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Autore: erica_lucariello    04/05/2013    0 recensioni
amo i green day
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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La mia vita prima del concerto sta procedendo come sempre. la mattina lavoro a casa con lo stereo a palla, oggi non ho sentito il campanello per colpa dei DG. Era il postino, ha dovuto attaccare il dito al campanello prima che io gli aprissi. – buon giorno! – dissi io ancora con la porta in mano e uno splendido sorriso stampato in faccia. Lei che mi guardava con stupore – buon giorno – disse sopra la musica a palla – ho una raccomandata da farle firmare – con lo sguardo un po’ perplesso credendo che io non la sentissi dato che la musica era forte. Capendo la sua perplessità mi chiusi la porta alle spalle – andiamo sul retro che staremo più tranquille – dissi io sorridendo alla sue espressione perplessa. Facemmo il giro della casa. ormai con la bella stagione i miei passarono un sabato intero per allestire tavolini e sedie sotto il portico di casa. come si faceva ogni anno. Il problema era che avevo, come al solito le finestre aperte e oltre ad avere lo stereo a palla in cucina anche quello in camera mia era acceso e suonava American Idiot come quello in cucina. Ps AMERICAN IDIOT ho dovuto ricomprarlo perché a furia di ascoltarlo l’ho graffiato quindi in uno dei due arrivo fino a ST JIMMY. Lei appoggiò tutta la posta arrivata sul tavolo, consegnandomi la penna per firmare. Poi tranquilla tirò fuori la raccomandata e me la mise davanti agli occhi segnandomi dove avrei dovuto firmare. Ma ogni volta che cercava di concentrarsi o di parlarmi sembrava irritata dalla musica troppo alta che non le permetteva di concentrarsi. Io accanto a lei, ovviamente cercavo di restare seria e di fare finta di nulla. Quando dalle casse dello stereo si udirono le prime note di BOULEVAR D OF BROKEN DREAMS. Ps la voce di Billie in questa canzone mi fa venire i brividi. Vi immaginate essere in una stanza. Non necessariamente in camera da letto. Al buio e qualcuno vi si avvicina dietro le spalle e vi parla con la stessa voce? Bhe a me metterebbe i brividi! – questa canzone mi pare di conoscerla – disse la giovane postina mentre con la macchinetta mi faceva la ricevuta. Io sorrisi senza risponderle – d’avvero? – chiesi senza sentimento ne curiosità nella voce – già mi pare di averla ascoltata alla radio tempo fa – mi disse mentre firmavo – sicuramente mia nipote conosce la canzone – disse sorridendo – quanti anni ha? – le chiesi tranquilla mentre la canzone andava avanti – o è giovane e come tutti i giovani ascoltano queste canzoni “rumorose” – mi disse quando le consegnai la penna – be dipende, per me le canzoni rumorose sono quelle da discoteca, invece quelle soporifere sono quelle di GIGI D’ALESSIO e quelle di quei gruppi che si formano di cinque elementi – senza dirle il nome, ovviamente non penso che gli conoscesse. Lei mi guardò di soppiatto – hai ragione noi siamo più per le canzoni degli anni sessanta – mi disse segnandosi – bhe dato che hai delle nipoti così giovani potrebbero farti ascoltare qualcosa di decente – dissi sorridendo – come magari questo gruppo – aggiunse lei mentre la canzone giungeva al termine. Io le sorrisi. quando tornai dentro attraversai la cucina e il salotto, che sono tutt’uno e uscii dalla porta finestra che portava al giardino laterale, alla siepe e ai mie confinanti. Dovevo lavare per il marciapiede piastrellato. Presi tutto quello che mi serviva e lo portai fuori. Iniziò ARE WE THE WAITING mentre cominciavo a scopare il pianerottolo. Sentivo la musica mentre passavo la scopa sulle piastrelle, la bocca si muoveva a suon di