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Autore: Justice Gundam    24/11/2007    5 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Tamers Reload-05

Digimon Tamers Reload

Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam

 

Era ora che riprendessi in mano anche questa saga, non vi sembra? Tra l'una e l'altra cosa, la mia saga di Tamers ha rischiato di finire nel dimenticatoio... per fortuna, eccomi qui a correggere questa incresciosa situazione e a ridare lustro alla più dark tra le serie di Digimon! (Il fatto che a lavorarci ci fosse gente dello staff di Neon Genesis Evangelion e Serial Experiments Lain dice molto... e spiega molte cose!)

Allora, rivediamo un pò la situazione... nello scorso capitolo, Takato, Jenrya e Ruki, dopo il poco ponderato tentativo di Yamaki di eliminare tutti i Digimon bio-emersi (terminato in un fallimento pressochè totale...) si sono battuti per la prima volta con uno dei dodici Deva, i servitori diretti di Zhuqiaomon, e per l'esattezza con Vajiramon, il turbolento Deva Bue. Loro e i loro partner stavano per essere sconfitti... ma per fortuna, grazie ad un imprevisto colpo di scena, Takato è riuscito, anche grazie all'aiuto di Calumon, a far evolvere Guilmon a livello Ultimate! La nuova forma del Digimon di Takato si è rivelata estremamente potente, ed è riuscita, pur non senza difficoltà, a rispedire Vajiramon nel Mondo Digitale con la coda tra le gambe! Tuttavia, non si può dire che Takato sia stato felicissimo del fatto che il suo Digimon sia evoluto...

Nè, immagino, Zhuqiaomon sarà molto felice di sapere che uno dei suoi guerrieri più forti è stato sconfitto... e che ci sono dei Digimon che stanno aiutando gli esseri umani! Xenofobico verso l'umanità, e desideroso di impadronirsi della Shining Evolution com'è, potete stare sicuri che manderà una risposta adeguata!

Come sempre, rispondo alle vostre recensioni prima di iniziare il capitolo...

 

KillKenny: Se la vedi difficile per i nostri eroi, hai proprio ragione! Zhuqiaomon non se ne starà zitto dopo aver saputo che dei Digimon "traditori" stanno dalla parte degli esseri umani... ma, come hai detto tu, tra non molto entrerà in scena anche Ryou, e magari la sfida sarà più alla pari...

TopoMouse: Sì, in effetti è così... quando i Digimon dei Tamers raggiungono il livello Ultimate, loro e i loro partner sono collegati in questo senso: ogni volta che il Digimon viene danneggiato, il Tamer sente dolore!

Driger: Grazie ancora delle tue recensioni, è sempre un piacere! Heheheee, come ho detto, anch'io sono un pochino arrugginito su Tamers, e non ricordo per filo e per segno l'episodio di cui parli... ho cercato di mantenermi abbastanza fedele ad esso, basandomi anche su riassunti e l'occasionale episodio su YouTube! Per quanto riguarda Ryou, beh... ho pensato che introdurlo così presto, e in questo modo, non lo avrebbe fatto sembrare saltato fuori dal nulla... perchè, se devo essere sincero, l'anime mi ha un pò dato questa impressione! -_- U

 

Dopo lunga attesa, ecco a voi il capitolo 5 di Tamers Reload! Buona lettura!

 

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Capitolo 5 - Dubbi

 

Mezz'ora dopo il terribile scontro con Vajiramon, il quartiere di Shinjuku era più o meno tornato alla normalità, al punto che sarebbe stato ben difficile indovinare, da una semplice occhiata, che proprio sopra il palazzo di Hypnos si fosse svolto il terribile scontro tra il Deva Bue e i Digimon dei Tamers. Persino l'enorme varco che il programma Juggernaut aveva aperto nel cielo notturno si era richiuso, immergendo nuovamente il più popoloso quartiere di Tokyo nel 'caos ordinato' ad esso tipico. Tuttavia, il relativo ordine che era tornato a regnare in città non rispecchiava esattamente il timore che gli abitanti di Tokyo avevano provato nell'assistere all'innaturale fenomeno, e certamente il fatto che, per tutto quel tempo, le connessioni Internet fossero cessate e quelle telefoniche fossero state gravemente impedite non migliorava la situazione...

Nel clima generale di confusione e timore, i Tamers e i loro Digimon avevano trovato facile dileguarsi senza farsi individuare dalle forze dell'ordine e far perdere le proprie tracce, per poi scambiarsi un rapido saluto e dirigersi dritto filato alle loro case prima che le loro famiglie potessero preoccuparsi. In particolare, Takato, Guilmon e Calumon erano riusciti a ritornare al parco di Shinjuku infilandosi in una serie di stretti vicoli, e in quel momento erano di ritorno alla tana del piccolo dinosauro rosso. Di tanto in tanto, Takato doveva sostenere il suo partner, stanco per la dura lotta sostenuta contro Vajiramon... e anche Calumon, per quel poco che poteva, gli dava una mano.

"Uff... uff... coraggio, Guilmon, siamo quasi arrivati!" ansimò il giovanissimo Tamer, vedendo ormai la tana che faceva capolino tra le fronde degli alberi e dei cespugli. "Adesso arriviamo alla tua tana... e potrai riposarti come si deve! Uff... ancora un piccolo sforzo e ci siamo... finalmente!"

Con un sospiro di sollievo, il ragazzino e il Digimon da lui creato si afflosciarono esausti sul pavimento freddo e umido, disseminato di foglie, legnetti e chissà quant'altro, e cominciarono a riprendere fiato in lunghi, affannosi respiri, mentre Calumon si passava una zampina sulla fronte e si metteva a fluttuare attorno a loro, controllando che stessero bene tutti e due.

"Calu? Come state, Takato, Guilmon? Vi sentite male, calu?" chiese il misterioso Digimon dalle grandi orecchie.

Takato alzò la testa, e un lieve sorriso si dipinse sul suo volto stanco. "Uff... non... non preoccuparti, Calumon... nulla che un pò di sonno non faccia passare! A proposito, tu stai bene, vero? Quel Digimon che diceva di essere un Deva non ti ha fatto del male, vero?"

Il piccolo Calumon scosse la testa per dire no, e Takato annuì soddisfatto per poi rivolgere la sua attenzione a Guilmon, che era riuscito a rialzarsi e si era seduto contro il muro. "Mi fa piacere saperlo... e tu, Guilmon? Ti senti bene, non sei ferito?"

"No, Takatomon... sono solo parecchio stanco, ma sto bene..." rispose il dinosauro rosso, con il suo classico tono allegro e cordiale che tranquillizzò un pò il suo preoccupato Tamer. A quanto pareva, l'essere evoluto a livello Ultimate non aveva per fortuna avuto effetti negativi sulla sua personalità...

Già. La Digievoluzione. Se la situazione fosse stata diversa, Takato sarebbe stato orgoglioso del suo Digimon per quella insperata vittoria... ma in quel caso, l'idea che il suo Guilmon potesse trasformarsi in una simile macchina da guerra lo spaventava. Aveva paura che Guilmon avrebbe finito col diventare esattamente come certi Digimon selvaggi e assetati di potere che lui e i suoi compagni Tamers avevano affrontato in precedenza. Il ricordo di IceDevimon, e delle nefandezze a cui era stato capace di abbassarsi... tutto al solo scopo di diventare più forte... era ancora fresco nella mente del ragazzino.

C'era il rischio... che Guilmon diventasse come lui? Che si trasformasse anche lui in un mostro ossessionato dalla propria forza? E la cosa che più gli faceva male... era che era stato proprio LUI, di sua mano, a far evolvere il suo Digimon in quel modo! Un'azione fatta così, sull'impulso del momento, spinto dalla paura e dalla rabbia... e che forse poteva avere conseguenze terribili! Sarebbe stato lui, alla fine, a far allontanare definitivamente Guilmon? A trasformarlo in una macchina da combattimento?

Diventare forte... Era questo che voleva Guilmon? Era questo quello di cui Ruki aveva paura? Anche quel Vajiramon aveva parlato di assorbire i dati di Guilmon per rendersi più potente... forse per Guilmon sarebbe stata la stessa cosa, quando fosse evoluto di nuovo? Già quando era diventato Growlmon per la prima volta, Takato si era preso una bella paura: da un Digimon piccolo, infantile ed innocente, ad una potente creatura tutta muscoli che sputava fuoco...

"Takatomon...?" sentì la voce di Guilmon, che lo scosse dai suoi cupi pensieri. Quando gli rivolse lo sguardo, vide con piacere che il Digimon rosso si era alzato e riusciva a stare in piedi da solo, e fece una breve risata imbarazzata per mandare via la tensione.

