di colpa per il loro passato Laguna avrebbe camminato sui carboni ardenti. E quindi Laguna Loire si permise di essere coinvolto nella visione puramente romantica dell'idea senza dire nulla.

Per non parlare della ricompensa: una cena inaspettata, proprio lì nella sua suite, con suo figlio e la sua Ellione e i loro amici. Rimasero persino a chiacchierare di argomenti leggeri e di poco conto, dopo - e Squall aveva perfino un sorrisino quando strinse la mano di sua padre e se ne andò a tarda serata.

Che l'espressione di Squall avesse più a che fare con la prospettiva di continuare quello che era stato interrotto dagli altri, al Garden, una volta tornato all'albergo, piuttosto che con sentimenti d'amore per suo padre, Laguna non lo sapeva. E non gli sarebbe interessato. Il solo vedere uno dei rari sorrisi di suo figlio era più che abbastanza per lui, per il momento.

*~*~*~*~*

Circa un anno dopo

Era una giornata che era cominciata come quasi ogni altra giornata che ricordava, tranne quando era troppo malata, o quando forti venti soffiavano dalle montagne. Era cominciata dal suo posto, sulla spiaggia dove l'aveva lasciata sua madre.

Dove era annegata sua madre. Emma ora sapeva di non aspettarsi che lei tornasse. Ma la bambina rimaneva comunque vigile, anche se per ragioni diverse.

Le piaceva ancora sognare ad occhi aperti, ogni tanto, che mamma sarebbe uscita dalle profondità del mare e l'avrebbe stretta tra le sue braccia affettuose. Le faceva ancora male che non fosse mai successo, però. Un sogno migliore e più appagante era quello che le aveva suggerito una delle amiche del Signor Squall, senza sapere che lui si era già messo accanto a lei e le aveva spiegato il più delicatamente possibile perché sua madre non sarebbe mai tornata. Invece di sedersi lì, Sefie ('NON signorina!') aveva detto che di sicuro mamma la guardava dalle onde per vedere se la sua piccola Emma giocava nella sabbia e semplicemente si divertiva.

Emma era abbastanza sicura che sua madre non ci fosse davvero. A quel proposito, probabilmente non aveva bisogno di stare in spiaggia perché sua madre vedesse se si divertiva. Ma per cinque anni era venuta in spiaggia. Perché smettere adesso, aveva pensato. Inginocchiandosi sulla sabbia, tolse la piccola paletta in plastica e si mise a riempire il secchiello.

Aveva costruito tre torri di sabbia, e stava decorando la terza con alghe e conchiglie quando lo strisciare della gomma sulla roccia salutava la giornata in cui la sua vita stava per cambiare.

Si voltò e sorrise timidamente quando vide chi era. "Salve signor Squall." Lui ricambiò il sorriso con un gesto minimo.

La vita della bambina cambiava, anche se lentamente, da più di un anno ormai, a partire da un grosso litigio stupido che Ricky aveva avuto con suo nonno. Lui un giorno era annoiato e voleva attenzione, era stanco di seguire il cane, e aveva rovinato uno dei paesaggi del nonno disegnando un osso dove aveva visto che il cane aveva sepolto qualcosa. Ricordava quei tempi con triste affetto, perché era stata l'ultima volta che il nonno aveva davvero passato del tempo con lei - che le importasse davvero così tanto. Il nonno non era così solo adesso; passava ancora un po' di tempo a dipingere, ma si assicurava di portare Ricky alla strana partita di poker con sua madre e alcuni suoi amici quando lei tornava dai suoi viaggi.

Era anche stata la prima volta che aveva incontrato il signor Squall, un adolescente scontroso vestito di nero che sembrava incuriosito dal cane per qualche motivo. (Era stato solo molto dopo che aveva scoperto che il cane seppelliva pozioni rare in certi punti, e lui cercava in realtà quei punti e prendeva le pozioni. Basta dire che Emma NON fu felice lui quando glielo disse.) Qualche mese dopo, la bambina era scesa in spiaggia un giorno e aveva riconosciuto l'uomo in nero seduto quasi al suo posto. Gli aveva quasi dato un calcio per quello. Ma in quel momento l'uomo era sembrato solo quanto lei, quindi Emma si era semplicemente spostata un poco e aveva aspettato che lui se ne andasse.

