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Autore: maryana    14/11/2007    11 recensioni
Questa fanfiction è ambientata prima dell'arrivo dei cyborg, quei tre anni Vegeta li trascorre alla Capsule Corporation, dove tra lui e Bulma si instaura un legame speciale: tra un battibecco e l'altro e sguardi sfuggenti, nascerà la passione tra i due finché non potranno fare l'uno a meno dell'altra?
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole era già alto nel cielo quando Bulma si svegliò; rotolò su un fianco, sbatté gli occhi, si rizzò a sedere e sbadigliando si stiracchiò.

Si guardò intorno ancora un po’ intontita, prese la sveglia sul comodino e guardò l’ora: le undici…Però niente male, si era fatta proprio una bella dormita, senza che nessuno l’avesse disturbata.

Avrebbe dovuto aiutare suo padre, giù in laboratorio, ma se lui l’aveva lasciata dormire, pazienza…sicuramente voleva dire che non c’era bisogno di lei, poteva gestire da solo gli ordini degli ultimi clienti.

Una volta in piedi, cercò le sue pantofole finite, puntualmente, sotto il letto…si chinò e mosse una mano alla ricerca delle ciabatte perdute.

Se le infilò e notò che i pantaloni del suo pigiama erano troppo lunghi, poteva pulirci il pavimento, sostituendo il classico spolverino.

Alzò le spalle facendo un altro sbadiglio, prima o poi li avrebbe fatti accorciare, lei di certo non si sarebbe messa a cucire, proprio non ci si vedeva con ago e filo…magari lo avrebbe chiesto a Chichi.

Lentamente scese le scale, fece un giretto per la casa, che trovò vuota e silenziosa: chissà dove era andata a cacciarsi sua madre.

Entrò in cucina e mise su l’acqua per il the, mangiucchiando qualche biscotto in attesa che l’acqua bollisse.

Quando l’acqua raggiunse la giusta temperatura, segnalata da un fenomenale marchingegno di sua invenzione, la versò in una tazza, giocherellò con l’infuso di the verde, divertendosi a vedere l’acqua colorarsi di arancione…stanca di quell’umile passatempo, buttò nel secchio ciò che rimaneva e sorseggiò la sue bevanda davanti la finestra. Subito la sua attenzione fu catturata, dall’esemplare maschio che si allenava nel suo giardino: Vegeta indossava una canottiera che gli metteva in risalto i pettorali, dei pantaloncini corti che non nascondevano la forza delle sua gambe, poi portò il suo sguardo alle sue mani grandi e forti….chissà come sarebbe stato essere accarezzata da mani del genere.

Il suono del telefono la fece sobbalzare, tanto da versare un po’ di the sul lustro pavimento e da farle emettere un gridolino di stupore; con una mano tremante per lo spavento prese il telefono:

<< P-pronto?! >>

<< Ciao, Bulma…dormito bene? >>

La voce dall’altra parte dell’apparecchio era come sempre gioiosa.

<< Iamco…sei tu! >> disse un po’ scocciata, ma lui sembrò neanche accorgersene.

<< Certo che sono io…aspettavi una telefonata di qualcuno? >>

<< No…Come mai mi hai chiamata? >> gli chiese alzando gli occhi al cielo.

<< Volevo ricordarti di oggi…dobbiamo andare al cinema e bla bla.. >>

Bulma smise di ascoltare la voce del suo presunto fidanzato, si riaffacciò alla finestra e Vegeta ricatturò tutta la sua attenzione, ne era talmente assorbita che per poco non le cadde dalle mani il telefono, lo riprese al volo sentendo Ia voce insistente di Iamco;

<< Bulma…allora ci sei ancora? >>

<< S-Sì… che mi stavi dicendo? >>

<< Ti va bene l’ora in cui passo a prenderti? >>

<< Sì, sì… >>

<< Perfetto, a dopo >>

Certo come no, chissà qual’era quest’ora stabilita da Iamco…Bah lo avrebbe scoperto quel pomeriggio, non se la sarebbe presa se non fosse stata ancora pronta.

Stava per dirigersi in bagno ed immergersi in un confortevole bagno caldo quando qualcuno bloccò il suo passaggio:

<< Ehi! >> esclamo Bulma.

<< Donna levati dai piedi… e cucinami subito qualcosa >> le ordinò Vegeta.

<< Non ci penso nemmeno per chi mi hai preso?! Io qui ci vivo, mica sono la colf >> gli disse corrugando la fronte.

<< Ma sai con chi stai parlando? >> fece prepotente Vegeta.

<< Sì, sì…tu sei il principe dei Sayan…ma sai a me quanto me ne importa! >> scosse il capo e riprese << Guarda: lì c’è il frigo lo apri e troverai molte pietanze che sono sicura ti faranno impazzire, poi quello è il forno ed infine in quello scaffale ci sono le padelle…serviti pure! >> esclamò indicando qua e là.

<< Sei forse pazza, donna?! >>

<< No, e per la cronaca … il mio nome è BulmaB-u-l-m-a! Ora tieni…e non dare fuoco alla casa >> gli disse mettendogli in mano una padella dimenticata su un mobile vicino la porta.

<< Dove credi di andare do… >> si interruppe nel vedere l’espressione contrariata di lei. << Bulma, dove credi di andare?? >>

<< A fare un bel bagno caldo…e mi raccomando, non sbirciare >> disse con malizia Bulma.

Uscì dalla stanza lasciando Vegeta con la padella in mano che tremava dalla rabbia.

Intanto Bulma salì le scale, entrò in bagno, aveva appena richiuso la porta, quando sentì un urlo provenire dal piano di sotto:

<< Inutile terrestre!!! >>

Bulma nonostante sapesse che Vegeta si stava rivolgendo a lei, scosse semplicemente la testa, fece uscire l’acqua calda, poi riempì la vasca, lasciò cadere gli indumenti per terra e vi si immerse.

Chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalla piacevole sensazione di benessere, prodotta dall’acqua calda miscelata ai sali versati all’interno di questa.

Intanto era venuta in soccorso a Vegeta la signora Brief.

Entrò in cucina canticchiando, tra le braccia aveva due sacchi colmi di spesa:

<< Oh, Vegeta che ci fai con una padella in mano? >> gli chiese posando i pacchi distrattamente sul tavolo.

<< Me lo chiedo pure io…però so che cosa vorrei tanto farci >> disse lui in tono aspro.

<< E cosa, caro? >> domandò ancora la signora Brief sistemando la spesa, ora in uno scaffale ora in un altro.

<< Vorrei tanto spaccarla in testa a Bulma! >> ruggì Vegeta.

<< Oh, state sempre a litigare, ma sono sicura che con il tempo riuscirete ad andare d’accordo >> affermò lei scuotendo il capo.

Si avvicinò a lui:

<< Dai questa a me…ti preparo qualcosa da mangiare >> gli disse predendo la padella.

<< Era ora! >> si lamentò il Sayan mettendosi seduto.

  
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