"Oh... ehm... hahahaa! Scusa, Guilmon, mi ero fermato un attimo a pensare a quel Digimon..." si scusò il giovane Tamer. "Comunque... sono contento che tu stia bene, Guilmon, e ti ringrazio per averci salvati tutti! Se non fosse stato per te, ora quel Vajiramon starebbe riducendo Shinjuku ad una piadina!"

"A proposito, chissà dove sono andati a finire quel Yamaki e i suoi uomini... spero proprio che la pianti di fare quei suoi crudeli esperimenti sui Digimon!" pensò tra sè, ricordandosi d'un tratto del direttore di Hypnos, di cui si era scordato nella concitazione del momento...

Guilmon inclinò la testa da un lato e fece uno dei suoi classici sorrisoni. "Heh... il merito è tuo, Takatomon! Sei stato tu a far passare quella carta nel tuo lettore, e a farmi evolvere! Se non fosse stato per te, quel Digimon cattivo ci avrebbe sconfitti tutti! Hehehee..."

Il piccolo dinosauro ridacchiò, e anche Calumon si produsse in un sorriso spensierato... ma Takato non poteva certo dire di condividere la loro allegria. Le parole di Guilmon gli avevano ricordato, nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno, di quello che poteva accadere con il semplice strisciare una carta nel suo D-Power... e il fatto che Guilmon ne parlasse come di una buona cosa non gli piaceva affatto...

"Senti, Takatomon..." chiese poi Guilmon, per pura curiosità. "Come hai fatto a far apparire quella carta blu, poi? La prossima volta che quel Digimon cattivo si farà vedere, dovremo essere pronti ad affrontarlo, non credi?"

"Giusto! Dicci, Takato, come hai fatto?" fece eco Calumon.

Takato non rispose subito. Per qualche secondo rimase inginocchiato al suo posto, guardando mestamente il pavimento... e i due Digimon, rendendosi subito conto che qualcosa lo tormentava, restarono piuttosto interdetti... Poi, lentamente, il giovane Tamer si alzò in piedi e, sempre tenendo lo sguardo basso, si avvicinò a Guilmon e gli fece una carezza affettuosa sulla testa... una carezza dalla quale però traspariva una grande tristezza...

"Non so neanch'io come ho fatto, Guilmon..." mormorò Takato, quasi in un sospiro. "E del resto, non importa, a questo punto... Guilmon, da oggi in poi non dovrai più combattere... mi rifiuto di rischiare ancora la tua vita e la tua amicizia contro dei Digimon così forti!"

La mascella di Guilmon cascò per la sorpresa. Il piccolo dinosauro non riusciva a credere a quello che sentiva con le sue stesse orecchie, e per un attimo si chiese se aveva davvero sentito giusto. Takato... Takato gli stava dicendo che non avrebbero più combattuto? Al suo fianco, anche Calumon era rimasto sorpreso allo stesso modo, e i suoi piccoli occhi simili a chicchi di caffè si spalancarono increduli.

"Ma..." iniziò a dire Guilmon, dopo che la sorpresa si fu dissipata abbastanza da consentirgli di articolare parola. "Ma... Takatomon... Cosa... cosa vuoi dire... che non dovrò più combattere? Ma... ma così... non potrò diventare più forte..."

"E' appunto questo che voglio evitare!" rispose Takato, con un moto di dolore nella voce. Guilmon sentì i muscoli della sua mano irrigidirsi, e si rese conto che il suo Tamer stava parlando sul serio... e che era anzi una decisione sofferta da parte sua! Ma ancora non ne capiva il perchè...

"T-Takatomon...?" chiese il piccolo dinosauro, sempre più confuso. "Ma... ma io pensavo che tu volessi... che io diventassi più forte... che io Digievolvessi..."

Takato si voltò e fece per allontanarsi, ma si fermò a poca distanza dall'uscita per rispondere alla domanda del suo partner. "No, Guilmon... io... io non voglio che tu lo faccia..." mormorò, scuotendo lentamente la testa. "Ho paura... che tu cambi... che tu non sia più mio amico... e io non lo sopporterei!"

L'ultima parte della frase, pronunciata da Takato come se il concetto stesso gli provocasse dolore fisico, venne seguita da un lungo, imbarazzante, oppressivo momento di silenzio, prima che il giovanissimo Tamer riprendesse la strada di casa. Sull'uscita, Takato appoggiò una mano al muro e voltò la testa verso Guilmon e Calumon, guardandoli con un sorriso triste mentre si aggiustava gli occhiali sopra la testa, in quello che voleva essere un gesto rassicurante. "Allora... Guilmon, Calumon... vi faccio le solite raccomandazioni... non allontanatevi da qui, non fatevi vedere da nessuno... e fate una buona nottata! Oh, Guilmon... e domani, per ringraziarti di tutto, ti porterò una doppia razione di pane, va bene? Buona notte, ragazzi... e a domani!"

Pur non essendo molto convinti, il dinosauro rosso e il piccolo Digimon dalle grandi orecchie ricambiarono il saluto di Takato, prima che quest'ultimo uscisse dalla tana e si allontanasse per tornare a casa. Ancora per un pò, i due Digimon restarono fermi al loro posto, vicini al muro, ad osservare sbalorditi l'apertura dietro la quale era scomparso il ragazzino... neanche la promessa di una razione doppia del pane di cui andava ghiotto riusciva a fargli dimenticare quelle parole, gentili e brusche al tempo stesso, con cui Takato si era rivolto a lui poco prima... e pensare che Takato era sempre stato così orgoglioso di avere un Digimon...

"Non capisco..." mormorò Guilmon. "Perchè Takatomon non vuole più che io combatta? Neanche... per difenderlo? Che cosa ho detto di sbagliato?"

Calumon scosse la testa. "Non ne ho idea, calu calu... Proprio quando credo di aver capito finalmente i bambini umani... questi fano qualcosa che mi confonde ancora di più!"

 

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Mondo Digitale, tempio di Zhuqiaomon.

L'umore di Vajiramon non era certamente dei migliori mentre si avviava verso la sala del trono dell'irascibile Sovrano del Sud, le spade rinfoderate, l'armatura gravemente danneggiata e la mano destra premuta sul gomito opposto a cercare di calmare i dolori postumi della battaglia che aveva sostenuto. L'incombenza di annunciare ai suoi colleghi Deva, e soprattutto a Zhuqiaomon-sama, il fallimento del suo tentativo di recuperare la Shining Evolution era una seccatura non da poco, e il fatto di aver scoperto che alcuni Digimon stessero servendo gli esseri umani non contribuiva certo a tirarlo su di morale... soprattutto se si considera che era stato battuto proprio da uno di questi traditori!

Il suo zoccolo destro si abbattè rabbioso sul pavimento di marmo, aprendoci una fenditura. L'umiliazione per quella disonorevole sconfitta alimentava ancora di più l'odio per gli esseri umani che bruciava nel suo cuore guerriero... Sconfitto da un branco di ribelli che avevano scelto di vendere le loro vite e la loro dignità... a quegli insulsi mocciosi umani! Lui, un devoto difensore del Mondo Digitale... ridotto in quello stato da quella feccia! E neanche il supremo Zhuqiaomon avrebbe digerito questa notizia. Giusto per soffiare sul fuoco!

Vajiramon dilatò le narici, dalle quali uscirono due sbuffi di vapore biancastro. Restare là a rimuginare non sarebbe servito a niente... per il momento, quello che doveva fare era fare rapporto a Zhuqiaomon-sama, e subire la meritata punizione. Poi, una volta che la situazione gli fosse stata più favorevole, e i suoi dati si fossero ripristinati del tutto, avrebbe potuto pensare a redimere il suo onore. Con questa convinzione, il Deva dall'aspetto di minotauro prese un profondo respiro e si avvicinò all'immenso portone che dava sulla sala del trono, per poi appoggiare la mano sul battante e spingere. La pesante porta di bronzo e basalto si aprì lentamente, con un cigolìo sinistro, e Vajiramon, cercando di non far vedere la propria incertezza, vi entrò lentamente, sotto gli occhi dei suoi undici colleghi e del loro Sovrano...

Come immaginava, le dodici e più paia di occhi erano tutte rivolte su di lui, e per la maggior parte recavano delle espressioni di disapprovazione, mentre su altre appariva almeno un pò di preoccupazione e dispiacere per il loro collega... anche se Vajiramon distinse chiaramente un paio di occhietti maligni, appartenenti ad una delle figure più piccole, nei quali si leggeva la contentezza del loro proprietario per quel fallimento. E questo proprietario era una creatura la cui forma ricordava una scimmia armata di asta da combattimento, notò Vajiramon con sommo fastidio...