Non aveva mai scoperto perché lui l'avesse ringraziata quel giorno, prima di andare via. Aveva semplicemente immaginato che fosse perché gli aveva chiesto se stava bene, perché non riusciva a pensare di aver fatto altro. (Squall d'altra parte aveva dimenticato di averla ringraziata pochi giorni dopo averlo fatto.)

Un paio di mesi dopo, Emma aveva rivisto il signor Squall. Ma non sembrava così solo... eppure era venuto comunque a salutarla, e le aveva detto che avrebbero parlato presto. E l'aveva fatto quasi ogni settimana. In più, a volte portava alcuni amici. Un uomo biondo, basso e robusto con un tatuaggio nero sul viso che si chiamava signor Zell, sempre pieno di energia e che le ricordava a volte Ricky. Una ragazza solare con un vestito giallo che si era presentata come la NON-signorina Sefie, che la salutava sempre con un sorriso così grande che Emma si chiedeva se un giorno la faccia le si sarebbe divisa a metà. Un uomo alto e magro che era bello quasi quanto la mamma di Ricky, che le faceva l'occhiolino ogni volta che Sefie li guardava; era probabilmente una specie di gioco, perché Sefie picchiava sempre sul braccio il signor Irvinuccio ogni volta che lo faceva, e lui per tutta risposta le sorrideva sempre. C'era anche una donna bionda perfettamente in ordine, che si inginocchiava sulla sabbia accanto a lei e la affascinava con storie su tutto, dalle stelle ai mostri del continente Centra, una bellissima signora elegante che Emma si sentiva a disagio a chiamare solo Quistis, come insisteva lei.

Lo apprezzava. A volte la irritavano, e inevitabilmente se ne andavano e la lasciavano di nuovo sola, ma non sembrava che le facesse così male quando andavano via.

Fu quando il signor Squall venne mano nella mano con una ragazza mora che si chiamava Rinoa, che Emma gli chiese infine perché continuava ad andarla a trovare.

"Perché una volta sono stato solo," ricordava che lui avesse risposto in maniera esitante, più che imbarazzata. "Non è piacevole, e io... preferirei solo che non fossi sola anche tu, ecco tutto..."

E la signorina Rinoa si era chinata e l'aveva abbracciata. Emma allora capì, all'improvviso travolta da ricordi cari ma che svanivano lentamente di quando sua madre la teneva così e piangendo in pubblico per la prima volta da anni, perché il signor Squall non era più solo.

Il signor Squall sembrava strano adesso, con piccoli cenni di eccitazione che strisciavano sotto la maschera vuota di sempre. Ricordò che lui aveva avuto quell'espressione una volta, quando era venuto da solo prima di Rinoa, e aveva aspettato che lei arrivasse.

"Come stai oggi?" chiese lui. Era la sua frase d'apertura di sempre. A Emma non interessava. Sapeva da tempo che il signor Squall non aveva la parlantina sciolta e dimostrativa degli altri, e lui le aveva detto una volta di non avere una gran memoria, quindi a volte non ricordava cos'aveva detto nelle visite precedenti. Almeno ci provava.

"Bene," rispose lei. Di nuovo, la risposta di sempre. Sentendo in qualche modo che serviva qualcosa di più, agitò la paletta. "Oggi faccio un castello di sabbia..." Non era un invito a unirsi a lei come sarebbe stato con Sefie o il signor Zell. Proprio non era una cosa che poteva immaginarlo fare. Fiondarsi in un vero castello con quella strana spada luccicante in mano, forse. Il signor Squall annuì solennemente, come solo lui poteva fare, sedendosi sulla sabbia accanto a lei, in silenzio, mentre lei tornava alle sue decorazioni e le onde continuavano a infrangersi.

