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Autore: Sakurina    15/11/2007    5 recensioni
Dopo una terribile tragedia, Ino è l'unica in grado di affrontare degli spietati e misteriosi ninja arrivati da lontano. Mentre lotta contro se stessa, intrappolata fra sogno e realtà, Shikamaru e Kiba si sfidano per conquistare il suo cuore... ma un'altra tragedia è incombente. Come riusciranno i nostri eroi a superare questa ennesima dura prova? Quale mistero nascondono i misteriosi ninja? Questa volta mi sono impegnata in qualcosa di più serio, giocando con i meandri della mente...
SHIKAINO [accenni KibaIno]
[Continua da "I Consigli di Kiba]
ShikaIno is ROCK (MoscheH BiancheH ©)
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 2

Il Labirinto Della Mente

 

 

 

Ciaooo rieccomi qui! C’ho messo un po’ a scrivere il secondo capitolo causa Leopardi e varie interrogazioni… XD però finalmente ce l’ho fatta a pubblicarla!!! Stavolta ci ho dato dentro con le cose un po’ drammatiche, però fa niente so che resisterete! Quello che però si darà da fare di più  sarà proprio il mio adorato Kiba, che deciderà di attuare una nuova politica di vita, una specie di ritorno alle origini o al “bastardismo” come preferite… ma sarete voi a dirmi che ne pensate! Aspetto le vostre recensioni carissimi! Bacioni Sakurina XD

 

 

 

 

 

Capitolo 2. "Beneath My Nightmares"

 

 

Stay low

Soft, dark and dreamless

Far beneath my nightmares and loneliness

I hate me

For breathing without you

I don't want to feel

Anymore for you

 

                                                                                                         ("Like You" by Evanescence)

 

 

 

Passarono vari minuti dal loro incontro sulla collina. Finalmente, Ino aveva smesso di singhiozzare, sebbene le rimanesse ancora sapore di lacrime sulle labbra. Kiba le sedeva accanto, silenzioso e pensieroso. Supponeva che la ragione per cui stesse piangendo fosse la stessa per cui Shikamaru aveva litigato con Tsunade. Ma non voleva avanzare ipotesi azzardate. Decise perciò di attendere che la biondina si riprendesse e gli raccontasse tutto per filo e per segno. E così fece.

-"Insomma... alla fine, tuo padre non ha mai accettato la tua storia con Shika, eh?"- sospirò Kiba, giocherellando con dei fili d'erba.

-" lui né il padre di Shikamaru... essendo vecchi compagni di squadra pensavo che gli avesse fatto piacere vederci insieme, ed invece... stanno facendo di tutto per impedircelo."- si lamentò Ino, abbassando il capo, depressa.

-"Brutta storia... e ne hai parlato con Shika?"- chiese lui, interessato.

-"No, non ancora... come posso fare...? Sia Tsunade che mio padre vogliono che tronchi la nostra storia, ma io non voglio assolutamente!"-

-"E come pensi di fare? Sì, insomma, in effetti forse è vero che siete piuttosto distratti..."- affermò Kiba, con aria vacua.

-"Beh... non so come, ma sono sicura che insieme io e Shikamaru riusciremo a trovare una soluzione! Non sarà certo questo piccolo ostacolo a fermarci! Sì, insieme ce la faremo sicuramente!"- asserì Ino, decisa, con occhi brillanti.

-"Sì... sono sicuro che troverete una soluzione..."- le sorrise malinconicamente Kiba. Come faceva male spingere la ragazza che amava tra le braccia di un altro, sempre di più, ogni giorno più lontano da lui. Sentiva che dentro stava per scoppiare. Ma no, non poteva mollare. Aveva deciso di portare avanti quell'amore, anche se sapeva incorrisposto, consapevole che avrebbe sofferto, consapevole che Ino era di un altro. Le barriere poste al suo cuore... dovevano resistere. Non poteva dimostrarsi debole. Perché lui, in realtà, era forte. Molto più forte di chiunque altro, persino più forte di Shikamaru. Di questo ne era certo.

Ino fissò l'amico, perplessa. Si era accorta che ultimamente Kiba era sempre più distante: mentre gli parlava la sua mente volava altrove, lontano dal corpo, immerso nel suo mondo di pensieri profondi e imperscrutabili.

