«Sono qui, e ho ancora dieci dita delle mani, due orecchie, un naso e gli arti attaccati al giusto posto.» mormorò il Nephilim lasciandogli un dolce bacio sul dorso della mano. Ci fu una risata soffocata a cui seguì un momento di silenzio che ad Alec parve infinito, fino a quando Magnus non aprì gli occhi e le sue iridi verde-miele brillarono nella penombra della stanza «Vieni qui, fammi controllare.» [...]
«Adesso ti sei convinto che sono intero?» mormorò Alec, interrompendo il silenzio e quell’intimo momento in cui nelle iridi di uno vi era il riflesso dell’altro. «Certo che no, cioccolatino!» disse Magnus sfiorandogli il petto e l’addome con la punta dell’indice, fermandosi sotto l’ombelico. «Non ho ancora controllato in che stato è il piano inferiore.»