Emma aveva finito la quarta torre e stava costruendo una grossa montagna di sabbia nel mezzo del quadrato quando il signor Squall si schiarì la gola. Di solito, era il segnale che diceva che doveva andarsene.

"Se potessi scegliere di venire con noi..."

Lei sbatté le palpebre. Poi quello che lui aveva detto davvero le entrò nella mente, e si voltò a guardarlo. Il signor Squall la guardò negli occhi, anche se sembrava che avesse dei problemi a farlo.

"Io e i miei amici..." Tossì e provò di nuovo. "I miei amici e io stiamo avviando una scuola. Insegneremo tutti, lì. Mi chiedevo se volevi venire..."

Scuola? Emma aveva sentito parlare della scuola, alcuni degli altri bambini ci andavano. Era qualcosa che non aveva mai conosciuto, né ci aveva mai davvero pensato; il suo apprendimento delle cose era fortemente limitato al nonno di Ricky che le insegnava le lettere e i numeri come aveva fatto con Ricky. Beh, quello e i racconti di Quistis. La scuola era così? Perché se lo era, non sembrava troppo brutta... Ma lui voleva che lei andasse con loro?

"...Torneremo qui?"

Poteva non piacerle suo padre la maggior parte del tempo - anche da piccola Emma aveva capito che c'era qualcosa di sbagliato nell'avere un papà che non sopportava di averla accanto, per non parlare del risentimento che aveva cominciato a salire quando si era accorta che mamma non sarebbe mai tornata, e che lui aveva troppa paura di dirglielo - ma lo amava comunque.

"Ogni tanto," la rassicurò il signor Squall. "La scuola è come una nave, quindi va ovunque. Ma possiamo sempre tornare."

Lei ci penso per un po'.

Praticamente, l'unico punto a sfavore era lasciare la spiaggia. Ma forse, disse una voce interna, speranzosa e ingannevole che le ricordava Sefie, possiamo trovare la mamma, là fuori...?

Emma non ci credeva davvero, sapeva che non l'avrebbe trovata. Ma la faceva sentire un pochino meglio. Rendeva più semplice la scelta: una spiaggia, o il signor Squall e la gente che voleva essere sua amica, se lei glielo permetteva.

"...Ok," sussurrò timidamente.

Squall annuì e si alzò. Le allungò una mano, con il palmo rivolto verso l'alto. "Bene allora. In questo caso, penso che dovremo parlare con tuo padre."

Emma fissò per un attimo la mano. Poi la prese e si tirò in piedi.

Il castello di sabbia non finito alla fine venne spazzato via, senza essere stato notato.

*~*~*~*~*

"Do cosa ti preoccupavi?" cinguettò Rinoa, appoggiandosi a lui mentre guardavano la nuova studentessa socializzare esitante con un'altra dozzina circa di bambini che avevano raccolto fino a quel momento. "Non ti avrebbe mai detto di no..."

Squall scrollò le spalle senza dire nulla. Una piccola orfana di sei anni di nome Tiffany, presa dalla città di Balamb la settimana prima, stava mostrando a Emma la cosa più preziosa (e praticamente l'unica, al momento) che aveva, un libro piuttosto rovinato di favole che sua madre aveva lasciato ai vicini di casa insieme a lei, prima di partire con suo marito su una nave che era diventata un danno collaterale della guerra, durante l'incursione di Galbadia a FH. Probabilmente le chiedeva di leggerle una storia, suppose Squall.

Tiffany gli ricordava molto quello che doveva essere stata Selphie da bambina (correzione, pensò senza nemmeno un po' di vergogna, bambina più piccola). Emma non aveva scelta; alla fine si arrese con buona grazia, e permise alla piccola dai capelli rossi di tirarla in un angolo. Squall sorrise involontariamente.

"Se fossi stato in lei, a quell'età..." Si fermò un attimo. "...Probabilmente sarei rimasto." Il braccio di Rinoa scivolò sulla sua schiena e subito dopo lo schiaffeggiò sulla testa. "Ahi," disse lui monotono. E fu schiaffeggiato di nuovo. "Ripeto, ahi." E di nuovo. "Posso continuare tutto il giorno, sai..."