Mantenendo un atteggiamento neutrale, senza sembrare nè strafottente nè troppo umile, il minotauro si impose di ignorare ogni sguardo gli venisse rivolto contro e si incamminò verso l'enorme figura alata e fiammeggiante, dall'aspetto indistinto, che si stagliava contro un muro di fuoco scarlatto dalla parte opposta della sala, le cui luci sanguigne si rifrangevano in maniera innaturale sulle pareti, creando complessi giochi di luce che davano l'impressione che anche gli altri muri fossero in fiamme. Sbuffando lievemente per il calore, sempre più intenso man mano che si avvicinava, Vajiramon camminò lentamente verso il suo sovrano e, una volta giunto abbastanza vicino a lui, si mise su un ginocchio in segno di sottomissione.

"Eccelso Zhuqiaomon-sama..." iniziò il Deva Bue, dopo cinque secondi di silenzio che non lasciavano certo ben sperare. "Non credo di dover aggiungere altro. Lei saprà già del fallimento della mia missione."

"Infatti." tuonò il Sovrano del Sud, due paia di occhi da rapace che dardeggiavano implacabili sul suo servitore. "Ti eri offerto volontario per recuperare la Shining Evolution, e invece sei tornato ferito, sia nel corpo che nell'orgoglio, e a mani vuote. Mi aspettavo di meglio da te, Vajiramon. Ti ho dato questa opportunità proprio perchè ero convinto che, con le tue capacità, fossi uno dei più adatti a catturare la Shining Evolution... ma l'esito di questa missione mi smentisce."

Vajiramon abbassò un pò la testa, senza perdere tuttavia nulla della sua dignità. Se doveva essere punito per il suo fallimento, almeno avrebbe avuto la coerenza di affrontare la cosa senza cercare scuse. "Purtroppo... purtroppo, mio Sovrano, ho scoperto a mie spese che gli esseri umani erano molto meglio difesi di quanto credessimo. Quel loro insulso programma che doveva servire a distruggere i nostri simili non è stato un problema per me, ma sfortunatamente non era la loro unica linea di difesa. Tre mocciosi umani, ciascuno assistito da un Digimon, si sono messi sulla mia strada proprio mentre stavo emergendo nel Mondo Reale... e uno di loro, un Digimon che non ho mai visto prima d'ora, ha dimostrato una forza inaspettata che mi ha ridotto in queste condizioni." Fece una breve pausa, per riorganizzare i pensieri, poi rialzò la testa e terminò il suo discorso. "Tuttavia, mi rendo conto che questa non è una giustificazione per le mie scarse prestazioni. Perciò, eccelso Zhuqiaomon-sama, sono pronto ad accettare la conseguente punizione. Faccia pure quello che ritiene più giusto."

Quelle parole gettarono una pesante ombra di inquietudine sull'uditorio, e anche la piccola figura armata di bastone si sentì morire il ghigno sulle labbra. Avevano sentito bene? C'erano dei Digimon nel Mondo Reale che stavano dando una mano agli esseri umani? Dei traditori della loro razza? Anche il feroce Sovrano Fenice pareva incredulo... ed oltraggiato! In quel momento, punire il suo sottoposto era proprio l'ultima cosa che gli passava per la testa... c'era qualcosa di ben più grave ed importante a cui pensare!

"COSA?" tuonò Zhuqiaomon, a voce abbastanza alta da far rimbombare le orecchie a Vajiramon. "Ripeti quello che hai detto, Vajiramon! Hai appena detto... che dei Digimon hanno volutamente scelto di accompagnarsi a degli esseri umani? A dei bambini, per giunta? Ti rendi conto di cosa questo comporti? Dell'enormità di quanto affermi?"

Vajiramon si schiarì la gola e, una volta che il dolore alle orecchie si fu attenuato, diede la sua risposta, senza mostrare timore. "Quello che ho detto, con mio sommo rammarico, corrisponde alla verità, supremo Zhuqiaomon-sama." disse. "Alcuni Digimon, una Renamon, un Terriermon, e un terzo Digimon di un tipo che non avevo mai visto prima d'ora... affiancavano gli esseri umani e hanno combattuto contro di me! Hanno rifiutato la mia offerta di unirsi a noi, e hanno osato insultare me, lei e i nostri fratelli. So che può sembrare assurdo, mio Sovrano... ma quanto le ho detto, è quello che ho visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie!"

Il silenzio calò nuovamente sulla sala del trono di Zhuqiaomon, mentre i rimanenti Deva cercavano di elaborare le terribili accuse che Vajiramon muoveva... verso dei loro fratelli! L'idea che dei Digimon potessero spontaneamente collaborare con degli esseri umani era per loro talmente aberrante che non la potevano nemmeno ipotizzare! Era il tradimento più infimo, agli occhi di Zhuqiaomon, e nessun Digimon sano di mente avrebbe mai osato tanto! E tuttavia... Vajiramon non era un bugiardo. Se diceva qualcosa, era perchè lo sapeva per certo!

"Ssssse quello che affermi è la verità... e non abbiamo motivo per ssssosssspettare che così non ssssia..." disse una voce tenue, melliflua, appartenente ad una grande figura serpentina, apparsa quasi dal nulla al fianco di Vajiramon, che teneva una lunga alabarda avvinghiata con la coda. "...ssssi tratta di un'imperdonabile ribellione all'ordine cosssstituito! Dei Digimon che aiutano essssseri umani contro altri Digimon... E' una cosa inaudita!"

"Ma è proprio così, Santiramon..." proseguì il Deva Bue, voltandosi verso il gigantesco serpente. "Come ho detto, erano una Renamon, un Terriermon e un Digimon rosso, vagamente simile ad un Agumon o ad un Veemon, che prima d'ora non avevo mai visto! E' stato quest'ultimo a sconfiggermi... e per giunta, Digievolvendo grazie all'aiuto di quello spregevole ragazzino umano!" L'ultima parte venne ringhiata con voce brusca, in maniera quasi incomprensibile... come se Vajiramon avesse voglia di sputare via quelle parole perchè avevano un cattivo sapore. Come prevedeva, questa rivelazione non fece altro che gettare benzina sul fuoco... e una massiccia figura canina si fece avanti, i denti digriganti per l'indignazione.

"Come sarebbe a dire, Vajiramon? Stai cercando di dirci che... che sarebbero stati quegli esseri umani a far evolvere i loro... i loro... animaletti addomesticati?" ringhiò il Deva dalla forma di cane, le cui fattezze rimanevano troppo vaghe per essere distinte chiaramente, ma le cui zanne acute come pugnali luccicavano in maniera spaventosa alla luce delle fiamme che avvolgevano Zhuqiaomon.

Lentamente, il minotauro si voltò verso il suo collega, e la sua testa armata di corna si mosse lentamente in su e in giù, nonostante la chiara riluttanza nel dare una conferma così destabilizzante. "Purtroppo, anche questo è successo, comandante Chatsuramon... ho visto io stesso che quei mocciosi usavano delle strane carte, che inserivano in un meccanismo fissato al polso... e ogni volta che le usavano, i loro Digimon diventavano più forti, più veloci, o iniziavano ad usare gli attacchi di qualche altro Digimon!" Vajiramon scosse la testa, evidentemente disgustato. "La tracotanza e la presunzione degli esseri umani non hanno limiti, immagino che concorderete con me su questo punto... si sono persino inventati di modificare la natura di noi Digimon per il loro tornaconto!"

"Concordiamo assolutamente..." ringhiò un'altra figura, questa volta una colossale tigre alata coperta in parte da un'armatura in stile orientale. "Quei disgustosi esseri umani... non contenti di aver creato i Digimon e di averli buttati via quando non gli interessavano più, ora hanno anche il coraggio di farsi credere nostri amici per sfruttarci a loro piacimento! La sfacciataggine di quei degenerati!"

Un gigante umanoide dalla testa di cavallo nitrì ferocemente. "E quei Digimon che hanno deciso volontariamente di mettersi al loro servizio... sono colpevoli quanto loro! Sono una vergogna per la nostra nobile stirpe, qualsiasi sia il motivo per cui lo stanno facendo! Zhuqiaomon-sama, nostro Sovrano... concorderà anche lei che simili traditori vanno giustiziati il prima possibile! Se la notizia della loro esistenza dovesse raggiungere il Mondo Digitale, non oso pensare alle conseguenze!"

