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Autore: telesette    03/05/2013    3 recensioni
Sua Maestà la regina, vittima di un qualche intrigo di corte, è stata avvelenata. L'unico medico probabilmente in grado di salvarla è un uomo di nome Dajenau, di cui si sono perse le tracce anni addietro. D'Artagnan e i moschettieri devono dunque trovare quest'uomo, ovunque esso sia, e non hanno molto tempo a disposizione...
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Re Luigi XIII, Regina Anna, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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De Tréville si impegnò anima e corpo, per fare luce sulla scomparsa di Constance.
Anche se non disponeva di prove sufficienti per accusare De Vitesse, nulla riusciva a togliergli dalla testa la certezza che quel viscido nobiluomo avesse a che fare anche e soprattutto con quella storia. Certo, i dubbi e le paure di Richelieu non erano da meno: De Vitesse era un uomo pericoloso, capacissimo di architettare un colpo di stato in piena regola, dunque andava tenuto sotto controllo per più di un motivo.
Purtroppo non era possibile avvicinarlo, né procedere apertamente contro di lui, e comunque non certo sulla base di semplici supposizioni.
Gli uomini di De Tréville erano tutti piuttosto in gamba, ma non avevano certo l'intraprendenza di D'Artagnan, l'intuito di Athos, la determinazione di Aramis né tantomeno il coraggio di Porthos. Poiché i quattro migliori moschettieri del suo reggimento erano ancora lontani, impegnati tuttora nella disperata ricerca di Dajenau, De Tréville non sapeva proprio su chi altri fare affidamento per quella dannatissima situazione.
Poiché era necessaria la più totale collaborazione, Richelieu e De Tréville si dissero d'accordo nell'incontrarsi ogni dodici ore, per consultare insieme i rapporti dei moschettieri e delle guardie cardinalizie che avevano l'ordine di controllare a debita distanza i movimenti di De Vitesse.
Purtroppo sinora tanto De Tréville quanto Sua Eminenza non si potevano dire fortunati nelle indagini.

- Niente da fare - esclamò Richelieu d'un tratto, chinando il capo sui rapporti con aria sconsolata. - De Vitesse non è tipo da commettere imprudenze e, se non riusciamo a raccogliere anche la più piccola traccia, sarà impossibile mettere a parte Sua Maestà del suo bieco complotto!
- Dubito che Sua Maestà ci ascolterebbe, in ogni caso - osservò gravemente il capitano dei moschettieri, ovviamente alludendo alle condizioni in cui versava tuttora la Regina. - Non ho mai visto Re Luigi così abbattuto!
- E' comprensibile - annuì il Cardinale. - Secondo il medico, le possibilità che la Regina Anna possa riprendersi sono pressoché nulle...
- Non siamo qui per parlare di questo, adesso - tagliò corto De Tréville bruscamente. - Piuttosto, ditemi, chi si sta occupando di sorvegliare De Vitesse in questo momento?
- Monsieur Rochefort, ovviamente - rispose il Cardinale. - Anche se non condividete i suoi metodi, senza dubbio riconoscerete la sua abilità sul campo!

De Tréville chinò il capo, come se si fosse imbalsamato di colpo.

- E' proprio perché lo conosco, che nutro dei seri dubbi - sospirò, stringendosi nelle spalle.

***

- Etciù!
- Salute - esclamò Jussac, porgendo garbatamente il fazzoletto al suo superiore.

Rochefort si soffiò il naso, imprecando a bassa voce per l'umidità e il fetore del vicolo in cui erano stati costretti ad acquattarsi.
Non era certo facile pedinare qualcuno senza essere visti, specialmente un nobile, così erano costretti a svolgere le loro indagini in condizioni sempre più scomode e indescrivibili. I due ufficiali al servizio di Sua Eminenza erano stretti in uno spazio angusto e soffocante, in una fessura tra due abitazioni a malapena sufficiente per passarvi di lato, e proprio davanti ad una botte scoperchiata che odorava in modo terribile di aringhe affumicate.
Dalla loro posizione, in prossimità di uno dei ponti che attraversava la Senna, videro il Duca passeggiare tranquillamente dalla parte opposta. Costui sembrava ignaro di essere osservato, addirittura si era messo a giocherellare con il pugnale, e sembrava anche in procinto di aspettare qualcuno.
Fortunatamente per Rochefort e per il suo sottoposto, colui che De Vitesse aspettava non tardò ad arrivare.
Il Duca rinfoderò l'arma, sorridendo beatamente, e si avvicinò al nuovo arrivato per scambiare con lui alcune parole in via del tutto confidenziale e riservata.
Purtroppo sia Rochefort che Jussac non avevano modo di sentire cosa si stessero dicendo e, non potendo certo avvicinarsi tanto da ascoltare la loro conversazione, l'ufficiale dovette escogitare in fretta una soluzione.

- Trovato - disse, districandosi a fatica dalla sua postazione. - Vieni, Jussac, dammi una mano!
- Eh ?!?

