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Autore: allison742    27/04/2013    3 recensioni
Ci sono cose che non vogliamo che succedano, ma che dobbiamo accettare.
Cose che non vogliamo sapere, ma che dobbiamo imparare.
E persone senza le quali non possiamo vivere, ma che dobbiamo lasciar andare.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"La difficoltà più grande non è proporre qualcosa di nuovo, ma rendere nuovo qualcosa di vecchio."
Buona lettura


 












Sì, lo amo.
 
- Stana? Stana sei in casa? – sento Tamala bussare incessantemente alla porta.
Mi alzo a fatica, indosso una vestaglia e le apro.
- Che vuoi? – rispondo, forse un po’ troppo scorbutica.
- Forza! Lavati, vestiti, truccati! Oggi usciamo.
- No Tam. Oggi no. – mi passo una mano sul viso, spargendomi il mascara sulla guancia. Ho gli occhi spenti. Non mi vedo, ma ne sono certa.
- Oggi no, ieri no, l’altro ieri no… quando sarà il giorno giusto? Quanto ti passerà tutta questa sorta di depressione e ricomincerai a vivere? E’ passato un mese tesoro, dobbiamo superare la fare del “mi chiudo in casa”. Per il bene di tutti. – mi prende la mano e la stringe, mi fa capire che c’è e ci sarà, nonostante tutto.
- Per il bene di tutti eh? E nessuno pensa mai al mio bene? Perché, se ve ne foste dimenticati, qui sono io quella che è stata abbandonata.
- Lo sabbiamo benissimo che stai soffrendo, ma di certo non ti aiuterà startene nel letto tutto il tempo! A che giorno risale quell’ombretto? Da quanto non ti cambi la maglietta? Ti ricordi ancora come si apre un frigorifero? Sveglia Stana! C’è un mondo la fuori, e non sta aspettando altro che il tuo splendore!
Mi sforzo di farle un sorriso, ma si tramuta subito in una lacrima. Non ce la faccio. Non sono ancora pronta.
- Ehi… non fare così. Forza, sediamoci e parliamone. – mi dice, asciugandomi le guancie e lasciandomi un bacio sulla fronte.
Ci accomodiamo in salotto, e subito raccolgo le gambe intorno alla braccia, nascondendo il volto tra le ginocchia, mentre il tessuto al di sotto si riempie di lacrime.
- Non usciamo, ok? Staremo qui comode e guarderemo un film! Azione, che ne dici? Uno con Angelina Jolie magari?
Non rispondo, non accenno un movimento, solo cerco di respirare regolarmente e di nascondere il mio pianto. Sembro una ragazzina, una stupida ragazzina. Ma, d’altronde, che altro posso fare? Mi suicido? Mi sembra eccessivo, e poi la vita mi ha insegnato che, piuttosto di uccidere sé stessi, bisogna uccidere chi ti impedisce di vivere serenamente. Sto delirando… i pensieri non hanno più un filo logico.
- Stana… - mi sento una mano sulla schiena.
Alzo lentamente il viso, e vedo gli occhi di Tamala preoccupati. Mi abbraccia all’improvviso, dimostrandomi il suo sostegno.
- Forza tesoro… io sono qui, puoi contare su di me. Sempre, lo sai?
Annuisco, incastrata nel suo abbraccio.
- Forza, guardiamo questo film… - sussurro, mentre la vedo leggermente rilassarsi.
Lo fa partire, io poggio la testa sua spalla e mi addormento ai titoli di testa.
Sogno una vita tranquilla, senza preoccupazioni, senza sofferenze e senza lui. O meglio, lui con me.
Sento il mio appoggio cedere, e mi sveglio di colpo.
- E’ finito il film? – chiedo, ancora assonnata.
- L’ho fermato, dormivi troppo bene.
Le sorrido, stringendole una mano.
- Ti vedo meglio… come ti senti?
- Non lo so Tam… sono frastornata e frustrata…
- Ho capito, ti serve uno sfogo!
- Uno sfogo?
- Sì! Forza, ci sono io. Parlami. Dimmi in faccia tutto quello che c’è nella tua testa e arrabbiati, senza tristezza, solo rabbia. E’ il rimedio migliore.
Ci penso su e decido che forse ha ragione. Per giorni ho tenuto tutto represso in me, per troppo tempo sono stata talmente arrabbiata da non rendermene neanche conto. E’ arrivato il momento di buttar fuori tutto.
- Perché nei film non fanno vedere quanto cazzo fa male amare una persona e non poterla avere? Perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metro, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché la frase giusta arriva sempre nel momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare sotto il portone di qualcuno, farlo scendere, scusarsi e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra e labbra e sentirti dire “Non m'importa, l'importante è che sei qui.”? Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno fragili sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che amano come noi non ci riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.
- Wow… sei davvero arrabbiata signorina Katic!
Non posso fare altro che sorridere amaramente alla sua reazione.
- Lo so che può sembrare quasi adolescenziale, ma non ho altre parole per esprimere quello che sento.
- Stana, guardami. E’ stato perfetto. Se tu ne sei convinta, e se tu credi in ciò che hai detto, è stato perfetto.
Annuisco, senza distogliere lo sguardo.
- Bene, mi sono sfogata, ti ho detto tutto, forse mi sento più libera… ma, in pratica, cosa è cambiato?
- Il tuo stato d’animo, che ti porterà a parlare con lui. – non era una domanda.
- Stai scherzando, vero? – mi allontano dal suo abbraccio per poterla vedere meglio. – E’ stata una sua scelta, io ho già provato a fargli cambiare idea. Non è servito, dunque non aspettarti che adesso io torni da lui a pregarlo.
- Ascoltami bene: in tutto ciò che è successo, vedi il lato positivo: non è sparito. Tanti uomini se ne vanno e scappano per anni dopo un discorso come quello che ti ha fatto. Lui no, lui è rimasto. E hai la straordinaria fortuna di uscire, attraversare un paio di strade e bussare alla sua porta per vederlo e parlargli. Pensa a tutte quelle donne che hanno girato il mondo o a quelle che, sconvolte, non hanno neanche provato a cercarlo. Tu ce l’hai qui, e hai la possibilità di sistemare le cose… non gettarla all’aria!
- Non è questione di lontananza. Potrebbe anche essere nella stanza accanto che sarei della stessa opinione. Ci sono cose che non vogliamo che succedano, ma che dobbiamo accettare. Cose che non vogliamo sapere, ma che dobbiamo imparare. E persone senza le quali non possiamo vivere, ma che dobbiamo lasciar andare.
- Tu non devi lasciar andare nessuno. Dimmi una cosa, lo ami?
Sospiro, pensando a tutti i momenti passati insieme: il primo sguardo, gli anni di sottecchi e vergogna di fare il primo passo, poi il primo abbraccio, la prima notte, i sorrisi, le parole sussurrate in riva al mare, i libri letti, i viaggi, le litigate, le cene a lume di candela, le passeggiate al parco, i sogni… e poi il lavoro. Il lavoro che rovinò i sette mesi passati insieme.
- Sì, lo amo. – rispondo senza esitazione, nonostante tutto.
- E allora forza, alzati da questo divano e combatti per ciò che ami.
- Non riesco Tam, non posso.
- Perché non puoi? Niente te lo impedisce.
- Lui ha dovuto fare una scelta. Ha dovuto scegliere tra me e la carriera. E non ha scelto me.
 
 


   
 
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