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Autore: duckyduessonoff    03/05/2013    3 recensioni
"Io ho perso tutto questo, ma lei non potrebbe neanche lontanamente immaginare quanto lo vorrei indietro."
"La verità è che lui mi manca, e che non potrebbe neanche lontanamente immaginare quanto vorrei tutto quello che avevamo e che eravamo indietro."
"Io non potevo restare con le mani in mano a vederla crollare mentre lui non c'era. Dovevo fare qualcosa."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lena
"Allora, che facciamo oggi? Andiamo al mare?" Mi chiese.
"Come vuoi, tanto non ho nient'altro da fare."
Lui era Jack. Lo conoscevo da sempre, siamo nati insieme, è il mio migliore amico. Era abbstanza alto, capelli scuri corti ai lati e poco più lunghi sopra, gli occhi nocciola, dorati, e portava gli occhiali. Era bello, questo non si poteva negare.
Io ero una normalissima ragazza, capelli castani, occhi azzurri, abbastanza bassa. Se sono bella non sta esattamente a me dirlo, sta a qualcun'altro.
Alla fine quel giorno andammo a mare. Era maggio, faceva caldo per essere ancora primavera. Abbiamo fatto il bagno, ci siamo schizzati l'acqua, abbiamo fatto tutto quello che possono fare cinque ragazzi di vent'anni a mare. C'erano anche Nate, Andrew e la sua ragazza.
Volevo bene a tutti loro, dopotutto erano gli unici amici che potevo considerare veri. Erano alcuni di quelli che trovi una sola volta nella vita, e, per mia fortuna, loro sarebbero rimasti per sempre.
Eravamo giovani, io e Jack avevamo vent'anni, Andrew ventuno e Nate ventidue. Lui era quello "vecchio", con affetto.
Tornammo a casa alle nove di sera, iniziava a far freddo fuori. Io e Nate abitavamo nello stesso palazzo, Jack abitava a venti minuti da casa mia, e Andrew con la sua ragazza poco più lontano. Quella sera, come sempre, entrarono tutti in casa mia. Nate seduto sul divano con Andrew e la sua ragazza, Jack su una sedia, io ovviamente cucinavo. Mi sfruttavano quei ragazzi.
Nate ad un certo punto tirò una palla di gomma in faccia a Jack, che era imbambolato a guardare la tv. Lui lo guardò male, poi prese la palla e la tirò a me. Mi prese nel preciso momento in cui giravo la frittella, che ovviamente finì per terra. Scoppiarono tutti a ridere. Alla fine Andrew disse "ma se ordiniamo qualche pizza?".
Cenammo con la pizza, poi Andrew e Charlie andarono via.
"Perché non guardiamo un film?"
"E che film? Abbiamo visto tutti quelli di Lena"
"Li vado a prendere a casa"
"Dipende, bisogna vedere se ne vale la pena di restare fino a tardi, domani mattina ho da fare"
"E che avresti di così importante da fare?"
"Eh..."
Io stavo zitta, mi piaceva ascoltare i loro discorsi. Nate dopo le dieci di sera iniziava a sembrare ubriaco, anche se ovviamente non lo era. Iniziava a non reggersi neanche in piedi da solo, infatti la maggior parte delle volte ero costretta a portarlo fino al suo appartamente praticamente trascinandolo.
"Io vado a casa, davvero, ho da fare domani"
"Ma cos'è tutta questa fretta? Dai, dicci cosa devi fare"
"Di solito non vuoi mai andartene da casa di Lena, anzi, non vedi l'ora di venirci"
Jack diventò rosso. Nate continuò a chiedergli cosa dovesse fare di così indispensabile da non voler stare con noi, e alla fine disse "devo vedere una persona!"
Nate iniziò a prenderlo in giro. Ad un certo punto si girò e mi disse "e tu, non sei gelosa?"
"Perché dovrei esserlo?"
"Neanche un pochino?"
"Ma va' va'".
Jack mi guardò un po' triste, poi ci salutò e se ne andò.
"Ma... Jack..."
"Jack cosa?"
"Jack non ti piace proprio? Vi conoscete da così tanto tempo"
Era davvero ora che Nate andasse a casa, non ragionava proprio più.
"Nate, ti accompagno a casa, davvero"
"Rispondimi"
"Ma no dai"
"Non ti piace?"
"Smettila Nathaniel"
Mi guardò male, odiava quando lo chiamavo per nome intero. Poi iniziò a ridere, e iniziai anche io.
Lo accompagnai a casa e lo lasciai lì, dopo avergli dato la buonanotte tornai a casa e mi infilai sotto le coperte.
Perché dovrei essere gelosa di Jack? Sinceramente, un po' lo ero. Ma pensavo fosse normale, era il mio migliore amico, lo conoscevo da sempre. Avrei voluto sapere chi fosse la ragazza che avrebbe incontrato. Ma perché ho detto ragazza? Lui ha detto che deve vedere una persona, non una ragazza. Perché ero arrivata alla conclusione che fosse una ragazza? Nate, sempre Nate. Volevo un bene dell'anima a quel ragazzo, riusciva a farmi ridere come nessun altro. Già solo guardarlo in faccia mi metteva allegria. Alla fine mi addormentai.

La mattina dopo mi svegliò qualcuno che bussava alla porta.
"Dio, chi cavolo è a quest'ora?!"
Erano le sette e mezza. Andai ad aprire, indovinate chi era? Nate, chi altri altrimentri?
"Ma buongioooorno bellezza!"
"Ciao"
La sera sembrava ubriaco e la mattina spruzzava vitalità da tutti i pori. Da circa dieci anni a quella parte tutte le mattine veniva da me a quell'ora, e tutte le mattine io me ne dimenticavo, ovviamente.
Voleva sempre la colazione, le sue amate frittelle con la Nutella.
'Mi mandano in bancarotta questi ragazzi, a forza di venire a mangiare sempre e solo da me', pensai.
E mentre lui beveva il suo bicchiere di latte e io continuavo a dormire sul tavolino, come tutte le mattine, mi disse "oggi andiamo a spiare Jack"
"Cosa?! Tu sei pazzo, io torno a dormire"
"No, tu vieni con me"
Mi alzai e tornai a letto, e lui mi venne dietro.
"Devi venire, vale anche la nostra opinione, non è che può andare con la prima che capita e mollarci qua, così"
"Ma 'sticazzi!"
"Guardati, sei ancora in pigiama"
"Non ho intenzione di alzarmi"
Se ne stava andando. Ma com'era possibile? Era sempre riuscito a farmi alzare di mattina, in un modo o nell'altro.
Infatti...
"Ma porca puttana! Nate!"
Iniziò a ridere, si buttò addirittura per terra per le risate.
Mi aveva svuotato addosso un secchio intero di acqua gelata.
"Eh, ridi ridi"
Continuava a girarsi e rigirarsi per terra, dicendo "oddio, non posso farcela".
Alla fine si alzò da terra, andò in cucina e io intanto mi cambiai. Appena fatto andai da lui e dissi "dai, andiamo a cercare Jack".

  
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