Accorgendosi di quei due specchi azzurri puntati fissi su di lui, il ragazzo ritornò con i piedi per terra, allontanando la paranoia che per l'ennesima volta lo stava assalendo, e regalando all'amica il suo solito sorrisetto beffardo.

-"Insomma, è semplice per me e Shika... da oggi in poi meno pomiciate e più studio e allenamenti!"- sorrise la biondina, mostrando la ritrovata risata. -"...grazie Kiba per avermi tirata su di morale!"-

-"Figurati, è un piacere..."- ghignò infine lui, osservando le grosse nuvole grigie promettere tempesta.

 

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Kiba non sapeva cosa l'avesse spinto ad andare sotto casa di Shikamaru. Dopo quella chiacchierata con Ino, sentiva il bisogno di affrontarlo a quattr'occhi. Aveva bisogno di sentire anche le sue idee, le sue parole. E doveva stare molto attento, perché Kiba non aveva dimenticato la promessa fatta a se stesso: Shikamaru non doveva far piangere Ino, nemmeno una volta, altrimenti sarebbe intervenuto lui.

L'Inuzuka poteva distinguere chiaramente delle urla provenire dalla casa. Ad un tratto, quando le grida si furono placate, Kiba vide il signor Shikaku Nara uscire di casa alquanto infastidito e passargli oltre senza salutarlo.

Il chunin rimase titubante per qualche minuto, dopodiché decise di bussare alla porta. Gli aprì un Shikamaru parecchio sconvolto.

-"Ehi Shika... che ti prende?"- chiese Kiba preoccupato, scrutandolo attentamente. Sembrava uscito da una guerra strenuante.

-"Oh ciao Kiba... dai entra..."- lo invitò l'amico, passandosi una mano sul viso stravolto.

-"Vi ho sentiti urlare come scimmie poco fa... cosa gli hai combinato?"- sorrise sornione Kiba, atteggiandosi a gnorri.

-"Per una volta io non gli ho combinato niente... o almeno, non volontariamente... si è incazzato perché dice che da quando sto con Ino non sono più lo stesso... e quello che mi fa più girare è che ha pure ragione..."- sentenziò Shikamaru, appoggiandosi al mobile, esausto. Kiba inarcò un sopracciglio, perplesso.

-"Ma... che dici, Shika? In che senso? A me non sembri poi tanto camb--"-

-"E invece lo sono eccome!"- lo interruppe bruscamente l'amico. Kiba lo fissò sconcertato. -"Vogliamo parlare dell'ultima missione?! Non era così difficile, eppure l'ho fallita miseramente... che razza di figura... il problema è che ho sempre la testa altrove..."- sbuffò Shikamaru, massaggiandosi la fronte, sempre più confuso. Kiba non poteva fare a meno di sentirsi un po' perso in quella situazione: sapeva di trovarsi in mezzo a due fuochi e non sapeva se la sua anima fosse così forte da poter reggere quella posizione.

-"Ho sentito che anche il padre di Ino le ha fatto la ramanzina riguardo la vostra storia... dice che Tsunade si lamenta perché Ino non si impegna più di tanto e che è sempre assorta nei suoi pensieri."- spiegò Kiba, con voce incerta.

-"Davvero?! Maledizione... questi vecchi si sono proprio organizzati bene..."- ghignò amaramente Shikamaru -"...questa è la fine, maledizione..."-

-"Ma... che stai dicendo?!"- si sconvolse Kiba, che non era psicologicamente pronto a sentirsi dire quella frase.

-"Sto dicendo che hanno ragione loro, cazzo! E' vero che da quando ci siamo messi insieme né io né Ino ci siamo più di tanto con la testa... questa storia è troppo pericolosa, sta mettendo a repentaglio la nostra carriera di ninja..."- sostenne Shikamaru, con voce sommessa, non riuscendo a nascondere un'impronta di dolore...

Kiba fissava l'amico esterrefatto. Non aveva parole da pronunciare. Non riusciva a credere a ciò a cui stava assistendo. Forse Shikamaru... stava rinunciando a Ino? Stava gettando la spugna? Così? Lì? Davanti a lui? In quel preciso istante? Kiba aspettava solo una frase, un semplice concetto, e sarebbe stato pronto a correre alla conquista della bella kunoichi anche immediatamente. Ma no... non se lo sarebbe mai aspettato, non in quel momento.

