Anime & Manga > Cyborg 009
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Autore: telesette    01/05/2013    1 recensioni
All'inizio Joe era dietro di lei, pronto a sorreggerla in caso di bisogno.
Ora che stava ritrovando la fiducia e il coraggio invece, assieme alla gioia di volteggiare serena sulle punte, era come se stessero addirittura ballando assieme.
Se chiudeva gli occhi, Françoise poteva addirittura vedere lei e il suo amato Joe volteggiare assieme sul palcoscenico.
La bionda principessa di bianco vestita e il suo principe, proprio come in una meravigliosa favola d'altri tempi, entrambi uniti da una melodia dolcissima che guidava i loro passi...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Françoise Arnoul, Joe Shimamura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia amica meg9, per il suo anniversario...

 

***

 

Sei nata per ballare

immagine di: =Schreibaby-Zephyr su deviantART

Ormai era trascorso parecchio tempo da quella sfortunata missione sulle alpi svizzere.
In quell'occasione, spingendo 009 da parte per risparmiargli un colpo altrimenti fatale, 003 era rimasta gravemente ferita alla gamba. Il dottor Gilmore aveva constatato la profondità della ferita, intervenendo chirurgicamente per risanare il muscolo, tuttavia lo riempì di sollievo il fatto che l'osso e i tendini non avessero subito danni incurabili.
Malgrado avesse ancora la caviglia fasciata, 003 aveva infatti ripreso a camminare da qualche giorno e, proprio come diceva lo scienziato, non sembravano esserci complicazioni. Poteva poggiare il piede senza problemi, perfettamente in grado di sostenersi, e dunque ( pensava! ) si avvicinava anche il giorno in cui sarebbe tornata a calcare le scene del balletto classico.
Secondo il professore, anche se convalescente, poteva già cominciare a riprendere gli esercizi.
Françoise indossò la tenuta da allenamento, mettendo un leggero dolcevita rosa sopra il body nero e la bianca calzamaglia semitrasparente, dopodiché si recò nella palestra della base e cominciò a flettere i muscoli sulla sbarra per riscaldarsi. Nonostante la lunga inattività, il suo corpo non aveva affatto perso la sua naturale flessuosità ed elasticità.
I movimenti di Françoise erano leggiadri e aggraziati come sempre e, a parte il leggero intorpidimento dovuto al lungo riposo forzato, il suo fisico sembrava tornato in piena forma.
Una volta terminato il riscaldamento, Françoise si portò dunque al centro della stanza e respirò a fondo per concentrarsi.
Le bianche scarpette da ballo che indossava erano vistosamente segnate, dal tempo e soprattutto dalle innumerevoli ore di allenamento, tuttavia Françoise era solita tenerle con grande cura. Da che era diventata un cyborg, ballare era tutto per lei; la musica di accompagnamento e il brivido di emozione, ogni volta che il suo corpo si muoveva assieme alle note, erano il suo unico legame con il passato e il futuro.
Non appena il registratore scandì chiara l'overture del suo pezzo preferito, la fanciulla socchiuse gli occhi, sollevò il braccio e fece per alzarsi sulle punte...

- Eh ?!?

Françoise sbarrò gli occhi attonita.
Nel momento stesso in cui il suo peso si spostò tutto sulle estremità più sottili delle gambe, per qualche motivo inspiegabile, il piede vacillò e le fu impossibile mantenere l'equilibrio. Convinta si fosse trattato solo di una banale distrazione, si passò dunque una mano sulla fronte per tergersi il sudore e attese mentalmente la seconda battuta.
Di nuovo quella sensazione.
La caviglia si irrigidì, e questa volta lei avvertì chiaramente una fitta di dolore lancinante.
Poiché aveva già sollevato la gamba sana, nel tentativo di eseguire la piroetta, l'appoggio le venne a mancare e si ritrovò miseramente accasciata sul pavimento.

- Non... Non è possibile - mormorò. - Eppure il professore ha detto che era tutto a posto, non capisco!

Non essendo mai stata una ragazza rinunciataria, subito si rimise in piedi e riprovò a volteggiare.
Ancora.
E ancora.
Niente!
Ogni volta che sentiva la nuda pelle sfregare contro la garza strettamente avvolta, era come se tanti piccoli aghi le si conficcassero dentro, strappandole un gemito dalle labbra.
Non riusciva a trovare l'equilibrio.
La sua caviglia era come la cerniera arrugginita di una porta scricchiolante.
Più volte Françoise cercò di resistere, sforzandosi di ignorare il dolore, ma dopo vari tentativi alla fine realizzò che era inutile.

- Perché - singhiozzò. - Perché, perché non ce la faccio... Perché ?!?

