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Autore: Arwen88    16/04/2013    3 recensioni
Thranduil sentì il proprio cuore stringersi quando mise piede nella tenda dove giaceva Thorin Scudodiquercia, Re sotto la Montagna: il nano si stava spegnendo per le ferite riportate durante la guerra e, dopo aver discusso coi propri parenti di quel che sarebbe stato, aveva chiesto di poter parlare col Re degli elfi, quel Re a cui aveva portato rancore per tanto tempo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Last talk
Autore: Arwen88
Fandom: Lo Hobbit
Personaggi: Thorin, Thranduil
Genere: Sentimentale
Avvisi:
Triste
Rating: Per tutti
Conteggio parole: 683
Note: Scritto per questo prompt, per Stateira. Il riferimento alla lotta di Thranduil contro l'oscurità si riferisce a quando lui e Celeborn unirono le loro forze contro il potere di Dol Guldur, prima dell'arrivo di Smaug.
Introduzione: Thranduil sentì il proprio cuore stringersi quando mise piede nella tenda dove giaceva Thorin Scudodiquercia, Re sotto la Montagna: il nano si stava spegnendo per le ferite riportate durante la guerra e, dopo aver discusso coi propri parenti di quel che sarebbe stato, aveva chiesto di poter parlare col Re degli elfi, quel Re a cui aveva portato rancore per tanto tempo.



Last talk



Thranduil sentì il proprio cuore stringersi quando mise piede nella tenda dove giaceva Thorin Scudodiquercia, Re sotto la Montagna: il nano si stava spegnendo per le ferite riportate durante la guerra e, dopo aver discusso coi propri parenti di quel che sarebbe stato, aveva chiesto di poter parlare col Re degli elfi, quel Re a cui aveva portato rancore per tanto tempo.
A niente erano serviti gli interventi e le conoscenze dei nani, degli umani, né quelle degli elfi o dello stregone, e Thranduil sapeva di non poter fare altro ormai che scambiare con lui le ultime parole che il suo fiato gli avrebbe concesso.
Thorin lo guardò in silenzio per qualche momento, la pazzia instillata in lui dal potere del drago sull'oro oramai spazzata via dal suo cuore ferito. Ora era in grado di vedere la realtà e gli errori commessi.
"Thranduil..." Il nano prese un respiro a fondo, muovendo appena la testa in un saluto prima di lasciar vagare lo sguardo sul soffitto di quella tenda piuttosto che su quei lineamenti immutati dallo scorrere del tempo. "Ho saputo che sono state le tue parole ad aver frenato gli umani dal dichiarare guerra a me e i miei parenti quando probabilmente non vi sarebbe stata altra possibilità per noi che morire. Degnamente e fieramente, ma ora vedo che quella sarebbe stata la nostra fine. Mi chiedo se ora, in ringraziamento per quello e per ciò che hai fatto sul campo di battaglia, vorresti prendere alcuni dei nostri smeraldi." Riportò lo sguardo sull'elfo, conscio che egli non si sarebbe fatto ingannare da quel discorso che in quel momento molto poco doveva valere per quel Re ancora vestito della propria leggera armatura. "Se ben ricordo sono le tue gemme preferite." Aggiunse, sentendo una fitta di dolore quando sulle labbra dell'elfo comparve un leggero sorriso, prima che egli si abbassasse per prendere una delle sue mani tra le proprie.
"Preferirei svuotarmi le tasche delle gemme che già porto, Thorin figlio di Thráin, figlio di Thròr, se questo potesse farti rimanere al mio fianco in queste terre come un tempo eravamo sicuri sarebbe stato."
La stretta di quelle mani abituate alla spada si fece quasi dolorosa mentre i due Re si osservavano senza quasi vedersi, immersi nei ricordi di ciò che era stato.
"Abbiamo sempre saputo che il tuo per sempre sarebbe durato molto più a lungo del mio, Thranduil."
"Tuttavia nemmeno gli elfi sono immortali e io non andrò mai a Ovest, aldilà dell'Acqua." Commentò pacatamente l'elfo, come non parlasse della fine della propria esistenza, ma stesse tranquillamente esponendo un fatto. D'altra parte, quel che sarebbe avvenuto dopo la sua morte, nemmeno a lui era dato sapere. "Forse un giorno troverò la pace ancora una volta in queste terre e potremo ancora spendere infiniti giorni a parlare delle bellezze di questo mondo."
"Sarebbe un onore, ma non troppo presto, amico mio, non troppo presto." Gli strinse una mano il nano, lasciando che il silenzio tra loro ricucisse le vecchie ferite, che la loro vicinanza aiutasse il Re ferito a respirare più facilmente.
Lontani erano i tempi in cui Thranduil lottava contro l'oscurità del Bosco Atro e Thorin seguiva il proprio padre in quella dimora fatta di roccia e circondata dagli alberi per vedere il comandante di quell'esercito che aveva trionfato e complimentarsi con lui.
Non era più tempo per Thorin di ascoltare avidamente le storie del Re degli elfi e sognare di avere avventure pari e superiori alle sue, sognando di quando un giorno sarebbe stato Thranduil ad entrare nel suo reame per complimentarsi.
Allora, da pari a pari, Thorin sognava di poter chiedere a quel Re dai biondi capelli di fare di quello spazio tra la Montagna ed il Bosco la più fertile e ricca terra, così che il mondo non ne avrebbe conosciuto di eguali, regnata da elfi e nani insieme.
Ma i sogni erano sfumati in polvere e cenere, i giorni di inchini e storie erano passati, sebbene mai dimenticati, e di loro due non restavano che due Re intenti ad aspettare il compiersi del destino, uno al fianco dell'altro.




  
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