-"Tu non hai mica parlato con Ino poco fa? L'hai sentita, ti ha detto cosa ne pensa? Qualsiasi cosa..."- chiese poi Shikamaru, sgomento, profondamente smarrito.

L'amico ancora non parlava. Si limitava a fissarlo. Un grande scontro stava avvenendo in quel preciso istante nel suo cuore: Kiba l'amico di Shikamaru contro il Kiba innamorato di Ino. Una guerra di pensiero strenuante. Una guerra che lo uccideva lentamente: mente, cuore e spirito.

Il ragazzo ripensò all'incontro di pochi minuti prima con Ino e alle sue parole: "...non so come, ma sono sicura che insieme io e Shikamaru riusciremo a trovare una soluzione! Non sarà certo questo piccolo ostacolo a fermarci! Sì, insieme ce la faremo sicuramente!". Tutta quella fiducia che la biondina riponeva in Shikamaru... era sorprendente. Non si sarebbe mai aspettato delle parole simili da parte di Ino. Ma Shikamaru... come la pensava? Non poteva rivelargli il pensiero della ragazza senza prima sapere cosa ne pensasse sinceramente l'amico.

-"Tu... come pensi di agire?"- chiese Kiba, fissandolo seriamente.

Shikamaru abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. Era arrivato il momento. Kiba gli stava ponendo quella domanda che cuore e mente continuavano a ripetergli in continuazione. Era terribile, era come trovarsi davanti la paura e la consapevolezza materializzate. Shikamaru non riusciva a sostenere lo sguardo di Kiba. Poteva solo guardare a terra mentre gli dava quella risposta così sofferta ma necessaria.

-"Io... non so, Kiba. Ma non penso di farcela. Ho bisogno di tempo per riflettere. Forse... stavo pensando che è meglio prendermi una pausa di riflessione con Ino. Anche se le spezzerò il cuore... proprio adesso che è settembre... però... ho bisogno di rifletterci con calma e lucidità... perché stare con lei mi annebbia il cervello."- constatò con voce bassa e seria.

"Maledetto bastardo." Fu la prima cosa che pensò Kiba, il primo pensiero che gli folgorò la mente non appena rielaborò quelle parole. "Shikamaru... se ci vuole così poco per farti arrendere, allora... fai davvero schifo. Non ti meriti la fiducia di Ino, né il suo amore, come forse non ti meriti neanche mio rispetto. Ti pensavo diverso o forse non sei più la persona che conoscevo una volta. Ti do tre secondi per rimangiarti quello che hai detto. Tre secondi. Bastano per capire un errore madornale come quello che hai appena fatto. Non farmi incazzare, Shika, non farmi incazzare, non oggi, non potrei rispondere delle mie azioni e parole..." pensava il ragazzo, mentre fissava l'amico con sguardo vacuo. Ma Shikamaru non rispose, né dopo tre, né dopo sessanta secondi.

Kiba sentiva uno strano sentimento accendersi nel cuore. Più quella lancetta ticchettava nella sua testa, più i secondi scorrevano, più sentiva qualcosa muoversi dentro di lui, un'emozione vecchia ma fin troppo familiare. Forse avrebbe voluto fermarlo, ma non riusciva più a trattenerlo: il Kiba stronzo di una volta si era liberato e stava riprendendo il controllo della sua mente.

-"Sai... in realtà anche Ino era abbastanza scettica... non sapeva se ce l'avreste fatta a superare questa situazione insieme ed evidentemente aveva ragione... sai, speravo in un finale diverso per voi due."- asserì freddamente Kiba, recitando molto realisticamente e dando a bere quella bugia alla perfezione.

"Kiba, stai rigirando la storia a tuo piacimento... sei uno luridissimo bastardo! Stai approfittando della debolezza di Ino e Shikamaru!" urlava la sua parte angelica dentro di sé.

"Sì, è vero... però è tutta colpa di Shikamaru che non sa gestirsi la situazione, mica mia! Il più furbo vince, in guerra e in amore tutto è lecito, parole tue, Kiba!" si ribellava la parte diabolica di Kiba, che ormai aveva preso il sopravvento.