Il feroce Sovrano Fenice spiegò le sue numerose paia di ali e gettò indietro la testa, prorompendo in un acuto ringhio pieno d'ira che quasi scosse il palazzo dalle fondamenta e fece indietreggiare di qualche passo i Deva, compreso Vajiramon! Il Deva Bue strinse i denti, riconoscendo i sintomi e permettendo ad un istantaneo brivido di paura di attraversare il suo corpo muscoloso... come immaginava, la notizia del voltafaccia di quei Digimon aveva scatenato l'ira del loro temuto Sovrano... e finchè i responsabili di questo 'sacrilegio' non fossero stati scovati e puniti, essa non sarebbe mai sbollita! Gli esseri umani non avevano idea della tempesta che si era addensata sulle loro teste...

"GRAAAAAAH" strillò la fenice fiammeggiante, mentre taglienti lingue di fuoco cremisi danzavano furiosamente sulle sue ali, a mò di piume. "Tutto questo... è intollerabile!!! Dei Digimon che si ribellano al loro Sovrano, e prendono le difese degli insulsi esseri umani! Il solo pensiero mi fa ardere dalla rabbia! Ti do ragione, Indramon, e ora abbiamo un altro motivo per attaccare il Mondo Reale oltre che ritrovare la Shining Evolution! Quei traditori devono essere giustiziati a qualunque costo, e portati come esempio! Nessuno può mancare di rispetto alla nostra razza e passarla liscia! Per cui, miei Deva, da adesso in poi dovrete moltiplicare i vostri sforzi! Non possiamo permetterci di tardare ulteriormente la cattura della Shining Evolution, se vogliamo fermare il Caos... e NON SARANNO QUEI PATETICI MORTALI A FARSI GIOCO DI NOI!!!!"

Le ultime parole vennero gridate con una tale veemenza, e ad un volume così elevato, che i Deva più vicini, Vajiramon in particolare, sentirono vero e proprio dolore alle orecchie quando le onde sonore ad altissima frequenza travolsero i loro timpani, rimbombando nel loro cervello come tuoni in un minaccioso temporale di mezzanotte! Uno o due dei Deva più piccoli sentirono addirittura un moto di paura quando un paio di fenditure si aprirono nel soffitto sotto il martellare furioso delle strida di Zhuqiaomon, e su di essi caddero alcuni minuscoli frammenti del marmo rosso che componeva la volta! Per quanto il volto di Zhuqiaomon fosse distorto dal calore e dall'infernale riverbero delle fiamme che lo avvolgevano, anche da quella distanza era possibile vedere il suo volto distorto dalla furia... e anzi, pareva quasi che le fiamme che circondavano il suo corpo stessero ardendo con maggiore fervore, rispecchiando lo stato d'animo del loro possessore!

Dovette passare almeno un paio di minuti prima che la situazione tornasse alla normalità, e la furente aura fiammeggiante che circondava Zhuqiaomon si calmasse almeno un pò... ma ancora, i dodici Digimon ispirati allo zodiaco cinese sentirono i suoi occhi puntati su di loro e accesi dalla rabbia, come dei dardeggianti soli in miniatura nell'arsura del deserto. Con alcuni rochi respiri, il Sovrano del Sud si costrinse a mantenere la calma... e finalmente, ripiegò le sue terribili ali ai lati del corpo, appollaiandosi ancora una volta sul suo trono mentre rifletteva sugli ultimi sviluppi. "Ora... la cosa più importante è la Shining Evolution. Senza di quella, il Mondo Digitale è condannato. Ho quindi bisogno di un nuovo Deva che si offra di emergere nel Mondo Reale e recuperare il Digimon nel quale essa risiede! Qualcuno di voi, è disposto a prendersi questo impegno?"

Spinto dall'entusiasmo e dal desiderio di rendere la pariglia ai Tamers per la sua precedente umiliazione, Vajiramon si alzò di scatto, per poi piegarsi su un ginocchio ed esporre la sua richiesta al suo Sovrano. "Se permette, supremo Zhuqiaomon-sama, vorrei essere di nuovo io ad occuparmi di questo! Una volta che mi sarò riposato abbastanza e i miei dati saranno stati ripristinati, tornerò nel Mondo Reale e riporterò qui la Shining..."

Si interruppe di colpo quando il dispotico Sovrano del Sud gli rivolse uno sguardo che lo raggelò fino al midollo delle ossa nonostante il calore dell'ambiente circostante. "Tieni a freno la lingua, Vajiramon, e smettila di dire sciocchezze! Sei già stato sconfitto una volta da quei traditori, il che significa che possiedono un potere non indifferente! Cosa ti fa pensare che non siano in grado di farlo di nuovo? Tornare ad affrontarli senza un piano preciso sarebbe folle! No, abbiamo bisogno di un'altra strategia! E' palese che la forza bruta, da sola, non approderà a nessun risultato!"

Il Deva Bue abbassò umilmente la testa. "Mi... mi perdoni, Zhuqiaomon-sama... mi sono fatto prendere dalla mia sete di vendetta..." mormorò, guadagnandosi un'occhiata disapprovante da parte del suo irascibile Sovrano, che limitò la sua risposta ad un grugnito e un leggero storcere del suo crudele becco da predatore. Per diversi secondi, il silenzio dominò la scena, assieme al rumore di sottofondo delle fiamme ruggenti, che davano un che di infernale all'intera scena...

Poi, con misurata iniziativa, il Deva Serpente che aveva parlato prima, e che rispondeva al nome di Santiramon, si fece avanti, strisciando lentamente verso il suo Sovrano e chinando la testa in segno di rispetto.

"Sssssupremo Zhuqiaomon, ssssse mi permette..." sibilò con voce fin troppo calma, rendendo palese la terribile astuzia e malizia che i suoi modi tranquilli, da autentico serpente in caccia, celavano. "Io credo di avere una ssssstrategia che ci permetterà di ricatturare la Ssssshining Evolution... ssssse lei mi desssssse il permessssso di occuparmi di quesssssta misssssione, io credo di avere buone posssssibilità di riuscire dove Vajiramon ha fallito!"

Lo sguardo del Sovrano Fenice si spostò sul massiccio rettile che strisciava nel suo campo visivo, e il cui aspetto venne finalmente rivelato: Santiramon era un enorme cobra albino, dalle squame candide come la neve e abbastanza grande da ingoiare facilmente un uomo intero, il cui ventre era di uno strano, vivace colore viola che certo non si addiceva alla discrezione e alle capacità mimetiche del rettile predatore su cui era basato. (Non che la cosa avesse qualche importanza, visto che nessun nascondiglio sarebbe mai stato abbastanza grande da celare un simile colosso...) Il suo cappuccio viola, relativamente piccolo rispetto al resto del corpo, lo rendeva in ogni caso molto più minaccioso, accompagnato com'era da una testa tondeggiante dalle mandibole decisamente troppo grandi, oltre le quali si potevano scorgere un paio di lunghe, acute, mortifere zanne gocciolanti di veleno... e da un disegno, simile ad un paio di occhiali dai bordi smeraldini, che dava l'impressione di un ulteriore paio di occhi, quasi a sottolineare il fatto che il Deva Serpente controllava con fredda acutezza tutto quello che gli stava davanti. Il suo corpo era snello, ma i suoi muscoli restavano comunque agili e guizzanti, come quelli di tutti i cobra, e la sua lunga coda sinuosa era avvinghiata attorno ad un'alabarda forgiata in uno stile molto particolare, con una lunga impugnatura di legno dipinto di verde, e una punta di lancia sotto la quale erano montate le lame di un'ascia bipenne dai bordi crudelmente frastagliati. Nonostante potesse sembrare strano che un serpente impugnasse un'arma, Santiramon dava tutta l'impressione di saperla usare con grande perizia, almeno a giudicare dalla semplicità con cui la faceva roteare ed ondeggiare da una parte e dall'altra. Si muoveva strisciando in maniera un pò particolare, più dritta rispetto ad un comune serpente ma comunque descrivendo un netto zig-zag sul terreno, e da ogni suo movimento trapelare la stessa fredda sicurezza che il Deva Serpente stava in quel momento mostrando al suo incuriosito Sovrano.

 

ANALIZZATORE DIGIMON

Nome: Santiramon

Tipo: Animale Sacro

Attributo: Virus

Livello: Ultimate

Attacchi: Venom Axe

Il Deva che rappresenta il Serpente, Santiramon è astuto e sfuggente come l'animale a cui è ispirato... ma ciò nonostante è uno dei Deva più fedeli a Zhuqiaomon. In battaglia, maneggia la sua alabarda con esiti letali, ma preferisce le imboscate e i colpi a sorpresa agli attacchi diretti.

 

Quando Santiramon fu strisciato a fianco di Vajiramon, seguito da numerose paia di occhi, alcuni incuriositi, qualcun altro irritato per la sua iniziativa, abbassò la sua arma e si inchinò di nuovo, al punto che il suo Sovrano potè chiaramente vedere il dorso violaceo del suo cappuccio. "Ovviamente, il tutto con il sssssuo permesssssso..." proseguì, in tono rispettoso ma non ossequioso, la lingua biforcuta che saettava tra le sue sottili labbra, così veloce che pareva quasi non averla nemmeno.

