Anime & Manga > 07 Ghost
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Autore: _Ame_941    25/04/2013    5 recensioni
Salve! Questa che vi presento è una One-Shot dedicata alla mia coppia preferita: Eve e Verloren *-*
Si ambienta in una realtà alternativa nella quale tutti i personaggi sono persone normali in una vita normale. Questa storiella inizia in una stazione normale, dove il treno è stranamente in ritardo...
Se vi ho incuriosito, leggete! ^-^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayanami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                           In In treno


La stazione era più tosto piena. Gli abiti grigi dei pendolari si muovevano nervosi e il loro vociare invadeva caoticamente la stazione. L’aria era fredda e ti pungeva ogni centimetro di pelle scoperta e quando respiravi si formava accanto alla bocca una nuvoletta di condensa. Non faceva eccezione per Ayanami.
Era seduto su una panchina con la valigetta nera in grembo tenendo stretta la maniglia di cuoio.
Lui era un famoso avvocato penale che stimava a diventare un giudice. Ogni caso, anche il più disperato, a cui era affidato riusciva a far assolvere il cliente, nel bene o nel male. Bisogna dire anche che era molto conteso.
Aveva un mucchio di lavoro ogni giorno a causa della sua efficienza. Il suo capo, Miroku, era uno scocciatore che non si accontentava mai di nulla, ma bisognava ammettere che era abbastanza coerente col suo lavoro. A coordinare i suoi appuntamenti ci pensava Hyuuga, il segretario. Che poteva sembrare un’idiota (ed effettivamente lo era) ma almeno sapeva fare il suo lavoro, ovviamente però aiutato dall’assistente Konatsu, che si prendeva il grosso del lavoro.
Quel giorno era tesissimo. I muscoli delle braccia guizzavano sotto il cappotto nero pesante e le gambe erano rigide. Quel giorno era un giorno molto importante. Sarebbe dovuto arrivare puntuale in tribunale per una causa che forse avrebbe potuto cambiare in maniera definitiva il suo lavoro e sarebbe stato promosso a giudice. Un caso di omicidio di un’intera famiglia, nulla di che. Aveva tutto pronto.
Le domande da fare, le constatazioni, i documenti, tutto scritto accuratamente nella sua bella valigetta professionale.
Ma il treno non arrivava. Si era svegliato alle cinque di mattina per arrivare presto. Aveva fatto tutto abbastanza frettolosamente e per le sei era in stazione.
Ma il treno aveva avvisato un ritardo. Molto strano. Il Giappone era famoso per la puntualità dei mezzi di trasporto pubblici. Ma perché proprio quel giorno doveva tardare? Ayanami corrugò la fronte spazientito. Il suo cellulare suonò con il suo trillo monotono e funereo.
-Pronto?- chiese con il vocione tetro.
- Verloren! Ma dove si è cacciato?! Lo sa benissimo che prima di andare in tribunale bisogna sbrigare delle formalità e ci eravamo accordati per ritrovarci qui alle sei e venti! Sa che ore sono?-
-Si, Miroku-sama. – ah, dimenticavo. Il suo capo aveva una sorta di antipatia verso di lui, così ogni volta che andava in tribunale per difendere il cliente o accusare qualcuno, ci veniva anche lui, tanto per tormentarlo e criticarlo.
-Bene. Mi auguro che arriviate presto.-
-Si, Miroku-sama.- l’altro riagganciò. Ayanami fulminò gelidamente l’iphone prima di riporlo nella tasca del giacchetto.
Una voce robotica e gracchiante si diffuse dall’altoparlante: -Treno in arrivo, allontanarsi dalla linea gialla.-
Allora si alzò e assieme agli altri uomini d’affari si avvicinò. Il treno avanzò velocemente, alzando una corrente d’aria che scompigliò fastidiosamente i capelli del trentenne. Quando si fu fermato e le porte si furono aperte, entrò.