-"Cazzo... possibile che stia finendo così? Per colpa degli altri?!"- scosse la testa perplesso Shikamaru, non accorgendosi delle strane smorfie di Kiba, intento a dominare il suo scontro interiore. -"Pensavo che la nostra relazione fosse un po' più resistente..."- concluse con tono deluso Shikamaru. Sperava davvero che Ino la pensasse diversamente da lui, solitamente quella più ottimista era lei, era lei che gli tirava su il morale quando non c'era più nulla in cui sperare. E se anche lei la pensava così, se anche lei aveva smesso di sperare allora... forse era davvero la loro fine. Il loro finale. Kiba l'aveva chiamato così.

"BASTA! NON CE LA FACCIO PIU' A STARE QUI! STO IMPAZZENDO!" urlava dentro di sé Kiba, preda dei dubbi più atroci, mentre il suo conflitto interiore peggiorava sempre più.

-"Shika, mi dispiace, ma adesso devo proprio andare..."- scattò Kiba improvvisamente, sfoderando il suo solito sorrisetto collaudato per le emergenze e fiondandosi di fretta verso la porta.

Shikamaru lo guardò un po' perplesso, poi gli si avvicinò, dandogli una pacca sulla spalla.

-"Va bene... oh, grazie Kiba per essermi stato ad ascoltare e per il tuo parere..."- lo ringraziò con aria ancora depressa Shikamaru.

Kiba fissò l'amico con aria sconvolta, che presto divenne seria e preoccupata. No. Quelle parole no.

-"Non mi ringraziare, Shikamaru."- gli disse freddamente, fulminandolo con lo sguardo.

Il ragazzo col codino rimase un po' sconcertato dall'atteggiamento dell'amico.

-"Ma che dici...?"- ribatté Shikamaru, stringendogli la spalla con la mano.

-"Ti ho detto di non ringraziarmi e basta, Shika."- sbottò infine irritato Kiba, scostando la mano dell'amico dalla sua spalla e andandosene senza aggiungere altro.

"Non mi ringraziare, perché sono solo uno stronzo egoista..." pensava tra sé e sé Kiba, allontanandosi di fretta dalla casa dell'amico.

Shikamaru era troppo scosso per i fatti suoi e non diede poi tanto peso allo strano atteggiamento dell'amico.

 

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Kiba non sapeva più che fare. Non voleva ferire né Ino né Shikamaru, ma pensare che la ragazza che amava stesse con l'amico quando aveva un comportamento così immeritevole e codardo... quello no. Il suo orgoglio gli impediva di comportarsi così. Non si poteva permettere quel lusso. In fondo, Kiba la amava davvero. Ino meritava il meglio e forse... Shikamaru non lo era più. Lo era stato, ma ora non lo era più. Forse la loro relazione li aveva cambiati davvero. Forse Tsunade e Shikaku si riferivano proprio a quel cambiamento nel carattere di Shikamaru. E allora forse... era meglio che Ino e Shikamaru si lasciassero.

Le barriere del cuore che Kiba si era autoimposto erano crollate sotto il peso del suo smisurato ego: questa volta, forse, lui era davvero superiore a Shikamaru. E forse Ino lo avrebbe accettato. Ma era rischioso, era molto rischioso giocare a quel gioco. La posta in palio era troppo alta. Se tutto fosse fallito... non solo avrebbe perso l'amore, ma anche due amici preziosi. Ma del resto, Kiba aveva sempre amato il rischio. Non solo per il gusto di oltrepassare il limite, ma anche perché la smoderata concezione che aveva di sé lo portava ad essere convinto che almeno il 99% delle volte fosse lui ad averla vinta. In fondo, la totale fiducia in se stesso lo stava aiutando a superare quei dubbi amletici che lo affliggevano fino a poco prima, senza risolverli, ma passandoci oltre, proprio come agli adorati vecchi tempi. In realtà, Kiba stava cominciando a prenderci gusto e a trovarsi a suo agio, in mezzo a quei due fuochi. Aveva capito che era lui che muoveva i fili. Si sentiva bene. Se la stava proprio passando bene...