Zhuqiaomon fissò il serpente bianco con freddo occhio indagatore, riflettendo sulle sue parole. Se quanto aveva sentito era vero, allora i mocciosi umani che avevano schiavizzato i loro simili avevano dalla loro un potere sconosciuto fino a quel momento, rappresentato da quel misterioso dinosauro rosso di cui Vajiramon aveva parlato... era quindi consigliabile muoversi con prudenza, e in questo campo erano davvero pochi i Deva in grado di superare Santiramon...

Sì, riflettè il Sovrano del Sud, stringendo leggermente gli occhi... Forse Santiramon poteva proporre una soluzione efficace al problema. Tanto valeva dargli una possibilità.

"D'accordo, Santiramon..." confermò Zhuqiaomon, abbassando la testa quel tanto che bastava a puntare il suo terribile becco contro il Deva Serpente. "Sono disposto ad ascoltare la tua strategia. Confido che sarà buona... e se lo sarà, sarai tu il prossimo a recarsi nel Mondo Reale per catturare il bersaglio! Tu, Vajiramon, puoi anche ritirarti! Con te ho finito... per adesso!"

Mentre Vajiramon, pur con riluttanza, si alzava in piedi e faceva un ultimo inchino di congedo al suo signore, Santiramon si schiarì la gola e iniziò ad esporre la sua idea. "Le ssssono grato per la sua fiducia, ssssupremo Zhuqiaomon-sssssama, e le possssso assssssicurare che sarà ben riposssssta! Allora, quello che ssssstavo pensssssando era questo: Per quanto io riconosca le abilità del mio collega, Vajiramon, temo di dover dire che non è particolarmente adatto ad una missssssione così delicata, che richiede pazenza e disssssscrezione piuttosto che un attacco diretto..."

Vajiramon sussultò leggermente ma, pur masticando amaro, non disse nulla. Dopotutto, era quella, la verità... con la sua passione per lo scontro diretto, e la sua mancanza di pazienza, il Deva Bue era assolutamente inadatto a qualsiasi incarico richiedesse segretezza...

"Allora, sssssappiamo per certo che la città del Mondo Reale dove sssssi è nascosta la Ssssshining Evolution possssssiede un fitto ssssisssstema di gallerie sssssotterranee, che gli esssssseri umani usano per trasssssferirssssi da un punto all'altro..." proseguì Santiramon. Ebbe un leggero moto di disprezzo nel pronunciare l'ultima parte della frase, e del resto non era un segreto che, come praticamente tutti i Deva, Santiramon disprezzasse quelle che a suo dire erano ridicoli giocattolini che gli esseri umani avevano inventato. "Ebbene, ssssono convinto di potermi intrufolare in quella rete sssssotterranea e attendere lì la possssibilità di catturare la Ssssshining Evolution! Non avrò bisogno di mossssstrarmi in giro, e gli essssseri umani non si accorgeranno nemmeno della mia presenza... e in questo modo, non dovrò affrontare quei Digimon traditori di cui Vajiramon ha parlato prima di riportarle quello che noi ssssstiamo cercando! Una volta che avremo risolto il problema del Caosssss, e i Digimon avranno tutti ricevuto il potere della Ssssshining Evolution, potremo marciare sul Mondo Reale e punire quei traditori e i loro amichetti umani come meritano!"

Zhuqiaomon ci riflettè un pò su... poi, con grande soddisfazione del Deva Serpente, il suo truce volto armato di rostro si mosse in su e in giù in un cenno affermativo. "Hm. Sì, immagino che come idea possa andare bene. Del resto, la nostra priorità è la Shining Evolution, e quei mocciosi sono soltanto una temporanea seccatura, rispetto al Caos..." rispose il Sovrano Fenice. "D'accordo, Santiramon. La tua proposta è approvata, e sarai tu il prossimo a recarsi nel Mondo Reale per recuperare ciò che stiamo cercando. Fai tutti i dovuti preparativi, tra non molto dovrai dare prova delle tue abilità nel Mondo Reale... e mi aspetto molto, da te!"

Il cobra albino si inchinò di nuovo. "Ne ssssono conssssapevole, mio Ssssovrano... e le ringrazio per l'opportunità che lei mi ssssta offrendo! Farò in modo di non ssssprecarla!" rispose, tenendo la testa bassa. "Andrò ssssubito a fare tutti i dovuti preparativi per l'incarico!"

"Ottimo." fu l'unico commento di Zhuqiaomon. "Puoi andare, e tieniti pronto."

Santiramon concluse la conversazione con un cenno affermativo della sua testa tondeggiante, e raccolse leggermente il cappuccio attorno ai lati del collo prima di strisciare nuovamente al suo posto, sempre con quel contegno posato, quasi regale, che era comune anche agli altri suoi colleghi Deva, ognuno dei quali aveva assistito senza fare commenti allo scambio di battute tra il loro Sovrano e il suo fedele servitore. Finalmente, con fierezza, il Sovrano Fenice alzò di nuovo la testa, squadrando gli altri suoi servitori. "Spero comunque che Vajiramon e Santiramon vi siano stati d'esempio. Essi per primi si sono assunti il compito di recuperare la Shining Evolution... per proteggere il loro Sovrano e l'intero Mondo Digitale dalla distruzione totale, hanno dimostrato grande abnegazione e senso del dovere, e spero che abbiate preso esempio da loro." tuonò.

Gli altri Deva, in perfetto accordo con il loro Sovrano, annuirono silenziosamente... ma i pensieri di uno di loro, una delle figure più piccole, simile ad una scimmia dagli abiti orientaleggianti e armata di bastone, non corrispondevano all'espressione rispettosa, quasi ossequiosa, con cui si era presentato davanti al Sovrano del Sud. In effetti, in quel momento la sua priorità era tutt'altro che la difesa del Mondo Digitale...

"Quello stupido di Vajiramon ha fallito, e se quei traditori lo avessero cancellato la cosa non mi sarebbe per nulla dispiaciuta. E' soltanto un ammasso di muscoli che non sa vedere oltre la punta del suo naso, e la sua fedeltà incondizionata mi irrita non poco..." pensò il piccolo, malizioso Deva simile ad uno scimpanzè. "Comunque, adesso tocca a Santiramon, e con un pò di fortuna quei rinnegati lo cancelleranno... il che significherà, un concorrente di meno per i favori di Zhuqiaomon-sama! Se gioco bene le mie carte, il posto di Chatsuramon durerà ben poco..."

Makuramon, il Deva Scimmia, represse a malapena un sorrisino mentre osservava i suoi colleghi che si ritiravano, e Santiramon che strisciava verso l'uscita della grande sala del trono. Non che gli importasse granchè dei suoi compagni, per quanto lo riguardava avrebbero potuto anche essere tutti cancellati, e lui non avrebbe versato una lacrima... nè gli importava poi tanto del suo Sovrano, se non per il fatto che poteva fare una bella vita sotto la sua ala protettrice - non benevola, ma sicuramente conveniente. Ma del suo status e della sua sopravvivenza... oh, di questo gli importava eccome, e sarebbe stato pronto a fare qualsiasi cosa pur di realizzare questi obiettivi! Gli altri Deva gli avrebbero dato del codardo senza onore se avessero saputo che questi erano i suoi pensieri... ma in fondo, pensava Makuramon, loro che ne sapevano? La sua non era vigliaccheria, ma intelligenza: dopotutto, chi non avrebbe fatto la scelta che per lui stesso comportava il rischio minimo e i vantaggi massimi?

Impossibile, dal punto di vista del Deva Scimmia, che qualcuno avesse potuto fare qualcosa di diverso...

 

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Un paio di giorni erano passati da quando Vajiramon era emerso nel Mondo Reale, e l'eco degli eventi misteriosi che si erano verificati in quel frangente si era un pò spenta... ma per alcuni, ciò che era accaduto quel giorno era indelebile, e aveva portato con sè mille dubbi ed incertezze...