Rinoa colse lo scintillio malizioso di lui, e lasciò cadere la mano... fino al sedere, che pizzicò. Squall sobbalzò e la guardò indignato. Lei gli sorrise, compiaciuta della sua vittoria sull'imminente discesa del suo fidanzato nella tristezza. Non che lo si sarebbe mai sentito chiamarla così.

Presto lui cedette. "Ed ero un po' preoccupato del padre. Sono solo contento di aver capito com'era."

Rinoa annuì, ricordando quell'uomo molto meglio di quanto Squall avesse fatto in quell'anno e qualcosa, nonostante i contatti più recenti. C'era stato più di un bambino a Balamb i cui genitori o tutori si erano adombrati all'idea di, essenzialmente, mandare il proprio figlio in una incrocio tra un orfanotrofio e un collegio, anche dopo che le connotazioni militari sbagliate erano state chiarite. Almeno, quell'uomo aveva riconosciuto il colossale fallimento in corso che aveva creato con la sua incapacità di affrontare la piccola, identica alla moglie annegata. Semmai, aveva avuto meno comprensione per quell'uomo lei, rispetto a Squall, visto il suo rapporto ancora glaciale con il Presidente Fury Caraway.

E la comprensione di Squall per quel tipo era praticamente zero. Ma lui pensava di poter capire, un po', perché aveva reagito in quel modo. Squall poteva solo sperare di non reagire allo stesso modo, nel caso uno dei suoi incubi più terrificanti si avverasse e lui dovesse affrontare quella situazione.

Quell'anno era stato frenetico, in più di un senso, a volte persino più impegnativo dei due mesi che l'avevano preceduto (anche se, grazie a Hyne, non così snervante). La situazione di Timber, ironicamente, aveva dimostrato di essere ridicolmente facile da risolvere, una volta che il Comandante aveva perso la pazienza e si era intromesso. Certo, l'equivalente diplomatico del non farmi venire lì non era andato molto bene all'inizio. Né il dico davvero... che era seguito. D'altra parte, il messaggio successivo - del tipo sono a metà strada per Deling City sulla Lagunarock, capisci? Ultimi desideri? - ecco, quello era filato liscio come l'olio. E tutte le persone coinvolte avevano imparato la lezione: non sprecate il tempo di Squall Leonhart con inutili trappole diplomatiche, o lui deciderà di venire lì a prendervi a calci in culo. Per non parlare del corollario: NON mandate Squall Leonhart a risolvere una lunga e inutile disputa, a meno che ci sia una probabilità che una o più parti traggano beneficio da una buona sessione di calci in culo.

Considerando la ricaduta di quella lezione - ripetuta spesso durante il lento imparare, dato che il Comandante si faceva sempre più irritato e impaziente al prospetto di lasciare la sua innamorata di volta in volta - andava detto che le sensazioni in giro avevano avuto tratti distintamente ambivalenti quando era girata la voce che il SeeD di più alto profilo voleva fondare proprio una scuola. Persino il Preside Cid aveva espresso le sue riserve, all'inizio... fino a che sua moglie si era messa decisamente dalla parte 'lasciaglielo fare o dormirai sul divano per i prossimi dieci anni!' del dibattito.

Non solo Cid, ma molti individui notevoli di entrambi i continenti più grandi erano stati molto più felici quando erano stati rilasciati più dettagli. Alla fine, il giovane subordinato di Cid aveva potuto fare a modo suo - ed era risultata come una scossa globale al funzionamento dei Garden.

Le tre accademie militari non avrebbero più raccolto i trovatelli per insegnare loro a combattere e obbedire. Ora, la nuova scuola di Squall avrebbe attraversato il globo senza sosta, prendendo a bordo alcuni studenti perché restassero fino alla fine degli studi, e potessero o trovare lavoro o trasferirsi a un Garden, lasciando a bordo altri studenti per tempi relativamente brevi, diventando quindi un vero collegio. E a differenza dei Garden, anche se ovviamente avrebbero insegnato le basi del combattimento, essenziali per sopravvivere su un pianeta che soffriva delle periodiche piogge di mostri del Pianto Lunare, gli aspetti militari sarebbero stati a malapena toccati, a meno che gli studenti si fossero trasferiti alle accademie del Garden entro un anno.