Calde gocce trasparenti caddero silenziose sul pavimento, mentre tutto il suo corpo era scosso da violenti brividi di disperazione.
Per quanto ci provasse, non riusciva a fare il movimento più semplice e naturale per lei.
Il suo sogno.
La sua passione.
L'unica cosa che ancora dava senso alla sua esistenza.
Se veramente non era più in grado di ballare, era come se qualcosa in lei si fosse spezzato.
Di lei dunque non rimaneva altro che un cyborg, una macchina dedita a servire gli altri, senza che le fosse concessa alcuna gioia?
Françoise Arnòul non esisteva, senza il balletto.
Priva anche dell'unica cosa che ancora faceva "umano" il suo corpo, era solo il Cyborg 003.
Poteva ricorrere alle sue facoltà visive e uditive, ma non poteva più materializzare i sogni col proprio corpo.
Non poteva più "volare" sulle note, come quando era bambina, e questo per lei era peggio di una tortura.
Improvvisamente avvertiva su di sé tutto il peso di una prigione meccanica.
Una prigione per la sua mente umana, costretta suo malgrado in ciò che non voleva essere.
Solo ballare le aveva in parte permesso di accettare la sua triste condizione, dandole la possibilità di vivere il suo sogno artistico, seppure per brevi istanti.
Ora invece non aveva più neanche quello.

- Non è giusto, no - singhiozzò lei, stringendo i pugni sul pavimento. - Non è giusto... Non è giusto!

Nell'emettere forte tutta la sua rabbia, quasi non si accorse della presenza vicina a lei.
009 era entrato nella palestra, vedendola piangere disperata, e subito si chinò a confortarla per quanto gli era possibile.

- Françoise - esclamò.
- Oh, Joe - gemette l'altra, cercando riparo e conforto tra le braccia del compagno.

Stretta contro il petto di lui, morbido nido fatto apposta per accoglierla, 003 desiderava che almeno Joe non le venisse tolto.
Il Cyborg la cinse amorevolmente con le braccia, sfiorandole piano la fronte e i capelli con le labbra, e ascoltando in silenzio tutta la sua immensa disperazione.
In breve Françoise lo mise a parte della situazione.
Quando ebbe finito, anziché compatirla, Joe decise di convincerla ad alzarsi e reagire.
Se il professor Gilmore non aveva riscontrato nulla di fisico in lei, il suo problema doveva per forza essere di natura psicologica.
009 conosceva benissimo il cuore di Françoise, così come sapeva perfettamente cosa significasse per lei la danza.

- Adesso calmati, Françoise - disse piano, prendendole il volto tra le mani e guardandola dritto negli occhi. - Sono sicuro che puoi farcela, se lo desideri: tu sei nata per ballare, anzi per volare, proprio come gli angeli raffigurati nelle chiese; la musica e te siete una cosa sola, lo sai benissimo, e non devi permettere di scoraggiarti a niente e a nessuno!
- Ma io lo vorrei, Joe; credimi, lo vorrei tanto, ma non ci riesco...
- Non dire così - insistette Joe bruscamente, portandosi le mani della fanciulla all'altezza delle labbra. - Io so che puoi farcela, ma devi convincertene anche tu!
- Joe...
- Andiamo, alzati - sorrise lui, guardandola con occhi rassicuranti. - Provaci, fallo per me, te ne prego!

Sulle prime Françoise sembrò scettica tuttavia, fidandosi ciecamente di Joe e delle sue parole, decise di fare un altro tentativo.
Di nuovo dunque si rimise in piedi.
Joe fece riavvolgere la cassetta nel registratore e la musica partì daccapo.
Ancora una volta Françoise si concentrò al massimo e, non appena la fitta si fece sentire, per poco non rischiò di cadere all'indietro.

- Non arrenderti - sussurrò Joe, afferrandola prontamente per impedire che si facesse male. - Tu sei più forte di ciò che ti blocca, ne sono convinto, perciò non mollare!
- Va bene - annuì lei, facendosi forza.

Con pazienza e determinazione, oltre che con i preziosi incoraggiamenti del suo compagno, Françoise strinse i denti e si sforzò di vincere il dolore che le impediva di concentrarsi. Man mano che continuava, proprio come sosteneva Joe, il dolore si faceva sempre meno intenso e più sopportabile. A poco a poco, Françoise riuscì ad eseguire tutte le figure più impegnative. Ben presto si rese conto che non erano le fitte alla gamba bensì le sue paure a demoralizzarla e, con l'aiuto e la presenza di Joe al suo fianco, si impegnò al massimo per riuscire a superare del tutto il suo blocco.
All'inizio Joe era dietro di lei, pronto a sorreggerla in caso di bisogno.
Ora che stava ritrovando la fiducia e il coraggio invece, assieme alla gioia di volteggiare serena sulle punte, era come se stessero addirittura ballando assieme.
Se chiudeva gli occhi, Françoise poteva addirittura vedere lei e il suo amato Joe volteggiare assieme sul palcoscenico.
La bionda principessa di bianco vestita e il suo principe, proprio come in una meravigliosa favola d'altri tempi, entrambi uniti da una melodia dolcissima che guidava i loro passi...
La melodia del cuore!

FINE

   
 
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