musica dietro le parole che ormai conoscevo a memoria. Qualche volta muovevo persino la scopa a tempo, ma sapevo che se lo avessi fatto per tutta la canzone avrei scopato veramente poco di quel pianerottolo. Quando presi il mocio in mano arrivò il turno di ST JIMMY. Io mi allontanai dalla vetrata per partire a pulire dal punto più lontano. Bhe la canzone durò veramente poco. Troppo poco all’inizio della frase: my name is jimmy and you better not..si impiantò il primo cd in cucina, arrivava sempre fino a quel punto e poi saltava, mentre quello nuovo in camera continuava la canzone, l’effetto fu meraviglioso! Io continuavo a pulire e a cantare ascoltando lo stereo in camera – erica! – gridò qualcuno dietro la siepe – io alzai la schiena e girai la testa verso la siepe che faceva da confine tra il mio giardino e le villette confinanti – finalmente possiamo sentire il cd per intero questa volta – disse una voce squillante maschile – per la vostra gioia ho preso il cd nuovo – gridai – e sé non hai impegni urgenti potresti venire da questa parte per ascoltarlo bevendo un caffè e fumando una sigaretta insieme! – gridai mentre appoggiai il mocio sulla parete esterna della casa. e mi asciugai le mani sul grembiule mentre il mio vicino, il più svitato di tutti oltrepassava la siepe attraverso un passaggio. – buongiorno – mi disse con il sorriso più splendido che aveva – ciao – risposi io andandogli incontro. quando ci raggiungemmo ci abbracciammo baciandoci sulla guancia – allora ho saputo che sei a casa, dal volume della tua radio alla mattina, - intervenne sorridente. Io come risposta lo guardai di storto. Il mio vicino di casa era un ragazzo della mia età, inizialmente viveva nella villetta dei genitori, poi si è trasferito assieme alla sua fidanzata nella villetta accanto. La sua famiglia, di conseguenza anche lui sono del sud, vengono da Napoli. Quando si sono trasferiti accanto a casa mia, sua madre per farsi conoscere dal vicinato a fatto la pastiera per tutti i suoi vicini  e io che sono golosa fu il più bel regalo che potessero fare. io e suo figlio siamo sempre andati d’accordo. Ci siamo sempre presi in giro in tutto e per tutto. Lui tifoso di calcio come la sottoscritta ma lui tifoso del Napoli e io dell’Udinese quando c’erano i derby di vicinato era sempre una lotta! Ovviamente sana e divertente. – devo dedurre dalle tue parole che mi spii – dissi io con un sorriso – bhe viviamo praticamente accanto e quando esco ti sento muoverti in casa e la musica che tieni a basso volume sempre – intervenne sorridendo – lo vuoi o no questo caffè – dissi diventando seria. Anche lui lo divenne, mi guardava con stupore cercando di leggermi negli occhi – sé continui a prendermi in giro dovrei fartelo da solo – intervenni io mettendomi a ridere. passammo un’ oretta a sentire la musica, bevendo il caffè e fumando la sigaretta. Lo informai che sarei andata al concerto del GD il mese prossimo e non vedevo l’ora. Parlammo del più e del meno, anche di cose serie, come il lavoro e il fatto che io ero a casa. quando ci lasciammo erano già le undici. Sentii che lui accese il motore della macchina e fece retromarcia sul vialetto mentre io riprendevo a essere la cenerentola di casa. non mi accorsi dell’arrivo di mio padre se non perché ha l’abitudine di spegnermi la radio quando arriva a casa, credo che sia l’unico in famiglia che non gli piaccia sinceramente la musica dei GD. Il pomeriggio passò in fretta. Un messaggio del mio moroso mi avvertiva che la sera stessa ci sarebbe stata una festa per il primo anno di gestione di un bar. Avrebbero offerto la pasta a tutti quelli che partecipavano. Bere escluso! Anche sé io e il mio moroso abitiamo quasi a cinquanta metri l’uno dall’altro mi venne a prendere in macchina. Parcheggiammo vicino a bar che si trovava in piazza. Molta gente era già fuori che beveva la birra e mangiava pasta. Ci unimmo alla mia compagnia d’ infanzia, ne avevo passate tante con loro! e ancora oggi ci divertiamo a trovarci per parlarne insieme. appena ci videro ordinarono due birre per me e il mio moroso incominciando a parlare del più e del meno. Ogni volta che si parlava di qualsiasi argomento veniva fuori storie di anni prima con la frase – ti ricordi quando?