Sorpassò due signore di mezz’età e salì al secondo piano. Si guardò intorno e si sedette al primo posto libero che trovò. Guadò l’orologio sportivo che portava al polso.
Ci sarebbe voluto ancora un bel po’ prima di arrivare a destinazione. Forse sarebbe stato meglio se avessero incominciato senza di lui. Prese nuovamente il cellulare e digitò frettolosamente il messaggio, ma badando sempre alla correttezza grammaticale e alla punteggiatura. Poi lo rimise a posto e si rilassò sul sedile.
Poco tempo dopo si sentì un tonfo. L’uomo si affacciò e vide una ragazzina per terra. Quella si alzò e si massaggiò il posteriore avanzando goffamente nella sua direzione. Ayanami pregò interiormente che non si sedette accanto a lui.
La ragazza gli si accomodò proprio di fronte. Quest’ultimo cercò qualcosa da fare per non rimanere in un silenzio imbarazzante. Scartabellò nella valigetta e prese qualche documento fingendo di essere interessato.
Li lesse annoiato per qualche minuto, poi alzò lo sguardo. Quella era proprio la classica teen-ager di diciotto anni. Aveva dei bei capelli castani raccolti in una coda laterale che le ricadeva morbidamente su la sua gracile spalla. Gli occhioni erano smeraldini e riflettevano la luce che traspariva nel vetro della finestra.
I vestiti erano piuttosto bizzarri. Portava una felpa rosa con un cappuccio dotato di orecchie da gatto, i jeans normali e delle calosce viola a pallini verdi. Sollevò un sopracciglio.
La ragazza prese dalla sua borsa a tracolla un librone più grosso di lei e lo aprì. Ayanami notò il titolo: “La coscienza di Zeno” -Bel libro.- commentò. Si maledisse per esserci lasciato scappare quella balordaggine. La ragazza alzò lo sguardo su di lui, provocandogli uno strano disagio.
-Beh, me l’hanno dato per scuola ma non l’ho capito..- disse chiudendolo e osservando la copertina.
-E’ un classico della letteratura italiana. E’ molto importante.- fece l’altro. - è un romanzo di Italo Svevo. Zeno Cosini, il protagonista dell'opera, proviene da una famiglia ricca e vive nell'ozio ed in un rapporto conflittuale con il padre, che si rifletterà su tutta la sua vita. Nell'amore, nei rapporti coi familiari e gli amici, nel lavoro, egli prova un costante senso di inadeguatezza e di inettitudine, che interpreta come sintomi di una malattia. In realtà solo più tardi scoprirà che non è lui a essere malato, ma la società in cui vive.-
La ragazza strabuzzò gli occhi incredula. –Forte…- commentò. –Magari sapessi tutte quelle cose anch’io. L’università non è affatto facile. Piacere, io mi chiamo Eve. - gli porse la mano.
Ayanami la osservò impassibile. Stava per scuotere la testa quando la sua mano si mosse da sola e andò a stringere quella della ragazza chiamata Eve. Ma che..?
- Ayanami Verloren.- fece la sua voce. Non riusciva a crederci, il suo corpo si muoveva da solo, non rispondeva ai comandi del cervello. Staccò la mano da quella della ragazza e si ricompose sul sedile maledicendosi ancora una volta.
La ragazza fece un sorriso sincero che lo sciolse. Sentì dentro di sé qualcosa che crollava in pezzi e qualcosa di caldo che sgorgava riempiendolo di calore. Pregò ancora una volta che il suo viso non assomigliasse a quello di un cavallo innamorato.
Poi una suoneria allegra che recitava un motivetto cretino li distrasse. Eve allungò la mano e sfilò un cellulare abbastanza antico dalla tasca e dopo un “scusi” sussurrato rispose.