Inutile dirlo, questa era la situazione in cui si trovava in quel momento il piccolo Takato Matsuda, mentre attraversava, perso nei suoi pensieri, il cancello di uscita della sua scuola, sentendo appena i quattro squilli della campana che annunciava la fine delle lezioni. Sotto un sole pallido che non scaldava come avrebbe dovuto, il viso accarezzato da una brezza fresca che gli pizzicava gli zigomi e aveva fatto assumere alla sua pelle un colorito rosato, il giovanissimo Tamer camminava perso nei suoi pensieri, indifferente alla moltitudine di bambini che, felici che le lezioni fossero finite, sciamava allegramente fuori dai cancelli, in un vivace intrecciarsi di cori e schiamazzi. Non si poteva dire che quello, per lui, fosse un momento tanto felice... era da quando era finita la battaglia con Vajiramon che Takato non sapeva più cosa pensare di Guilmon, del fatto di essere un Tamer... e di tutto ciò che era successo... era stato tutto un bene o un male, per lui e per chi gli stava attorno? E pensare che, soltanto due notti fa, aveva consentito a Guilmon di raggiungere il livello Ultimate e combattere così ad armi pari con quel Deva invasore... ma adesso, il ragazzino era, se possibile, ancora più confuso di quanto non fosse mai stato.

Era davvero un bene che Guilmon evolvesse? O piuttosto, come Takato temeva, il potere gli avrebbe dato alla testa e sarebbe diventato un killer assetato di dati come quei Digimon che aveva affrontato finora? Che ne sarebbe stato della loro amicizia? Sarebbe rimasta solo un ricordo?

Takato chiuse gli occhi, e il suo viso venne per un secondo attraversato da un piccolo, amaro sorriso. Che strano, si trovò a pensare... ricordava bene che, nella serie animata, quando un Digimon raggiungeva il livello Ultimate era un momento di grande gioia e di realizzazione personale, per il suo partner umano. Per esempio, quando Taichi aveva salvato Sora dalla piramide di Datamon, quando Yamato aveva capito il vero valore dell'amicizia, quando Sora si era resa conto che anche lei era capace di dare e ricevere amore... ogni Digievoluzione era una vittoria, almeno per come andavano le cose nell'anime. Ma, una volta tradotta nella vita reale, l'esperienza era ben diversa... per qualche motivo, era tutto più complicato...

Takato sospirò e scosse la testa. Rimaneva il fatto che, fin da quel giorno, i rapporti tra lui e Guilmon si erao fatti più freddi, più distanti... certo, lui tornava alla vecchia tana ogni mattina, per portargli il pane che il piccolo Digimon amava tanto... e ogni tanto lo trovava a giocare con Calumon, senza alcuna preoccupazione... eppure, da due giorni a questa parte, Takato sentiva come un blocco ogni volta che cercava di parlare con il suo piccolo dinosauro. Guilmon aveva anche cercato, nella sua innocenza e ingenuità, di chiedergli cosa c'era che non andasse... del resto, nonostante la sua scarsa esperienza con il mondo esterno, Guilmon era sempre stato dotato di una certa empatia verso gli altri... ma Takato aveva sempre cercato di mettere a tacere le sue preoccupazioni, dicendo che non era nulla. E del resto, come spiegargli una cosa che Takato stesso faceva fatica a capire?

"Inutile starci tanto a pensare..." concluse infine Takato, iniziando ad incamminarsi lungo il marciapiede. "Ho promesso a Guilmon e a me stesso che non avremmo più combattuto, e questo è quanto... forse, se evito di farlo combattere, potrò evitargli di evolvere, e di farlo diventare come quei predatori che abbiamo affrontato... sigh... e pensare che quando ho desiderato di avere un Digimon come amico, non pensavo che queste sarebbero state le complicazioni..."

"Hey, Takato! Takato, aspettaci!"

"Takato-kun, aspetta un momento!"

"Te ne vai senza di noi?"

Un trio di voci ben conosciute interruppe i pensieri del giovanissimo Tamer, che si voltò lentamente per veder arrivare esattamente chi si aspettava: il suo trio di compagni di classe, composto da Kenta Kitagawa, Juri Katou e Hirokazu Shioda, che si avvicinava a lui a passo spedito, cercando di stargli dietro. Takato si diede mentalmente una botta in testa, dandosi dello stupido per non essersi ricordato, perso nei suoi pensieri com'era, dei suoi compagni... anche se, molto probabilmente, questo significava dover ascoltare Hirokazu che si vantava delle sue nuove, 'infallibili' strategie nel Digimon Trading Card Game; e in quel momento, i Digimon erano proprio l'ultima cosa di cui Takato voleva sentir parlare...

"Oh. Kazu-kun... Juri-san, Kenta-kun... scusatemi se non vi aspettato, è che in questi giorni, beh..." mormorò Takato in tono apologetico, fermandosi per aspettare i suoi migliori amici al di fuori del gruppo dei Tamers. "In questi giorni... come posso dire... mi sento un pò distratto, e ho sempre la testa da un'altra parte..."

"Sì, lo abbiamo notato..." rispose Kenta, dopo essersi fermato a prendere un pò di fiato. "E' da due giorni, ormai, che hai quest'aria svagata, come se ti fosse successo qualcosa di strano... voglio dire, è la seconda volta, con oggi, che hai dimenticato a casa il tuo deck di carte di Digimon... non è da te, visto che è il tuo gioco preferito!"

Takato, non esattamente il tipo che sapeva nascondere bene i suoi sentimenti, provò come un brivido, e contrasse involontariamente il pugno al proprio fianco. Certo, non si aspettava che i suoi amici non si accorgessero del suo cambiamento di umore - dite pure che Hirokazu Shioda era un pò arrogante, dite pure che era uno che amava mettersi in mostra... ma non dite mai che Hirokazu Shioda era stupido! - ma sperava, sotto sotto, che lo imputassero ad un periodo di stanchezza e non domandassero oltre. E invece, inconsapevolmente, Kenta si era pericolosamente avvicinato alla verità! Ma come spiegargli che, in effetti, il motivo per cui si sentiva così giù riguardava proprio i Digimon?

"Kenta-kun ha ragione... in questi giorni ci sembra quasi che tu non sia più tu, Takato-kun..." mormorò Juri in tono preoccupato, muovendo distrattamente il suo zainetto scolastico da una parte all'altra.

"Già... E' cominciato da quella notte in cui c'è stato quello strano fenomeno sopra Shinjuku..." proseguì Hirokazu. "E da allora, per qualche motivo, hai quasi smesso di parlare. Ma cosa ti è successo, esattamente? C'entra per caso quell'episodio?"

Nonostante la situazione delicata, Takato non potè fare a meno di provare una certa contentezza per l'interessamento dei suoi amici... anche se Hirokazu, impulsivo come al solito, sembrava non prestare attenzione al fatto che certe sue domande avrebbero potuto essere inopportune. E tuttavia, come dire la verità ai suoi compagni? Lo avrebbero preso per matto, senza dubbio... certo non con cattive intenzioni... certo sarebbero comunque rimasti dalla sua parte... ma come avrebbero potuto credere che lui, assieme ad altri due ragazzi della sua età, aveva partecipato ad un duello tra Digimon, e aveva fermato un feroce Ultimate di più di cinque metri... dopo che un uomo del governo aveva cercato di cancellare tutti i Digimon emersi? Lo avrebbero preso per matto, senza ombra di dubbio...

Con un sospiro, Takato cercò di cavarsela con la prima scusa che gli passava per la testa. "Ma no, ragazzi, non è niente... è soltanto che in questo periodo, beh... mi sento svogliato, non sono molto in forma... e poi, per quanto riguarda il Trading Card Game... sinceramente, comincia a non piacermi più, okay? Insomma, ragazzi, ammettiamolo... in fondo, è un gioco per bambini! Mi chiedo come mai ci stavo tanto dietro per tutto questo tempo!"

Queste parole di Takato, pronunciate con un tono più brusco di quanto il giovanissimo Tamer avesse probabilmente voluto, colsero di sorpresa un pò tutti... ma che gli prendeva, tutt'a un tratto? Eppure fino a due-tre giorni fa, teneva sempre con cura il suo Deck, e le sue tecniche nel Trading Card Game avevano sempre dato del filo da torcere ad Hirokazu - che pure si vantava di essere il miglior giocatore della scuola... cos'era questo improvviso 'voltafaccia'?

Dopo un istante di sconcertato silenzio, e aver sbattuto gli occhi un paio di volte, Hirokazu prese la parola. "Ehm... Takato-kun... scusa, non è per essere importuno, ma... l'ultima volta che ho controllato ti piaceva giocare al Trading Card Game! Com'è che adesso lo definisci un gioco per bambini? E se è davvero un gioco per bambini, allora scusa... io che cosa sarei?" gli chiese, leggermente alterato. Se c'era una cosa che Hirokazu Shioda detestava, era essere stigmatizzato per quelo che gli piaceva...