Quello che Squall proponeva era, in poche parole, una lenta ma sicura demilitarizzazione da ogni lato. Era un concetto che molto probabilmente nessun altro individuo al mondo era nella posizione di proporre seriamente con qualche speranza di successo. I galbadiani avrebbero lentamente diminuito le truppe, mentre gli esthariani avrebbero iniziato a permettere alle loro truppe umane di tornare alla vita civile, dato che gli sforzi per gestire la devastazione dell'ultimo Pianto Lunare iniziavano a dare frutti; ognuno dei due teneva sospettosamente d'occhio sia gli altri che gli elementi marci al proprio interno. E la SeeD, il corpo mercenario che nessuno voleva avere come avversario in battaglia, avrebbe fatto la stessa cosa, mentre la loro riserva di bambini-reclute diminuiva gradualmente.

Un periodo tranquillo e regolare di calma, moltiplicato tre volte. Oppure... Beh. Come detto prima, anche se in un contesto leggermente diverso, da quella parte c'è la violenza a forma di Squall. Quindi non avventuriamoci di lì.

No, alla fine la situazione diplomatica si era praticamente risolta da sola. (Costringere gli esthariani a collaborare con Fisherman's Horizon e i suoi ingegneri per costruire un duplicato in scala due a tre del Garden di Balamb che facesse da scuola - e quindi ottenere di mettere Laguna nella stessa stanza insieme a Flo Dobe e guardarlo agitarsi - beh, quello era stato solo un piccolo bonus.) Quello che aveva tenuto occupati Squall, Rinoa e tutti gli altri nell'ultimo anno aveva soprattutto a che fare con quello che serviva per gestire davvero una scuola.

Come un curriculum articolato, per bambini che andavano dai tre ai quattordici anni. Come i materiali di studio. Come gli insegnanti. E, non meno importante, come gli studenti. Emma era stata l'inizio, ma era stata solo l'inizio; con i numerosi altri doveri che il Comandante aveva ancora, Squall aveva trovato solo altri due bambini a cui proporre l'ingresso. Gli altri andavano a cercare una mezza dozzina di bambini ciascuno, in tutti i più vasti centri mondiali di popolazione, e anche in quelli più piccoli.

La cosa era stata intensa, e spesso frustrante. Eppure in qualche modo, rifletté Squall continuando a guardare, aveva scoperto che era sorprendentemente appagante. E ora, guardando la piccola folla di bambini che circondava Emma, seduta a leggere una favola a voce alta per il divertimento della piccola Tiffany, seppe nel profondo che ne era valsa la pena e che avrebbe continuato a essere così.

La solitudine era facile. Ma nel lungo termine, stavano entrambi meglio senza. Era contento di vedere che lei iniziava a capirlo.

...Giusto. Altri due giorni qui, e poi ci lasciamo alle spalle Balamb e Dollet fino al prossimo passaggio di qui. Poi Timber e FH... mi chiedo se i SeeD Bianchi siano disposti a lasciarci qualcuno dei più piccoli... Le sue riflessioni pratiche vennero fermate piacevolmente dalla bocca di Rinoa sulla sua. Alcune cose erano più importanti; altre cose erano altrettanto importanti, solo in modi diversi.

"Un orfanotrofio volante," disse Squall quando Rinoa si ritrasse e lo portò all'appartamento, facendo scorrere pigramente il pollice sull'anello di platino rimpicciolito al dito di lei. "La seconda miglior idea di sempre."

*

Note al testo
(1) geocentrico: in realtà, il testo originale dice 'eliocentrico', ma penso sia una svista dell'autore, anche perché altrimenti non ha senso la riflessione sul suole che fluttua che c'è poco dopo.
(2) absesto: l'absesto è più conosciuto come amianto.

*****
Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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