Sotto lo sguardo allibito e confuso di Jussac, Rochefort si sporse completamente fuori del ponte, proprio in corrispondenza del punto da dove gli era possibile inquadrare con lo sguardo il Duca e il suo interlocutore ( un uomo alto e di corporatura robusta, avvolto da un pesante mantello e con un cappello a tesa larga che gli nascondeva parte del volto.

- Vieni qua - ordinò Rochefort, tendendo il braccio a Jussac. - Tienimi forte, mi raccomando!
- Ma capitano - fece l'altro perplesso. - Che cosa avete in mente di fare, siete impazzito?
- Obbedisci - ruggì Rochefort spazientito. - Gli ordini di Sua Eminenza sono chiari: sorvegliare De Vitesse e raccogliere quante più informazioni possibile... Perciò devo scoprire cosa si stanno dicendo lui e quell'altro, a costo della vita!

Senza osare contraddirlo, Jussac afferrò saldamente il braccio del suo ufficiale, consentendo a quest'ultimo di puntare i piedi sul parapetto e restare audacemente sospeso in orizzontale sopra il fiume. Da questa assurda quanto assolutamente indescrivibile posizione, Rochefort poteva tuttavia osservare la scena che gli interessava con estrema chiarezza. Pur avendo perso un occhio in guerra, dovendo compensare in modo efficace la sua menomazione, l'occhio rimastogli aveva infatti sviluppato una vista pari a quella di un'aquila. Ignorando i muscoli indolenziti e concentrandosi al massimo nella sua azione temeraria, Rochefort fu dunque in grado di leggere la conversazione sulle labbra.

- Perfetto - mormorò l'ufficiale, ricostruendo le parole, attraverso il sottile movimento labiale dei due individui. - Sua Eminenza aveva ragione: parlano di attendere che il veleno nelle vene di Sua Maestà la Regina compia il suo effetto; parlano di una riunione al vertice della nobiltà, che si terrà nelle sale del Louvre dopodomani; e adesso stanno anche parlando di una certa "impicciona" e di come l'hanno sistemata! Certo che, se dicessero anche dove si trova...
- Capitano - gemette Jussac, sentendo la presa scivolargli a causa del guanto. - Capitano, attento!
- Ma... Brutto cretino - esalò Rochefort, resosi conto della situazione. - Tienimi forte!
- Non ci riesco, è colpa del guanto...
- Ma che fai, disgraziato ?!?
- Capitano, non ce la faccio...
- Non osare!

Purtroppo com'era prevedibile, non appena la mano sgusciò via dalla presa di Jussac, Rochefort si ritrovò ad annaspare come un'anatra ubriaca e cadde in acqua con un tonfo sordo. L'unica nota positiva era che, pur con l'inconveniente, De Vitesse e il suo scagnozzo non si erano accorti di nulla; infatti, terminata la conversazione, si stavano ora allontanando lungo la strada che curvava ad est in uno dei vicoli adiacenti al fiume.
Nel punto ove era affondato Rochefort, comparve una vistosa chiazza di bollicine.
Jussac sporse la testa preoccupato, augurandosi che fosse ancora vivo, e lo chiamò animosamente per nome.

- Capitano Rochefort, state bene?

Subito Rochefort riemerse, con un pesce in bocca e altri due piccoli pesciolini nelle orecchie, rosso in faccia proprio come il tipico colore dei gamberi di fiume. Sputando dunque il pesce con rabbia, alzò lo sguardo verso Jussac e inveì aspramente contro di lui e la sua imbecillità.

- Tirami subito fuori di qui, specie di animale che non sei altro - urlò. - Voglio affogarti con le mie mani !!!

 

( continua col prossimo capitolo )...

 

Angolo Autore:

rieccomi di nuovo qua, dopo una lunga assenza.
Dedico questo capitolo a tutti/e coloro che hanno ancora la pazienza di leggere e aspettare gli aggiornamenti, in particolare hera85 e Tetide, scusandomi ancora per i disagi.
O.O purtroppo la mail di telesette è costantemente intasata, perlopiù di "richieste" su nuove storie e piccoli fandom perlopiù semisconosciuti, cosicché sono costretto a dividermi da una parte e dall'altra... a meno che qualcuno non mi faccia dono dell'ubiquità!
Ad ogni modo cercherò comunque di fare il possibile, tempo e lavoro permettendo, come sempre del resto.
Ringrazio tutti/e per le lettere e i disegni, cui purtroppo faccio spesso molta fatica a stare dietro, e ovviamente continuerò a scrivere storie ancora per molti anni - anzi, mi sa che dovrò chiedere a Lucifero di tenermi il posto in "caldo", per portare a termine tutte le idee che ho in testa... dunque dovrete sopportare la mia presenza per circa mezzo secolo, mese più mese meno.
^__^ Alla prossima fanfiction o aggiornamento!

DADO

   
 
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