Tuttavia, Takato non sembrò voler chiarire oltre quello che aveva appena detto. Scuotendo la testa, il Tamer di Guilmon voltò le spalle a Juri e agli altri e riprese ad incamminarsi verso casa. Sentiva che, se fosse rimasto ancora in loro compagnia, avrebbe finito per cedere e per rivelare loro tutto quello che sapeva sui Digimon... e l'ultima cosa di cui lui e i suoi amici avevano bisogno in quel momento era altra notorietà! Già avevano degli agenti del governo da cui guardarsi...

"Mi... mi dispiace, Kazu-kun, non volevo dire questo..." si scusò Takato. "E' solo che... beh... ultimamente non mi piace più, ecco! Non c'è un motivo particolare, solo che non mi piace più come una volta! E... E adesso, ragazzi, scusate se vi mollo, ma devo proprio tornare a casa. Asaji-sensei ci ha dato un sacco di compiti, e vorrei iniziare a farli il prima possibile! Ciao, ragazzi... ci vediamo domani!"

Prima che i suoi tre sbalorditi compagni potessero fare o dire qualsiasi cosa, Takato aveva ripreso il cammino a passo spedito, e si era già portato oltre il raggio d'azione della voce di Hirokazu, che pure cercava di richiamarlo per farsi spiegare come stessero le cose. Vedendo che il suo amico non si voltava nemmeno, e anzi accelerava l'andatura, il giovane campione di Digimon Trading Card Game grugnì e scosse la testa, piazzandosi le mani sulle anche.

"Aaaaah, non posso crederci! Ma che gli piglia tutt'a un tratto?" brontolò Hirokazu, lo sguardo indignato fisso sul marciapiede. Un sassolino attirò la sua attenzione, e il ragazzo non trovò modo migliore per sfogare la sua frustrazione che allontanarlo da sè con un calcio.

Mentre Juri continuava a guardare stupita, e leggermente offesa, nella direzione in cui Takato si era allontanato, Kenta si aggiustò gli occhiali e, non senza imbarazzo, disse la sua. "Beh... in effetti è vero che Takato-kun oggi si è comportato in maniera strana, e questo non è il suo solito modo di comportarsi..."

"Non è il suo solito modo di comportarsi?" saltò su Hirokazu, quasi andando in faccia al suo più razionale amico. "Alla faccia della sottostima del secolo! Ma come si fa, dico io, a dire che il Trading Card Game, il gioco più cool del momento, con milioni di affezionati in tutto il Giappone è un gioco per bambini? E' assurdo, no? Va contro ogni logica! E' inconcepibile! Inammissibile! Da pazzi!"

Quando Kenta e Juri cominciavano a temere che la sfilza di aggettivi non si sarebbe più fermata, finalmente il loro amico si fermò e riprese fiato per qualche secondo, spompato dalla sfuriata che aveva appena fatto. Poi, calmandosi di punto in bianco, abbassò leggermente la testa e incominciò a riflettere... cosa che, Kenta lo sapeva per certo, voleva dire che la fine del mondo poteva non essere poi così lontana!

"Allora, vediamo un pò... raccogliamo tutti gli elementi, e traiamo le dovute conclusioni..." mormorò, riflettendo ad alta voce come una sorta di investigatore della polizia. "Allora, due giorni fa, accade quello strano spettacolo di luci sopra Shinjuku, e le linee telematiche vanno in tilt... poi, Takato-kun ritorna a scuola un pò strano, rimane strano per tutto questo tempo, e all'improvviso, di punto in bianco, se ne esce che vuole smettere di giocare al Digimon Trading Card Game... c'è qualcosa che mi puzza, in tutto questo, e non è l'udon che mia mamma mi ha messo come pranzo!"

Juri sbattè gli occhi un paio di volte. "Che vuoi dire, Hirokazu-san? Pensi di sapere cosa...?"

Quasi senza badare alla ragazzina castana che gli stava vicino, Hirokazu alzò la testa, e sul suo volto si dipinse un ghigno di trionfo, come se fosse arrivato a qualche incredibile scoperta scientifica! "Ma certo! Tutto questo non può che voler dire una cosa... e sapete cosa, ragazzi?" chiese retoricamente, volgendo uno sguardo trionfante ai suoi perplessi compagni. Quando Kenta scosse la testa per dire che non ne aveva la benchè minima idea... Hirokazu allargò il sorriso ed espose la sua conclusione, come se fosse la cosa più naturale del mondo!

"Il nostro amico... è venuto in contatto con qualche Digimon!"

Silenzio per diversi istanti. Un soffio di vento gelido spazzò il terreno dietro il terzetto, trascinandosi dietro un covone rotolante di erbacce secche, e varie libellule nere eseguirono delle spettacolari paraboliche nel cielo sopra di loro... prima che Juri, con una risatina nervosa, si mettesse una mano dietro la nuca. "Ehm... hehehee... beh... come posso dire, Hirokazu-san... la tua è una spiegazione molto... interessante, non c'è che dire! Ma... come fai ad esserne così sicuro?" chiese, tirando poi fuori il suo immancabile pupazzo e infilandoselo sulla mano per farlo 'parlare'. "Spiega anche a me! Vorremmo saperlo tutti! Woff! Ruff!" disse, facendo la ventriloqua.

"Ehm..." proseguì Kenta, confuso quanto e più della sua amica. "In... in effetti anch'io sarei curioso di sapere... come hai fatto ad arrivare a questa conclusione! Non per sembrarti saccente, ma... non trovi che sia un pò... come posso dire... fantasiosa? Voglio dire, cosa ti porta a pensare che..."

"Oh, ma è semplicissimo!" esclamò Hirokazu, il pugno stretto davanti a sè in segno di trionfo. "Ogni volta che ci sono i Digimon di mezzo, si verifica uno strano fenomeno nel cielo! Non vi ricordate della prima serie, di quando il Mondo Digitale è apparso sopra Odaiba? E quando MaloMyotismon è saltato fuori alla fine della seconda? Bene, l'altra notte è successa più o meno la stessa cosa, qui, a Shinjuku! E due giorni dopo, Takato-kun decide di smetterla con il Trading Card Game! Hai capito dove voglio arrivare?"

Kenta scosse la testa, non riuscendo a seguire gli strani ragionamenti del suo stravagante compagno.

"Oooooh, andiamo, Kenta-kun!" lo spronò Hirokazu. "Possibile che tu, intelligente come sei, con i voti che ti ritrovi, non riesca a fare due più due in certi casi? Quello che voglio dire è... che il nostro amichetto è stato lì, dove è apparsa quella strana cosa nel cielo... e da lì è saltato fuori un Digimon! Un vero Digimon, mi spiego? E il nostro caro Matsuda-kun ha perso il suo interesse nel Card Game, ora che si è trovato davanti agli occhi l'articolo originale! Non vi sembra una spiegazione logica e razionale?"

Un grosso gocciolone di sudore percorse la fronte di Kenta. "Ehm... sì, certo... logica e razionale, senza dubbio... ma... mi sembra che tu stia trascurando un piccolo particolare, Hirokazu-kun..." disse il ragazzino occhialuto. "E cioè... beh, come posso dire... il fatto che i Digimon non esistono! Sono creature dei videogiochi e di un cartone animato molto famoso, tutto qui! Tu ne hai mai visto uno dal vivo? No, e non credo che lo abbia fatto nessuno..."

Hirokazu alzò gli occhi al cielo, facendo un sorriso mezzo di divertimento, mezzo di esasperazione. Proprio non ci arrivava, il suo amico? "Se ne ho mai visto uno dal vivo, dici? Heh... e scusa, allora soltanto perchè non ho visto qualcosa con questi miei occhi qui, che ho incollati alla testa... allora questa cosa non dovrebbere esistere?" Si chinò verso Kenta e gli indicò i propri occhi, avvicinandosi a tal punto che il ragazzino occhialuto fu costretto ad allontanarsi di un passo. Poi, riprese le distanze e continuò il discorso, sempre più convinto! "Anzi, lo sai che ti dico? Adesso noi due, io e te, mio caro Kenta-kun... cominceremo ad indagare sul conto di Takato-kun, e scopriremo il suo segreto, e se davvero ha visto dei Digimon!"

Con queste parole, senza nemmeno aspettare che Kenta rispondesse, il ragazzo con il frontino afferrò il braccio del suo compagno e cominciò ad allontanarsi a passo di carica, trascinandosi dietro il poco convinto quattrocchi, che cercava disperatamente di far ragionare il suo compagno, sotto lo sguardo stupito di Juri!

"Aaaaargh! Aspetta un momento, Kazu-kun! Non stai correndo troppo?"

"Andiamo, andiamo, compagno! Chi aspetta è perduto!"

"Sei... sei sicuro di quello che... non ci stiamo impicciando troppo degli affari di Takato?"

