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Pov
Jasper
Era
una bella
giornata di sole, tutta la mia famiglia era indaffarata, Edward e Bella
erano
chiusi nella loro casetta, Carlisle era a lavoro, mentre tutti gli
altri erano
andati a caccia.
Io
ero rimasto a
fare da baby sitter a Nessie.
La
guardavo
mentre giocava, era così bella quella bambina, emanava
sempre emozioni
positive, era sempre felice.
Nel
frattempo
stavo pensando a cosa potevo regalare ad Alice per
l’anniversario del nostro
primo incontro.
A
un tratto, mi
sentii sfiorare il ginocchio, Nessie stava cercando di richiamare la
mia
attenzione.
-Zio
Jazz, mi
prendi in braccio?-
-Ma
certo
piccola, vieni qui - le dissi allungando le braccia e sollevandola da
terra,
per farla accomodare sulle mie gambe.
Lei
poggiò la
mano sul mio viso e mi mostrò una scena con il suo potere,
in questa scena
Alice ed io eravamo abbracciati, ci sorridevamo, eravamo felici.
-Zio
Jazz, come
vi siete conosciuti tu e zia Alice?-
-Vedi
piccola,
tanti anni fa ero molto triste, a causa di molte persone che mi avevano
fatto
soffrire - dissi cercando di addolcirle la pillola, era una bambina
infondo,
non potevo raccontarle davvero del mio passato.
Continuai
con la
mia storia – La zia Alice, con una visione, vide che avevo
bisogno del suo
aiuto, e così in un bar di Filadelfia, si è
presentata a me offrendomi il suo
aiuto…-
Mentre
raccontavo, i ricordi mi tornarono alla mente.
Era
il lontano
1948, mi trovavo a Filadelfia sotto una tormenta, non mi dava fastidio,
ma se
fossi rimasto in strada a qualcuno sarebbe sembrato strano, quindi
decisi di
entrare in un bar.
Nessuno
avrebbe
notato i miei occhi perché erano neri, ma questo voleva
anche dire che ero
assetato.
Mi
guardai in
torno alla ricerca di una preda, quando vidi lei.
Era
seduta su uno
sgabello vicino al bancone, quando mi vide un sorriso spunto sulla sua
faccia,
mi si avvicinò e disse – Ciao Jasper, mi hai fatto
aspettare parecchio -
La
osservai, era
una giovane vampira, bassa magra, con i capelli corti e scompigliati,
sembrava
un folletto.
Quello
che mi
colpì di più furono gli occhi, erano due pozze di
oro colato.
-mi
dispiace
signorina- le dissi chinando la testa da bravo gentiluomo del sud.
-Vedo
che voi
conoscete già il mio nome, io potrei sapere il vostro?- le
chiesi
-Alice,
e dammi
del tu- aveva un nome bellissimo, la guardai, lei mi porse la mano ed
io la
presi senza chiedermi il senso di quello che stessi facendo, per la
prima volta
in almeno un secolo sentì nascere la speranza.
-Sono
davvero
sollevata di vederti qui- mi disse sorridendo – ero convinta
che non saresti
più arrivato-
Le
sorrisi di
rimando, era un sorriso sincero e spontaneo, cosa che da quando ero
diventato
un vampiro, non era mai successa.
Mi
portò a un
tavolo e m’invitò a sedermi.
Io
mi accomodai
dall’altra parte del tavolo di fronte a lei e lasciai la sua
mano.
In
quel momento
le sue emozioni cambiarono, era triste, delusa come se il mio gesto
l’avesse
fatta soffrire.
Istintivamente
le
ripresi la mano, non volevo che lei soffrisse.
Appena
la mia
mano sfiorò la sua, le sue emozioni tornarono positive,
sentivo che provava dei
sentimenti davvero forti nei miei confronti, ma non capivo come poteva
essere,
lei non mi conosceva nemmeno.
Eppure
lei
provava amore nei miei confronti, ma io non meritavo amore da nessuno,
io ero
un mostro.
-Tu
non sei un
mostro!- Mi disse lei cogliendomi di sorpresa.
-Come…
ma scusa
tu leggi nel pensiero?-
-No,
ma posso
vedere il futuro e ho visto cosa volevi dirmi.
Tu
non sei un
mostro Jasper, io lo so, sei stato costretto da Maria a fare cose
orribili, lei
ti ha manipolato!
Tu
non sei quello
che credi di essere, tu sei migliore io lo so per certo.
L’unica
cosa
certa della mia vita, da quando sono stata trasformata sei tu!
Quando
ho aperto
gli occhi, ero sola, non ricordavo niente, poi è arrivata la
mia prima visione,
e in quella visione c’eri tu.
Ho
capito di
amarti e che avevi bisogno del mio aiuto, non dovrai più
uccidere se non
vorrai, non dovrai più provare disgusto per te stesso,
potrai essere felice
finalmente! -
Le
sorrisi, da
quel giorno rimasi sempre con lei, insieme siamo partiti in cerca della
famiglia Cullen e siamo rimasti sempre con loro.