- comunque finimmo per parlare di una sagra che si sarebbe svolta in maggio – erica tu vieni a darci una mano- mi chiese un amico – dipende quando è ?- chiesi tranquilla – bhe il fine settimana del 24 maggio e la prima di Giugno – disse. ALLARME!!! Guardai il mio amico con occhi da cerbiatta. Lui mi restituì lo sguardo stupito. Il mio moroso mi anticipò – è al concerto del GD a Trieste – disse senza emozione nella voce, guardandomi - il mio amico passò lo sguardo da Andrea, il mio moroso a me – ok quando è il concerto – il25 – risposi io – parto con il treno a mattina, assisto al concerto e poi dormo in albergo e riparto la mattina dopo – spiegai – dovrei arrivare per il primo pomeriggio – aggiunsi. Guardandolo tranquilla – ho sentito che qui c’è una piccola punk – intervenne una voce dietro le mie spalle. Mi girai di scatto – lo ero anche io – disse la cameriera che lavorava nel bar – amo anche io GD – mi disse con un sorriso. Evviva!!!! Pareva che in quel paese gli conoscessi solo io!!! Le feci il più grande sorriso che avevo nel mio repertorio – potresti venire con me al concerto- chiesi con timore. Lei ci pensò un attimo – avrei fatto già il biglietto se fossi stata libera per quel giorno – mi disse dispiaciuta – a parte che io l’ho saputo perché lo hanno detto su virgin radio e perché seguo le loro notizie su internet. Pubblicità in giro poca – mi disse rammaricata. Be Trieste è lontana da noi, manca meno di un mese ma da noi non ci sono cartelloni del loro tour nemmeno a pagarli. Magari a Trieste e dintorno sarà tappezzato all’inverosimile. Accanto a noi, nello stesso tavolo, una persona stava ascoltando il nostri discorsi e ci interruppe – scusate ma di che gruppo state parlando? – chiese con un forte accento straniero. Io e la barista del locale ci guardammo senza capire. Poi il mio moroso intervenne – si chiamano GREENDAY – disse – e che musica fanno? – chiese di nuovo guardandomi. Ok l’uomo era di una certa età, bhe non troppo vecchi avrà avuto cinquant’anni. ci spiegò in seguito che veniva da lontano e che era un patito di musica rock, aveva partecipato a molti concerti e i suoi gruppi preferiti erano i depp purple, kiss e molti altri. – bhe i GD sono un gruppo punk- rock – dissi per fargli capire meglio, senza stare a spiegargli tutta la storia. Lui mi guardò come sé avessi detto una bestemmia – non gli conosco – intervenne sicuro. Io e la cameriera ci guardammo d’intesa – bene – disse lei – è un peccato che tu non conosca il fascinoso, figo e nano Billie. Il tenebroso Mike – disse sorridendo – i cool – dissi io svelta. Avevo paura che lei facesse riferimento alla palla mancante di cool. Era la verità ma non è per nulla carino che tutti glielo ricordassero! L’uomo ci guardava con un grosso punto interrogativo stampato in faccia – sono malate – intervenne il mio moroso sorridendo all’uomo. questo si alzò dalla sedia e si diresse verso la piazza – ecco lo avete spaventato – mi disse Andrea sorridendo. io gli diedi una pacca leggera sulla spalla. Dopo qualche minuto l’uomo tornò con un computer portatile sotto il braccio, si sedette in silenzio, aprì il pc e con tutta la serietà di questo mondo disse – ok come avete detto che si chiamano? – io