"Tranquillo, è tutto sotto controllo! Lascia fare al vecchio Kazu-kun! Hey, Juri-san, noi iniziamo le nostre indagini! Ci si vede domani... e non preoccuparti, scopriremo cosa turba Takato-kun!"

"Ugh... io SPERO che non ci cacceremo nei guai..."

Esterrefatta, Juri non riuscì a proferire parola mentre osservava i due ragazzi che si allontanavano all'orizzonte, lasciandosi dietro una piccola nuvoletta di polvere, mentre tutt'attorno a lei, gli altri ragazzi e ragazze, proseguivano per la loro strada, dopo aver prestato orecchio di sfuggita a quella inusuale conversazione... Poi, quando fu sicura che Hirokazu e Kenta se ne fossero andati verso... qualunque fosse la loro prossima destinazione, alzò di nuovo la mano sulla quale stava il suo burattino-calza e gli parlò di nuovo, tornando a sfoderare quel sorriso dolce e allegro che mostrava quasi a tutti.

"I ragazzi sono tutti matti, non credi?" chiese al burattino, poi lo fece muovere con le dita della mano, e lo fece rispondere.

"Woof! E' vero, Juri-chan! Hai ragione! Ruff!"

 

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Il treno della metropolitana. Un ottimo modo per trasferirsi da un punto all'altro di una città delle dimensioni di Tokyo, direbbero molti degli abitanti della capitale del Giappone... e i fatti confermavano questo modo di pensare, visto che ogni giorno erano migliaia le persone che salivano e scendevano da questi comodi mezzi. Anche quel giorno, il treno aveva completato il suo ennesimo giro, fermandosi ad una stazione di Nerima e facendo scendere decine tra impiegati, lavoratori, studenti e studentesse, e innumerevoli altri esempi di umanità, che si diressero con calma e in ordine verso le uscite, in quel tipico 'caos ordinato' che caratterizzava la metropoli giapponese. Tra lo scalpiccìo dei passi, e le frasi pronunciate a mezza voce, sembrava in effetti la tipica scena di una fine pomeriggio...

Sembrava. Ma quello che sarebbe successo poco più tardi avrebbe fatto capire che così non era.

Dopo aver fatto il suo dovere, aver fatto scendere i passeggeri e averne imbarcati altri, il treno della metropolitana riprese la sua strada, infilandosi nella galleria con un suono lieve che ricordava un soffio, e guadagnando sempre più velocità, fino a scomparire alla vista. Le persone ancora presenti si allinearono vicino al binario, in attesa del prossimo treno, o si diressero verso le uscite... ma in quel momento, uno strano sibilo, che sembrava provenire dal tunnel, in senso opposto rispetto a quello che il treno aveva seguito, sovrastò il brusio della stazione, facendo voltare più di una testa verso le tenebre della galleria.

"Hm? E quello che cosa...?" chiese la voce di una donna in attesa.

Ma non fece in tempo a formulare del tutto la sua domanda. Con un fruscio sinistro, qualcuno... o forse era meglio dire qualcosa... si mosse nell'oscurità... e subito dopo, una strana nebbia grigia, giunta da chissà dove, iniziò ad invadere la galleria sotto gli occhi esterrefatti di tutti i presenti! Con un'esclamazione soffocata, un impiegato che si trovava più vicino alla galleria indietreggiò di qualche passo, quasi incespicando nel tentativo di allontanarsi... e la nebbia, che era cominciata come una semplice, quasi trascurabile, bruma, si trasformò ben presto in un muro di fittissima foschia, tale da precludere la visuale nel tunnel ancora più di quanto l'oscurità non facesse già! Qualche urlo di paura si levò dalla folla quando, spettacolo terribile a vedersi, un paio di occhi rossi senza pupille si spalancarono nella nebbia, fissando con odio e animosità le persone ferme al binario!

"Aaaaaah! E... e adesso cosa...? C'è... c'è un... qualcosa... là dentro!" esclamò la voce terrorizzata di un ragazzo, che si era acquattato contro il muro nel vano tentativo di sfuggire a quegli occhi impietosi. Un altro sibilo si levò dai meandri della galleria, simile al sibilare di un serpente, ma amplificato di decine di volte, in modo da assomigliare più ad un gelido alito di vento che spirava tra i palazzi!

"Io... io non so che accidenti sia..." rispose un uomo, facendo cadere per terra la sua valigia dalla paura. "Ma non resto qui un istante di più! Andiamocene tutti!"

Il consiglio, abbastanza ovviamente, non restò inascoltato... e dopo pochi secondi di grida impaurite e di fuggi fuggi generale, il binario gremito di persone e in piena attività era rimasto deserto e silenzioso, con soltanto le sirene d'allarme a dare una parvenza di vita allo scenario. Gli occhi rossastri seminascosti dalla nebbia si strinsero, rabbiosi e sprezzanti, e una voce distintamente fredda e crudele commentò la fuga generale.

"Ssssstupidi essssseri umani... una razza così pavida e priva di dignità vorrebbe disssstruggerci o usarci per i sssssuoi ssssscopi?" sibilò Santiramon, la lingua biforcuta che saettava infida tra le sue labbra da rettile. "Ringrazino che il mio berssssaglio non sssssono loro, o nessssuno di loro ssssarebbe rimasssssto in vita, a questo punto! Ssssssfortunatamente, vedo che anche l'altro mio obiettivo non c'è... eppure ero ssssicuro di averlo percepito da quessssste parti... bah, non importa... finchè ressssterò nasssssscosssssto, avrò tutte le occasioni che voglio di catturare la Ssssshining Evolution... e quando l'avrò fatto, e l'avrò portata a Zhuqiaomon-sssssama... quessssti miserabili umani ssssssi pentiranno di aver mai tentato di ossssstacolarci..."

Silenziosamente, il Deva Serpente scivolò di nuovo nella galleria, e la nebbia che la infestava svanì dietro di lui, immergendo il binario nel silenzio...

 

----------

 

Megumi Onodera non riuscì a trattenere un verso di disappunto quando il Digital Field che i suoi strumenti avevano rilevato scomparve, rapido come era venuto. Lo aveva individuato ad una fermata della metropolitana, nel quartiere di Nerima... ma non aveva fatto nemmeno in tempo a leggerne i rilevamenti, che già lo schermo era tornato a segnalare una situazione normale... che non era assolutamente normale, con un Digimon in giro!

Scuotendo la testa, l'operatrice si rivolse al suo superiore. "Mi dispiace, Yamaki-san. Contatto negativo. Il Digital Field è scomparso prima che potessi tracciarne le coordinate."

In piedi vicino a lei, il direttore di Hypnos strinse i denti, trattenendo a stento la rabbia. "Maledetti Digimon... sembra quasi che vogliano prenderci in giro..." mormorò cupamente. "Comunque, per adesso quel Digital Field non è più un problema. Estendete il perimetro di monitoraggio alle aree limitrofe, e aumentate la sensibilità degli strumenti. Non ci deve sfuggire nulla, finchè la nuova versione di Juggernaut non sarà pronta."

"Ricevuto, signore. Provvedo subito." replicò l'altra operatrice, Reika, mentre tornava a regolare i suoi strumenti.

Yamaki annuì tra sè, e richiuse il suo immancabile accendino. La prossima volta non avrebbe potuto permettersi errori. Aveva avuto fortuna la prima, ed era sicuro che il miracolo non si sarebbe ripetuto. Questa volta, Juggernaut doveva essere perfetto...

Questa volta, la minaccia dei Digimon doveva essere completamente sradicata...

 

CONTINUA...

 

Nota dell'autore: E così, prosegue la mia storia di Digimon Tamers! Chiedo scusa se questo capitolo non era all'altezza dei precedenti, ma vi giuro che non voleva proprio venirmi! Comunque, ho voluto concentrarmi di più sull'introspezione di Takato, e su ciò che è accaduto tra i Deva dopo il ritorno a mani vuote di Vajiramon...

La caratterizzazione del Deva Scimmia, Makuramon... beh, per quella vorrei un pò sentire il vostro parere. Se volete il mio, Makuramon mi ha sempre dato l'impressione di non essere un Deva molto fedele: la sua vita viene prima di ogni altra cosa, e serve Zhuqiaomon solo perchè non c'è nessun altro più forte di lui... ma il Deva Scimmia mi è sempre sembrato uno che si schiera dalla parte di chi gli fa più comodo!

Non ho molto altro da dire se non... nel prossimo capitolo, vedremo la battaglia con Santiramon, e forse Takato riuscirà a superare alcune delle sue paure, e ad imparare qualcosa di importante!

Comunque, per adesso mi fiondo su 'Digimon Zero'... il cui prossimo capitolo sarà iniziato già domani sera! Al prima possibile, università permettendo!

 

Justice Gundam

  
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