 

...da schifo. Shikamaru non se la stava passando bene proprio per niente. Continuava a tornargli in mente Ino. Le sue parole, il suo canticchiare allegro, i suoi meravigliosi sorrisi e le sue melodiose risate... tutto gli rimbombava in testa. Sentiva che sarebbe scoppiato. Sentiva che quel dolore al petto l'avrebbe ucciso. Perché, perché era finito in quella situazione? Lui, che amava la quiete e la tranquillità! Non pensava davvero che si sarebbe arenato così, non pensava che la sua mente si potesse smarrire in quel sentimento così travolgente che si approfondiva ogni giorno di più. L'amore per Ino lo stava sconvolgendo. Realizzare la sua dipendenza da lei, per il ragazzo fu come vedersi crollare il cielo addosso. Lui aveva bisogno di certezze, ne aveva sempre avute. Non avrebbe mai accettato l'amore di e per Ino se avesse saputo che gli avrebbe fatto perdere il controllo di se stesso. Ora il futuro gli appariva così sconcertante e offuscato che... aveva paura. Sì, aveva paura. Non osava pensare al suo futuro senza Ino. Shikamaru aveva capito che senza di lei non ci sarebbe stato un domani per lui. E questo... questo lo faceva maledettamente incazzare. Non voleva essere dipendente da una donna, per quanto la amasse e per quanto ci tenesse a lei. Quella era una questione di...

 

Orgoglio. Sempre quel maledetto orgoglio. Era quello che le stava rovinando la sua prima e seria storia d'amore. Forse l'unica vera storia d'amore che avrebbe mai avuto. Perché Ino ci credeva nel futuro insieme a Shikamaru. Lei non aveva bisogno di certezze, perché la sua radicata speranza le dava la sicurezza. Non aveva bisogno di nessun segno, di nessuna consapevolezza. Lei credeva nel suo amore per Shikamaru e la fiducia incontrastata che riponeva in lui le impediva di percepire lo smarrimento del ragazzo.

Erano gli altri, il suo vero problema. Lo erano sempre stati. Tutti lì faticavano ad accettare la loro relazione, per un motivo o per l'altro. Loro erano troppo diversi, la pensavano tutti così. Lui era il chunin astuto e intelligente, dalla carriera brillante e affermata; lei era la chunin superficiale e un po' stupida, destinata a diventare una mediocre ninja medico e a vendere fiori. I tipi come lui dovevano stare con le tipe sveglie come Temari, non con le sciocchine come lei. Li vedevano così, gli altri. Tutti erano troppo fissati sulle loro rigide convinzioni e la relazione di Ino e Shikamaru disturbava la loro percezione ristretta della realtà. Nessuno si sforzava di capirli, era più facile criticarli.

Izumi l'aveva delusa, sua padre l'aveva delusa. Si fidava ciecamente di loro... ma forse loro non si fidavano poi così tanto di lei. Non era più la ragazzina frivola che andava dietro a Sasuke solo perché era affascinante e irraggiungibile, era una ragazza matura, presto avrebbe compiuto 17 anni e li dimostrava tutti, dal primo all'ultimo.

Come si permettevano suo padre e Izumi di criticare le sue scelte? Criticare Shikamaru? Anche loro si dimostravano così come tutti quelli che la consideravano stupida e superficiale, perché anche loro vedevano Shikamaru solo come uno svaccato perdigiorno senza però conoscerlo. Per loro in fondo era più importante l'orgoglio e l'onore di essere Yamanaka e di essere jonin della Foglia, che non la felicità per il suo futuro. Ino non era orgogliosa di essere una Yamanaka, quando i suoi parenti si comportavano così. Per lei l'amore veniva prima dell'essere ninja. Peccato che per Shikamaru non fosse esattamente così...

 

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-"Mmh... e così quella è Konoha, eh?"- ghignò divertito il biondino, mentre i suoi occhi cobalto scrutavano minuziosamente ogni particolare della lontana cittadina dall'alto di quella montagna.

-"Sì, è proprio quella..."- gli rispose il ninja a suo lato.

-"Mmh... in realtà... fa veramente... ribrezzo!"- affermò disgustato il biondo, incrociando le braccia al petto.

-"Yoshi... tuo fratello ti manda questo."- disse il compagno, porgendogli un copricapo del Villaggio della Pioggia.

Il biondo inarcò un sopracciglio, con la sua solita aria altezzosa, e lo afferrò con un ghigno schifato.

-"Bah... mi inorridisce la sola idea di doverlo indossare, in realtà."- asserì, schioccando la lingua sul palato.

-"Ma Yoshi... tuo fratello..."- protestò il compagno.