e la mia amica, con tutti quelli che erano lì vicino guardammo l’uomo con incredulità e ammirazione – ecco adesso è diventato come voi. Idiota – disse il mio morosi mettendosi le mani nei capelli. L’uomo sentendo quella parola che poteva sembrare un’offesa lo guardò serio – non preoccuparti ,il gruppo si chiama GREENDAY - dissi tranquilla mentre lui lo digitava sul pc, io aggiunsi – Andrea non voleva offenderti – continuai sorridendo – gli IDIOT – marcai la parola guardando il mio moroso allargando gli occhi – sono quelli che seguono il gruppo.. i fan ma solo quelli veri – dissi guardando la mia amica che mi sorrise. – eccoli sono loro? – disse l’uomo girando il pc verso di noi – io e la cameriera come due bambine cominciammo a segnare con il dito tutti i componenti del gruppo dicendo i loro nomi e facendo un commento su ognuno di loro – bene sé riesci a vedere anche youtube possiamo sentire qualche canzone, così per farti un’idea – dissi io tranquilla. L’uomo era veramente curioso e obbedì, si collegò a youtube e le venne fuori l’elenco di tutte le canzoni che avevano fatto – che cosa metto? – chiese alzando la testa verso di noi. Gli facemmo ascoltare una canzone per ogni album, dai primi fino alla trilogia. Ovviamente non le più famose! Comincia con Maria la canzone che ascoltai per prima del gruppo e che mi fece innamorare di loro. la musica dentro era diversa da quella che ascoltavano noi fuori e per un’ora io la cameriera l’uomo sconosciuto e tutti quelli che erano lì ascoltammo i GD le ore passavano. Le risa erano ancora alte nella sera fresca di fine aprile. La musica dentro stava degenerando con un mix di canzoni oscene! Quando misero il pulcino pio, aprì la borsa e mi diressi verso il bancone del bar, incrociai lo sguardo della mia amica e ci capimmo al volo. Le consegnai dos e lei lo inserì nello stereo sorridendo. venni fuori quando le prime note uscivano dalle casse. Guardai il mio compagno che rassegnato alzò le braccia al celo. Lui proprio non gli sopporta! Questo dice lui ma qualche volta quando andiamo fuori con la mia macchina e e dentro la radio ho sempre un cd dei GD lo sorpreso più di una volta a battere le mani a tempo o a muovere la testa! Presi la mia birra in mano e bevvi un lungo sorso. La serata perfetta! Riuscimmo a sentire tutto il cd prima che i padroni del bar ci avvertissero che la festa era finita. Guardai l’orologio. Era la una! In tre anni di fidanzamento non ero stata mai fuori così allungo. Salutammo le poche persone che erano rimaste sulla strada. andai dentro ha riprendermi il cd e a salutare i padroni di casa. ero soddisfatta della serata, non perché avevo monopolizzato la radio per un’ora ma perché la vita ci allontano dalle cose che una volta erano vitali per noi. Dalle persone che facevano parte della tua vita e che tu non potevi farne a meno. Poi crescendo tutti hanno preso strade diverse. Alcuni sono andati a lavorare lontani, altri si sono sposati e adesso di ritrovano genitori. Altri ancora non hanno voglia di uscire. Ma quella sera. Quella particolare sera eravamo tutti in sintonia come una volta. a ridere scherzare, bevendo una birra e ascoltando buona musica. Quando si era giovani non ci ritrovavamo nei bar ma semplicemente in piazza, magari qualcuno portava la radio, a batterie e si sentiva la musica. Parlando per ore, ascoltando musica e mangiando gelati. Io quella sera sono tornata indietro di decenni. Mentre ascoltavo i vari discorsi mi sentivo ragazza(18) enne. È stata una sensazione bellissima. ho assaporato fino un fondo quella sensazione. La porto ancora nella mente! Ps credetemi che quello che ho raccontato in questo capitolo è tutto vero!
   
 
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