Ed
ora eccomi
qui, con in braccio la mia nipotina che ascolta rapita la mia storia.
-E’
una storia
bellissima zio Jazz- mi sorrise, poi avvicinò la sua manina
al mio viso.
Un’immagine
mia e
di Alice vestiti da sposi comparve nella mia mente.
-No
non ci siamo
mai sposati-
-Allora
cosa
festeggiate domani?- mi domandò lei curiosa.
-L’anniversario
del nostro primo incontro- le risposi sorridendo.
-E
hai intenzione
di farle un bel regalo?-
-Si,
ma non ho
ancora deciso cosa-
Lei
poggio di
nuovo la manina sulla mia guancia.
-E’
perfetto- le
dissi sorridendo, e lei mi sorrise complice.
-Ma
come faremo a
far arrivare tua zia al luogo di destinazione senza dirle niente e
soprattutto
senza farle avere visioni?- chiesi io.
Lei
ci pensò un
po’ su, poi sorrise e gridò –JACOB! La
zia non può avere visioni né su di lui,
né su di me! -
-Perfetto
Nessie,
sei un vero piccolo genio- le dissi io sorridendo, così
iniziammo l’attuazione
del nostro brillante piano.
La
sera del
nostro anniversario arrivò con un battito di ciglia, Nessie
ed io avevamo
preparato tutto, Jacob avrebbe portato Alice a destinazione, sotto
richiesta di
Nessie.
Io
invece stavo
aspettando Alice nel luogo, dove sarebbe avvenuto
l’appuntamento.
Ero
molto
nervoso, in quel momento avevo davvero bisogno che qualcuno esercitasse
il mio
potere su di me, anche se sapevo che sarebbe stato impossibile.
Sentì
il rumore
della macchina di Jacob, vidi Alice sul sedile del passeggero con una
benda
sugli occhi, era bellissima, aveva un vestito color crema con una sola
spallina
lungo fino a metà coscia e dei tacchi molto alti abbinati al
vestito.
Era
un po’
irritata, tipico di Alice quando non può avere visioni,
la
raggiunsi, la strinsi a me e la baciai
.
-Jasper…
-sussurra lei sorridendo.
La
prendo per
mano, e inizio a camminare verso la sua sorpresa lasciandole ancora la
benda
sugli occhi.
-Vedi
amore mio,
non sapevo cosa fare per festeggiare l’anniversario del
giorno più bello della
mia vita, così ho pensato che iniziare da qui, poteva farti
piacere-
Quando
entriamo e
le tolgo la benda, lei rimane sbalordita, siamo nel bar di Filadelfia,
dove è
avvenuto il nostro primo incontro, l’ho comprato solo per
lei, ora è stato
addobbato con le nostre foto su tutte le pareti, tutti i nostri momenti
passati
insieme, da quel meraviglioso giorno in cui ci siamo incontrati, fino
ad oggi.
Il
bancone è
pieno di candele accese e petali di rosa, mentre sul nostro tavolo,
c’è un
mazzo di rose rosse accanto ad un pacchetto.
Lei
si avvicina e
lo apre –E’ bellissima- dice lei sorridendo mentre
guarda la collana di
diamanti che le ho regalato.
-Non
è mai bella
quanto te amore mio- le
dico io
sorridendo e mettendole la collana al collo.
Lei
mi bacia,
sento la sua eccitazione e la mia salire vorrei tanto fare
l’amore con lei, ma
decido di fermarmi, o rovinerò il resto della sorpresa.
-Vieni
andiamo-
le dico sempre sorridendo.
-Andiamo
dove?-
mi chiede lei.
-E’
una sorpresa-
le dico dandole un bacio a fior di labbra.
Fuori
dal locale
c’è ancora Jacob…
–Non potevi
trovare un autista più profumato?-
mi chiede lei sorridendo.
-Era
l’unico che
potesse impedirti di avere le visioni- le rispondo sorridendole di
rimando.
Appena
entriamo
in macchina Jacob ci lancia un’occhiataccia…
-Vi
ho sentito!-
dice fingendo di essere offeso, ma dopo cinque minuti scoppia a ridere
e noi
con lui.
Rimetto
la benda
sugli occhi di Alice e partiamo, arriviamo nel luogo di destinazione,
la spiaggia,
dove abbiamo fatto l’amore per la prima volta.
-Sento
il rumore
del mare- dice lei, le tolgo la benda e le mostro la seconda sorpresa,
di
fronte a noi su un tavolino ci sono un mazzo di rose blu e
un’altra scatolina,
all’interno ci sono un paio di orecchini da abbinare alla
collana.