-"Sì, lo so, lo so..."- ribatté Yoshi, legandosi alla fronte il copricapo. -"Se sono ordini del capo, allora... bah, in realtà non capisco come può un villaggio così deprimente essere degno di così tanta ammirazione! Il nostro villaggio era ricco di giardini, di fonti, di palazzi ricchi e maestosi, di statue... questo sembra così... squallido e opprimente... che schifo... e chissà che razza di popolani rozzi che lo abitano! Noi eravamo così aristocratici e raffinati... ma suvvia, basta rimpiangere il passato, caro amico! Presto quel piccolo borgo laggiù e tutti i suoi sciatti abitanti non saranno nient'altro che un ricordo lontano nella memoria!"- sospirò Yoshi, fissando la lontana Konoha trasognante, mentre pensieri di morte e distruzione si appropriavano della sua mente.

-"Yoshi..."- lo richiamò poi con voce sommessa il compagno.

-"Che c'è ancora, si può sapere?"- sbottò il biondino, sbuffando.

-"...credi che loro, laggiù, ci sentano?"- chiese con tono preoccupato il ninja.

Yoshi puntò i suoi occhi color cobalto verso l'orizzonte, fissando con rabbia Konoha.

-"Mmh... in realtà credo davvero che il rischio sia minimo. Solo i più sensibili o comunque quelli la cui anima è più vulnerabile potrebbero essere influenzati dalla nostra presenza. Ma di cosa ti preoccupi, sono solo un gruppo di stupidi bifolchi, non capirebbero comunque... suvvia, ritiriamoci adesso!"- asserì infine Yoshi, sfoderando il suo solito sorriso ambiguo, sospeso tra sadico divertimento e imperscrutabile malvagità.

 

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Shikamaru aprì gli occhi lentamente, a fatica. Sentiva le palpebre pesanti, un forte dolore al petto. Il respiro gli mancava, l'aria era troppo afosa.

Una forte luce gli colpì gli occhi, facendoglieli chiudere ancora. Intorno era silenzio. Solo il canto malinconico di un grillo in lontananza e il fruscio del vento che accarezzava dolcemente le spighe di grano e l'erba alta del prato.

Abituato alla luce, Shikamaru riaprì gli occhi e si mise a sedere. Si guardò attorno spaesato: si trovava nel mezzo della campagna. Era familiare quel posto: doveva essere la campagna che si trovava fuori da Konoha. Dietro di lui, un albero striminzito lo riparava vagamente dalla forte luce di quel sole di piena estate, infuocato ed afoso.

Il ragazzo sospirò, alzandosi in piedi. Com'era finito laggiù? Dove si trovava esattamente? Come fare per tornare a casa?

 

Il ragazzo si svegliò di soprassalto. Era sudato, come se fosse stato davvero nell'afosa campagna del suo sogno. Ancora sconvolto, si passò una mano sulla fronte, asciugandosi il sudore e sospirando. Fuori, intempestava il solito vento gelido.

-"Ancora quello strano sogno..."- sospirò Shikamaru, ancora sconvolto.

Gli occhi del ragazzo si posarono sulla scrivania, dove due foto erano illuminate da una pallida e triste luce proveniente dalla finestra. La foto del Team 10, con Asuma. E l'altra... nell'altra c'erano lui e Ino. Sì, il ricordo di quella splendida estate d'amore passata insieme. Si abbracciavano. Erano sorridenti. Erano felici.

"...come faccio a trovare la certezza di cui ho bisogno...?" pensava Shikamaru, fissando con un ghigno amaro la foto.

 

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Kiba aprì gli occhi, a fatica. Faceva freddo, laggiù. Un gelo intenso gli penetrava fin dentro le ossa, spezzandogli il respiro, impedendogli di alzarsi.

Davanti a lui, un sole accecante, dalle sfumature azzurre e argentate lo fissava. Com'era possibile un tale freddo se il sole splendeva?

Faticosamente, il ragazzo riuscì a sollevarsi in piedi, tremante.

Intorno, il nulla più avvolgente. Kiba si era ritrovato nel mezzo di una radura desolata, un deserto cupo e spoglio colorato dalla luce blu innaturale che arrivava dal sole.

Il ragazzo lanciò uno sguardo attento al cielo: le nuvole scure correvano velocissime, coprendo e liberando il sole, causando un viavai di luce snervante.