-Si? Si, lo so che sono in ritardo ma il treno non arrivava… … che ha fatto Teito col progetto?.... No! Ah, cavolo. Non importa. Ce l’hai la ricerca?.... Ok, ci vediamo a scuola. Ciao. - e riattaccò. Nel rimettere l’aggeggio a posto posò lo sguardo sulla valigetta del conoscente. –Cos’è?- chiese curiosa.
-Una valigetta.- rispose l’altro. –Mi serve per le mie cause.-
-E’ un avvocato?-
-Penale.-
-Forte. E potrebbe mandare in galera qualcuno. Si, in gatta buia, come nei film?-
Ayanami roteò gli occhi cercano di nascondere dietro a scocciatura il risolino che gli stava per nascere a fior di labbra.
–Si. E oggi sono in ritardo. Ma quanto ci mettono a partire?- proprio come se il treno stesso volesse rispondergli, iniziò a muoversi gradualmente sulle rotaie. Eve ridacchiò e prese degli auricolari colorate fluo dallo zaino tracolla e le attaccò al’mp3. Poi ne porse una all’altro passeggero che, riluttante ma sempre sotto l’effetto delle mani autonome, la afferrò e la portò all’orecchio.
Non fece in tempo a infilarsele che delle note metalliche e graffianti gli uccisero il padiglione auricolare e così fu costretto a allontanarla. –Ma che diavolo…?
-Non le piacciono gli Iron Maiden?- Chiese la ragazza spegnendo la musica.
-Affatto. Trovo insulsi e privi di significato i gruppi rock.- la teen-ager corrugò la fronte e incrociò le braccia sul petto mettendo il broncio. Cosa che stranamente allarmò l’avvocato. -E quale tipo di musica le piace, sentiamo!-
-Beh, classica. Beethoven, Mozart…-
-Roba da vecchi. Non la facevo ottantenne!-
- Ho trentadue anni. - ecco a quel punto fu certo che si fosse completamente invaghito di una semplice scolaretta dai gusti musicali paragonabili a ragazzini sotto steroidi.
Il resto del viaggio lo passarono blaterando di musica, libri e hobby e confrontando i loro gusti. Quando il treno si arrestò alla fermata dell’avvocato, egli quasi non se ne accorse, troppo occupato com’era a giudicare i dipinti pop-art.
L’occhio gli cadde sul cartello fuori dal finestrino. Il cuore gli salì in gola quando capì che era la sua fermata. Balzò in piedi e scese incespicando le scale.
-Aspetti!-lo chiamò Eve. Lui si fermò sulla soglia del vagone che tra poco sarebbe ripartito. –Buon lavoro..- Fece la ragazza piegando la testa di lato facendo brillare un sorriso più dolce del cioccolato fuso.
Ayanami rimase incantato a guardarla per attimi infiniti quando poi nella sua mente si fece largo la faccia di Miroku che gli strepitava contro. Quello gli diede la forza di abbandonare quel sorriso indimenticabile che gli era rimasto impresso nel cervello e nel cuore per sempre.
Ma ben presto rimpianse di non essere rimasto sul treno e di non essere rimasto accanto a quella ragazza che in venti minuti era riuscita ad abbattere la muraglia cinese che si era creato intorno, perché si accorse, davanti alla corte dei giurati, al suo cliente che lo osservava disperato e angosciato con le mani nei capelli inzuppati di sudore freddo, al giudice che lo guardava come se fosse uno scarafaggio schifoso e ripugnante e davanti a Miroku che ghignava malignamente sotto i baffi bianchi peggio del diavolo in persona, di essersi dimenticato la valigetta in treno.



Angolo della Calamara:
Salve! Questa è la mia prima Shot che scrivo in questo fandom! Mi è venuta in mente grazie a White Tiger e il suo bel professore! Un ringraziamento speciale a Lacus Clyne, che mi ha aiutato davvero molto! Detto questo vi saluto e vi aspetto nell'agolo recensioni (perchè me ne lascerete qualcuna, vero? XD)
Alla prossima;

_Calamaretta_941
   che mi ha dato una grandissima mano  
  
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