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Autore: Shade Owl    15/04/2013    2 recensioni
Un mondo devastato dalla guerra, teatro di disagi e difficoltà per la popolazione. Una storia.
Che parla di un gruppo di persone coraggiose.
Tra aeronavi, pirati, storia antica ed ex militari, l'inizio di una grande avventura.
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'I Ranger del Cielo'
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Il ritorno a Endopas fu privo di ulteriori inconvenienti, e il Dark Phoenix non si fece più vedere né sentire, rimasto bloccato dal colpo al motore primario. Probabilmente, per farlo ripartire ci avrebbero messo anche tre giorni.
Il Liberty li portò rapidamente a destinazione, e persero tempo solo quando fecero scendere gli scavatori e Lirie, che venne presa in consegna dalle forze dell’ordine di una cittadina appena ai limiti del deserto. Prima di lasciarla le fecero qualche altra domanda, per capire meglio come avesse fatto a guadagnarsi la fiducia di Fall tanto da potersi permettere di accompagnarli fin lì.
Tirarle fuori le informazioni fu meno complicato, stavolta, e raccontò loro almeno una parte di quella che era (a quanto disse) la verità: si era fatta assumere dal professore due anni prima, prendendosi l’incarico di spiarlo da vicino, fino a quando lui non le aveva confidato che presto avrebbero trovato il sito dove era sepolta la Chiave di Pael–Nur. Confessò anche di essere stata lei a entrare nel suo studio per rubare le carte, senza però riuscirci del tutto, così in seguito si era accordata con i suoi compagni per tendere una trappola a Fall e rubargli la Chiave, avendo parzialmente fallito la missione. Salendo sul Liberty pensava di riuscire a manomettere in qualche modo il motore e gli scudi per evitare la fuga che poi si era effettivamente verificata, trovandosi tuttavia di fronte all’impenetrabile muro che era la gelosia di Lee per il suo ambiente e la sala macchine.
Una volta tornati a Endopas trovarono ad attenderli una delegazione del museo e una piccola scorta di forze dell’ordine che avrebbero garantito il sicuro arrivo della chiave fino alla sicura cassaforte, che la stava aspettando già da parecchio.
Rimasero a terra un giorno in più, poiché avrebbero ricevuto il loro compenso solo quando il reperto fosse stato portato al museo.
Quando fu tempo di riscuotere, John diede l’intera giornata di libertà all’equipaggio e andò all’appuntamento da solo, direttamente nell’ufficio di Fall. Il professore lo accolse festoso, abbracciandolo e offrendogli qualcosa da bere. John, naturalmente, declinò.
- Ecco qui.- disse il suo vecchio insegnante, tendendogli un assegno da dietro la scrivania - Sono certo che troverai la cifra più che onesta.-
John si sedette, prendendo l’assegno e, dopo averlo guardato per un momento, aggrottò la fronte.
- Ehm…- disse - Professore… l’accordo era mille al giorno, e ho detto che il trasporto sarebbe stato gratuito…-
- Lo so.- annuì lui.
- E allora perché, se siamo rimasti nel deserto solo due giorni, qui c’è scritto quattromila?-
- Non è stata una mia idea, te l’assicuro.- disse Fall, sospirando - L’istituto ha pensato che fosse il caso di pagarvi un extra per il modo in cui ci avete salvati tutti. Temevo ci sarebbero stati dei problemi, ma quello che è successo andava ben oltre le mie aspettative. Il Consiglio di Facoltà ha insistito per aumentare un po’ il compenso.-
- Abbiamo fatto solo il  nostro lavoro.- osservò John.
- Gliel’ho detto, ma è stato come parlare a un muro.- rispose lui - E, per quanto mi costi ammetterlo (e separarmi da tutti quei soldi), hanno ragione loro.-
John sorrise, intascando l’assegno.
- Grazie.- disse.
- Oh, grazie a te, John… no.- si corresse - Capitano Disen.- puntualizzò, sorridendo. Si appoggiò alla poltrona, guardandolo negli occhi, e per un momento un lampo di orgoglio balenò dietro le lenti dei suoi occhiali - Allora, che progetti hai adesso?-
- Non lo so.- ammise - Credo che cercherò qualcuno che ha bisogno di un passaggio per incassare qualche altra dataria, poi spargerò un po’ la voce per servizi di trasporto simili e cose del genere.-
- Perché non rimani nel campo archeologico?- chiese Fall - Te la sei cavata egregiamente, sia nella tomba contro il Golem che nel liberarci da quei pirati. Potresti fornire ancora servizi come questo, e a me darebbe un’ottima scusa per contattarti più spesso. Mi sei mancato, in questi anni.-
- Perché, ha intenzione di scavare da qualche altra parte?- ridacchiò John.
- No.- disse lui, sorridendo - Ovviamente no, non immediatamente. Devo studiare la chiave, e tornerò laggiù solo più avanti, stavolta con le dovute precauzioni, per decifrare i vari geroglifici e catalogare ogni scoperta. Ma non sono certo l’unico archeologo a cui servono ex militari come scorta.-
- Ma non conosco molta gente.- osservò John - A parte lei, il dottor Gellar e la dottoressa Jonas, intendo.-
- Beh, io ho parecchi contatti, invece.- rispose Fall - Spargerò la voce per te. Farò qualche telefonata, posso garantirti numerosi ingaggi in brevissimo tempo.-
Lui sorrise.
- D’accordo.- disse, prendendo carta e penna - Le do la frequenza del comunicatore a lungo raggio. Se mi trovassi in un centro abitato potrò rispondere subito.-
- Procurati una casella messaggi, magari.- suggerì il professore, prendendo il foglio - Così, se anche non fossi reperibile nell’immediato, potresti comunque sapere se ti hanno cercato.-
- Ne affitterò una.- annuì lui, alzandosi - Ora, se non c’è altro…-
- Sì, a dire il vero.- sorrise Fall - La prossima volta che fai un lavoro del genere, fatti pagare qualcosina in più. Io ho approfittato del fatto che siamo amici e della tua inesperienza sul campo.-
John scoppiò a ridere.
- Sì, avrei dovuto pensarci.- annuì, sghignazzando - Lei è sempre stato un taccagno.-
 