All’improvviso
una leggera musica inizia a sentirsi in sottofondo, una piccola
orchestra sta
suonando la prima canzone che abbiamo ballato insieme
“addormentarmi così” una
canzone italiana che andava molto di moda in quell’anno.
-Mi
concede
l’onore signora?- le dissi porgendole la mano, lei la prese
ed io la strinsi a
me, incominciammo a ballare guardandoci negli occhi, era uno sguardo
pieno
d’amore.
Finita
la
canzone, la presi per mano e la portai in una grotta li vicino, era la
grotta
che ci aveva ospitato prima di arrivare dai Cullen, li avevo lasciato
un mazzo
di rose bianche e un braccialetto, il coordinato era finito, lei era
estasiata,
mi buttò le braccia al collo e mi
baciò…
-Amore
mio, sei
un tesoro, ti amo tantissimo-
-Anch’io
ti amo
folletto, ma adesso andiamo ci manca un’ultima tappa- le
dissi sorridendo.
Lei
mi seguì
senza dire una parola, ma le sue emozioni parlavano per lei, era
felice, tanto
felice e la sua felicità era la mia felicità.
Jacob
ci portò
nell’ultimo posto, così gli dissi che finalmente
poteva andare a casa, lui mi
ringraziò e partì.
-E
questo che
posto è?- mi chiese lei un po’ stupita.
Eravamo
di fronte
ad un’enorme villa, la abbracciai da dietro e le sussurrai
–Questa è la nostra
nuova casa, quando l’ho vista, ho pensato “ questa
è perfetta per il mio
folletto”- le sorrisi – vieni entriamo.
Le
feci visitare
tutta la casa, lei era felicissima, in ogni stanza avevo fatto
costruire
un’enorme cabina armadio, e in ognuno di essi avevo fatto
mettere tre intere
collezioni di abiti di tutti gli stilisti più amati da Alice.
Quando
arrivammo
nella stanza da letto, lei mi saltò addosso e
cominciò a baciarmi, ma prima di
entrare avevo notato una piccola scatolina sul letto, era la scatolina
di un
anello, sicuramente era stata Nessie a metterla li, così
capì quale secondo mia
nipote (ed ora anche secondo me) era il regalo perfetto per la mia
dolce metà.
A
malincuore, mi
staccai da lei e raggiunsi il letto, afferrai la scatolina e mi misi
davanti a
lei.
-Alice
io devo
chiederti una cosa prima, so che è strano adesso, ma secondo
me sarebbe bello
farlo adesso, proprio oggi quando tutto e cominciato- mentre parlavo mi
ero
lentamente inginocchiato –Alice, anima mia,
cinquant’anni fa a quest’ora io non
avevo niente e nessuno, ero solo e vuoto, tutti mi consideravano un
mostro e
così mi consideravo anch’io.
Tutti
mi odiavano
e mi disprezzavano... tutti… ma non tu…
Tu
mi hai amato
anche quando io ero un mostro, tu mi hai aspettato e compreso, mi hai
aiutato…
Io
ero immerso
nel buio, ma poi sei arrivata tu come un raggio di luce, e adesso dopo
averti
conosciuta, io non riesco più ad immaginare una vita senza
di te…
Amore
mio, mi
faresti lo straordinario onore di diventare mia moglie?- detto questo
aprì la
scatolina rivelando un anello di diamanti davvero stupendo, lei mi
guardava,
era un po’ confusa, poi sorrise…
-Co…Come?-
balbettò lei, io le sorrisi e ripetei la frase –
Alice, vuoi sposarmi?-
-Si,
Si- disse
lei sorridendo e buttandomi le braccia al collo, il mio cuore anche se
fermo da
molti anni, era pieno di felicità.
La
strinsi a me e
la baciai, quella notte facemmo l’amore molte volte, come se
avessimo bisogno
entrambi della vicinanza l’uno dell’altra.
Qualche
giorno
dopo, ero vestito con uno smoking nero, sull’altare, accanto
ad Emmett come mio
testimone, in attesa che la mia splendida sposa mi raggiungesse.
Quando
varcò la
navata, se fosse stato possibile, avrei avuto un infarto.
Nessie era la sua damigella
d’onore, dietro di
lei, c’era Alice, era una visione con quel vestito addosso,
in quel momento mi
sentì fuori posto, cosa ci faceva una creatura tanto
meravigliosa con un mostro
come me? All’improvviso qualcuno mi prese la mano, era lei e
quando la guardai
negli occhi, subito mi sentii in pace.
Per
tutta la
durata della cerimonia ci tenemmo per mano, e quando il sacerdote ci
dichiarò
marito e moglie e la baciai mi sentì come se mi fossi
riunito a una parte di
me, la parte migliore.
Perché
Alice era
questo per me, l’altra metà della mia anima, ed io
giuro che la amerò e la
proteggerò fino a quando avrò vita,
perché lei stessa è la mia vita e il nostro
amore durerà in eterno. FINE.