Love me forever…
I don’t want lose you.

 “SeeU! Vieni, io sto andando e ho bisogno che tu finisca di lavare i piatti” urlò Meiko, dalla cucina del ristorante.

“Meiko, il tuo turno non è finito… E io sono stanca, non puoi rimanere?”
“Ma neanche per idea! Tu sei solo una cameriera, io sono la vice-direttrice e posso chiederti di fare qualsiasi cosa!”
“Ma non puoi chiedere a qualcun altro? Io tra poco vado via…”
“NO! Finisci il lavoro che ti ho assegnato e poi sarai libera di andare”
“V-Va bene”
SeeU iniziò a lavare i piatti, Meiko tornò a casa. Si fece tardi e il lavoro sembrava non finire più; la ragazza dai lunghi capelli biondi non vedeva l’ora di tornare a casa, era stanchissima.
Quando finalmente uscì dal ristorante, alle due di notte, si rese conto per la prima volta che Tokyo non era molto rassicurante di notte, c’era in giro molta gente strana…
 
La vita di SeeU era cambiata da quando i genitori erano morti in un incendio, e le sue sorelle Galaco e Mayu si erano suicidate pochi giorni dopo i funerali. In quei giorni la vita della ragazza era cambiata del tutto, non aveva più alcuna gioia di vivere, la sua famiglia era tutto per lei.
 
La mattina dopo, quando andò al lavoro, trovò Meiko che la aspettava in cucina.
“Buongiorno” disse intimorita SeeU.
“Buongiorno”. La bruna era arrabbiata, si vedeva benissimo…
“Perché mi guardi così?”
Meiko prese SeeU per i capelli, e la sbattè al lavandino, dove c’erano diversi piatti non lavati o rotti.
“COSA SONO QUESTI?!?!”
SeeU era confusa e iniziò a piangere.
“ALLORA?! COSA SONO?!”
“Scusa, non volevo, ieri ero stanca e alcuni piatti mi sono caduti! Altri non ho fatto in tempo a lavarli! Scusa!” gridò la bionda in preda al panico.
“SEI COMPLETAMENTE INUTILE! LAVALI E PULISCI TUTTO! VUOI CHE DICA TUTTO A KAITO?!”
“No, ti prego, no!”
Meiko guardò SeeU e poi le altre cameriere che assistivano alla scena, impaurite. Lasciò andare la bionda, che cadde sul pavimento, piangendo disperatamente.
“Vedi di rimediare, o vedrai cosa ti succederà!” disse, per poi andare in sala.
Tutte le ragazze si avvicinarono a SeeU, e provarono a consolarla.
“Stai bene?” disse Lapis.
“Ti serve aiuto?” continuò Yukari.
Ma la bionda continuava a piangere e non rispondeva alle domande che le ponevano le amiche.
Poi CUL disse, arrabbiata:
“Ora basta! Io sono stufa di essere comandata e maltrattata da quei maledetti! Andiamo alla polizia!”
“Non possiamo, sai che non crederebbero mai a un gruppo di cameriere come noi” le rispose Rion, scuotendo il capo.
“Rion, se non lo hai capito qua ci maltrattano! L’altro giorno Kaito ha tirato il posacenere a Lapis e dopo l’ha seguita fino a casa, e io non credo che fosse ubriaco!”
“Ha… Ha ragione CUL, mi ha seguita, e non era ubriaco, quindi dovremmo escludere che i suoi comportamenti siano involontari…” disse Lapis.
“Sì, però…” Rion non sapeva cosa dire “Anche io vorrei denunciarli, ma… Ho paura!”
Meiko urlò dalla sala: “Ragazze! Stanno arrivando i clienti del turno serale! Mettetevi al lavoro!”
Aiutarono SeeU a riprendersi e iniziarono a lavorare.
 
“Cosa desidera ordinare?” chiese SeeU a un cliente.
“Sushi”
“Ok, arriva subito.”. Scrisse l’ordinazione su un taccuino.
Mentre tornava in cucina, vide che Meiko la osservava. Ora aveva ancora più paura che le facesse di nuovo del male…
SeeU stava preparando il sushi per quel cliente quando all’improvviso vide, attraverso la finestra, Kaito che picchiava un ragazzo, un po’ più piccolo di lei, ma non potè fare niente per fermare l’uomo.
La bionda servì il sushi in sala e tornò in cucina; vide che Kaito se ne era andato e che il ragazzino era a terra, inerme. Uscì e andò a soccorrerlo.
“Ehi…” si avvicinò e lo guardò. Piangeva.
Provò a soccorrerlo, ma lui rimaneva fermo e piangeva. Nel silenzio si sentivano solo i suoi singhiozzi, fortissimi, che avrebbero fatto venire voglia di piangere anche alla persona più forte e di carattere che potesse esistere.
“Ehm… Vuoi che ti aiuti?”
Silenzio.
“No!” urlò il ragazzino provando ad alzarsi e a scappare, ma non ci riuscì, le ferite che Kaito gli aveva provocato gli facevano troppo male. Cadde a terra.
SeeU gli si avvicinò, lo prese in braccio e lo portò nel bagno per le cameriere del ristorante. E lui non oppose resistenza: sembrava sollevato dall’essere aiutato da quella ragazza.
 
“Ti fa ancora male?” chiese SeeU rassicurante e sorridente.
“N-No” rispose intimorito e un po’ sulla difensiva il ragazzo.
“Bene, meglio così. Come ti chiami?”
“Oliver”
“Hai un nome stupe-
“Tu?”
“Ah, io sono SeeU”
“Quanti anni hai?”
“Diciassette. E tu?”
“Tredici.”.
Rimasero in silenzio.
“Perché Kaito ti ha picchiato?”
“Perché… Non vuole che vada a guardare tra gli scarti del ristorante…”
“D-Dove vivi, Oliver?”
“In strada”
“Non hai soldi, vero?”
“No. Sono povero.”
“Non dire così…”
“Ma è la verità”
“A volte la verità fa male.”.
 
Quella sera Oliver restò nel bagno mentre SeeU lavorava. Ogni tanto la osservava, ed era affascinato da quella ragazza. Era così carina e dolce, ma allo stesso tempo era molto seria e saggia. Mentre la guardava, sussurrò:
“SeeU… Non voglio lasciarti stasera… Voglio stare con te… Per sempre…”.

 
 
LE NOTE DELL’AUTRICE!
Salve gente! Sono tornata più suonata[?] che mai e sono pronta a scrivere qualcosa su questa coppia così carina che è la SeeUxOliver. Quesa ff è nata così:
ieri stavo scribacchiando su un foglio tutte le possibili coppie che mi venivano in mente tra i Vocaloid e mi è venuta in mente questa: ragazza gattoxragazzo marinaio[2?]. Quindi mi sono messa al lavoro ed è uscita questa cosa! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che recensiate in tanti.
Ringrazio RINeLENforever e i love penguin per le altre recensioni.
E adesso la canzone-consiglio di oggi: la fortunata è…
Ikitemasu di Yuki Kaai. Perché è straziante. E la adoro. La voce di Yuki esprime tanta di quella tristezza da far venire voglia di… Boh, non lo so. Questa canzone mi è piaciuta davvero molto. ù.ù
Ok, penso di aver detto tutto. Spero che la ff vi piaccia.
Chu!
Ibby