John fece proprio come il professore gli aveva suggerito: quello stesso giorno, appena uscito dal suo ufficio, andò ad affittare una casella messaggi, della quale comunicò poi il numero all’amico, così che potesse darlo in giro. Dopodiché si recò in banca per farsi cambiare l’assegno, e quando il resto dell’equipaggio si fece rivedere, dopo aver passato l’intera giornata a riposarsi, diede loro la parte di guadagno che si erano meritati.
- Questi sì che sono biglietti fortunati…- ridacchiò compiaciuta Lee, seduta al tavolo della cucina con tutti loro, sventolando le banconote - Altro che lotteria.-
- Sì, devo dirmi d’accordo con la signora meccanica.- annuì Sky - Cos’altro ci aspetta?-
- Ho fatto un giro per l’Avioporto.- disse John, sorridendo, le braccia incrociate - Ho trovato un paio di persone disposte a pagarci per un passaggio. Niente di impegnativo: le carichiamo, le trasportiamo e le scarichiamo. Compenso fisso, cinquecento crediti. Niente di esaltante, ma almeno è un’entrata. Poi dovremo aspettare.-
- Aspettare cosa?- chiese Daz.
- Qualcuno disposto a ingaggiarci.- rispose John - Il lavoro di scorta per archeologi è molto richiesto, negli ultimi tempi: dopo la guerra, la gente ha cominciato a interessarsi nuovamente alla storia, e questo significa un’impennata nei prezzi dei pezzi rari per collezionisti. Gli istituti come quello del professor Fall non vedono l’ora di assumere qualcuno che garantisca un minimo di protezione, e lui ha promesso di spargere la voce per noi.-
- E i privati?- chiese Sky - Scommetto che il Dark Phoenix e il suo equipaggio non erano lì solo perché volevano la Chiave per se stessi. Non avrebbero potuto sapere niente, senza qualcuno alle loro spalle a dire loro cosa cercare.-
- Sì, hai ragione.- annuì John - Beh, quelli dovranno essere valutati bene. Non mi va di depredare tombe e siti archeologici come hanno tentato di fare i nostri precedenti rivali. Non sono un ladro.-
- Ehi, perché, noi cosa sembriamo?- sbottò Lee.
- Sai cosa volevo dire, avanti…- sospirò lui - Comunque, il guadagno sarà cospicuo, in questo frangente. A voi sta bene?-
Tutti annuirono e mormorarono il loro assenso.
- Continuiamo ad usare solo armi inoffensive?- chiese Daz.
- Sì, se parli di quelle montate sul Liberty.- rispose John, serio - Per quanto riguarda l’armeria, sentitevi liberi di rimpolparla quando volete. Sono stanco della guerra e della violenza, ma non sono stupido. E dopo quest’esperienza, mi sa che ci siamo fatti dei nemici pericolosi. I Belligerant non si trovano ovunque, e loro erano tutti bene equipaggiati e con una disciplina degna di un gruppo paramilitare addestrato a dovere. Dovremo guardarci le spalle, in futuro.-
Sky annuì.
- Perfetto. Ho già delle idee…-
- Sì, ma vediamo di stare attenti alle finanze!- esclamò Lee - Dobbiamo mettere da parte ogni tanto un po’ di soldi, per far fronte alle emergenze.-
- Sì, Lee ha ragione.- annuì John, indicandola - Direi di istituire un fondo comune, in cui mettere almeno un terzo dei guadagni di ogni impresa, e usare quei soldi per le spese che riguardano l’Avionatante: armi, carburante, pezzi di ricambio, viveri…-
- Sapone…- aggiunse Lee.
- E medicine.- terminò Daz - Sì, per me va benissimo.-
John annuì ancora, più che altro tra sé.
- Allora, che si fa, adesso?- chiese Sky.
- Andiamo a comprare tutto quello che può servirci per partecipare a delle spedizioni archeologiche.- disse lui - Da oggi siamo in affari, ragazzi.-

E questo conclude la prima parte della storia. Appena potrò prometto di postare la seconda. Spero che mi seguirete ancora.
Ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16, Ciccibu, Ailes e Crypto, quei lettori che hanno letto e/o recensito questi capitoli. Con mio grande piacere, sembra che il gradimento generale sia stato alto, e spero continui a rimanere così. Vi avverto fin da subito che inserirò, in futuro, elementi sovrannaturali più marcati, per via di particolari esigenze narrative. Ma questo è qualcosa di cui parleremo un'altra volta...
Per ora mi limito a ringraziarvi di nuovo tutti quanti. Spero di rivedervi presto!

   
 
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