Un ghigno preoccupato si spaziò sul suo volto, mentre cominciava a studiare ogni particolare dell'ambiente circostante. Per terra erano sparse alcune piume nere.

Improvvisamente, udì un mugolio sofferente, senza capire effettivamente da dove venisse...

 

Il ragazzo si svegliò di soprassalto. Voltandosi, vide che Akamaru lo fissava con sguardo apprensivo, muovendo la coda e guaiendo.

Kiba si tirò su a sedere, mentre la coperta scivolò via lasciandolo a petto nudo. Il ragazzo lasciò scivolare una mano sulla testa del fedele cane, portandosi l'altra alla fronte.

-"Non ti preoccupare, Akamaru... era ancora lo strano sogno dell'altra volta... non è niente..."- sussurrò Kiba, inquieto.

Cosa potevano significare quelle piume nere che vedeva sempre con più frequenza...? Anche nei sogni non lo lasciavano in pace. Forse era un segno: il suo comportamento era estremamente sbagliato. O forse era semplicemente il suo lato oscuro che strepitava, impaziente di uscire, desideroso di avere Ino tutta per sé...

 

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Shikamaru sbuffò, buttando a terra l'ennesimo mozzicone di sigaretta. Quella mattina era dannatamente nervoso. Le parole di suo padre, di Tsunade e di Kiba continuavano a girargli nella testa, come un'ossessione. E il dolore acuto che gli pulsava in petto era ormai diventato insopportabile, lo sentiva pesante come un macigno che gli toglieva il respiro, facendolo respirare più velocemente e faticosamente.

Era dannatamente nervoso. Era dannatamente confuso. Era dannatamente perso. Odiava sentirsi smarrito, lo faceva sentire debole.

Improvvisamente, una vampata di profumo alla lavanda lo avvolse, inebriandolo, facendogli perdere ancora una volta il controllo della sua mente. Sentì quelle due braccine esili stringergli saldamente il collo, quei fili d'oro profumati carezzargli il volto, quelle delicate labbra appoggiarsi dolcemente alle sue. Ino lo aveva abbracciato e baciato come ogni volta che si incontravano, ma quella volta era diverso, era... doloroso.

Shikamaru scostò la ragazza da lui, prendendola per le braccia e fissandola seriamente. Ino lo fissò a sua volta, confusa.

-"Che c'è...?"- chiese lei, mostrando un sorriso incerto, lo sguardo sconcertato.

Il viso del ragazzo si piegò in un'espressione di dolore intenso... ma no. Non poteva cedere. Aveva preso la sua scelta. Doveva farlo per il loro bene. Sì, sicuramente quella era la scelta migliore. La migliore per il loro futuro.

E poi, Shikamaru non poteva fare a meno di pensare alle parole di Kiba, che sentiva ripetersi continuamente come un mantra infinito... "Sai... in realtà anche Ino era abbastanza scettica... non sapeva se ce l'avreste fatta a superare questa situazione insieme ed evidentemente aveva ragione... sai, speravo in un finale diverso per voi due.".

-"Questo è il nostro finale, Ino."- asserì con voce fredda Shikamaru, lasciando andare le braccia della ragazza.

Ino rimase spiazzata da quelle parole sparate così a bruciapelo. Fissò il ragazzo confusa, senza però comprendere esattamente ciò che aveva appena sentito.

-"Ma... che stai dicendo, Shika?"- chiese con voce tremante, abbozzando appena un sorriso.

-"Ino..."- cominciò lui con espressione seria -"...so che tuo padre ti ha parlato, e sai anche come la pensano Tsunade e mio padre... loro sono adulti e maturi e... e ho ragionato tanto sulle loro parole, Ino, e credo che forse abbiano davvero... ragione..."-

Ino spalancò i suoi occhi cristallini, fissandoli esterrefatta sul ragazzo.

-"Che stai dicendo...?"- sussurrò appena, con voce tremante.

-"Ino... l'ultima missione... è stata un fallimento... io ero più occupato a pensare a te che non al mio dovere... così non va bene, non è un comportamento giusto... siamo chunin, abbiamo delle responsabilità... e forse siamo ancora troppo immaturi per riuscire a separare la sfera dei sentimenti da quella dei doveri... la nostra carriera di ninja rappresenta il nostro futuro e se la nostra storia la compromette, allora...."- cercò di spiegare Shikamaru, grattandosi la nuca perplesso, mentre quel dolore al petto si intensificava ogni parola di più.

-"Che stai dicendo...?"- chiese ancora Ino, alzando leggermente il tono della voce, fissando il ragazzo negli occhi.

Shikamaru, però, distoglieva lo sguardo da lei, puntandolo altrove.

-"Ino... io... io ti amo, però credo che... essere un ninja sia più importante di qualsiasi altra cosa... e forse non siamo in grado di gestire la situazione..."- continuò lui, sempre più in difficoltà. Tutto quel dolore lo stava facendo impazzire... avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto abbracciarla, ma non poteva, non poteva... non poteva cedere.

Ino, del resto, non ce la faceva più. Aveva intuito tutto, lo aveva capito ancora prima di sentirlo parlare: lo aveva capito guardandolo negli occhi, quello sguardo sfuggente e colpevole valeva più di cento confessioni. Ma lei voleva la verità: lì, subito, adesso. Voleva sentirglielo dire, voleva che le dicesse chiaro e tondo senza tanti giri di parole ciò che aveva deciso. Se era sicuro di ciò che stava per fare, doveva esserlo fino in fondo. Ma doveva sbrigarsi, perché il dolore della ragazza stava aumentando così tanto che non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime ancora a lungo.

-"CHE STAI DICENDO, SHIKAMARU?!"- urlò poi lei spazientita, con voce rotta dal dolore.

Shikamaru la guardò sgomento, gli occhi pieni di desolazione. Ino stava soffrendo, soffrendo da impazzire per colpa sua... ancora una volta. Stava finendo così come era iniziata. Forse quello era un segno.

Lui l'amava, ma non voleva farla soffrire, e forse il suo amore non poteva farle altro che male. Era meglio rinunciare a lei se questo significava farla stare meglio. Come gli aveva detto Kiba molto tempo prima... il vero amore permette di sacrificare la propria felicità per quella della persona amata. E lui l'avrebbe sacrificata per renderla felice. Forse c'era qualcun altro più meritevole e più degno di lei. Ino meritava di meglio e soprattutto doveva essere felice. Come aveva potuto illudersi anche solo per un momento di essere quello giusto per lei?

-"...è meglio prenderci una pausa, Ino..."- asserì lui, con voce bassa e roca.

-"...se mi amassi davvero non ne avresti bisogno..."- ribatté lei prontamente, lasciando che una lacrima le scivolasse sul viso, fissando il ragazzo con sguardo carico di rancore.

Shikamaru rimase senza parole. Come poteva dirgli una cosa del genere? Proprio a lui, che stava rinunciando a lei per renderla felice?

-"Ino... io ti amo, però..."-

-"Basta! Non voglio più sentirti!"- urlò lei, portandosi le mani alle orecchie -"Non voglio più sentire le tue bugie! Ammetti che ami più l'essere ninja che me, ma non dire di amarmi e di aver bisogno di separarsi perché non lo sopporterei! Dì chiaramente che non hai più bisogno di me e basta, Shikamaru!"-

-"Ma non è così...!"- protestò lui.

La biondina lo fulminò con occhi carichi di risentimento, lasciando libere le altre lacrime che aveva cercato inutilmente di fermare fino ad allora.

-"...perché mi fai questo... perché..."- singhiozzò lei, prima di voltarsi e di scappare via.

Shikamaru scattò e la riprese per il braccio, obbligandola a guardarlo.

-"Ino, calmati! Perché non cerchi di capire?!"- la rimproverò lui.

-"Lasciami! Non voglio vederti mai più! Mai più... hai capito?"- gridò lei con la voce rotta dai singhiozzi.

Il ragazzo abbassò lo sguardo, allentando la presa al braccio della biondina, lasciandosela scivolare via e permettendole di scappare, svanendo all'orizzonte.

Shikamaru si appoggiò contro una parete, lasciandosi cadere a sedere. Si portò le mani al volto, confuso e afflitto, un ghigno amaro sul volto: aveva lasciato Ino da nemmeno trenta secondi e già si pentiva della sua scelta.

 

 

 

 

 

 

 

Un grazie infinito a Celiane4ever, Luna123, Andrearomanista, Killuy_93 e Ayumi Yoshida per le vostre recensioni! Bacione Sakurina

  
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